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Autore: ChrisAndreini    09/06/2016    2 recensioni
(Female Frisk. SansXFrisk)
"Ti odio e ti amo. Forse ti chiederai come questo sia possibile. Io non lo so, ma mi tormento" Catullo
*Tutti gli umani la guardavano come se fosse inferiore, ma lei aveva un potere enorme, un potere che nessuno poteva utilizzare, umano o mostro che fosse, oltre a lei.
*Cosa, cosa avevano fatto di sbagliato?!
Sans era sicuro che il sé della linea temporale precedente avesse fatto tutto il possibile, ma probabilmente quell’assassina non era altro che un’anima irrecuperabile.
*Che idiota!
Frisk non riusciva a credere quanto fosse risposto a rischiare pur di non vederla resettare.
Voleva dimostrare di poter cambiare il destino? Sans non poteva farlo! Era Frisk che aveva questo potere.
*Perché continuava a farlo?!
Sans non lo capiva, non ricordava i reset, e ogni volta cercava di trovare la verità, che però gli sfuggiva sempre di più, mano a mano che le linee temporali si susseguivano una dopo l’altra.
*Frisk aveva già la mano sul pulsante.
-Te lo prometto, Sans, è l’ultima volta!- disse, gettando il coltello a terra per asciugarsi gli occhi, mentre il mondo si scomponeva davanti a lei.
*Sperava solo che quello sarebbe stato l’ultimo reset, finalmente.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Flowey, Frisk, Sans
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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1° Genocide

-Ciao, io sono Flowey, Flowey… Oh, andiamo, come se non ti ricordassi di me. Cosa è successo, Frisk? Ti sei già annoiata?- la accolse di nuovo nel Sottosuolo la voce allegra e squillante di Flowey.

Frisk si controllò il corpo per constatare che il dolore era sparito, e che era tornata nel corpo della se dodicenne.

Non che fosse cambiata molto in quell’anno, però fece un certo effetto.

-Sempre molto loquace, vedo- commentò il fiore, scuotendo la testa piena di petali.

-Beh, se sei tornata per sentirti nuovamente una grande eroina ci vediamo direttamente alla barriera- commentò il fiore, scomparendo nel terreno.

-Non credo- commentò solo Frisk.

Se avesse aumentato i suoi LOVE si sarebbe distaccata, ed era tutto quello che voleva.

Chissà come avrebbero reagito i suoi compagni di classe se fosse tornata dalla barriera con un coltello affilato in mano e polvere addosso.

Non era del tutto sicura di riuscire a farlo, ma poteva sempre resettare.

Non si era mai resa conto di quello che poteva fare prima di allora. Non era stata del tutto certa del suo potere, e invece poteva fare tutto quello che voleva, perché non c’erano conseguenze irreparabili.

Forse, in questo modo, sarebbe stata più felice.

-Oh, cielo!- un’esclamazione proveniente da una voce fin troppo conosciuta fece sollevare di scatto la testa di Frisk.

-Salve, bambina mia. Io sono Toriel, e mi occupo delle rovine. Ogni giorno vengo qui per vedere se qualche umano è caduto. Vieni con me, ti mostrerò le catacombe- le porse la mano, ma Frisk non la prese.

Sentiva ancora su di se il dolore dei pugni ricevuti, mille volte peggiori dei dardi della morte che l’avevano colpita nella sua avventura la prima volta.

Non guardò nemmeno la capra negli occhi, limitandosi ad annuire.

Avrebbe cambiato, e al massimo avrebbe resettato di nuovo, fine della storia.

Non doveva essere poi così difficile essere sicura di sé e smettere di temere ogni sua azione.

Aveva il controllo, il pieno controllo.

Sentì una presenza alle sue spalle, che si era presentata anche la prima volta che era arrivata lì.

Questa volta decise di non allontanarla.

Chara, immaginò che fosse. Se era davvero come Asriel l’aveva descritta probabilmente poteva aiutarla.

Era pronta, nessuno l’avrebbe fermata.

 

Sans la stava aspettando alla fine del corridoio, con il cappuccio sollevato.

Si era svegliato poche ore prima con una domanda in testa, ed era sempre più convinto di doverla fare, perché era sicuro che fosse un brandello del ricordo che sicuramente gli era rimasto da un reset con quella bambina.

No, quella non era una bambina, era un demone, una sporca assassina di fratelli, niente di più.

Aveva ucciso ogni singola anima, e Sans si chiedeva solo una cosa:

“Perché?!”

Cosa, cosa avevano fatto di sbagliato?!

Sans era sicuro che il sé della linea temporale precedente avesse fatto tutto il possibile, ma probabilmente quell’assassina non era altro che un’anima irrecuperabile.

Sentì dei pesanti passi, e alzò la testa, togliendosi il cappuccio per guardarla bene.

-Eheh, sei stata parecchio impegnata ultimamente, vero?- chiese, con le mani nelle tasche, guardandola con una maschera che nascondeva tutta la confusione che si portava dietro da quando si era svegliato.

-Comunque, ho una domanda per te…- 

“Perché?” avrebbe voluto chiedere, ma decise di astenersi dal farlo, e attenersi al dialogo originale. 

-Pensi che anche la persona peggiore possa cambiare?- chiese infatti. A lui non interessavano le ragioni di quella megalomane. Non doveva preoccuparsi per lei, se lo avesse considerato un amico a questo punto non sarebbero lì.

Frisk rimase con sguardo fisso verso di lui, il volto completamente inespressivo.

-Già…- commentò solo lo scheletro, distogliendo lo sguardo e posandolo sulla finestra, per ammirare il paesaggio.

New Home era davvero bella, pure quando non c’era più nessuno vivo al suo interno.

-Ho una domanda migliore- disse poi, mentre le sue pupille sparivano per lasciare due orbite vuote e nere.

-Vuoi passare un brutto momento? Perché se farai un altro passo avanti… te ne pentirai davvero- l’orbita sinistra si illuminò di azzurro, e Sans si preparò a combattere, a lungo e dolorosamente.

Vide qualcosa, però, prima che la sua, forse un tempo amica, facesse un passo avanti entrando in combattimento.

I loro sguardi si incrociarono, e lei disse due semplici parole, che lo scossero nel profondo.

-Soffrivo, Sans- 

Era per caso la risposta alla domanda che non aveva mai posto?

Sans osservò con attenzione i suoi occhi, freddi e vuoti, che però avevano una traccia di rimorso che lui, forse, avrebbe potuto cacciare fuori.

Ma non poteva permettersi di fare il sentimentale e provare a giustificare quella assassina.

Loro non soffrivano? 

Loro non avevano un’anima a loro volta?

Quella magalomane si credeva l’essere più importante dell’universo solo perché non poteva morire definitivamente e perché tutti i loro destini e ricordi erano legati a lei.

Ma il suo ego aveva bisogno di una sveglia.

E Sans gliel’avrebbe data.

Appena la bambina fece un passo avanti, lui l’attaccò con uno dei suoi migliori attacchi, al quale lei perì subito.

Ma Frisk tornò, e tornò ancora, e ancora.

Sembrava proprio non voler arrendersi, ma neanche Sans l’avrebbe fatto.

L’ultima volta Sans non sapeva sarebbe stata l’ultima, anzi, per lui era come se fosse la prima.

-La tua espressione… non la commenterò nemmeno- al primo attacco la bambina schivò senza difficoltà, e via così, un attacco dopo l’altro, senza venire ferita quasi affatto.

E mano a mano che entrambi schivavano, il rimorso negli occhi di Frisk sembrava farsi più grande.

Forse, in cuor suo, nemmeno lei voleva farlo davvero.

Arrivato al suo attacco speciale fatto di nulla, Sans non riuscì a trattenersi molto, e si addormentò senza controllo.

 

Frisk vide il pulsante di combattimento non troppo lontano, e Chara iniziò a spingerla a premerlo, a sforzarsi. Era finita, il suo percorso era concluso, ed ora lei era molto più forte, si era distanziata abbastanza… anche troppo.

Premette con il massimo della forza all’estremità dell’arena di combattimento, ed essa iniziò a spostarsi.

Rimase ferma un attimo, senza sapere bene cosa fare.

Sembrava che la vittoria fosse a pochi centimetri di distanza, ma era davvero quello che voleva?

Tutta la sua determinazione stava sparendo.

Aveva ucciso Toriel, sua madre, i suoi migliori amici, tutti i mostri che fino a poco prima erano come una famiglia per lei, e per cosa?

Arrivò al pulsante, ma esitò, osservando il volto addormentato di Sans. Anche nel sonno non era in pace, e Frisk si chiese se mai lo sarebbe potuto essere pure se lei avesse resettato.

Aveva ormai capito che lui ricordava. Certo, non tutto, ma qualcosa la sentiva, nelle ossa.

“Forza, premi quel pulsante!” la incoraggiò Chara, spingendo la mano.

Sans schivò il primo colpo.

-Dovresti tentare meglio di…- Frisk però aveva la mano ancora sul pulsante, ed il secondo colpo non tardò ad arrivare, colpendolo in pieno.

Tutto il suo distacco scomparve, mentre vedeva l’espressione del suo… amico? Come poteva pensare a lui in questo modo ora?!

Tolse di scatto la mano, mentre delle calde lacrime iniziavano a rigarle le guance.

-I_immagino che ormai sia così… non dire che io non ti avevo avvertito- Sans si accasciò, con Ketchup che usciva dal suo corpo.

L’armatura che Frisk si era costruita grazie all’aiuto di Chara si abbatté completamente.

-Beh… io vado da Grillby. Papyrus… vuoi qualcosa?- Sans cercò di allontanarsi il più possibile, prima di scomparire in un cumulo di polvere, davanti allo sguardo incredulo di Frisk.

“E’ fatta!” esclamò Chara esaltata.

Frisk non riusciva a pensare lucidamente.

Era fatta? Ma cosa era fatta?! Cosa aveva fatto? Più ci pensava, più quello che aveva fatto sembrava il capriccio di una ragazzina che si credeva il capo del mondo.

Tutti soffrivano, e perché mai lei avrebbe dovuto ferire il resto del mondo solo perché…

“Che stai facendo?!” esclamò allertata Chara quando il pulsante di reset comparve di nuovo davanti alla dodicenne.

Frisk sollevò la mano verso quel pulsante.

“NO! Non farlo!” Chara cercò di persuaderla, ma Frisk aveva già la mano sul pulsante.

-Te lo prometto, Sans, è l’ultima volta!- disse, gettando il coltello a terra per asciugarsi gli occhi, mentre il mondo si scomponeva davanti a lei.

Ci credeva, ci credeva davvero.

Reset 

 

   
 
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