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Autore: 1rebeccam    08/06/2016    16 recensioni
Era l’unica cosa che desiderava.
Tornare a casa con lui, mano nella mano.
Era finita. Erano salvi. Erano insieme.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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INNAMORARSI E... INNAMORARSI


RICORDI


Si era separata da lui qualche minuto dopo, per lasciare spazio al dottor Foster e alla sua equipe.
Dopo una visita accurata, l’aveva dichiarato fuori pericolo dicendole che avrebbe alternato il sonno e la veglia di continuo nelle prossime ore, un po’ come era successo a lei dopo essersi ripresa. Il suo organismo doveva recuperare ed aveva assoluto bisogno di riposo, ma le aveva permesso comunque di restare con lui. Naturalmente non si era tirata indietro e gli era stata vicino quasi tutto il giorno, anche quando piombava nel dormiveglia. Non avevano parlato molto, lui aveva difficoltà e lei non voleva affaticarlo e poi non avevano bisogno di dirsi nulla. Avevano solo assaporato il loro essere insieme e vivi.
Si era decisa a farsi riaccompagnare in camera sua che era ormai sera, sentiva la stanchezza anche se non voleva ammetterlo e il fastidio alla ferita cominciava davvero ad essere insopportabile.
Nonostante tutto non era riuscita ad addormentarsi. Lo spicchio di luna che vedeva dalla finestra era un po’ più grande della sera precedente e non riusciva a distogliere lo sguardo, era luminoso ed intenso, contornato dal nero del cielo notturno, completamente privo di stelle. Ventiquattro ore prima, rivolta ad essa, aveva pianto su un futuro incerto, adesso invece si sentiva leggera e sorrideva a quello splendore nel cielo con infinita gratitudine.
Quando Castle si era svegliato, aveva pensato agli avvenimenti degli ultimi giorni come ad un miracolo. Loro due in terra, feriti, in fin di vita, entrambi salvi e con una nuova vita in viaggio. Poteva essere solo un miracolo.
Aveva sorriso sempre rivolta alla luna, lei razionale, lei che si precludeva di credere all’esistenza della magia, lei non esattamente innamorata dei bambini, adesso si accarezzava la pancia per far sentire il suo amore a quella creatura che non conosceva ancora il suo papà  e, cosa più assurda, si affidava anche ai miracoli.
Il giorno dopo, se tutto fosse andato bene, Castle sarebbe stato trasferito in corsia, in una camera, tra virgolette, normale, sicuramente più confortevole.
Sospirò, si lasciò cullare dal pensiero che il giorno dopo sarebbe iniziato un nuovo capitolo della loro vita insieme e, pian piano, si arrese a Morfeo.
 
Rick aveva lasciato la terapia intensiva e lei aveva lasciato la sedia a rotelle. Il dottor Drew le aveva detto che poteva alzarsi e fare quattro passi, con calma e senza esagerare quindi, dopo il giro di visite, non ci pensò due volte ad andare da lui. Aveva visto da lontano il dottor Foster ed un infermiere entrare nella camera di Rick, così aspettò a distanza di sicurezza. Non voleva essere fermata e soprattutto, rimandata indietro.
Il dottor Foster uscì quasi subito mostrando all’infermiere delle prescrizioni e, quando furono abbastanza lontani, si avvicinò alla porta socchiusa.
Niente monitor, niente macchinari di rianimazione, niente ossigeno, solo una flebo inserita nella mano per lasciargli più libertà di movimento. Appoggiò la testa alla porta e si perse a guardarlo. Aveva il viso rivolto verso la finestra e una strana tristezza nello sguardo. Le salì un groppo in gola. L’ultima volta che aveva visto quell’espressione era stato quando aveva scoperto la sua menzogna riguardo Locksat. Abbassò lo sguardo e deglutì appoggiandosi la mano sulla pancia.
-Ehi!-
Si era persa ancora una volta nei suoi pensieri, da non accorgersi che Castle la guardava da qualche secondo. Sorrise ed entrò nella stanza.
-Ehi!-
Si chinò a dargli un bacio, ma lo sentì esitare sulle sue labbra.
-Sembravi triste prima, c’è qualcosa di brutto che dovrei sapere?-
Lei scosse la testa stringendogli la mano. Aveva bisogno di toccarlo, di sentire un contatto per essere sicura che tutto fosse davvero finito.
-No, niente cose brutte. Io sto bene, tu starai bene…-
Fece una smorfia con le labbra e si guardò intorno.
-…e adesso che hai una camera comoda e tutta per te, non ti libererai più di me!-
Rick sbuffò contrariato.
-Avevo chiesto una matrimoniale, ma non mi hanno accontentato!-
Kate baciò quel muso fintamente imbronciato e si morse le labbra.
-L’assenza della matrimoniale non ci fermerà…-
-Dove vai?-
Le chiese allarmato quando gli lasciò la mano per andare verso la porta, ma lei gli fece segno con il dito di fare silenzio. Guardò fuori nel corridoio, poi chiuse la porta per bene e tornò da lui, che la guardò stranito quando vide che sollevava la coperta per sedersi con cautela sul letto.
-Ma che fai?-
-Mi metto comoda!-
Si distese sul pezzettino di letto libero accanto a lui con un sorrisetto che era tutto un programma, ridacchiando della sua espressione stupita.
-Non posso ancora stare troppo tempo in piedi, seguo solo le direttive mediche.-
-Oh… segui le direttive mediche!-
Rick sollevò un sopracciglio e lei continuò seria.
-Il dottor Drew ha detto che devo stare a letto… non ha specificato quale…-
Si sistemò supina attaccata a lui, per non rischiare di cadere e rimase con gli occhi rivolti al soffitto.
-Il dottor Foster non sarebbe d’accordo.-
Sentenziò lui prendendole la mano, lei la strinse fingendosi contrariata.
-Beh, che può fare? Cacciarmi? Sono una paziente, ho un ricovero in atto, deve tenermi comunque qui… sarò la sua spina nel fianco ancora per un po’.-
-Mhh… anticonformista! Mi piace…-
Si voltarono contemporaneamente cercando di mantenere un contegno rispettabile fallendo miseramente scoppiando a ridere, ma Castle fece una smorfia di dolore portandosi la mano al petto. Le risate sparirono di colpo e si ritrovarono occhi negli occhi a pochi centimetri di distanza.
Trattennero il fiato percependo il pensiero dell’altro.
Insieme, a terra, in  una pozza di sangue.
Kate strinse la mascella e Rick si perse a disegnare il contorno del suo viso con un dito. Lo seguì meticolosamente e lei chiuse gli occhi.
-Hai avuto paura?-
Tornò a guardarlo e quel sussurro e i suoi occhi lucidi le arrivarono fin dentro l’anima.
Non di morire, ma di sopravvivere senza di te…
-Di perderti! E tu… hai avuto paura?-
Rick chiuse gli occhi un istante e sospirò.
Di sopravvivere senza di te…
-Di aprire gli occhi e non trovarti accanto a me!-
Kate gli posò la mano sulla guancia e lo baciò, restando poi con  lo sguardo dentro il suo.
-Prima, quando guardavi fuori dalla finestra, anche tu avevi lo sguardo triste. A cosa pensavi?-
Lui fece un  sospiro pesante, senza distogliere lo sguardo.
-Come possiamo definirci  Kate? Una specie di miracolo vivente!?-
Le sfiorò ancora le labbra con le sue parole.
La loro salvezza era un miracolo?
Lo aveva pensato anche lei mentre parlava silenziosamente alla luna. Chissà. Forse erano solo due persone molto fortunate, forse il loro destino non era ancora compiuto e le pagine del libro della loro vita non erano ancora tutte scritte.
Non voleva più chiederselo. Non voleva saperlo. Erano vivi entrambi, il resto non era importante.
Deglutì senza rispondere, chinò solo la testa per appoggiarla sulla sua spalla e si strinse a lui, crogiolandosi in quel calore   senza dire altro.
-Ho un regalo per te!-
Sussurrò dopo qualche minuto di silenzio e Rick sorrise girando la testa verso di lei.
-Mi piacciono i regali!-
-Lo so!-
Esclamò lei guardandolo a sua volta. Gli diede il suo telefono e Rick sollevò un sopracciglio.
-Il tuo cellulare?! Il mio è defunto con onore nel conflitto a fuoco?-
Kate alzò gli occhi al cielo riprendendosi il telefono di scatto.
-Il regalo è dentro al telefono. E’ un regalo sonoro.-
-Ahhhh… hai registrato qualcosa di sconcio!-
Si morse le labbra e Kate sbuffò.
-Non ti picchio solo perché sei ancora sofferente, ma ti pare che ci mettevo dentro qualcosa di sconcio?-
-Beh, non ci sar…-
-Zitto!-
Sigillò le labbra quando lei lo fulminò con lo sguardo prima di premere il tasto play e mettere il telefono tra loro, vicino alle orecchie.
-Indovina cos’è.-
-Sono emozionato, un regalo sonoro a quiz!-
S’imbronciò quando lei strinse gli occhi a due fessure e gl’intimò per l’ennesima volta di stare zitto, proprio mentre il sonoro prese vita con uno strano rumore simile ad un tamburo, sempre uguale, ritmico.
-Santo cielo! E’ il cuore di un poveruomo che sta per schiattare, se non gli calmano la tachicardia gli verrà un infarto.-
Lei scosse la testa contrariata e lui annuì convinto.
-Spero lo abbiano salvato, perché con questa velocità non avrà avuto via di scampo. Ma che razza di regalo è?-
Kate rise sulla sua espressione sconcertata e gli mise un dito sulle labbra per zittirlo ancora.
-Non è un cuore tachicardico. Chiudi gli occhi, ascolta e riprova, quando ti applichi sai essere intelligente.-
Le mostrò ancora il suo muso imbronciato e offeso, ma fece come voleva lei. Chiuse gli occhi e ascoltò attento quel tum tum tum potente e veloce. Dopo qualche secondo sorrise.
-Sai cosa mi ricorda?-
Kate si morse le labbra senza rispondere, con gli occhi fissi su di lui.
-Il cuoricino di Alexis prima che nascesse, durante l’ecogr…-
Aprì di colpo gli occhi lasciando la frase in sospeso e Kate sollevò le sopracciglia trattenendo il respiro quando lui girò il viso verso di lei.
-Co… cos’è?-
-Non vuoi provare ad indovinare?-
Rick rispose di no con un movimento della testa, mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime. Aveva capito, ma voleva conferma e lei sorrise dolcemente.
-E’ il battito del cuore di nostro figlio!-
Lo vide chiudere gli occhi e stringere le labbra e le lacrime dapprima traballanti, scesero calde sulle tempie. Kate rimase in silenzio, godendosi l’emozione che l’ha travolto in un istante, sorrise mordendosi le labbra quando lui riaprì gli occhi e la guardò.
-Se… sei incinta!?-
Balbettò mentre il battito continuava a fare da sottofondo e lei mostrò il suo sorriso radioso annuendo.
-Così dicono tutti…-
Castle deglutì, il suo sguardo era un misto di stupore e dolcezza che le tolse il fiato.
-C… come!?-
Lei si finse contrariata alzando gli occhi al cielo.
-Se devo spiegarti come, ci vorrà un po’ di tempo, dovrò cominciare dal rapporto che hanno le api con i fiori!-
-No… cioè, io…-
Sospirò per prendere aria, mentre lei se la rideva, ma si perse subito nei suoi occhi e tornò seria, sentendo il cuore battere veloce, come quella registrazione che andava avanti di continuo.-
-Volevo dire… quando?-
-Sono di cinque settimane e ti giuro che non ne avevo idea, non avrei affrontato Locksat, davvero io…-
Incominciò a gesticolare seria, ma lui le mise un dito sulle labbra per zittirla e appoggiò la fronte alla sua.
-Non è il momento di dire sciocchezze…-
Lo baciò, lasciandosi accarezzare.
-E… e sta bene?!-
-Lo senti il suo cuoricino? Lanie dice che è un bimbo forte…-
La registrazione arrivò alla fine e il battito veloce sparì, Castle sorrise.
-Sarà una bambina cocciuta!-
-Oppure un bambino cocciuto!-
Le accarezzò la guancia, scuotendo la testa.
-E’ sopravvissuta ad un proiettile… fidati, può essere solo una femminuccia, cocciuta… come te.-
Seguì le sue labbra con un dito sorridendo e lei chiuse gli occhi.
-Ma se fosse un maschio non saresti contento?-
-Felicissimo! Ho sempre desiderato un erede al trono! Ma ormai è fatta, lei è una bambina e non possiamo cambiarle il sesso.-
Kate corrucciò la fronte. Non stava facendo supposizioni, stava farneticando su qualche suo pensiero contorto a cui lei non riusciva ad arrivare e prima che chiedesse spiegazioni, si rese conto che stava ancora parlando.
-E’ arrivata d’improvviso, noi non ci abbiamo fatto caso, non ci siamo impegnati, perciò ci ha fregato.-
-Stai cercando di dirmi che se ci fossimo impegnati, consapevoli di concepire, sarebbe stato un maschio, invece ci ha fregato ed una femmina!-
Rick annuì deciso e serio e lei strinse le labbra per non scoppiargli a ridere in faccia.
Come avrebbe potuto sopravvivere senza di lui, senza le sue farneticazioni che le facevano dimenticare la paura e i problemi! Lo amava e non desiderava nient’altro. Nient’altro, oltre un bambino, o una bambina, che gli somigliasse…
-Dimmi Castle, questa è una teoria comprovata?-
-Naturalmente!-
Rispose sicuro e angelico e lei continuò seria.
-E da chi?-
-Dal mio meraviglioso cervello… ed è una certezza, la prossima volta ci impegneremo per bene, lo penseremo ardentemente e vedrai se arriverà il nostro maschietto.-
-La prossima volta? Spero che faremo passare un  po’ di tempo prima.-
Si ritrovarono a ridere e dimenticare perfino il dolore alle ferite.
Rick le prese la mano, era l’unico movimento che riusciva a fare, oltre a girarsi a guardarla e lei si strinse ancora al suo braccio.
-D’accordo, non voglio rovinare le tue convinzioni, ma io mi riservo la teoria del cinquanta per cento di probabilità, fino a quando non si mostrerà in tutta la sua bellezza.-
-Come vuoi, ma poi non restarci male quando ti dirò te l’avevo detto.-
Lei rise ancora scuotendo la testa.
-Non hai nient’altro da dire? Sei contento, eccitato, spaventato… scioccato come me…-
-Sono innamorato!-
Lei si bloccò sollevando le sopracciglia.
-Mi sono innamorato di te… di nuovo… adesso…-
Le mise la mano sul viso e sorrise dolcemente, con gli occhi lucidi, mentre lei trattenne il respiro.
-Ci si può innamorare ogni giorno della stessa persona?-
Kate chiuse gli occhi e lasciò andare una lacrima sulla spalla di Rick, assaporò la sua carezza e si strinse di più a lui. Restarono ancora in silenzio, vicini, mentre lui le sfiorava i capelli con il mento.
-Me lo fai ascoltare ancora?-
Kate sorrise e riavviò il sonoro.
-E’  ipnotico non è vero? Ieri l’ho ascoltato di continuo quando ero sola nella mia stanza. Non  riuscivo a smettere.-
-Perché non me lo hai detto appena mi sono svegliato?-
-In quella stanza orribile, con te che sembravi una marionetta con tutti quei fili attaccati addosso e gente sconosciuta intorno? No… non sarebbe stato né intimo, né romantico.-
-Chi altro lo sa?-
Le chiese dopo qualche secondo.
-Solo Lanie… volevo aspettare te.-
Sollevò la testa per guardarlo, senza lasciargli la mano.
-Ad Alexis però lo diremo subito, in privato, solo noi e lei. E’ parte delle  nostre vite e sarà importante per il nostro bambino, quindi lei deve saperlo per prima e subito.-
Lui le sorrise dolcemente, annuendo.
-Grazie, ne sarà felice…-
La baciò a fior di labbra, tenendo il contatto un paio di secondi.
-…e dopo? Che succederà, voglio dire, avremo un po’ di cose da superare.-
Kate si chiuse nelle spalle accoccolandosi ancora sulla spalla.
-Torneremo a casa e vivremo questo nuovo capitolo della nostra vita, cercando di dimenticare.-
-Sicura? Non è che vuoi cambiare casa?-
Lei si sollevò di scatto scuotendo la testa.
-No, io… no, a meno che tu non voglia…-
-No, io  non voglio, se tu non vuoi.-
-No. E’ casa nostra. Non permetterò a nessun Caleb Brown di farci abbandonare la nostra casa. E’ vero che all’inizio potrebbe essere difficile e che avremo sempre un ricordo terribile, ma ne abbiamo altri mille meravigliosi.-
Rick sorrise, baciandola sul naso.
-Come ci organizziamo allora? Dovremo rivedere un paio di cose, non solo a casa, ma anche con il tuo lavoro.-
Lei annuì seria e rimase a guardare in un punto indefinito sul soffitto.
-Io diventerò un capitano di distretto molto noioso, non  mi muoverò dalla scrivania e userò i miei sbalzi ormonali per tiranneggiare i miei uomini e sbottare con i capi durante quelle riunioni interminabili e senza senso. Sai quante volte mi sentirò male dentro quelle sale riunioni?-
-Sempre più anticonformista!-
Ridacchiò Rick accoccolandosi ancora di più.
-Sicura? Non ci sarebbe niente di male ad uscire dal distretto ogni tanto.-
Lei si toccò la pancia, scuotendo la testa.
-Ho rischiato dei perderlo senza nemmeno saperlo, non lo metterò mai più in pericolo. Sono un poliziotto Castle, ed è quello che sarò per sempre, solo che ci meritiamo un po’ di tranquillità. Lavorerò per tenere pulito e sicuro il piccolo mondo in cui vivrà nostro figlio, per un po’a proteggere il resto del mondo ci penseranno i servizi segreti, la CIA, tuo padre…-
Lui sorrise annuendo.
-…e poi ci sono i supereroi, che vogliamo fare Beckett, lasciarli senza lavoro?-
-Non sia mai! Dopo la sua nascita si vedrà. Voglio prendermela comoda.-
Risero insieme accoccolandosi sempre di più e Rick si schiarì la voce.
-E dovremo anche pensare al corredino e alla camera della piccola, culla, armadio, decidere il colore delle pareti, potremmo farle…-
Lei sollevò un dito seria.
-Non ti azzardare a dire rosa perché potrei picchiarti a sangue davvero.-
-Ma…-
-Ma niente. Niente rosa alle pareti, anche se fosse femmina e niente vestitini di tulle, merletti e sbuffi vari. Non vestirò mai mia figlia stile bomboniera. E con questo il discorso è chiuso!-
-E cosa dovremmo usare, uno squallido avorio unisex?-
Finse di trovare molto interessante il soffitto quando lei lo fulminò con lo sguardo.
-Pensavo più ad un color lavanda. Una parete leggermente più scura e le altre più chiare e poi…-
Si sollevò con cura guardandolo raggiante.
-…potremmo metterci degli stancil, ce ne sono di bellissimi. Mi sono innamorata di un albero enorme con le scimmiette e altri animaletti che penzolano dai rami, è tripudio di gioia.-
L’interesse per il soffitto svanì d’improvviso e Rick tornò a guardarla corrucciando la fronte.
-Che ne sai tu di stancil enormi a forma di albero? Per bambini per giunta?-
Lei sollevò le spalle e si distese ancora attaccata a lui.
-Non riuscivo a dormire la notte scorsa, mi annoiavo e così ho visitato un po’ di siti… non c’è nulla di male.-
-No certo… non c’è nulla di male…-
Si era innamorato di nuovo di lei, in quel preciso istante, di tutte quelle Kate che esistevano in una e che lo sorprendevano ancora dopo otto anni.
-Lo so che te la stai ridendo sotto i baffi Castle, ma non importa.-
Chinò la testa e la baciò, sorridendole sulle labbra.
-Non sto ridendo sotto i baffi, sono piacevolmente stupito e… follemente innamorato. Di nuovo.-
Kate lo guardò seria. Colorito ancora pallido, barba lunga e quella luce negli occhi che lo distingueva da chiunque altro. Lo baciò a sua volta, accarezzandogli il viso.
-Ti amo!-
Sussurrò sulle sue labbra, occhi negli occhi. Quegli occhi che la guardavano lucidi. Si accorse che stringeva la mascella per trattenere l’emozione, si distese comoda di nuovo e tornò a stringersi a lui, che si schiarì la voce sospirando. Troppe emozioni in pochi minuti. Doveva riprendere respiro.
-Dovremo anche rinunciare al nostro viaggio in moto…-
Le disse con una punta di malinconia  e lei sospirò chiudendosi nelle spalle.
-Questo mi dispiace, ho sempre desiderato partire con il vento sulla faccia, adoro quella moto, specie dopo che l’hai messa a nuovo per me… -
-Beh, non dobbiamo per forza mancare anni e visitare tutta l’America, quando la bambina sarà più grandicella, possiamo sempre sbolognarla a qualcuno e farci un fine settimana in qualche paesino sperduto.-
-Ma nemmeno per idea!-
Esclamò lei guardandolo male.
-Primo, noi non sbologneremo nostra figlia, o nostro figlio, a nessuno.-
-No!?-
-NO! Secondo… secondo niente. Anzi sai che ti dico? Appena sarai in forma vai in garage e falle sparire tutt’e due.-
Rick si scostò da lei sbarrando gli occhi.
-Cosa? Perché?-
-Perché un giorno tua figlia, o tuo figlio, diventerà un adolescente con la testa dura. Sai cosa provoca una Harley Davidson nella mente di un adolescente?-
Lui corrucciò la fronte, non riusciva più a seguirla.
-Sembra che tu lo sappia.-
-Infatti lo so. Non capirà più niente, potrai incatenarla, impedirle di guidarla, ma prima o poi ti farà fesso…-
Lui sollevò le sopracciglia rendendosi conto che aveva cominciato a parlare del loro bambino al femminile, ma la parte divertente era il suo sproloquio.
-…la prenderà di nascosto anche se non avrà ancora l’età per guidare una moto di grossa cilindrata e passerai la notte ad aspettarla e quando tornerà non saprai se metterla in punizione in catene a vita o abbracciarla felice che sia tutta intera.-
Rick era sempre più confuso. Non era lui quello che farneticava senza nessuna ragione e lei quella tranquilla? Cos’era questa inversione di ruoli?!
-D’accordo, ma deve ancora venire al mondo…-
-Non importa, meglio togliere ogni tentazione fin da subito, quindi, falle sparire!-
-E poi quello paranoico con mia figlia sarei io?-
-Tu non sei paranoico, sei asfissiante.-
-Disse la donna anticonformista che tolse la libertà a sua figlia prima che nascesse…-
Kate sbuffò contrariata e si allontanò per guardarlo negli occhi.
-Mettiamola così Castle, mia madre non diceva soltanto ‘Katie, odio dover dire te l’avevo detto’ diceva anche ‘Katie, un giorno capirai, quando sarai madre’…-
Lui sollevò un sopracciglio divertito.
-E tu hai già capito?-
-Esatto.-
-Wow! Sei entrata proprio in modalità genitoriale! Kate, lo sai bene che un giorno si metterà nei guai comunque senza che tu possa fare niente e che, se vorrà, la moto può sempre comprarsela?-
-Certo che lo so, ma di sicuro non l’aiuterò a farlo e in quel caso, come madre, mi prenderò il diritto di dirle ‘odio dover dire te l’avevo detto’!-
Rick rise annuendo, le accarezzò il viso e lei gli prese la mano e la tenne stretta sul suo petto.
-Sono un po’ esagerata vero?-
-Solo un pochino…-
Le sussurrò all’orecchio, prima di baciarla.
-Sappi che sarò esagerato anche io… con te. Ti starò appiccicato e con il fiato sul collo.-
Lei annuì, stringendosi di nuovo a lui.
-Ti riempirò di attenzioni, ti toglierò la caffeina sostituendola con tisane e litri di latte…-
-Addirittura litri?-
Ridacchiò mentre lui annuiva.
-…ti chiederò di continuo come stai, ti chiamerò centinaia di volte quando sarai al distretto, ti farò mangiare solo cose sane e  nutrienti…-
Kate continuò ad annuire con il sorriso sulle labbra e il cuore gonfio di gioia.
-…ti coccolerò anche quando sarai nervosa, facendoti innervosire ancora di più e ti massaggerò i piedi anche quando non vorrai. Insomma sarò asfissiante anche con te.-
Lei non rispose, si limitò soltanto ad annuire sollevando la testa per guardarlo.
-Non mi rimproveri?-
Non rispose nemmeno stavolta, restò semplicemente incollata ai suoi occhi con il sorriso sulle labbra.
-D’accordo, dov’è mia moglie, quella vera? Chi sei tu?-
Gli accarezzò il viso, si soffermò sulle labbra e poi gli prese la mano e se l’appoggiò sulla pancia.
-Una donna sopravvissuta che sta per dare la vita ad una nuova vita…-
Gli occhi di entrambi si riempirono di lacrime, Rick le accarezzò la pancia e lei lo baciò.
-Ci meritiamo di essere felici Castle!-
-Si… direi proprio che ce lo meritiamo.-
 
∞∞∞
 
-Sarà così la nostra vita d’ora in poi?-
Kate sussulta tornando alla realtà, sposta gli occhi velocemente per guardasi intorno. L’alberello sulla parete di un lavanda leggermente più scuro delle altre tre, spicca con la sua scimmietta che dondola da un ramo, mentre gli altri animali la guardano gioiosi. Un gruppo di peluche fa capolino dalla cesta di vimini bianca e anche la culla è al suo posto e, cosa più importante, la sua bambina esiste.
Sospira e si passa le dita sugli occhi velocemente, sperando che lui non si accorga di quelle lacrime.
Da quanto tempo è chiusa nei suoi ricordi? Non si è nemmeno resa conto di piangere.
-Allora? E’ questo che faremo ogni giorno?-
-Questo… cosa?-
Gli chiede senza voltarsi consapevole di avere bisogno di un fazzoletto, mentre lui fa un paio di passi dentro la camera gesticolando.
-Noi che guardiamo Lily dormire… certo, in quei venti minuti continui che dorme, perché per il resto la guardiamo stare sveglia… molto sveglia!-
Scoppiano a ridere insieme, ma lei continua a non voltarsi, tenendo una mano sul mento e i capelli che le coprono il viso.
-Che succede Kate?-
Eccola la domanda tanto attesa.
Credeva davvero che non l’avrebbe scoperta?
Si gira verso di lui che le si è seduto accanto sul puff con la faccia di elefante e la proboscide schiacciata. E’praticamente affossato sull’animale morbidoso, tanto da essere parecchi centimetri più basso di lei e costretto a guardarla dal basso in alto.
-Non succede niente, perché?-
-Occhi lucidi, ciglia umide, naso rosso… dimentichi che sono un segugio con gl’indizi!-
Lei storce le labbra e guarda la loro bambina nella culla.
-Niente, guardavo Lily dormire e… mi sono commossa, non perché è carina quando dorme, ma proprio perché è difficile vederla dormire…-
-Già, non è una gran dormigliona, chissà da chi ha preso?-
Scoppiano di nuovo a ridere e Rick le prende la mano.
-C’era tristezza nel tuo sguardo, non commozione.-
Lei sospira e torna a guardarlo.
-La scusa degli sbalzi ormonali non funziona più?-
-Dopo tre mesi? Mhhh…-
Risponde storcendo le labbra, senza smettere di guardarla. Lei gli accarezza il viso sorridendo mesta, trascina la carezza sul collo e con entrambe le mani gli sbottona la camicia.
-Oddio capitano, qui davanti alla bambina, io mi vergog…-
Il dito di Kate sulle labbra lo zittisce e senza fiatare gli apre la camicia all’altezza del petto. Lo sfiora con un dito facendolo rabbrividire, accarezza la cicatrice, su e giù, con dolcezza. Rick abbassa lo sguardo su quel movimento lento e deglutisce tornando a guardarla.
-Kate… che c’è?-
Lei continua con quella carezza e sospira.
-Vedo questa cicatrice ogni giorno. L’ho vista cambiare, dal rosso intenso ad essere quasi invisibile, l’ho accarezzata, baciata…-
Alza lo sguardo e si perde nei suoi occhi, sorridendo.
-…l’ho amata… è un segno di vittoria. Devo amarla.-
Rick corruccia la fronte, non capisce ancora cosa le stia succedendo.
-Non ho mai pensato a quel giorno… quando siamo tornati a casa credevo che mi sarei sentita soffocare, pensavo che avrei dovuto fare i conti con incubi e paure, invece…-
Deglutisce perdendosi nello sguardo serio di Rick.
-…invece non è successo niente di tutto questo, è come se avessi cancellato tutto, come se non fosse mai successo, ma non in senso negativo, voglio dire, non era una negazione per non soffrire, era proprio che non  mi faceva male!-
Rick le stringe le mani e sorride inclinando la testa.
-E adesso?-
Lei scuote la testa girandosi a guardare la bambina.
-Ho messo Lily nella culla e sono rimasta a guardarla e ad un tratto…-
Chiude gli occhi deglutendo.
-…ad un tratto la culla era vuota, la stanza era vuota. Niente pupazzi, niente pareti colorate, niente di niente. Ho rivissuto quei giorni attimo per attimo e non so… non mi sono resa conto nemmeno di stare piangendo.-
Si gira a guardarlo, di nuovo con le lacrime che le rigano il viso.
-Lily poteva non esistere… tu potevi non…-
Si ferma quando Rick le mette la mano sul viso e lei inclina la testa per assaporare la sua carezza, baciandogli il palmo.
-Siamo tornati a casa con troppe novità Kate, avevamo in testa solo il pensiero di cambiare tutto, eliminare le tracce di un cadavere dalla cucina, scegliere i colori per la cameretta, fare bene attenzione che fosse lavanda chiaro e lavanda scuro e non diventasse ciclamino, perché il ciclamino poi tende al rosa e il rosa è da bomboniera…-
Lei ride mordendosi il labbro. Lo aveva fatto ammattire con quei colori, non le piaceva mai l’intensità, non era quella giusta e lui che fingeva di non poterne più era adorabile, come sempre.
-…siamo stati impegnati a vivere e i cocci si sono riuniti senza che ce ne accorgessimo. Tra qualche giorno sarà un anno… è normale che ci hai pensato adesso, ma… guardati intorno. Io sono qui e Lily esiste…-
Lei annuisce, prendendogli la mano tra le sue e lui sospira in modo teatrale.
-…e non dorme mai!-
Si gode la sua risata, la bacia a fior di labbra e corruccia la fronte.
-Una cosa abbiamo sbagliato comunque in questa camera.-
Kate solleva un sopracciglio contrariata. La cameretta di Lily è perfetta, non c’è niente di sbagliato.
-Questo puff!-
Lei lo guarda con la stessa espressione e lui cerca di sistemarsi meglio.
-È troppo morbido, si affloscia con il peso, sono praticamente seduto a terra,  mi ci vorrà una gru per alzarmi.-
-Castle! E’ un puff per bambini fino a 3 anni, tu pesi un po’ di più!-
-Stai cercando di dirmi che sono grasso?-
Lei si morde le labbra per non ridere scuotendo la testa.
-Sto solo dicendo che sei adulto Castle, nonostante il tuo fisico asciutto e atletico, pesi sicuramente di più di un cucciolo di 3 anni…-
Rick la guarda in cagnesco e imbronciato, ma torna serio quando lei all’improvviso, gli mette la mano sul viso.
-E tu? Sei mai tornato a quei momenti fingendo di stare bene per non allarmarmi?-
Rick abbassa lo sguardo sulle loro mani intrecciate e annuisce.
-I primi tempi. Mi succedeva di svegliarmi d’improvviso, ma non in preda ad incubi, mi mancava l’aria e mi svegliavo…-
-Ed io non me ne sono mai accorta, ero così tranquilla che non ho capito. Perché non mi hai mai svegliata, so quanto sono brutti questi risvegli, io…-
Rick la costringe a non parlare baciandola  e quando lei resta in silenzio a guardarlo, scuote la testa sorridendo.
-Non era necessario svegliarti o parlarne, tu eri lì. Abbassavo lo sguardo e dormivi sul mio cuore, su quel cuore che continuava a battere nonostante tutto e  non avevo bisogno di altro.-
Le accarezza il viso asciugandole, con i pollici, le ultime lacrime scese.
-E lo stesso è stato per te. Eri serena perché avevi me. C’era Lily dentro di te che ti riempiva la vita, non avevi motivo di aver paura.-
Lei annuisce sapendo che ha ragione, l’amore e le attenzioni di suo marito ed il pensiero della sua bambina l’hanno aiutata a superare tutto.
-Se quattro anni fa non ti avessi allontanato da me, gli incubi non mi avrebbero divorato per mesi.-
Rick scuote la testa stringendole le mani.
-Ricordi quando ti ho detto che ogni cosa che ho pensato, deciso, vissuto mi ha portato qui, a stare con te, oggi?-
Lei annuisce con attenzione.
-Vale anche per te. Quattro anni fa avevi bisogno di stare sola, il tuo cuore ha deciso così e, giusto o sbagliato che fosse, ti ha reso quello che sei oggi. Quella separazione e quella sofferenza sono un altro tassello che ci ha portato fin qui, insieme… con Lily.-
Fa segno verso la culla e anche Kate si gira a guardare la loro piccola Lily che dorme tranquilla. Sorride perdendosi ancora nei ricordi. Aveva ragione lui, al quinto mese avevano scoperto che era una femminuccia e quel giorno finì la sua pace, perché si divertiva a ripeterle almeno una decina di volte al giorno ‘te l’ave vo detto!’ rinnovando, in  maniera sempre più colorita, la sua teoria.
Sente le braccia di Rick cingerle le spalle e torna al presente, davanti a quella culla con dentro la sua bambina.
-E’ bellissima!-
Sussurra ridendo radiosa.
-E splendida!-
La tonalità calda e roca di quel sussurro le fa capire che suo marito non si riferisce alla bambina, si gira mordendosi il labbro e si trova addosso quell’azzurro intenso che la fissa.
-Io parlavo di Lily!-
-Anche Lily è splendida. E’ splendida due…-
Le passa le dita sulle labbra che si schiudono in un  sorriso.
-Ha le tue labbra, è splendida per forza.-
Gli occhi gli brillano così tanto che il loro azzurro cambia colore, diventando forte ed intenso. Gli mette le braccia al collo stringendolo forte a sé, affondando il viso nel suo collo.
-Mi sono innamorata…-
Rick si allontana per guardarla e lei sorride, accarezzandogli i capelli.
-…mi sono innamorata di te, di nuovo… adesso…-
Lui abbassa un attimo lo sguardo. Sua moglie aveva la scusa degli ormoni impazziti, ma lui che scusa avrebbe potuto avere? Sente un groppo in gola e sospira tornando a guardarla.
-Vorrei ben dire, ricordati che abbiamo ancora il maschietto da fare e bisogna essere molto innamorati per farlo bene, oltre che tutto il resto.-
Kate ride annuendo e gli accarezza le labbra, come ha fatto lui poco prima.
-Tornando alla tua teoria, credi che se c’impegniamo per bene, stavolta questo maschietto potrebbe venire con le tue labbra?-
Lui solleva le spalle.
-Possiamo sempre provarci… e visto che ci siamo, impegniamoci moltissimo perché questo maschietto dorma, dorma tanto…-
Sventola le mani facendola ridere, mentre Lily si sveglia piangendo.
-Ecco… come volevasi dimostrare…-
Borbotta Rick cercando di alzarsi, ma ruzzola via dal puff ritrovandosi seduto a terra, tra le risate di Kate e il pianto di Lily.
Si alza scocciato ed imbronciato, guardando male sua moglie che invece ride tenendosi lo stomaco. Impettito va alla culla e si china sulla piccola.
-Ciao Patatina! Hai dormito tanto stavolta!-
-Secondo me dorme poco perché ha l’incubo di diventare una patatina!-
Kate continua a ridere e Rick guarda la bambina.
-Invece le battute della mamma ti fanno ridere, vero Patatina?-
Prende Lily in braccio, che continua a disperarsi senza motivo e va verso l’albero che troneggia sulla parete, dondolandosi per cullarla. Con una mano gesticola, mostrando a Lily l’elefante che spruzza con l’acqua la scimmietta e la giraffa che saltella felice, le parla sottovoce, sfiorandole l’orecchio. La birichina smette di piangere, muove i piccoli pugni verso il muro e gorgheggia ridendo.
Kate resta a guardarli con il sorriso sulle labbra, si porta la mano sinistra al petto e con l’altra mano accarezza la fede.
I suoi ultimi ricordi, dalla nascita di Lily, inquadrano il suo scrittore davanti a quell’albero, seduto sulla sedia a dondolo, con un batuffolo avvolto in una copertina color lavanda sul suo petto.
Ogni sera una storia nuova sussurrata con dolcezza, mentre quella monellina che non dorme mai, lo osserva con gli occhioni spalancati, come se capisse le sue trame.
Ogni sera una storia nuova, mai uguale alla precedente.
Lui le racconta a Lily e lascia che il vento se le porti via.
Lei le registra in gran segreto per non lasciarle andare e… chissà che un giorno non le conoscano tutti i bambini del mondo…
Scuote la testa tornando alla realtà, quando Rick si gira a guardarla e le fa una linguaccia.
Torna a raccontare a Lily di animali che si arrampicano sugli alberi, le fa le smorfiette ed il solletico sul pancino e lei ride sdentata.
Lei si alza e stringe le braccia intorno alle spalle di Rick, che gira la testa per guardarla. Gli accarezza i capelli, dà un bacio sulla fronte alla sua Lily e si perdono ancora una volta nei loro sguardi.
 
Ci si può innamorare ogni giorno della stessa persona?
Si.
Ci si può innamorare e innamorare di continuo della stessa persona, se ogni volta che ti guarda ti fa sentire viva e ti penetra l’anima con un gesto nuovo, un sorriso diverso, uno sguardo triste, una mano che ti stringe, un abbraccio inaspettato, un’espressione meravigliata, un  silenzio pieno di parole…
Sempre!


Angolo di Rebecca:

Eccoci alla fine del primo anno di quei sette :p
I nostri tontoloni sono sempre innamorati e... prima o poi arriverà il maschietto se s'impegnano per bene *-*

Grazie per il vostro affetto mai immutato <3 dopo tanto tempo, non me lo aspettavo!
  
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