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Autore: Horse_    10/06/2016    4 recensioni
{Sequel Una vita senza di te significa non vivere per niente.}
(Per capire qualcosa consiglio di leggere anche l’altra storia)
Ian e Nina hanno appena capito cosa provano veramente l’un per l’altra e, dopo una notte d’amore e passione, si preparano per tornare a casa. Sono entrambi decisi ad iniziare una nuova vita insieme con i loro figli, perché sono stati separati fin troppo, ma, una volta tornati a casa, dovranno fari i conti con la cruda realtà. Ian è sposato con Nikki, che è ancora sua moglie, mentre Nina sta, quasi in modo fisso, con Eric. Una notizia sconvolgente porterà i due a separarsi definitivamente, ma sarà per sempre? Riusciranno a lottare contro tutto e tutti per stare finalmente insieme con i loro bambini e con il loro vero amore?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Paul Wesley
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                 We are together.



Thirty-first Chapter.

Pov Ian.

Alla fine ho convinto Nina a far scendere solo me, perché voglio che sia una bella sorpresa per i gemelli. Penso, comunque, che odierò, o comunque porterò un po’ di rancore, a Robyn per aver interrotto un nostro momento di intimità. Dieci minuti dopo no?

Non faccio neppure in tempo a toccare l’ultimo gradino che due furie castane mi si lanciano addosso, rischiando di farmi cadere all’indietro, sotto lo sguardo divertito di Robyn. 

Quanto mi sono mancati! I miei figli mi stringono forte ed io ricambio con altrettanta forza, stando attendo comunque a non fare loro del male. Siamo stati benissimo insieme io e Nina in questi giorni, la vacanza migliore della mia vita, ma mi sono mancati tantissimo, così come a Nina. Non avrei mai pensato, un tempo, di poter dipendere così tanto da due bambini, ma ora ho cambiato completamente idea. Mi abbasso alla loro altezza e bacio entrambi sulla fronte, coccolandoli ancora un po’.

Il primo a rompere il silenzio, come al solito, è Stefan.

 

“Papà, ma dove siamo?”- mi domanda curioso continuando a guardarsi attorno.

“Si, papà, dove siamo?”- continua Joseph. -“Non eri al lavoro?”

“Uhm… Ecco… Ci sono stato, si, ma ho dormito qui.”- spiego loro, mentre saluto anche Robyn, che mi si è avvicinata, con un abbraccio.

 

Mi sembra troppo mansueta, mi sa che ha parlato con nostra madre. Oppure si sta contenendo perché ci sono i bambini e, al piano di sopra, Nina.

 

“Qui? Al mare?”- mi domanda Joseph.

“Si, al mare.”- rispondo e scompiglio ad entrambi i capelli, facendo loro borbottare qualcosa di incomprensibile.

“Ed è tua, papà?”- mi domanda Stefan.

“Certo, è nostra.”- gli dico.

“Abbiamo una casa al mare?”- continua lui. -“Ma è fantastico! E c’è pure la sabbia!”

“Ora è sera, ma domani, se vi fa piacere, possiamo starci tutto il giorno.”- sorrido loro.

“Possiamo?”- mi domandano all’unisono.

“Certo che possiamo.”- confermo.

 

I miei figli si scambiano un cinque, poi annuiscono felicissimi. Mi stacco da solo e mi rivolgo a Robyn.

 

“Com’è andato il viaggio?”- le domando.

“Benissimo, sono stati molto bravi.”- mi dice, poi guarda i bambini e li accarezza entrambi.

“Si, non abbiamo nemmeno avuto paura!”- mi dice Joseph orgoglioso.

“Sapevo che non ne avreste avuta.”- gli rispondo io sorridendo.

“Papà… Ho un problema…”- mormora Stefan.

“E’ successo qualcosa?”- gli domando e poi guardo Robyn in cerca di spiegazioni, ma lei scuote la testa leggermente preoccupata.

Ho fame, davvero tanta fame!”- esclama lui con tono disperato, facendoci scoppiare a ridere tutti e tre. -“C’è qualcosa da mangiare, vero?”

“Certo tesoro, ti darò tutto quello che vuoi.”- gli rispondo. -“Robyn, perché non ti accomodi? Penso che dovresti trascorrere la notte qui.”

 

Per quanto voglia trascorrere un po’ di tempo con la mia famiglia, non ho nessuna intenzione di farla tornare a casa dopo essere appena arrivata, sarà sicuramente stanca. Le sono grato per aver portato i bambini qui, è giusto che rimanga.

 

“Mi dispiace, devo tornare a casa. Ho promesso ai bambini che sarei tornata, abbiamo organizzato di andare in campeggio.”- mi dice. 

“Non puoi partire domani?”- le domando. -“Sarai stanca.”

“Non preoccuparti, non farei mai in tempo.”- mi dice sorridendo leggermente.

“Andate a lavarvi le mani, poi iniziamo a mangiare.”- dico ai bambini indicando con la testa la porta del bagno al piano terra. Nina è ancora di sopra, tra pochissimo la farò scendere. -“Forza.”

 

I bambini annuiscono pimpanti e corrono in bagno, mentre lo sguardo di Robyn, prima sereno, ora si fa più serio.

 

“La mamma mi ha detto tutto.”- inizia così, facendomi sospirare. -“Non avrei… Non avrei mai pensato che potesse accadere una cosa del genere, Ian.”

“Dispiace anche a me.”- le rispondo passandomi una mano tra i capelli.

“Capisco perché sei stato così… Scostante nell’ultimo periodo.”- mi dice appoggiandomi una mano sulla spalla. -“Avrei capito.”

“Dovevo fare prima chiarezza sulla questione, Robyn.”- le rispondo, ma apprezzo comunque che voglia confortarmi.

“Lo so, ma… Avremo potuto far chiarezza insieme, invece hai continuato per la tua strada da solo.”- mi rimprovera bonariamente. -“Avrei dovuto pressarti di più.”

“Non avrei detto niente comunque.”- le dico.

“No, ma… Ti ho accusato di cose che… Pensavo… Pensavo che fosse giusto che tu rimanessi con Nikki, quando… Quando lei ti ha fatto questo…”- mormora abbassando lo sguardo. -“Non avrei dovuto mettermi in mezzo sulle tue questioni.”

“Non avresti dovuto, certo, ma… Ma infondo tentavi di fare qualcosa per il mio bene.”- cerco di rassicurarla.

 

Non ce l’ho mai avuta con lei, in nessun momento della mia vita. Lei ha tentato di consigliarmi la via più giusta, come posso incolparla?

 

“Il tuo bene è sempre stato Nina.”- mi dice sorridendomi.

“Lo so, lei è… E’ tutta la mia vita…”- sospiro osservando le scale che portano al piano di sopra. -“Non avrei mai pensato che una donna potesse ridurmi in questo modo…”

“L’amore fa questo, Ian, questo e altro. Sono così felice che vi siate ritrovati, ora è giunto il momento che diventiate una famiglia, a tutti gli affetti.”- mi dice sorridendomi dolce, poi ridacchia. -“E voglio un altro nipotino o una nipotina.”

 

La guardo scandalizzato, mentre lei scoppia a ridere di gusto.

 

“Suvvia, Ian, perché mi guardi così? Presumo che vi siate dati molto da fare in questi giorni.”- mi dice ridacchiando.

“Non in quel senso e… Non parlerò della mia vita sessuale con te, Robyn.”- le dico perentorio.

“Va bene, va bene.”- mi dice alzando le mani in segno di resa. -“Ma voglio comunque un nipotino, preferibilmente una nipotina questa volta.”

“Non abbiamo ancora parlato di questo… E non voglio che lei possa pensare che sto con lei per fare figli. La amo, amo i nostri bambini, mi basta solo questo…”- mormoro passandomi una mano tra i capelli.

“Nina lo sa, sa che la ami, sa che non stai con lei solo per i bambini o per fare figli, perché altrimenti avresti continuato con altre donne, non vedo che male c’è ad allargare la famiglia…”- mi dice lei dandomi una pacca sulla spalla, poi si blocca notando che i bambini stanno tornando in cucina, ancora una volta parecchio bagnati. Ecco perché ci hanno messo così tanto. -“Salutami Nina, comunque.”

 

Guardo i bambini sospettoso, mentre loro mi guardando in un modo così dolce da farmi intenerire.

 

“Cosa avete combinato voi due?”- domando.

“Io me ne vado.”- ci saluta, poi da un bacio ai bambini. -“Mi raccomando, controllate vostro padre, non voglio che combini qualcosa.”

“Sono qui, Robyn.”- le faccio notare, mentre i bambini ridono e mi ritrovo a sorridere anche io.

“E fatevi dare la sorpresa.”- mormora Robyn, mentre i bambini mi guardano curiosi, poi si rivolge a me. -“Lì ci sono i vestiti dei bambini e tutto quello di cui hanno bisogno.”

 

Indica due valigie e annuisco, poi la salutiamo e lei, dopo aver ricambiato, se ne va. 

I bambini mi si avvicinano alla ricerca di spiegazioni.

 

“Una sorpresa?”- domanda Stefan.

“Abbiamo un regalo?”- continua Joseph.

“E’ un regalo un po’ speciale… Non so se sia un vero e proprio regalo…”- dico loro alzando il tono della voce, in modo da far capire a Nina quello che ho intenzione di fare. 

“Speciale e non è un vero regalo?”- domanda Joseph dubbioso.

 

Mentre i bambini sono troppo impegnati a chiedersi che tipo di regalo si tratti, sento qualcosa muoversi al piano di sopra e qualcuno scendere le scale. I bambini, per fortuna, non si accorgono di nulla, anche se comunque non riuscirebbero a vedere Nina scendere le scale.

 

“Diciamo che è così.”- sorrido dando un buffetto sulla guancia ad entrambi.

“E che cos’è?”- domanda Stefan. -“E’ forse una torta?”

“Stef, pensi sempre al cibo!”- lo rimprovera Joseph esasperato, facendomi ridacchiare.

 

Li amo troppo.

 

“No, non è una torta, anche se domani potremo prepararla.”- gli dico e vedo Stefan annuire soddisfatto.

“Io non sono un regalo?”- domanda una voce alle mie spalle, che mi fa sorridere automaticamente.

 

Mi godo la reazione dei bambini perché è fantastica. Spalancano entrambi la bocca e gli occhioni azzurri si dilatano per la sorpresa, poi si lanciano, come poco prima hanno fatto con me, sulla madre. Nina barcolla leggermente, ma la vedo tenersi salda alla ringhiera. Mi alzo e vado ad aiutarla, prima che possa cadere e farsi male, visto che non è ancora in grado di fare determinate cose.

I bambini la stringono forte e Nina ricambia, mentre io mi godo questa piccola scena, che tanto piccola non è, visto la gioia che provo nel vederli così. Ogni rapporto tra madre e figlio (in questo caso figli) è unico e loro, le persone più importanti della mia vita, me lo dimostrano continuamente.

 

“M-mamma, ma… Cosa ci fai qui?”- le domanda Joseph dopo averle dato un bacio sulla guancia.

 

Nina li riabbraccia di nuovo, poi da un bacio ad entrambi. 

 

“Non vi fa piacere che io sia qui?”- domanda Nina continuando a coccolare i bambini.

“Certo che ci fa piacere! Jo, anche a te fa piacere, vero?”- domanda Stefan e il fratello annuisce convinto. -“Solo… Anche tu eri al lavoro.”

“Anche io ho lavorato, si.”- sorride loro Nina. 

“E anche papà. E tu sei qui… Con papà. Siete qui, insieme.”- constata Joseph e i bambini si guardano per qualche istante.

 

Sono sicuro che le loro testoline stanno elaborando qualcosa.

 

“Si, siamo qui, insieme.”- conferma Nina, mentre io mi avvicino a lei.

“E… E Nikki?”- domanda Stefan osservandosi attorno.

“Non c’è.”- rispondo io.

“E perché? E il bambino?”- domanda Joseph.

“Non c’è nemmeno lui.”- continuo io abbassandomi alla loro altezza. Non so come, ma ci ritroviamo seduti tutti e quattro a terra. -“Non ci sarà più.”

 

I bambini si guardano per qualche istante, poi scuotono la testa parecchio confusi. 

 

“E’ andato in cielo?”- domanda Joseph dispiaciuto.

“No, certo che no.”- risponde Nina accarezzandogli una guancia.

“Quindi… Se la moglie di papà non c’è, il bambino di papà non c’è, Eric non c’è… Siamo noi? Solo noi?”- conclude Stefan.

“Solo noi.”- confermo io, mentre Nina annuisce.

“E quindi… Non avete litigato?”- domanda Stefan.

“Io ti avevo detto che non hanno litigato, anche mamma l’ha detto, Stef!”- lo riprende Joseph.

“No, non abbiamo litigato, nessuno di noi ha litigato.”- risponde Nina accarezzando entrambi dolcemente.

“Siamo insieme come quella volta all’acquario e al picnic?”- domanda Joseph.

 

Più o meno, anche se ora è diverso. Ora siamo insieme come famiglia. Non che al picnic non lo possiamo, l’acquario era tutt’altra storia, ma ora siamo pronti a rivelare loro la verità, perché siamo ufficialmente una famiglia.

 

“Diciamo che è diverso.”- concludo io.

“Diverso in che senso?”- domanda, giustamente, Stefan.

“Ultimamente sono successe alcune cose…”- inizia Nina e, senza accorgersene, appoggia una sua mano sulla mia, facendomi sorridere. -“Alcune cose che hanno fatto riflettere me e papà… Molto tempo fa, quando ancora voi non c’eravate, abbiamo avuto qualche problema…”

“Ed è stato grave?”- domanda Joseph preoccupato.

“Non molto, ma ci siamo un po’… Un po’ persi di vista…”- mormora Nina.

“Perché papà è andato a curare gli animali, giusto?”- domanda Stefan.

 

Io e Nina annuiamo.

 

“Ci siamo un po’ allontanati, come sapete.”- continua Nina.

“Si, lo sappiamo.”- dicono entrambi.

 

Nina mi guarda, facendomi decidere se voglio continuare io o meno. E’ sempre stata più brava lei con le parole, ma capisco anche come i bambini abbiano bisogno di sentire anche la mia versione. Le sorrido, facendole capire di voler continuare personalmente.

 

“E poi sono successe un po’ di cose, che ci hanno allontanati ancora di più. Ed ho cominciato a voler bene ad una persona-”

“A Nikki.”- mi interrompe Stefan.

“Si, a lei. Ma… Ma al tempo stesso ho sempre voluto bene anche ad un’altra persona, una donna, che ha sempre avuto un posto nel mio cuore. Ero convinto di voler molto bene a Nikki, quando, in realtà, il mio cuore aveva posto per una sola persona.”- continuo io, mentre i bambini si fanno più attenti e guardano di tanto in tanto me e Nina. Credo che abbiano capito ormai, sono bambini svegli. -“E poi, dopo tanto tempo, con tutte le mille cose che sono successe, ho capito che non ce l’avrei mai fatta a stare separato da quella donna, che mi aveva completamente cambiato la vita. Poi ho capito che anche lei teneva -tiene- molto a me…”

 

I bambini hanno ora gli occhi puntati su Nina che gli sorride leggermente in soggezione. Sostanzialmente avevamo programmato il discorso in tutt’altro modo, ma le parole sono uscite così, senza bisogno di ricorrere a frasi fatte.

 

“E… Questa donna è… La mamma?”- domanda Joseph, mentre anche Stefan sostiene il fratello con lo sguardo.

“Si, è la vostra mamma…”- mormoro dolcemente e mi perdo per qualche istante negli occhi di Nina, così profondi, così belli.

“E anche per te, mamma, è lo stesso?”- domanda Stefan.

“Si, è lo stesso.”- risponde Nina ricambiando il mio sguardo adorante.

 

Quasi ci perdiamo in noi, ma i gemelli, ancora una volta, ci riportano alla realtà.

 

“E state insieme?”- domanda Stefan.

 

Stiamo insieme? Si.

Annuiamo, entrambi. I bambini scuotono la testa e sia io che Nina ci rimaniamo di sasso.

Non ne sono felici?

 

“E quanto ci voleva a dirlo? Siete come le coppie sdolcinate dei film che piacciono tanto a mamma, l’avevamo capito!”- ribatte Joseph facendo sorprendere ancora di più me e Nina.

“Vi tenete per mano”- continua Stefan indicando le nostre mani, che eravamo convinti di aver nascosto per bene. -“e vi guardate in modo strano… Potevate dirlo subito.”

 

Noi abbiamo impiegato mezz’ora, all’incirca, per spiegare tutto e loro l’avevano già capito da un pezzo?

Io e Nina ci guardiamo negli occhi, poi, senza preavviso, scoppiamo a ridere entrambi di gusto.

 

“Non siamo stupidi, l’avevamo capito.”- continua Joseph guardando il fratello.

“Volevamo spiegarvi per bene come stessero le cose.”- si difende Nina abbracciandoli di slancio entrambi.

 

I bambini ridacchiano e si lasciano abbracciare felici, mentre io accarezzo loro la testa.

 

“Ma non è uno scherzo, vero?”- domanda Stefan leggermente più insicuro.

“Nessun scherzo, tesoro.”- gli sorrido dandogli un bacio sulla fronte, mentre Joseph richiede delle coccole che mi prodigo a dargli. -“Siamo insieme.”

“Non andrà a finire come con Eric, mamma?”- domanda Stefan accoccolandosi sul petto di Nina.

“No, assolutamente no.”- gli dice Nina, poi mi guarda. -“Nel mio cuore c’era qualcuno di più importante.”

“Puoi anche dirlo che è papà, non ci scandalizziamo mica!”- le dice Joseph, facendoci ridacchiare di nuovo.

“A voi… A voi va bene, quindi?”- domando io.

 

Non sembrano averla presa male, ma potrebbero esserne turbati, o peggio, non potrebbe piacere loro. Ci amano, siamo i loro genitori, ovvio, ma magari non ci vogliono insieme.

Stefan e Joseph alzano gli occhi su di noi e sospirano, nello stesso momento, esasperati.

 

“Ci avete solo facilitato il lavoro…”- mormora Stefan.

 

Che lavoro?

 

“Stef, taci, non dire altro.”- lo minaccia Joseph.

Che lavoro?”- domanda Nina intuendo i miei pensieri.

“Nessun lavoro.”- risponde Joseph.

“Ma ormai possiamo dirlo…”- mormora Stefan.

“No che non possiamo.”- ribatte Joseph.

“Ma ormai sono insieme.”- gli risponde Stefan.

“Volevate cercare di farci mettere insieme?”- domanda Nina sorpresa.

 

Ecco, l’avevo immaginato. Sono terribili, in tutti i sensi, ma anche estremamente dolci.

 

“Siete i nostri genitori…”- mormora Stefan abbassando lo sguardo.

“E volevamo… Volevamo… Tu, mamma, non stavi molto bene, nel senso… Non sorridevi molto… E tu, papà, eri strano… E noi abbiamo pensato che avreste potuto essere felici insieme…”- mormora Joseph.

“Si, insomma… Papà, tu ci hai detto che i bambini arrivano alle persone che si vogliono bene, quindi… Era ovvio che vi volevate bene… E abbiamo pensato che sareste stati felici insieme… ”- borbotta Stefan cercando di darci una spiegazione logica.

 

Il mio sguardo incontra quello di Nina, che mi sorride dolcemente, io ricambio. 

 

“Davvero avete pensato questo?”- domanda loro Nina. -“Volevate vederci felici?”

“Si…”- mormora Joseph.

“E poi… Con papà sei sempre stata strana…”- continua Stefan e aggrottiamo entrambi le sopracciglia. Strana? Nina con me è strana? -“Sorridevi in modo diverso… Soprattutto nell’ultimo periodo… Sembravi veramente felice.”

“E anche papà era diverso… Sempre per lo stesso motivo…”- continua Joseph.

“Questo perché ci amiamo, ci amiamo per davvero…”- risponde Nina per entrambi. 

“Io e vostra madre ci amiamo e staremo insieme, se per voi non è un problema…”- mormoro accarezzando una guancia di Nina.

“Perché dovrebbe essere un problema? Ve l’abbiamo già detto che non lo è!”- ci dice Joseph.

Certo che voi adulti siete strani…”- borbotta Stefan scuotendo la testa, ma ridacchia, seguito da Joseph.

 

Rimaniamo per qualche istante in silenzio, poi i bambini si guardano e ci gettano le braccia al collo.

 

“Siamo così felici che stiate insieme!”- ci dicono all’unisono e il mio cuore scoppia quasi dalla gioia e, sono sicuro, che anche quello di Nina ha appena fatto lo stesso.

 

Amo Nina, amo i miei figli, e quest’ultimi hanno accettato senza nessun problema la nostra relazione, visto che, in primis, avrebbero voluto vederci insieme.

Non posso desiderare nient’altro della vita, perché ho già tutto.

 

 

 

 

 

___________________________

 

Buon fine settimana a tutte, eccomi qui con il trentunesimo capitolo :)

Non avrei mai pensato di prolungare una storia così tanto, davvero, ma i Nian, e non so se sia un bene, mi ispirano su ogni cosa u.u

Capitolo dolce, forse uno dei più dolci che abbia mai scritto. Per la gioia di tutte sono tornati i gemelli *^*

Non nascondo di come siano i miei personaggi preferiti, ma ormai lo sapete già.

La prima parte del capitolo è incentrata su Ian e Robyn, la quale, dopo aver capito che cosa ha passato e fatto il fratello, si scusa con lui. Ha agito tentando di fare il suo bene, ma ha capito che il suo bene è unicamente Nina e di come sia meglio far agire suo fratello da solo, senza mettersi in mezzo. Robyn, da come avrete capito, adora Nina, ha solo avuto paura che suo fratello combinasse qualche casino, ferendosi e arrivando a ferire anche la madre dei suoi nipoti; Robyn è assolutamente team Nian, tanto che arriva a chiedere un nipotino, preferibilmente una nipotina ;)

Seconda parte del capitolo incentrata sulla nostra famiglia. I gemelli vengono a conoscenza che i loro genitori si sono messi insieme e di come saranno una famiglia. Ian e Nina ovviamente hanno cercato di spiegar loro le cose nel modo più semplice possibile e i bambini dimostrano ancora una volta la loro intelligenza, infatti avevano capito che stessero insieme già da quando avevano visto la madre a mano con il padre e questo era uno dei loro intenti. Sempre detto che sono i più svegli di tutti :’)

Nel prossimo capitolo Ian e i gemelli faranno un discorso tra uomini riguardo Nina e la loro storia.

Ringrazio le cinque ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo, spero che la storia continui a piacere e che con le vacanze ci siano un po’ più persone che la leggano ^^

Alla prossima!

  
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