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Samuel Ross..chi ?!***
* Amber*
Era arrivata la pausa
di mezza mattina e la trascorrevo seduta in una comoda poltroncina, a
sorseggiare il caffè, anche se era un po’ scadente. Qui non avevamo certo il
tempo di usare la classica moka da caffè, purtroppo, così dovevamo
accontentarci della macchinetta.
Mandai giù un boccone
troppo caldo e dovetti rimanere un po’ a sventolarmi la lingua con la mano.
“ Che testa “ mi rimproverai da sola.
«Sei in pausa anche tu
Amber? » mi chiese il dottor Abbot appena giunto nella stanza relax.
«Si dottore, altri 5
minuti solo»
«Beh vedo che il caffè
lo hai già preso quindi non posso offrirti nulla » rispose con un sorriso.
Aveva una cinquantina
di anni, sempre gentile e cordiale con tutti quelli i suoi dipendenti.
«La ringrazio dottore,
sarà per la prossima volta » gli sorrisi e mandai giù l’ultimo sorso del caffè,
soffiando bene questa volta, prima di ingurgitare.
Mi sedetti di nuovo al
bancone, in attesa che i clienti sopraggiungessero dai vari ambulatori pieni, e
diedi il cambio a Sheila.
«Vai pure a berti
qualcosa, sto io qui »
Lei prese il
portafoglio e con un ciao ciao, sparì dietro la porta a vetri della stanza relax.
Non c’era molto da fare
al momento, come già detto, così misi a posto due carte; aggiornai la rubrica
elettronica e preparai le cartelle dei cinque pazienti che erano sotto ai ferri
in quel momento.
Poi presi il telefono e
vidi che avevo ben 3 notifiche su facebook. Curiosa
aprii il social network ma non era nulla di importante.
Andai nella home e vidi
un gruppo che mi attirò molto. Il titolo era questo: “ Sei di Holmes Chapel se….”
Chiesi l’autorizzazione
per entrarne a far parte e, pochi secondi dopo, ebbi l’accesso. Entrai curiosa
e vidi dei commenti che potrei ridurre a queste semplici parole “Sei di holmes chapel…se ti appostavi davanti casa di Harry Styles per attenderlo”
Questi commenti mi
davano sempre fastidio, la nostra città non era incentrata solo su quel
ragazzo, cavolo!
“ Holmes
Chapel non è solo Harry Styles!”
Andai sulla sezione “ scrivi
un post” e iniziai a sillabare mentre scrivevo:
« Sei di Holmes Chapel se… da piccoli giocavate
a rincorrervi per i quartieri facendovi quasi investire dai ragazzi più grandi
sugli skateboard »
Schiacciai invio e il
post fu pubblico.
Per il resto del
pomeriggio non ebbi il tempo di guardare Facebook e
neanche ci pensai, presa com’ero dai pazienti che, man mano entravano o
uscivano dagli ambulatori, fino alle venti di sera.
***
*Harry*
Ero disteso in divano
allegramente a non far nulla, con la tv accesa ed il telefono vicino al mio
orecchio. Grugnii e lo sentii molto bene anche se dormicchiavo; era sempre così
quando ero a casa, non facevo altro che dormire.
Vrr Vrr. La vibrazione mi fece tremare l’orecchio destro e,
mal volentieri lo presi. Era una notifica dal gruppo di Holmes Chapel alla quale mi ero iscritto lo stesso giorno,
ovviamente sotto mentite spoglie.
Una ragazza aveva
scritto “ Sei di Holmes Chapel se… da piccoli giocavate a rincorrervi per i
quartieri rischiando di essere investiti dai ragazzi più grandi sugli
skateboard”
Risi di quella frase
perché anche io mi divertivo a viaggiare su quei cosi e, più di una volta,
dovetti virare per non evitare dei “marmocchi”. Misi “ mi piace” al post e visitai
il profilo di questa ragazza bionda.
Il viso mi diceva
qualcosa ma non mi sarei mai ricordato il suo nome senza averlo prima letto:
Amber Hellins.
“É una ragazza carina. Bionda, col fisico snello e le curve al posto giusto.
Fa la segretaria in uno studio dentistico e abita proprio vicino a me.”
Quegli occhi azzurri mi
trasmettevano dei brividi mai provati prima e decisi di chiederle l’amicizia.
Ovviamente con il mio profilo “fake” cioè Samuel Ross. Le mandai anche un messaggio privato, giusto per
sviare qualsiasi sospetto. Le scrissi semplicemente che ero di Holmes Chapel e se potevamo chattare ogni tanto. Mi mancavano le
cose normali da ragazzi, le cotte e tutte quelle cose che puoi vivere con calma.
***
*Amber*
Tornai a casa distrutta
e dopo cena mi gettai letteralmente in divano con la mia copertina di Titti
addosso, per proteggermi dall’aria fredda che stava portando la nuova stagione.
Il caminetto non era stato ancora acceso perché mio padre non aveva ancora
procurato la legna...lasciamo perdere.
Accesi la Tv e presi il
telefono per chattare un po’ con Sheila.
Era online così le
mandai un messaggio.
«Hey
stella, come è andata l’appuntamento con il tuo caro cucciolino? » chiesi, riprendendo
il nomignolo affettuoso che aveva dato al suo compagno.
«Non è andata
benissimo. Era già in ritardo di un’ora quando me ne sono andata»
«Cosa?? Ma…gli è
successo qualcosa?»
«No…sono tornata a casa
e stava dormendo in divano. Non ti dico quante gliene ho dette»
«Ma poverino! Lo sai
che fa un sacco di straordinari a lavoro per soddisfare le tue voglie e i tuoi
agi»
«Cosa intendi dire??»
mi chiese. Sapevo benissimo che si stava infervorando ma, in quel momento
provavo pietà per il suo ragazzo.
«Sheila, fatti un esame
di coscienza: un attico con vista sul fiume è indispensabile? E la Bmw che hai per venire a lavoro non è troppo grande per te?
E tutti quei gioielli, mai messi, che hai nel cofanetto ti servivano tutti?»
«Uffi
perché sei sempre l’uccello del malaugurio tu??... Vado a chiedere scusa al mio
amore»
Ed io risi di gusto.
“ Anche questa volta ti è andata bene, caro il mio
Luke, dovrai farmi un monumento se la storia tra di voi durerà ancora” pensai.
Notai che avevo ancora una
notifica e un messaggio non letti. Aprii la notifica e vidi una richiesta di
amicizia di un certo Samuel Ross.
“Mai sentito”
Ne lessi anche il
messaggio:
« ciao Amber, sono
Samuel Ross. Sono nato qui ad Holmes Chapel e ci ho vissuto per un periodo della mia vita. Sono
stato via in giro per il mondo ed ho perso molti vecchi amici ma ti ho notato
nel gruppo “ noi di Holmes Chapel” così ti ho chiesto
l’amicizia. Ti va di chattare un po’ ?»
Non mi convinceva molto
come inizio, queste persone sconosciute che ti scrivevano per parlare un po’…
Andai nel profilo di
questo Samuel e vidi, anzi, non vidi granché. Era un ragazzo con gli occhiali
da sole, una fascia tra i capelli che mi sembravano ricci ed una maglia bianca
a maniche lunghe.
Accettai anche se di
malavoglia e subito mi arrivò un suo messaggio:
«Grazie per aver
accettato la mia amicizia».