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Autore: kiliaduicaps    14/06/2016    0 recensioni
(...) vorrebbe chiedergli se ricorda di tutte le volte che ha desiderato per lui una fine migliore per un Angelo del signore. Se ha mai trovato l’album pieno zeppo di suoi ritratti. Raccolta Destiel!Stucky senza né come né perché.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Dipingimi distorto come un angelo anormale, che cade
Fandom: Captain America 
Personaggi/Pairing: Bucky Barnes, Steve Rogers, vari; Steve/Bucky 
Genere: Angst! Angst! Angst! No skè. Ma se conoscete la Destiel saprete che di fluff non si abbonda.
Avvertimenti: 
dopo svariate sudate per convincermene... Dean!Steve, Cas!Bucky (e Sam!Sam \o/ Solo io trovo divertentissima la cosa?)
Parte: 1/?
Rating: Per ora, verde/giallo
Conteggio Parole: 
420
Riassunto: 
(...) vorrebbe chiedergli se ricorda di tutte le volte che ha desiderato per lui una fine migliore per un Angelo del signore. Se ha mai trovato l’album pieno zeppo di suoi ritratti. Raccolta Destiel!Stucky senza né come né perché.
Note: Avete letto bene: una raccolta con tema le mie due coppie oggetto di queerbaiting preferite <333 Non è bellissimo? (No, Francesca, hai una maturità da affrontare, allontanati dal PC, deficiente.)
Come prima fanfiction abbiamo una robetta leggere ambientata nell’Endverse, tanto per non farvi già rimpiangere di averla letta senza nemmeno averlo fatto.
Il titolo della raccolta viene da Luna ed è la frase più Destiel!Stucky che mai leggerete.
Il titolo del capitolo/della ficlet è del tutto a caso ed è una citazione degli Smiths, no, non di Skin, grazie, sì.
Siete carichi? Siete fichi? E allora readyyy... gggooo!!!
Ciao.



Dipingimi distorto come un angelo anormale, che cade

 

1 – to die by your side...


Steve non guarda fuori dal finestrino.

Piove talmente violentemente da riuscire a vedere a malapena la strada che stanno percorrendo; nonostante questo, Bucky ingrana la terza con una sicurezza inquietante, come se avesse già guidato in situazioni simili o come se non gli importasse molto di riuscire a farlo o meno. “Smettila di agitarti, ragazzone, sei più al sicuro con me che con il leader senza macchia e senza paura.”

Ogni tanto gli scappa una risatina. Ogni tanto ingoia una pillola.

Steve lo fissa. Non può farne a meno. Ha i capelli lunghi e sporchi, poco curati, e la barba sfatta, ma profuma d’incenso e non sembra aver freddo nonostante non indossi niente sopra la camicia. Vorrebbe essere sorpreso da quanto lo faccia star male l’assenza del trench e la presenza del braccio di metallo. Vorrebbe essere compiaciuto da come Buck abbia acquisito un senso dell’umorismo.

L’unica cosa che vuole, però, è tornare a casa.

Quindi guarda avanti e pensa all’orgia. Pensa che vorrebbe chiedergli se ricorda di tutte le volte che ha desiderato per lui una fine migliore per un Angelo del signore. Se ha mai trovato l’album pieno zeppo di suoi ritratti. Se ha più parlato con Sam dall’ultima volta che l’ha visto o se anche fra di loro è stato impossibile tornare in contatto senza aver paura del futuro. Gli prudono gli occhi. Se li strofina. “Sei finito proprio in basso, amico.”

Buck ferma la macchina.

C’è qualcosa di feroce, nei suoi occhi, una volta che incontrano i suoi, lo stesso fuoco che anima quelli del Bucky del suo tempo. Ha paura di aver detto la cosa sbagliata, di essere lasciato per strada o, peggio, di dover viaggiare col se stesso del futuro, di vederlo realizzare di non voler più niente a che fare con qualsiasi versione nell’universo di Steve Rogers - di fare qualcosa di diverso dall’afferrarlo per il collo della maglia e avvicinarsi e premere le labbra contro le sue.

Ed è brutale, è violento, è disperato e lui lo afferra per le spalle e ricambia fino a che non sente i polmoni bruciare a causa della mancanza di ossigeno ed è costretto a riprendere il respiro.

“Non sono mai stato con un uomo,” mormora.

Bucky distoglie lo sguardo. La pioggia ha smesso di cadere e permette a Steve di rendersi conto che sono arrivati a Detroit. Poco distante da dove sono parcheggiati risuona uno sparo, qualche insulto e la portiera di una macchina che viene sbattuta.

“No,” conferma Buck. “Non ci sei mai stato.”

 

 

   
 
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