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Autore: insegnamiadamare    09/06/2016    0 recensioni
"Non posso innamorarmi di lui"
"E perché no?" Melanie la guardava in attesa, mangiando il suo gelato "Perché lui è Louis, ed ha un carattere impossibile" la ragazza sorrise, per poi tornare a guardare il film "Ti sei data la risposta da sola. Per questo ti piace, per il suo carattere impossibile" Alex alzò un sopracciglio, girandosi verso di lei "Cosa vorresti dire?" "Semplicemente che i vostri caratteri si completano, combaciano. Siete fatti l'uno per l'altra" Alex si morse un labbro; non era esattamente la risposta che si aspettava, e quello che le aveva appena detto l'amica la confondeva ancora di più. Poteva davvero essere giusto innamorarsi di lui?
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Continuo a pensare che sia una pessima idea” borbottò Melanie mentre raggiungevano il locale “Infatti è stata una tua idea” Alex alzò lo sguardo sull’imponente edificio. Lo aveva sempre visto da fuori, non avendo mai avuto i soldi necessari per frequentarlo, e ora l’idea di poterlo ammirare dall’interno le appariva strana “No, la mia idea era quella di mandare te alla festa, non di venire anche io” “Louis ha detto che potevo portare la mia amica, cioè te” “Beh, Louis è un cretino” Alex si girò a guardarla, divertita “Ma non dici sempre che è uno strafigo?” “Sì, strafigo ma cretino” Alex rise e la prese per un braccio trascinandola dentro. Rimase a bocca aperta non appena varcò la soglia della porta, guardandosi intorno meravigliata. Era un posto enorme, con luci colorate che si muovevano in ogni direzione inondando la stanza di colori e ombre; c’era un bancone da bar in un angolo a destra, e dalla parte opposta un dj che gestiva la musica. C’erano dei divanetti ad ‘u’ sparsi per il locale, e vicino ad ogni divanetto c’era un tavolino. C’era già una marea di gente, sarebbe stato difficile trovare Louis. “Non capisco” disse ad un tratto Alex, guardandosi attorno con un sopracciglio alzato “Cosa?” “Ci saranno almeno un centinaio di persone ma soltanto una dozzina di divanetti” “Io l’ho detto” rispose l’amica “Louis è uno strafigo, ma è cretino”

“Hai ragione, lo dico sempre anche io” una voce alle loro spalle le fece sobbalzare. Melanie per poco non cadde nel voltarsi velocemente, e quando lo fece si trovò davanti uno dei ragazzi più belli che avesse mai visto. Era alto e si intravedevano dei muscoli dalla camicia stretta; aveva i capelli castani e ricci che gli arrivavano alle spalle, e un sorriso meraviglioso. Si rese conto che lo stava fissando imbambolata solo quando l’amica le diede una leggera gomitata che la fece riprendere e arrossire, rendendosi conto della figuraccia che aveva fatto. “Uhm, i-io…” il ragazzo le sorrise, facendola arrossire di più “Piacere, io sono Harry” le porse la mano “M-Melanie” gliela strinse, rabbrividendo al contatto con i suoi anelli freddi e la sua pelle morbida. Ma cosa cavolo le stava succedendo?
“Oh, Harry, sei qui!” comparve Louis vicino ad Harry, e furono costretti a sciogliere la stretta “Vedo che avete già conosciuto il mio migliore amico, Harry Styles” “Beh, in realtà per ora l’ha conosciuto solo Melanie” Alex le rivolse uno sguardo malizioso che la fece arrossire ancora di più. Harry tossì, prima di riprendere a parlare, mentre Louis ridacchiava sotto i baffi “Stavo giusto per presentarmi anche a te, prima che Louis ci interrompesse” subito dopo le porse la mano “Harry Styles” Alex l’accettò, divertita dalla situazione “Alexandra, ma puoi chiamarmi Alex”
“Beh, vedo che alla fine hai deciso di venire” Alex si girò verso la voce che aveva parlato, quella di Louis, e lo guardò per la prima volta da quando li aveva raggiunti. Non indossava uno dei suoi soliti completi eleganti composti da giacca e cravatta, ma una semplice t-shirt con la stampa delle Vans, dei pantaloni neri stretti e ai piedi delle Vans nere; era la prima volta che lo vedeva in borghese, e le sembrò anche più bello del solito, soprattutto a causa dei capelli non tirati su in un ciuffo, come li portava di solito, ma in una frangia sulla fronte, liberi di muoversi, che gli conferivano un aspetto diverso, più rilassato e giovanile “E io vedo che il tuo guardaroba non è composto solamente da giacche blu e cravatte” Harry scoppiò in una fragorosa risata, e Alex in quel momento desiderò tanto avere un filtro cervello-bocca che le impedisse di dire qualsiasi cosa le passasse per la testa. Era pronta a ricevere una delle solite frecciatine di Louis, ma invece lo vide storcere le labbra in un sorriso, per poi poggiare un braccio sulla spalla di Harry che nel frattempo cercava di ricomporsi “Potrei dire lo stesso di te” disse guardandola negli occhi, per poi squadrarla dalla testa ai piedi, facendola avvampare “Non hai solo jeans e tailleur nel tuo armadio, ma anche vestiti molto apprezzabili” in quel momento Alex avrebbe davvero voluto scomparire, magari con un colpo di bacchetta o qualche altra cosa da film di fantascienza, pur di non dover sentire lo sguardo penetrante di Louis su di sé. “Certo che nelle foto sembri più alto. Insomma, ti rendi conto che per appoggiarti sulla spalla di Harry ti sei dovuto mettere sulle punte?” Alex si girò di scatto a guardare l’amica che aveva appena parlato facendo di nuovo ridere Harry, il quale era appena riuscito a ricomporsi, mentre Louis la guardava con occhi spalancati. Serviva anche a lei un filtro cervello-bocca, decisamente. “Uhm, noi andiamo a bere qualcosa” Alex prese il braccio dell’amica, volendo disperatamente uscire da quella situazione estremamente imbarazzante, ma la voce di Louis la bloccò sul posto “No. Alexandra, tu devi venire con me, devo presentarti alcune persone” Alex lo fissò senza muoversi, e quando finalmente aprì la bocca per parlare, venne bloccata da Harry “Non preoccuparti, tengo io compagnia a Melanie” sorrise, guardando in direzione dell’amica, che nel frattempo aveva cominciato a spingerla in avanti. Bell’amica; le bastava vedere un bel faccino e l’abbandonava così.
Mentre Melanie guardava Alex e Louis allontanarsi, sentì Harry che le si avvicinava “Dunque, ti va di bere qualcosa?” si voltò a guardarlo e vederlo sorridere le fece provare una strana sensazione al centro del petto. “Certo” ricambiò il sorriso, e così Harry le fece strada verso il bancone. Era davvero alto, dato che anche con i tacchi doveva alzare il viso per guardarlo negli occhi; occhi dei quali ancora non aveva capito il colore, a causa della poca luce presente nel locale. Melanie si appoggiò al bancone, mentre Harry chiamava il barista “Uhm, cosa prendi?” “Una capiroska” Harry sorrise per poi ordinarne due al barista. Quando arrivarono prese entrambi i bicchieri, e le fece segno di seguirlo; riuscirono a trovare un paio di posti liberi ad un divanetto, e vi si sedettero “A te” le porse il bicchiere sorridendole, e grazie alla luce proveniente da una lampada, Melanie riuscì a vedere il colore dei suoi occhi: erano verdi e brillanti. Bevve il contenuto del bicchiere tutto d’un sorso, facendo ridacchiare Harry “Dunque, Melanie, uhm, cosa fai nella vita?” la ragazza mangiò una fragola, prima di rispondere “Studio alla facoltà di economia insieme ad Alex, e tu invece? Lavori per Louis?” Harry si portò i capelli indietro con un gesto fluido della mano, che fece incantare Melanie “Beh, non esattamente. Siamo soci, ma io ho un’azienda mia” Harry bevve un sorso del suo drink, e Melanie gli fissò le labbra, rosse e piene. Avrebbe tanto voluto baciarle. Distolse velocemente lo sguardo, cercando di ricomporsi. Cosa le stava succedendo?
“Uhm, quindi…sei fidanzata?” tornò a guardarlo, distolta dai suoi pensieri. Lo vide leggermente a disagio, e avrebbe detto che fosse anche arrossito “No, perché?” “Uhm, era solo curiosità, tutto qui” balbettò a disagio, e Melanie ebbe la certezza che fosse arrossito. Le piaceva, e le piaceva anche tanto, come non le capitava da parecchio tempo; era assurdo, lo conosceva da nemmeno mezz’ora, eppure le piaceva stare vicino a lui “E tu?” Harry la guardò smarrito, avendo probabilmente perso il filo del discorso “Sei fidanzato?” riprese, e vide Harry scuotere la testa. Sorrise tra sé e gli prese il bicchiere, sfiorandogli di proposito la mano “Vado a prendere altri due drink” gli sorrise, e si diresse verso il bancone.
 
Era passata quasi un’ora e dopo altri due –o forse tre- drink, Melanie si trovava appiccicata ad Harry, mentre ridevano come due cretini per qualcosa che nemmeno ricordava. Ad un tratto smise di ridere, e si limitò ad osservarlo; lo trovava davvero bellissimo con quel sorriso sincero, le fossette ai lati della bocca, le mani affusolate piene di anelli, i capelli morbidi. Perché dovevano essere per forza morbidi. Senza pensarci gli mise una mano tra i capelli, accarezzandoglieli, ed erano davvero morbidi come immaginava. Harry si girò verso di lei, guardandola negli occhi “Sei bellissimo” sussurrò, guardandolo a sua volta, e lo vide avvicinare il viso al suo. Sentì il suo respiro sulle labbra che la fece rabbrividire, e una mano poggiarsi sul fianco, stringendolo piano; istintivamente si avvicinò di più a lui poggiandogli una mano sulla spalla, e dopo qualche secondo sentì le labbra di Harry poggiarsi sulle sue. Erano calde, umide e leggermente screpolate; picchiettò con la lingua sulle sue labbra per chiederle l’accesso, e quando acconsentì sentì il sapore delle fragole sulla sua lingua. Gli mise le braccia al collo e subito Harry la prese dai fianchi e la portò a cavalcioni su di lui; scese con le mani sul suo viso, tenendolo vicino mentre lo baciava con trasporto, e Harry prese ad accarezzarle i fianchi, facendola rabbrividire. Erano in un locale pieno di gente, seduti su un divanetto, circondati da altre persone e si stavano baciando, senza pensare a cosa succedeva attorno a loro. Melanie era consapevole della situazione in cui si trovavano, ma non le importava; forse era colpa dell’alcol che le bruciava nel corpo, o forse erano solamente le labbra di Harry che le invadevano i sensi. Qualsiasi fosse la ragione, non le importava.
Continuarono a baciarsi, e nella foga del momento, Harry le posò una mano sul fondoschiena, stringendolo; Melanie sussultò, e Harry interruppe il bacio. Lo guardò confusa, e lo vide con un’espressione stravolta quasi quanto i suoi capelli e le sue labbra rosse e gonfie, che le facevano venire voglia di riprendere a baciarlo fino a rimanere senza fiato. “I-io m-mi dispiace, d-davvero non-“ Harry era evidentemente sotto shock, ma non riusciva a capirne il motivo “Hei, va tutto bene, tranquillo” gli sorrise portandogli una mano sulla guancia “N-non volevo mancarti di rispetto, davvero, mi dispiace tanto” la spostò e si alzò di scatto, passandosi le mani sul viso. Melanie lo guardava confusa, senza sapere cosa fare per calmarlo “Harry, guarda che non è successo niente” gli andò vicino, cercando di calmarlo, ma inutilmente “N-non so cosa mi sia preso, i-io non sono così” la guardava in panico: era agitato. Gli prese il viso tra le mani guardandolo negli occhi “Harry, calmati okay? Non è successo nulla” “Ma-“ non gli diede il tempo di parlare e lo baciò. Si staccò dopo qualche secondo, solo quando fu sicura che si fosse calmato “Va meglio?” Harry annuì “Sei sicura che-“ “Harry, non sono offesa, non mi sento violata né molestata. Okay?” Harry sospirò e annuì di nuovo, e Melanie sorrise soddisfatta “Bene. Torniamo a sederci?” indicò il divanetto con lo sguardo, e Harry sorrise.
 
                                                                            ***
 
“Ci sono alcuni miei colleghi che gestiscono aziende importanti, e vorrei farteli conoscere” Louis le stava facendo strada tra la folla, guidandola con una mano poggiata sulla schiena; sentire il calore della sua mano attraverso la stoffa del vestito la fece rabbrividire. “Ma tu parli sempre di lavoro?” sbuffò Alex. Louis la guardò per un secondo, per poi schivare alcuni ragazzi evidentemente ubriachi “Alexandra” iniziò, sapendo quanto la infastidisse essere chiamata con il suo nome intero: era uno stronzo. “Se seguirai i miei consigli un giorno diventerai un’importante imprenditrice, e dovrai anche sapere come gestire le amicizie con uomini potenti” Alex roteò gli occhi al cielo, cercando di trattenersi dal picchiarlo “Chi ti dice che voglia diventare un’imprenditrice?” “Beh, il fatto che hai accettato di lavorare per me” “Soltanto perché mi servono crediti extra” “Se ti fa piacere pensarla così” stava giusto per ribattere con qualcosa di poco carino, quando arrivarono di fronte ad un gruppo di uomini intenti a discutere con dei bicchieri di whisky in mano. Molto professionali.
“Salve signori” esordì Louis con un sorriso, senza lasciare Alex. “Oh, ciao Louis!” lo salutò un uomo alto con i capelli neri e un accenno di barba, probabilmente sulla trentina “Non ci presenti la tua nuova amichetta?” Alex lo guardò storto, capendo perfettamente cosa volesse dire usando quel termine. Louis stava per rispondere, ma Alex lo batté sul tempo “Non sono la sua prostituta di oggi, mi dispiace contraddirla” l’uomo si mise a ridere, ma Alex continuò a fulminarlo con lo sguardo “Beh, ha gli artigli la gattina” stavolta fu Louis a bloccarla, prima che gli dicesse qualcosa di davvero poco carino “Noi andiamo a fare un giro, ci si vede” e la trascinò via prima che potesse dire altro
“Lasciami!” Alex provò a liberarsi dalla presa di Louis sul suo braccio, ma inutilmente; la lasciò andare solo quando furono usciti fuori dal locale “Sai, questo non è esattamente un ottimo modo di iniziare la tua carriera” Alex sbuffò, incrociando le braccia al petto “Invece il suo è il modo perfetto per farsi tirare un calcio nelle palle” Louis rise scuotendo la testa
“Ti piace?” la ragazza alzò un sopracciglio confusa, ma quando poi seguì lo sguardo di Louis restò a bocca aperta. Si ritrovò davanti ad una piscina enorme, piena di luci e fiori ovunque. “Wow” fu tutto quello che riuscì a dire “Bello eh?” Louis le sorrise, per poi sedersi sul bordo della piscina. Alex lo seguì, sedendosi poco distante da lui “Già. Ma avresti dovuto farmi rispondere a quello stronzo” Louis rise “Si dà il caso che quello stronzo è uno dei miei clienti più importanti” “Il che è tutto un dire” Louis si girò completamente verso di lei, divertito “Non riesci proprio a tenere a freno la lingua, vero?” anche Alex si girò verso di lui, pronta a rispondere, ma Louis continuò “E’ da stamattina che non fai altro che mettere alla prova i miei nervi stuzzicandomi e offendendomi” Alex arrossì, non sicura di riuscire a reggere ancora per molto il suo sguardo, perché in fondo aveva ragione “Ma questo vuol dire che hai carattere, e mi piace. Solo così potrai fare strada” riprese, girandosi di nuovo verso la piscina. Alex invece non si mosse e rimase a fissarlo. Aveva un profilo bellissimo, avrebbe anche potuto fare il modello; la luce delle varie lampade gli illuminava il viso quel tanto che bastava per poterne vedere i vari dettagli che non aveva mai notato prima, impegnata com’era ad odiarlo. “Sei davvero complicato” disse senza rendersene conto, e Louis rise “Ah perché tu invece sei una passeggiata al luna park” “Io almeno non fingo di essere ciò che non sono” continuò senza guardarlo “Ne sei proprio sicura?” le rispose ora serio, incontrando il suo sguardo quando Alex alzò il viso “Cosa stai cercando di dirmi?” si indispettì, ma tutta la rabbia scemò quando il viso di Louis si avvicinò al suo “Quello che ho detto: sei proprio sicura di non fingere di essere chi non sei?” rimasero a guardarsi negli occhi per qualche secondo, il tempo che le parole di Alex si disperdessero nell’azzurro degli occhi di Louis, rimanendo così incantata ad ammirarli, ad ammirare il suo viso a quella distanza che non avrebbe mai immaginato possibile
“Hei Lou, eccoti finalmente!” una voce li interruppe bruscamente, facendo tornare Alex alla realtà, allontanandosi da Louis all’istante “Hei Mike, che succede?” era l’uomo con i capelli neri di poco prima; appena lo riconobbe Alex sentì crescere l’impulso di prenderlo a parole “Ci servi Tommo, dai vieni con noi” “Ma-“ “Niente ma Tomlinson, muovi il culo!” Louis si alzò con un sospiro, e guardò Alex “Ci vediamo dopo, mmh?” Alex annuì, e poi Louis fu trascinato via da Mike e un altro paio di ragazzi.
 
Era passata quasi un’ora da quando Louis era andato via con Mike, e Alex stava vagando per il locale sperando di rintracciare Melanie, ma sembrava essersi volatilizzata. Sbuffò frustrata, quando sentì qualcuno avvicinarsi “Alex! Eccoti!” sobbalzò voltandosi di scatto, e vide Louis che le si buttava addosso per abbracciarla “L-Louis?” “Ma dove eri finita? Mi sei mancata” farfugliò Louis; Alex storse il naso sentendo un forte odore di alcol. Era ubriaco.
“Louis? Quanto hai bevuto?” disse mantenendolo di peso a fatica “Mmh un po’” ridacchiò Louis, e Alex sospirò maledicendo mentalmente Mike. “Louis, devi andare a casa” “Mmh e perché?” poggiò la testa sulla sua spalla, facendola sussultare “P-perché sei ubriaco. Ora chiamiamo Simon” gli prese il cellulare dalla tasca, e arrossì sentendolo ridacchiare.
“Tomlinson taci o ti lascio qui da solo” Louis si aggrappò alla sua vita, facendola sussultare, mentre parlava con Simon; sperò che arrivasse presto. Uscirono fuori dal locale, e quando finalmente Simon arrivò, Alex spinse poco delicatamente Louis in macchina “Aspetta!” urlò Louis, prima che Alex potesse chiudere la porta “Che c’è?” sospirò esausta, aspettando che parlasse “Vieni con me” “Cosa?” “Vieni con me, non voglio stare da solo” Louis si sporse fuori dall’auto, guardandola con uno sguardo da cucciolo smarrito. Dannato Tomlinson “E va bene, spostati” Louis sorrise e si spostò velocemente per farla salire. Durante il viaggio in auto Louis posò la testa sulla sua spalla, chiudendo gli occhi, e Alex fu davvero tentata di toccargli i capelli, e vedere se fossero soffici come immaginava.
Per fortuna arrivarono prima che Alex perdesse il controllo. “Dai Louis, andiamo” scese dall’auto e mantenendolo dai fianchi lo trascinò fino all’ascensore “Quale piano?” “L’ultimo” farfugliò Louis contro il suo collo, facendola rabbrividire. Come ci era finita in quella situazione?
Arrivarono all’ultimo piano, l’attico, e quando entrò rimase senza fiato: era un posto enorme e arredato divinamente, ma spoglio; mancavano foto, quadri, oggetti personali che dessero vita a quel posto. Louis si trascinò fino al divano, lasciandosi cadere su di esso, portandosi un braccio sulla fronte e chiudendo gli occhi. Alex si sentiva terribilmente a disagio, e avrebbe davvero voluto lasciare quel posto il prima possibile “B-beh io ora vado” disse, incamminandosi verso la porta, ma la voce di Louis la bloccò “Aspetta!” si alzò di scatto dal divano, rischiando di cadere, e le si avvicinò barcollando “N-non andare, resta qui con me” Alex spalancò gli occhi nel sentirgli pronunciare quelle parole, e si sorprese nel vederlo così vulnerabile e indifeso: non avrebbe mai pensato di poterlo vedere in quel modo
“Louis, devo andare, ho lasciato Melanie da sola alla festa” Louis le si avvicinò di più, poggiando la fronte sulla sua e aggrappandosi ad un suo fianco “E’ con Harry. Resta, ti prego” lo sussurrò con voce piena di disperazione e supplica, al punto che Alex non era sicura di poter resistere. “Louis” sospirò, e Louis la avvicinò di più a sé “Non lasciarmi da solo, ti prego” le sussurrò, soffiandole sul viso e facendola rabbrividire. Eccola, la goccia che fece traboccare il vaso, e Alex annuì con un sospiro. Louis le sorrise, per poi allontanarsi e inciampare nei suoi stessi piedi. Per fortuna la ragazza lo prese in tempo, facendolo appoggiare a sé “Dov’è la camera da letto?” Louis gliela indicò, e piano piano lo condusse verso la stanza, cercando di tenerlo in piedi. Tirò un sospiro di sollievo quando Louis si buttò a peso morto sul letto, e rimase in piedi a guardarlo “Uhm, ti prendo un bicchiere d’acqua” “No, vieni qui” le prese la mano, tirandola verso di sé “Louis…” “Non voglio bere, voglio che resti qui con me” la tirò di più, facendola cadere sul letto, e le si avvicinò “Resta, ti prego” la guardò negli occhi, e Alex si sentì disarmata davanti a  quegli occhi blu che la imploravano di restare “Va bene” accettò con un sospiro, e Louis sorrise “Puoi prendere una mia maglia se vuoi” Alex si alzò e si diresse verso l’armadio; quando lo aprì rimase a bocca aperta nel vedere l’enorme quantità di vestiti che vi erano dentro, soprattutto casual, vestiti che non si sarebbe mai aspettata da uno come Louis. Prese una maglietta abbastanza lunga e andò in bagno a cambiarsi.
Uscì imbarazzata, abbassandosi la maglia quanto poteva, dato che non aveva pantaloni da indossare. Louis la guardò in silenzio, mentre si infilava sotto le coperte, e le si avvicinò sorridendo “Hai delle belle gambe” Alex arrossì immediatamente “Dormi Louis” fece per girarsi dal lato opposto, ma Louis la fermò facendola girare verso di sé. Alex aveva il viso di Louis a pochissimi centimetri di distanza dal proprio, e si sentiva andare a fuoco; Louis si limitava a guardarla, spostandole una ciocca di capelli dal viso “Sei davvero bellissima” sussurrò poi, avvicinandosi al suo viso. Alex sentiva il cuore battere forte contro la gabbia toracica, immobile in quella situazione assurda. “L-Louis” fu tutto ciò che riuscì a balbettare prima che le labbra di Louis si posassero piano sulle sue: erano screpolate, calde e con un retrogusto di alcol. Nemmeno il tempo di analizzare la situazione, che la pressione sulle sue labbra svanì. Si rese conto di aver chiuso gli occhi solo quando li riaprì, e immediatamente si trovò davanti le iridi blu di Louis che la guardavano, mentre lui sorrideva. Alex aprì la bocca per dire qualcosa, ma le parole sembravano non voler uscire. Dopo pochi istanti Louis la strinse a sé, intrecciando le gambe con le sue, non intenzionato a lasciarla andare. “Buonanotte, Alex” sussurrò al suo orecchio, lasciando Alex interdetta senza sapere cosa dire, né cosa fare.

  
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