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Autore: Shenron87    07/06/2016    2 recensioni
Tutti sappiamo che i sogni non sono altro che manifestazioni di desideri non realizzati... ma è sempre così? Perchè sognare un futuro felice con una ragazza morta, che magari ti avrebbe rifiutato, se sei sposato e la donna al tuo fianco, che ti ama e ti ha dato dei figli, ha già colmato quel senso di vuoto.
Certo, Daphne è bella... è dolce, almeno in privato, ed ha sofferto moltissimo... ma non è Hermione e Bruce lo sa bene visto che, essendo un vampiro lui soffre come pochi esseri possono fare : Bruce sa che, anche morendo, non si incontreranno mai. Una domanda però aleggia minacciosa nell'aere. Era un sogno quello che ha fatto Bruce... o Bruce stesso è sognato da qualcuno che si trova in difficoltà e non sa che cosa fare del suo futuro...
Seconda e ultima parte della serie "Il Cavaliere Oscuro" si consiglia la lettura de : “Harry Potter e la Stirpe Maledetta” che troverete nella mia home.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Sanguini, Un po' tutti | Coppie: James/Lily, Sirius/Lily
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Cavaliere Oscuro'
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Toujour Pur

“Perchè non dici nulla?” chiese Mary.
“E che dovrei dire?” protestò Bruce.
“Non ascolta voi, che siete le sue amiche da sette anni e ascolterebbe me che mi conosce da meno di un mese?”
“Nessuno vi ha detto di seguirmi...” sbottò Lily infastidita mentre si dirigeva al Grugno di Porco.
Li i grifoni la videro parlare con il proprietario scoprendo anche come lei lavorasse in quel tugurio, durante il tempo libero, e solo una barriera generata da uno strano monile che Lily portava al collo impedì che un dardo, scagliato da un vampiro, mietesse la sua vita.
Solo l'arrivo di Silente impedì che la situazione degenerasse visto che Voldemort e un gruppo di seguaci non avevano gradito le parole della madre di Bruce.
Quando Silente si portò dietro parte del settimo anno di Grifondoro Bruce e Daphne però non lo seguirono.
Non che al vecchio interessasse.
Lui infatti sapeva che Bruce era perfettamente in grado di cavarsela da solo e per questo non fece nulla per dissuaderli.
Rimasti soli il ragazzo fece sedere Daphne su una sedia e si avvicinò al centro della taverna. Solo allora parlò.
“Lo dirò una volta sola... rendetevi visibili e fatelo entro cinque secondi...” disse Bruce con aria annoiata.
Tutti, Daphne e Voldemort compresi, pensarono che fosse impazzito ma, senza alcun rumore di sorta, tre figure emersero dai tre angoli rimanenti.
In uno infatti era presente il cadavere di Sanguini, il vampiro che aveva cercato di uccidere, senza successo, Lily.
“Sei molto abile mortale. Nessuno si era mai accorto di noi...” esordì una figura incappucciata.
Bruce non si curò del complimento e pose una domanda senza alzare la voce o senza far trasparire alcuna emozione.
“A che pro uccidere una donna incinta?”
“Denaro... sangue... un motivo come un'altro...” rispose mostrando una chiostra di denti aguzzi.
“Ah capisco...” sbuffò Bruce annoiato tirando fuori la bacchetta e puntandola verso Daphne che si ritrovò avvolta da una barriera.
“Perchè?” chiese il vampiro.
“Le macchie di sangue sono difficili da togliere...” si limitò a rispondere il ragazzo riponendo la bacchetta nella tasca meritandosi uno sbuffo spazientito da parte di Voldemort e compagni.
“Non userai la magia?”
“Per feccia come voi è superflua. Attaccatemi singolarmente... insieme... non farà differenza.” rispose con noncuranza.
La risposta non sembrò piacere ad uno dei vampiri che, scomparendo alla vista dei presenti, comparve alle spalle di Bruce cercando di trafiggergli il petto.
Bruce non si scompose e, saltando agilmente, si limitò ad atterrare sul braccio del vampiro.
“C-Come?”
“Sei pieno di aperture...” rispose scomparendo e apparendo a sua volta dietro il vampiro a cui trafisse il cranio con la mano aperta.
“Uno in meno... chi sarà il prossimo?” domandò glaciale mentre la locanda, davanti agli avventori sconvolti, lasciava il posto alla foresta.
Perfino Bruce rimase immobile ad ammirare la crescita rigogliosa di alberi e piante, uno dei quali, crescendo, imprigionò con la corteccia e i rami lo stesso grifone.
“Dopo le arti marziali, il secondo capitolo delle armi di un buon vampiro...” disse Bruce annoiato.
“...le arti illusorie...” proseguì osservando il secondo vampiro, quello a destra di colui che sembrava essere il capo, sorridere beffardo armato di un coltello.
In pochi istanti però il sorriso venne sostituito da un'espressione preoccupata.
Bruce non solo aveva spezzato l'illusione, senza far nemmeno ricorso alla bacchetta magica, ma l'aveva ritorta contro colui che l'aveva attivata con una forza dieci volte maggiore.
“Illusioni di questo livello non funzionano su di me...” lo schernì Bruce avvicinandosi e appellando il coltello che il vampiro aveva lasciato cadere e usando per trafiggere il cuore del mostro tra lo stupore generale.
“Ti ho sottovalutato, non lo nego, ma non puoi competere con me.” dichiarò il vampiro superstite.
“Non mi dire...” esclamò atono mentre il vampiro, evocando una sostanza nerastra, materializzò una falce affilatissima.
Bruce si limitò a puntargli contro l'indice e a dire una singola parola.
“Addio...” sussurrò mentre l'avversario scoppiò a ridere.
“I vampiri sono immuni alla magia... non lo sa...”
Mai tali parole furono più inutili visto che Bruce non aveva in mente di usare la magia.
In pochi istanti dal dito del ragazzo si materializzò un'aculeo della stessa identica sostanza della falce che, davanti allo sguardo stupito dei presenti, si andò a conficcare nel petto dell'assassino.
“C-Come...” balbettò il mostro incapace di muoversi.
“Mi avete deluso... non avevo mai incontrato dei vampiri. Pensavo foste un popolo nobile, raffinato e invece siete patetici. Forse voi siete gli scarti della vostra razza non saprei... ma rispetto a me siete solo insetti...” rispose Bruce atono divertendosi a torturare il vampiro psicologicamente facendo ramificare, a mo di stelo di rosa, il suo aculeo.
“Parlerò!” urlò il vampiro mentre Daphne storceva il naso disgustata.
“Chi vi manda?”
“I Black... non vogliono che un mezzosangue erediti i loro beni e porti il loro cognome...” disse prima che Bruce, lievemene alterato, ricoprisse di fiamme purpuree la sua arma.
Bruce non attese che il corpo del vampiro, come quelli che aveva ucciso in precedenza, diventasse cenere.
Si avvicinò a Daphne e le fece segno di andare quando una voce fredda e divertita lo fermò facendogli gelare la pelle.
“Ragazzo... sei stato tu a fare quello scherzetto ai miei seguaci?”
“Scherzetto?” chiese Bruce fingendosi ingenuo.
Lui sapeva bene a quale burla si riferisse il mago oscuro più potente del secolo solo che, fino a quel momento, sperava di non doverlo affrontare.
“Adesione permanente ti dice nulla?”
“Oh quello... beh visto che avevano intenzioni poco carine con mia moglie ho pensato di insegnargli le buone maniere...”
“Sai che, volendo, potrei decidere di vendicarli...”
“Se vuoi morire prima del tempo fai pure Voldy...” rispose Bruce senza esitare.
“Voldy?” ripetè il mago mentre i suoi occhi lampeggiavano di rosso e i suoi ragazzi iniziarono a tremare.
“Vuoi che ti chiami nonnino?” chiese il ragazzo tranquillo mentre il vecchio Abe lo fissava stranito e preoccupato allo stesso tempo.
Tutti infatti sapevano quanto terribile fosse la furia di Voldemort e per questo in pochi osavano sfidarlo.
“Vuoi lasciare una vedova così giovane?” sibilò il mago senza però scalfire lo stoicismo di Bruce che ne sostenne lo sguardo con noncuranza.
“Puoi provarci... ma scoprirai che io e la morte viaggiamo su due lunghezze d'onda diverse.”
Fu in quel momento che una voce, proveniente dalla strada, interruppe la diatriba.
“Bruce!!” urlò Lily con una vocina delicata che impressionò perfino i mangiamorte più incalliti.
“Muovetevi o non vi aiuto in pozioni!”
“Ma lo sa che oggi è vacanza?” sbuffò la ragazza mesta mentre i mangiamorte la fissavano straniti.
“Oddio...” sbottò Bruce.
“...più la gravidanza progredisce più diventa autoritaria...” si lamentò mentre i presenti li fissavano con attenzione.
“Andiamo...” sbottò Daphne mesta.
“...tu non sei un granchè in pozioni...”
“Scusa se facendo il cacciatore di taglie non ho avuto tempo e modo di distillare pozioni...” sbottò Bruce volgendo le spalle a Voldemort e avvicinandosi all'uscita mentre i giovani mangiamorte lo guardavano straniti.
“Scappi?”
“Beh Voldy...” lo canzonò Bruce sorridendo.
“...non te l'ha detto Silly che le fanciulle non si fanno aspettare? Inoltre...”
“Inoltre?” chiese glaciale.
“Beh trovo squallido che il secondo mago oscuro del secolo faccia il bullo con uno studente del secondo anno.”
“Secondo?” chiese ancora più livido.
“Beh Grindelwald le palle di sfidare Silly, in un vero duello e non in una schermaglia di cinque minuti scarsi, le ha avute... e poi anche un mago scadente come Rastaban potrebbe fare il bullo con babbani, babbane e altre forme di vita indifese... non è che per questo lo si può definire un mago oscuro. Al massimo lui è un bulletto. Idem dirà la gente di te se continuerai a stringere quella bacchetta contro uno studentello.” rispose aprendo la porta e permettendo a Daphne di uscire.
Non fecero molti metri prima che un'inviperita Lily Evans, seguita a ruota dai malandrini, si parasse di fronte a loro con le mani sui fianchi e uno sguardo truce.
“Seguitemi...” sibilò con un tono che allarmò, non poco, i due crononauti.
In religioso silenzio i due ragazzi obbedirono e si diressero verso i sotterranei mentre, contro ogni aspettativa di Bruce, solo Remus e Mary la seguirono.
“Sentimi bene...” tuonò Lily con fare minaccioso.
“Sono tutt'orecchi...” rispose Bruce serafico.
“Non mi piace come ti stai comportando. Non mi piace dover rimediare ai tuoi errori... e non mi piace dover temere per la tua incolumità...” cercò di dire prima che Bruce fermasse la sequela di rimbrotti che ancora dovevano venire alla luce.
“Dammi un valido motivo per cui dovrei ascoltarti.”
“Perchè ero sveglia quando tu e Daphne avete parlato in infermeria...”
“O...” dissero all'unisono.
“Quindi...” mormorò Daphne arrossendo.
“Si vi ho sentiti anche fare qualcosa che non dovreste. Non alla vostra età almeno...”
“Non è che perchè tu, per sfilarti gli slip, hai atteso il settimo anno tutti devono fare come te.”
“Sfilarmi gli slip?” chiese inarcando un sopracciglio.
“Si... perché?”
“Ti sembra questo il modo di rivolgerti a tua madre?”
Quella frase, assieme al tono di rimprovero usato dalla ragazza non piacquero a Bruce che respirò lentamente alcune volte prima di replicare.
“Se lo dici così... vuol dire che questi due lo sanno vero?” chiese sforzandosi di rimanere calmo con Daphne che artigliava la mano temendo che si lasciasse andare.
“Si... Remus è un licantropo e ha notato come tu avessi un'odore simile al mio e quello di Sirius.”
“Capisco e con ciò?”
“Come?”
“Voglio sapere che vuoi da me...” chiese freddo.
“Beh... mi piacerebbe passare del tempo con mio figlio e non dovermi preoccupare perché lui...”
“Bei propositi... non c'è che dire...” disse Bruce sospirando.
Lui sapeva che sua madre non aveva colto il nocciolo della questione e gli dava fastidio doverglielo far notare lui.
“Odio doverti privare di vane illusioni... quindi lo dirò una volta sola...” disse afferrando la mano della ragazza e poggiandola sul suo ventre, non senza un certo imbarazzo da parte di entrambi.
“...lui è tuo figlio. Non io. Io sono solo una versione alternativa che scomparirà quando le modifiche che ho compiuto cancelleranno la mia linea temporale lasciando un nuovo e unico futuro... il vostro.”
“Allora perché sei qui?”
“Per cambiare il futuro mio, di Daphne e di un'altra bambina... tutto qui e penso che, in parte almeno, ci sono riuscito visto che hai deciso di tenermi.”
“E che vuoi che faccia? Che sposi tuo padre?” domandò la ragazza col cuore che batteva a mille.
“Fai ciò che vuoi... ti ho dato i soldi proprio per permetterti di poter scegliere liberamente. Silly ti direbbe di seguire il tuo cuore...” disse allontanandosi.
“...Daphne?”
“Si?”
“Penso che la mamma vorrà conoscere la ragazza che mi porto a letto... rimani con loro ma non dire nulla che possa alterare il futuro.” disse allontanandosi.
“E tu dove vai?”
“Ho da fare, ma tranquilla. Continuerai a passare dalle porte... per il momento almeno...” rispose uscendo dalla stanza e smaterializzandosi.
Di solito le difese magiche impediscono ai maghi di smaterializzarsi dentro i confini di Hogwarts ma Bruce non era un mago comune e, per questo, non gli fu difficile smaterializzarsi a Nocturn Alley dove sapeva risiedere il lestofante di cui aveva bisogno.
Il caso volle che Mundungus, l'uomo che nella visione violentò la madre adottiva di cui Bruce non ricordava il volto, si trovasse a steso a terra con ancora in mano una bottiglia di liquore.
Lo fece librare con la magia e lo rese invisibile con due semplici colpi di bacchetta, schiantandolo per essere sicuri che non si svegliasse sul più bello.
Prese quindi la bacchetta dell'uomo e si davanti alla casa dei suoi nonni al numero dodici di Grimmauld Place.
Era una casa bellissima da vedere sempre ammesso di essere un mago e di poter vedere oltre lo strato di difese magiche erette dal vecchio Orion Black.
Non appena la casa fu totalmente visibile, Bruce usò l'abilità ereditata dalla famiglia paterna e mutò sia la corporatura, che divenne simile a quella del “complice”, che i tratti facciali che lo resero la fotocopia di Mundugus.
Solo gli abiti stonavano ma, usando la sua bacchetta, li trasfigurò in un secondo.
Terminati gli ultimi ritocchi il ragazzo prese la bacchetta del bell'addormentato, si avvicinò allo stabile e suonò al campanello aspettando che qualcuno aprisse.
Non dovette attendere molto prima che un vecchio elfo venisse ad aprire la porta di casa e chiedesse se avesse affari da discutere con i suoi padroni.
Bruce non rispose, si limitò a schiantarlo senza esitare... in fondo un testimone vivente che si ricordasse di lui ci voleva.
Non per la grandezza del suo gesto.
Stava uccidendo i suoi nonni dando la colpa ad un criminale con diversi precedenti sulle spalle... ma quel gesto aveva un suo perché.
Quell'efferato atto di violenza serviva ad impedire la morte della donna che si era presa cura di lui nella visione di quell'idillico futuro e quindi avrebbe indirizzato il suo futuro su un binario migliore anche di quello visto a Diagon Alley quando aveva sfiorato la mano della Granger.
Certo, avrebbe voluto tanto parlare con i suoi nonni, spiegargli la situazione e dare loro una possibilità di redenzione ma sapeva, avendo letto la mente dello zio, quanto poco elastici fossero e come avrebbero reso viziato e odioso il bambino se fosse finito in mano loro e non poteva permetterlo.
Era troppo potente per crescere con gli ideali dei Black e Silente troppo vecchio per fermarlo se avesse imboccato il cammino sbagliato.
Per questo, rendendosi invisibile, si avviò verso il soggiorno, dove sapeva di trovare la nonna intenta a leggere un libro, e poi verso una stanza adibita ad ufficio dove suo nonno, puntuale come un'orologio svizzero, leggeva il giornale.
In entrambe le stanze, silenziate ai tempi in cui suo padre e suo zio erano bambini, un raggio di luce verde illuminò l'ambiente privando i due adulti della vita senza che un singolo rumore allarmasse i quadri presenti nei corridoi.
Tornò quindi nell'androne, ruppe la bacchetta e una gamba del mago, facendo in modo che sembrasse opera di una caduta accidentale dovuta all'alcool, e ne modificò i ricordi rendendoli simili a quelli che poteva avere un duplice assassino con tanto alccol in corpo.
Quindi socchiuse la porta e fece rinvenire l'elfo prima che, con un cenno della mano, chiudesse la porta.
Si smaterializzò quindi dentro i confini di Hogwarts in attesa che gli eventi prendessero il loro corso.
 
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Bruce non dovette attendere molto prima di raccogliere il frutto della sua opera.
La morte dei coniugi Black infatti ebbe effetti devastanti su Regulus che iniziò a porsi domande esistenziali come mai aveva fatto prima.
Da una parte vi era infatti una crociata, iniziata per compiacere dei genitori freddi e distanti ormai sepolti sei piedi sotto terra, e dall'altra la ragazza che, sotto mentite spoglie, aveva fatto battere il suo cuore ed ora stava dando continuità a quella famiglia che, se avesse potuto, l'avrebbe uccisa nel più cruento dei modi.
Ragazza che portava in grembo colui che sarebbe stato l'ultimo dei Black visto che lui non era fisicamente in grado di avere eredi e difficilmente suo fratello avrebbe messo su famiglia.
Per questo un'idea iniziò a frullargli per la mente, un'idea nata dalla voglia di far capire al fratello quanto avesse fatto soffrire i loro genitori.
Un'idea che non seppe mai non essere stata partorita dal suo cervello, non in tutta la sua bellezza almeno.
Avrebbe nominato suo nipote erede universale con regole e cavilli tali da impedire ai coniugi Lestrange e Malfoy di nuocere al bambino e dando però al piccolo la possibilità di decidere se essere ricco o fare il pezzente.
Per questo, l'intero patrimonio dei Black sarebbe stato bloccato fino a quando non avrebbe consumato il matrimonio con una ragazza di buona famiglia.
Certo... come minimo gli doveva trovare una moglie avvenente... per rendere piacevole la sua vita coniugale e per minare quelle stupide certezze con cui sarebbe stato cresciuto dai genitori.
Se puoi avere una ragazza carina con cui scopare e tanti soldi con cui avere tutto ciò che vuoi... perché cercare l'amore.
Questo si diceva Regulus mentre pensava che forse avrebbe dovuto mettere anche una data di scadenza al contratto.
Una data in cui gli ormoni a palla e l'idea di una ragazza pronta a soddisfarli avrebbe creato sempre più pressioni sul nipote che ancora doveva nascere.
Per questo, quando un suo compagno in attesa di una figlia entrò, Regulus gli si avvicinò sorridendo.
“Cyrus... io e tu dobbiamo parlare...” disse serio.
“Di cosa?” rispose il ragazzone dai capelli neri.
“Tu hai una figlia... o l'avrai tra non poco.”
“Non me ne parlare... quella troia di sua madre...”
“Cyrus... le cose si fanno in due.” l'ammonì Regulus sull'incazzoso andante.
Lui non poteva avere figli suoi, e Merlino sa se ne avrebbe voluto almeno uno prima di morire, e chi non ne voleva si ritrovava la casa piena di pannolini.
“Beh non sono affari che ti riguardano.”
“In verità lo sono...” disse uscendo un contratto.
Cyrus lo lesse con attenzione, come gli era stato insegnato, e i suoi occhi per poco non gli uscirono dalle orbite.
“Perchè pagheresti tanto per una mezza veela?” chiese sconvolto.
“Perchè sto morendo Cyrus...” ammise mesto mentre il suo amico per poco non soffocava bevendo il suo Whisky incendiario.
“...il signore oscuro vincerà e Lucius, Rodolphus e non parliamo di Bella, ucciderebbero mio nipote se crescerà con gli ideali di mio fratello. Il Signore Oscuro ha molti mezzosangue al suo servizio, prendi Severus. Se lui e tua figlia si sposeranno la mia famiglia continuerà in linea maschile e tu avrai i soldi per pagare i tuoi debiti.”
“Si ma perché...”
“Perchè se tu, un uomo rude e insensibile alla bellezza, sei stato piegato dalla madre della piccolina... penso che un'adolescente cadrà ai piedi di tua figlia facilmente.” spiegò il rampollo dei Black con un sorriso lascivo sul volto.
“Si può fare...” ammise il serpeverde sorridendo.
“...ma voglio delle garanzie.”
“Garanzie?” chiese Regulus serio.
“Chi mi dice che tuo nipote non rifiuti di sposarla quando ormai non avrà più mercato...”
La preoccupazione di Cyrus, per quanto avrebbe fatto storcere il naso ad un genitore normale, venne recepita da Regulus che sapeva quanto, per accasare una figlia, i tempi fossero stretti.
Matrimoni d'amore, come quello di sua cugina Narcissa, erano rari tra i purosangue.
“Ho pensato anche a questo... metteremo una data massima entro cui dovrà decidere... ma ti avverto. Sarà compito tuo avvisare mio nipote se io o i suoi genitori non saremo in vita.”
“Ma certo...” rispose Cyrus mettendo in mostra un sorriso che a Regulus non piacque per nulla.
Un sorriso che voleva dire solo una cosa : voleva truffarlo.
Per questo, una volta che l'amico firmò il contratto e lo mandò ai suoi legali, Regulus decise di affidare l'incarico di informare il nipote al suo fido Kreacher.
Ciò che non seppe mai, nemmeno quando le fredde mani degli inferi lo portarono a fondo nel lago, è che la sua brillante idea in realtà non fu partorita dal suo cervello ma da quello di Bruce e Daphne che volevano impedire che Lucius e Bella si spartissero i beni di Regulus e che Cyrus sfogasse sulla figlia la sua rabbia a furia di maledizioni e matrimoni combinati.
Il resto, come si suol dire, è storia... see vi piacerebbe...
Il resto lo scoprirete solo leggendo :)

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Note d'autore...

Salve gente, eccomi qui operato e in riabilitazione a pochi giorni dal momento in cui mi toglieranno i punti ma veniamo a noi...
Questo, per ora almeno, è l'ultimo scorcio del passato di Lily... da Sabato torneremo (e notasi la scritta Sabato) torneremo a parlare di Bruce ed Hermione...
Per ora vi posso dire che il futuro che vedrete sarà diverso da quello che avete visto e in futuro spiegherò anche il motivo della visione e di tutto il resto....
Seguitemi e commentatemi please bastano solo quindici parole :)
A sabato :)
   
 
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