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Autore: itspaola    08/06/2016    1 recensioni
Louis Tomlinson, trentenne, calciatore affermato e famoso.
Harry Styles, ventiseienne con la passione per la fotografia.
Un matrimonio e due bambini adottati: Matthew, otto anni, e Skylar, quattro anni.
Sembrano una famiglia felice e perfetta.
-
Ma cosa succederebbe se Louis mancasse da casa a causa del suo lavoro?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Un paio di giorni erano passati da quando Harry aveva deciso di lasciare casa sua e di Louis per poter stare a casa della madre e il liscio si sentiva così tremendamente in colpa. In quei due giorni aveva continuato a mandare messaggi ad Harry, senza ricevere risposta. 

Non sapeva cosa fare, non voleva chiamare Anne e sentire una ramanzina dalla suocera. Chiamare sua madre non se ne parlava: abitava troppo lontano da Londra e farla preoccupare non serviva a nulla.

In aggiunta a tutta la preoccupazione, l'ansia, i sensi di colpa, si ci mettevano anche i bambini.

"Papà, ti vuoi muovere?" 

Ecco, appunto! 

Matt corse in camera da letto tutto già sistemato con il suo maglioncino preferito, i jeans e delle scarpe da tennis per ricordare al padre che dovesse accompagnare i suoi figli a scuola.

"Arrivo, vai a fare colazione" gli ordinò. Il bambino annuì silenzioso e sparì dalla vista di Louis.

I due bambini in quei due giorni avevano sentito molto la mancanza di Harry, come potevano non sentirla? Era il riccio che badava a loro per quanto riguarda il vestirli, preparare la colazione, accompagnarli a scuola.

"Papà, ma non c'è nessuna colazione preparata, in cucina" si lamentò Matt, spuntando nuovamente in camera. 

Louis sbuffò e sospirò, passandosi poi le mani tra i capelli. Senza dire niente si alzò dal letto, infilò i piedi nelle pantofole e uscì dalla stanza.

"Papaaaà" urlò Sky dalla sua stanza. 

"Che c'è?" Louis si affacciò e vide la sua bambina davanti lo specchio, con un elastico fucsia in mano -abbinato alla sua maglietta.

"Mi puoi fare una treccia?" chiese facendo il labbruccio. Louis si trovò in difficoltà: deglutì e sgranò leggermente gli occhi. Il problema era che non sapesse fare una treccia. Si avvicinò alla sua bambina e si inginocchiò per essere alla sua altezza. Prese una ciocca di capelli con una mano e un'altra ciocca con l'altra. Le unì intrecciandole, ma la bambina lo riprese dicendogli che una treccia non si facesse con due ciocche, bensì con tre. Allora Louis lasciò cadere di nuovo i suoi capelli lunghi e biondi sulla schiena e ricominciò. 

"Papà, ho fame!" urlò Matt, raggiungendoli in camera.

"Papi, che stai combinando?" Sky si voltò di scatto verso Louis e corrugò la fronte, sciogliendo quella pseudo treccia con le dita. "Papà Harry le sa fare, tu no" disse arrabbiata ed imbronciata.

"Pa', dai" insistette Matt.

Quindi Louis chiuse un attimo gli occhi, si alzò in piedi, respirò profondamente e molto lentamente. "Smettetela!" urlò. "Matt, smettila di urlare, adesso ti preparo un panino e lo mangi a scuola" puntò il dito verso di lui "E tu-" indicò Sky "-per oggi farai una coda!" prese l'elastico fucsia, si abbassò con la schiena e tirò i capelli della bambina per poterglieli legare in una lunga coda.

I due bambini si ammutolirono perché non avevano mai visto papà Louis reagire in quel modo. 

 

xx

 

Da Soph (09:15) - Harry! Quando puoi, chiamami. E' urgente! 

Harry lesse quel messaggio ed inarcò un sopracciglio. In quei due giorni era stato in casa di sua madre, immerso in una pace assoluta. Ogni tanto sua madre si affacciava per vedere come stava e il riccio la rassicurava dicendole che stava bene e che voleva solo rilassarsi. Anche Robin spesso si affacciava per vedere come stava.

Non sentiva i suoi bambini da due giorni e gli mancavano da far schifo. Gli mancava pettinare i capelli a Skylar, rimproverare Matt per le troppe merendine ingerite. E paradossalmente gli mancava pure Louis, nonostante in casa ci fosse poco.

Chissà se Louis se la stesse cavando a casa con i bambini.

Sospirò, si mise seduto sul letto e sbloccò lo schermo per poter chiamare Sophia: chissà cosa doveva dirgli.

Attese mentre il telefono squillava molto lentamente, fino a quando la voce di Sophia salutò il riccio.

"Ciao Soph" sorrise appena.

"Come stai?" chiese prima di tutto.

"Se ti dico bene ci credi?" rise sarcastico.

"Harry..." sospirò Sophia, intimando uno dei suoi alunni di non correre.

"Non importa... cosa dovevi dirmi?" 

"Ecco..." sospirò ancora una volta e si morse il labbro "...non so come- uhm, tua figlia è da quando è arrivata qui che sta in un angolino, da sola" spiegò.

"Che ha?" si allarmò, scattando in piedi.

"Mi sono avvicinata a lei ed aveva gli occhi lucidi. Mi ha detto che stamattina Louis l'ha sgridata e non le ha fatto la treccia" riportò le esatte parole di Skylar.

"Ma che diavolo- puoi passarmela un secondo?" Sophia annuì, nonostante il riccio non potesse vederlo, e si avvicinò alla bambina che stava seduta al solito posto, con lo sguardo basso. Sentì un Piccola, c'è papà Harry al telefono e poi un urletto -forse di gioia.

"Papi?" chiese incerta la bambina, con gli occhi lucidi, tirando su col naso.

"Principessa mia" Harry sorrise e tornò a sedersi sul morbido materasso del suo vecchio letto. "Stai piangendo?"

"Io- uhm-"

"Tesoro mio, perché?"

"Papà Louis stamattina ha-ha urlato" disse singhiozzando.

"Come mai?" Harry sospirò pesantemente chiudendo gli occhi.

"Matt voleva fare colazione, ma papà non aveva ancora cucinato nulla. Io volevo fatta la treccia, quella che tu mi fai sempre e che a me piace tanto, ma non ce l'ha fatta e mi ha fatto una coda" tirò, ancora una volta, su col naso. "Quando torni a casa?" chiese con un filo di voce.

"Tesoro.. presto, torno presto!" disse serio "Però tu mi prometti che non piangerai più? Mh?"

"Va bene, papi. Però tu torna presto, okay?" chiese molto lentamente, asciugandosi gli occhi con la manica della maglietta.

"Va bene, piccola mia. Tieni d'occhio anche Matt e non fargli mangiare le merendine" e Sky rise. Harry era felice di averla fatta sorridere. Dopo gli ultimi saluti sia con Sky che con Sophia, Harry chiuse la chiamata. 

Aspettò che il telefono tornasse alla schermata iniziale e poi cliccò l'icona dei messaggi: cercò la conversazione con Lou Bear e iniziò a digitare.

A Lou Bear (09:51) - Prenditi cura dei bambini anziché farli piangere. 

Inviò e bloccò lo schermo, sospirando. 

 

xx

 

"Sono così felice" esclamò Niall, una volta nello spogliatoio. 

Louis inarcò un sopracciglio guardando interrogativo il suo amico. Aprì il suo borsone prendendo la bottiglietta di bagnoschiuma e seguendo il biondo sotto la doccia.

"Come mai?" chiese una volta aperta l'acqua. Si immerse totalmente sotto quel getto caldo e si rilassò.

"Saremo a Glasgow tra due giorni!" esclamò quindi felice.

Louis smise di passare le sue mani sulle sue braccia, oramai insaponate, e sgranò gli occhi guardando il suo amico.

"Cosa?" 

"Non dirmi che l'avevi scordato! Abbiamo una partita fuori casa!"

"Dannazione!" sussurrò. "Sì, l'avevo scordato" sospirò, insaponando i capelli e abbassando lo sguardo.

"Amico, quando mai tu scordi una partita?" chiese sbigottito Niall, insaponando il suo corpo.

"Non sto passando un bel periodo a casa" disse triste.

"Per Harry?"

"Se n'è andato di casa, ho fatto il cretino" disse piano, per non farsi sentire dagli altri suoi compagni di squadra. Niall era il suo migliore amico: a lui poteva dire tutto, sfogarsi, fare cazzate -nel limite del possibile.

"E' per quella volta in cui ti sei ubriacato?" chiese ovvio e Louis annuì, raccontando poi brevemente che l'avesse lasciato da solo a casa con i bambini e che, a distanza di due giorni stesse impazzendo perché non era abituato a tener d'occhio a due bambini, a tutte le faccende di casa.

"Capisci che quel ragazzo si è fatto il mazzo tanto per te ed i tuoi bambini in tutti questi anni?" Niall chiuse il getto d'acqua, seguito da Louis, e tornarono insieme dall'altro lato dello spogliatoio.

"Sì, lo so" 

"Non lo fare incazzar-"

"Non mi ha nemmeno cercato in questi giorni" si morse il labbro, mentre con una tovaglia in spugna asciugava i suoi pettorali.

"Beh, ti credo. C'ha ragione quel povero ragazzo.. devi farti perdonare, Lou!" 

Quest'ultimo si sedette sulla panchina in legno ed estrasse il cellulare dal borsone. Controllò se avesse delle notifiche e sussultò quando ne vide una da parte di Harry. Visualizzò il messaggio e sgranò gli occhi.

Che significa? 

Decise di rispondere.

A Har (12:21) - Che vuoi dire? 

Da Har (12:22) - Fai il padre una buona volta. 

A Har (12:23) - Stai dicendo che non ho mai fatto il padre?

Da Har (12:24) - Sto dicendo che dovresti impegnarti di più. Oggi ho sentito Skylar.. stava piangendo all'asilo. Ti chiedo, in mia assenza, di comportarti bene.

A Har (12:26) - Mi fai la ramanzina su quante volte io sia mancato da casa, ma poi sei tu quello che è andato via lasciandoci da soli, senza cercare nessuno.

 
   
 
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