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Autore: Carol2000    15/06/2016    1 recensioni
Mi rivenne in mente Trent, quel ragazzo che mi aveva colpita come un dardo...come poteva un mortale avere un aspetto tanto sovrannaturale?
I maschi del regno più o meno si assomigliavano tutti ed erano terribilmente seri, caratteristica che non sopportavo.
Inoltre erano ligi alle regole, tutto l'opposto rispetto a me: io non mi sarei fatta nessun problema ad infrangerle, probabilmente ero più diabolica che angelica.
SPOILER: il finale potrebbe non essere quello che vi aspettate.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bridgette, Dawn, Gwen, Trent | Coppie: Bridgette/Geoff, Trent/Gwen
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Era una scena straziante vedere quella madre piangere, mentre stringeva al petto il corpo senza vita del bambino.
Una macchina lo aveva investito mentre attraversava la strada, strappandogli via la vita ancora nel fiore degli anni.
"Mamma, sono qui!"
Strillò una piccola sagoma dai capelli castani, ma nessuno poteva sentirlo o vederlo.
Mi avvicinai a lui lentamente e quando si accorse della mia presenza, inarcò un sopracciglio e mi guardò perplesso.
"Perché mia mamma piange?e perché tiene in braccio quel bambino?non mi vuole più bene?"
Sorrisi, poi scossi il capo.
"Ma certo che ti vuole bene, piccolo Andreas. Quello che sta stringendo sei proprio tu...anzi, il tuo corpo".
"Il mio corpo?"
"Esso si trova lì, mentre la tua anima è proprio qui accanto a me".
Rivolse un ultimo sguardo alla madre, poi posò di nuovo quegli occhi color miele su di me.
"Ora dobbiamo andare, vieni con me".
Lo presi per mano e rimase estasiato quando vide le mie grandi ali piumate, che partivano dalla colonna vertebrale.
"Ma tu sei un angelo!"
Esclamò.
"Certo, piccolo. Io ho il compito di raccogliere le anime buone e di portarle in paradiso".
Si voltò ancora una volta verso la madre.
"Ma la mia mamma capirà?"
Domandò con un tono triste.
"Ovviamente. Un giorno capirà".
Ci sollevammo in aria, mentre la brezza ci avvolgeva e un turbine di vento ci trasportò fino al regno.
Lo lasciai davanti al cancello dorato, mentre degli altri angeli lo accoglievano calorosamente.
Dei miei fratelli ero sempre stata la più attratta da mondo terreno: avrei passato anche delle ore ad osservarli vivere.
Li invidiavo e li odiavo al contempo, perché potevano percepire i gusti degli alimenti, sentire il vento gelido sulla loro pelle e il calore di una coperta, ma nonostante tutto non si rendevano nemmeno conto di quanto questo dono fosse prezioso.
Dalla mia nuvola li contemplavo e commentavo le loro azioni, sperando che scegliessero sempre la retta via.
Ogni tanto scendevo anche sul suolo e stavo a stretto contatto con loro, guardando le scene di vita quotidiana.
Erano in grado di utilizzare delle grandi scatole contenenti un motore, che essi chiamavano automobili.
Soprattutto con l'oscurità, amavo osservare il traffico cittadino incorniciato dagli alti palazzi e illuminato dai lampioni.
Un rumore di ali mi riportò alla realtà, risvegliandomi dai miei pensieri.
"Brava Gwen, l'ho sempre detto che ci sai fare con i bambini".
Tuttavia non mi sentivo felice, era sempre un'impresa ardua accompagnare un'anima al capolinea.
"Che hai, qualcosa non va?"
Mi chiese la ragazza dai capelli biondi.
"Nulla, Bridgette".
La giovane sospirò e si sedette accanto a me.
"È ancora per quella storia, vero?capisco perfettamente quello che intendi, ma non possiamo fare altrimenti.
Il nostro compito è condurre le anime in paradiso e non possiamo transigere, lo sai bene".
Mi girai verso di lei e mi scostai una ciocca dietro l'orecchio.
"Mi sento così diversa da tutti voi...io a volte vorrei tanto essere un'umana e provare quelle sensazioni, anche solo per un giorno".
Ella sospirò e poi diede uno sguardo a Toronto sotto i nostri piedi.
"Purtroppo questa è la nostra natura, non puoi opporti ad essa.
La nostra città degli angeli, in ogni caso, non ha nulla da invidiare alle metropoli terrestri".
Scossi la testa, era proprio questo ciò che loro non riuscivano a comprendere.
"Appunto, è tutto così perfetto...fin troppo per i miei gusti. Io cerco qualcosa che rompa la monotonia, che mi faccia uscire fuori dagli schemi!"
Bridgette roteò gli occhi.
"Perché non ti trovi un'anima gemella?qui è pieno di bei ragazzi...per esempio, che ne dici di Cody?"
Non risposi nemmeno a quella domanda, aprii le ali e planai verso il suolo, lontana da tutta quella monotona perfezione.
Ero diversa dagli altri persino fisicamente: avevo una carnagione esangue come quella dei demoni, occhi neri come la pece e capelli castani a caschetto.
Bridgette, invece, era un serafino insieme al suo fidanzato Geoff: i prototipi degli angeli biondi e con gli occhi chiari, come venivano di solito identificati dagli esseri umani.
Gli uomini...quanto avrei voluto essere una di loro.
 
SPAZIO AUTRICE
Sì, per l'introduzione ho preso ispirazione dal film city of angels, ma semplicemente per riuscire a presentare al meglio il personaggio senza aggiungere descrizioni monotone e noiose.
Gwen con i capelli castani...beh, nei prossimi capitoli capirete perché non sono verdi come al solito ;).
  
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