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Autore: ohfirstmarch    15/06/2016    0 recensioni
Questa è una storia FxF ispirata alla mia relazione con la mia ex ragazza.
Io sono Catia mentre la mia metà della storia avrà il nome Christin.
Ci saranno elementi tratti dalla realtà ma ci saranno delle modifiche, visto che la storia avrà un lieto fine a differenza della vera storia tra me e lei.
Vi auguro una buona lettura e spero vi piaccia.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Rimango seduta a terra sotto la finestra, immobile, senza dire nulla.
Completamente bloccata a fissare il vuoto.
La mia amica mi dice che Christin mi ha scritto che ne vuole un altro e che è fuori che mi aspetta ma le dico di non rispondere e di lasciarla perdere.
La povera Christin scrive alla mia compagna per sapere perché non rispondo e le dice che non sa che cosa mi prende e che non ho aperto bocca.
Allora insiste per farmi uscire e ormai alle strette mi tocca andare fuori da lei.
Me la ritrovo davanti appena sono fuori dalla classe e mi viene in contro per poi abbracciarmi.
Mi stringo a lei e respiro il suo profumo delizioso e poi ci scambiamo un paio di baci ma vede che ho qualcosa che non va, infatti mi chiede più volete che ho ma io le dico di lasciar perdere, che è meglio.
I suoi compagni mi fanno gran festa quando ci vedono insieme e lei per farmi distrarre mi porta sulle scale mi avvolge in un abbraccio e mi ripete la lezione.
Ma sappiamo entrambe che è solo una scusa per farmi restare con lei e io sono felice di rimanere al sicuro tra le sue braccia.
Come sempre ci tocca tornare in classe e ci diamo appuntamento per l’uscita.
Suona la campane che segna la fine delle ore e appena varco il portone me la ritrovo là ferma ad aspettarmi. Mi abbraccia, mi sorride e mi dice “oggi ti accompagno in macchina non si discute” e io decisamente in imbarazzo le dico “va bene, va bene”
E così ha fatto. Mi ha accompagnata alla macchina e prima di salutarci mi ha detto che mi avrebbe mandato un messaggio appena sarebbe tornata a casa.
Mentalmente anche se felice di questo gesto ero completamente fuori e in crisi.
Dovevo dirglielo perché se no sarebbe stato un disastro.
Lascio che la mia testa vaghi tra i vari pensieri e aspetto un suo messaggio.
Non tarda ad arrivare e subito mi chiede “che hai?” prendo fiato e le dico “ho una specie di problema.. che.. niente, non importa Christin mi passa da solo” ma lei continua ad insistere e così ormai alle strette le spiego il problema.
Le spiego che per via di alcuni ricordi di una determinata situazione ho dei momenti di blocco e che era complicato.
Non ha bisogno di sentire altro e mi dice che appena finiva dalla piscina dovevamo parlare.
Parlare.. non era decisamente il mio forte e poi di questo.. ho cercato di evitare ma lei ha insistito e l’appuntamento era per le nove all’otaku caffè.
Poi come se nulla fosse continuiamo a chiacchierare del più e del meno e ci scambiamo emoji di diti medi come se fossero cuori.
Perché lei odia i cuori, soprattutto quelli rossi che poi da singoli pulsano nella chat.
Alle sei mi dice che va in piscina e che alle nove puntuali ci saremmo viste.
Va bene. Dovevo affrontare la cosa, non avevo scelta e così aspetto le nove andando in giro per le vie della città.
Arrivata l’ora tanto agognata, lei spunta dall’entrata e dopo aver scrutato il locale e avermi trovata si dirige verso me, accenna un sorriso bello, uno di quelli che ti illuminano le giornate e poi si siede di fronte a me.
Ho ansia, sento il cuore in gola e mi limito solo a rimanere in silenzio.
A quel punto è lei a parlare, il suo viso cambia espressione, si contrae, è seria e la sua voce è profonda come non mai e mi chiede “chi è stato?” io abbasso lo sguardo e dico “mia.. madre..”
Dalle sue labbra esce come un ringhio e poi mi dice “è per questo che quando ti ho abbracciata la prima volta tremavi?” io mi limito ad annuire e poi dico con la voce che è un sussurro “io.. io dovevo dirlo prima, me ne rendo conto e so che è un peso enorme, credimi lo so e per questo non avrei voluto dire nulla ma so che mi capiterà di avere dei ricordi e di bloccarmi. Però me la cavo da sola, ti chiedo solo di.. no non voglio nulla, tutto qua.”
Dopo quelle parole il silenzio più totale ci avvolge e poi la vedo alzarsi e a quel punto il panico più totale si impossessa di me e le dico in lacrime con voce tremante “scusami.. mi spiace, avrei dovuto dirlo prima.. scusami” poi sento solo le sue braccia avvolgermi e le sue labbra lasciarmi dei baci sulle tempie ed è un secondo, scoppio a piangere.
Non volevo essere una vittima e comportarmi come tale ma in quel momento mi sentivo così in colpa, questo problema macchia tutto ciò che mi si avvicina e lei.. dio! io per lei non volevo questo, tutto questo schifo.
Così tra le lacrime le dico “Christin.. non voglio sporcarti con il mio schifo! Per favore, dovresti allontanarti, non devi sporcarti.” Lei sospira e facendomi girare nella sua direzione mi dice guardandomi negli occhi “sssh basta! Decido io se voglio sporcarmi o meno e io mi sporco volentieri, senza se e ma. Questa è la mia decisione  e basta!” e con lei non si discute se decide una cosa.
Sapevo che non avrebbe detto altro, perché non era necessario aggiungere altro e perché per lei andava bene così anche se.. se era difficile e complicato.
Sospiro e le lascio un bacio sul collo e mi stringo a lei sussurrando a mala pena un ‘grazie’ e lei gentilmente mi lascia un bacio sulla fronte e non dice altro.
Ci dobbiamo staccare e dobbiamo salutarci, perché si era fatto tardi e domani avevamo scuola, così a malincuore mi stringo a lei per l’ultima volta, le rubo un mezzo bacio a fior di labbra e poi ci separiamo.
L’indomani mattina ci diamo appuntamento al muretto, lei fuma la sua sigaretta mattutina e io adoro il suo odore misto a fumo, rende l’inizio della mattinata con una marcia in più.
Finalmente arriva sabato e alle 19.30 ci diamo appuntamento nel piazzale vicino il centro della città.
Lei è con i suoi migliori amici e io con una mia amica e una seconda ragazza.
Mi avvicino a lei e la saluto sulla guancia visto che mi porge questa e allora la mia amica mi dice “ma che fai non le dai un bacio?” io sbuffo e le dico “si, ma se mi porge la guancia che ci posso fare?” allora vedo Christin sorridere e mi fa segno di avvicinarmi e così ci scambiamo un breve bacio.
Poi mi siedo al suo fianco, mi lascio stringere e restiamo con le dita intrecciate.
Mi presenta i suoi amici e mi dice che hanno fumano e che quei due stanno fuori e io alzo gli occhi al cielo ridendomela, mentre la mia amica rimprovera Christin di avermi fatta uscire con la febbre e mi prendo anche i suoi rimproveri, ma non avrei mai rinunciato ad uscire con lei per nulla al mondo.
Ci mettiamo dietro il muretto della caserma e lei mi mette sulle sue gambe e mi stringe stretta a se nel tentativo di farmi da scudo dal vento, mi bacia le tempie e mi culla piano mentre i suoi amici dicono cavolate varie senza il minimo contenimento.
Lei mi chiede ogni tanto come sto e se sento freddo e in risposta le dico che sto bene anche perché sono con lei e questo le strappa un sorriso.
Mi ruba un bacio e poi si porta le mie mani nelle sue tasche dicendomi “sono congelate, tienile al caldo” io miagolo un lamento, tolgo le mani dalle sue tasche le intreccio alle sue e dico piano “si riscaldano tranquilla, sto bene così, sto alla grande anzi.”
Decidono che si doveva fare una passeggiata e così di mala voglia ci alziamo e andiamo camminando fino ad arrivare in un posto più appartato.
Si fanno due chiacchiere e il suo migliore amico si lagna per la fame chimica ogni tre minuti.
Noi due ci nascondiamo nella rientranza di un portone e ci scambiamo dei baci, senza approfondire troppo.
Però sa come farsi desiderare e farmi impazzire, perché mentre siamo strette in un abbraccio lei mi dice all’orecchio con la sua splendida voce grave e calda “suca baby*” e io come pongo tra le sue mani mi stringo alle sue spalle e ansimo senza controllo.
Lei ride per la mia reazione e io dopo solo un paio di minuti riesco a sussurrarle “Christin.. così va a finire male..” lei ride ancora e io in tutta risposta le riempio il collo di baci, alcuni sonori, altri silenziosi e ogni tanto le lascio una scia umica derivante da qualche leccatina.
A quel punto è lei a morire.
Ringhia e ansima senza controllo e in tutta risposta mi blocca i polsi e mi spinge alla parete di mattoni dandomi un bacio profondo che ricambio volentieri affamata di avere qualcosa in più.
Ma ahimè veniamo interrotti da mia cugina che con la sua voce stridula mi chiama “catiaaa!” il mio sangue si gela e impallidisco completamente, Christin si sposta e mia cugina mi abbraccia e io sono nauseata da quel contatto, perché con lei le cose non vanno mai a finire bene.
Ci stacchiamo dopo un tempo che sembra infinito e mi dice “ma chi.. è? State insieme?” io prendo fiato per un secondo e dico “ehm non proprio, ni, poi ti spiego appena ci vediamo” e a quel punto interviene Christin che dopo avermi presa per mano e abbracciata dice “si, quasi. Io sono Christin.”
Volevo morire. Credo proprio di essere morta e ho nascosto il viso nell’incavo del suo collo protestando per la sua risposta e lei se la rideva accarezzandomi la schiena.
Mi sono dovuta risvegliare dal mio rifugio perché ho presentato a mia cugina le mie due amiche e gli amici di Christin  e ho pregato tutti gli dei dell’universo perché quella mocciosa ficcanaso se ne andasse alla svelta lasciandomi e lasciandoci in pace.
Credo che per la prima volta le entità superiori mi hanno ascoltata e dopo una decina di minuti lei se ne è andata lasciandoci in santissima pace, peccato però che anche Christin e io ci dovevamo dividere per andare a cena.
Ci scambiamo un paio di baci e poi mi sussurra “se poi non ti senti bene, visto che già tremi come una foglia, va a casa non preoccuparti.” Io sospiro con il broncio e dico “va bene, vediamo se mi riprendo okay? Ti faccio sapere.” E poi ci dividiamo.
Dopo una cena con alcuni ragazzi, visto che non mi sentivo per niente bene e fuori pioveva e faceva freddissimo ho scritto a Christin che sarei andata a casa e lei subito mi ha detto che sarebbe passata per salutarmi e vedere come stavo.
E anche se diluviava ed era senza ombrello, nel giro di dieci minuti lei era davanti il locale ad aspettarmi.
Era fradicia completamente ma con il sorriso stampato sul viso e pronta ad accogliermi tra le sue braccia e riscaldarmi.
Mi ha dato diversi baci e mi cullava piano dicendomi “non fare mai più una pazzia del genere piccola, stai malissimo ora.” Io le sorrido, le do un bacio a fior di labbra e dico “sto bene, sto  bene tranquilla.” E poi è ora di andare.
Mi scrive quasi immediatamente e mi chiede se sono già a letto e quanto è alta la mia febbre e dopo un quarto grado mi dice con un audio “piccola vuoi stare con me?”
Erano le dieci e ventidue e io a voce tremante dico “si, si Christin voglio stare con te.” E a quel punto lei e i suoi amici si sono messi a festeggiare alla grande con video assurdi e audio anche peggio e io rido felice come non mai.
Il lunedì a scuola siamo super appiccicate e in astinenza e mentre c’è ricreazione ci baciamo con foga e alla fine tutte e due veniamo mandate in presidenza con un bell’ammonimento.
Gente troppo bigotta che si scandalizza però finge di essere al passo con i tempi, è assurdo e imbarazzante. Mi vergogno per loro, ma poiché hanno il potere mi tocca abbassare la testa e obbedire al richiamo senza fiatare.
Ci saremmo dovute nascondere d’ora in avanti, non avevamo nessuna scelta.
Entrambe abbattute saltiamo la quarta ora e rimaniamo abbracciate in silenzio sulle scale.
Eravamo deluse e amareggiate, perché era come se nel nostro modo di essere e dalle nostre preferenze sessuali  pendesse sulle nostre teste una colpa.
Come se stessimo uccidendo qualcuno, e forse lo stavamo facendo, stavamo uccidendo noi stesse ma non avevamo scelta.
Quindi come una specie di accordo silenzioso da quel momento avremmo abbassato il tiro e ci saremo rintanate nella sua classe durante le ricreazioni.
Seguendo questo piano le settimane passarono lisce, nessun richiamo o robe strane e noi tutto sommato ci potevamo ritenere soddisfatte di noi stesse.
Passano due settimane dove le cose vanno alla grande.
Siamo complici, tenere quanto basta e in armonia se così si può dire con il mondo esterno.
Così colgo la palla al balzo e chiedo a Christin se questo sabato vuole venire a casa mia per vedere un film. Lei accetta di buon grado, forse capendo le mie intenzioni ed entrambe attendiamo il sabato con ansia.
* è un modo di dire tipico della mia zona che vuol dire in italiano 'succhia baby' e sappiamo tutti cosa, ma detto da lei era molto ironico visto le nostre preferenze.
 
ciao a tutti, eccomi con il secondo capito! 
Spero che il precedente vi sia piaciuto e vi avviso, in questo invece ho cambiato degli eventi, anche perchè molte cose tra me e lei nella vera storia sono andate ben diversamente.
e' vero che mi ha accompagnata in macchina e che quel sabato ci siamo messe insieme e che è stato tutto molto dolce, ma da lì in poi tutto è andato a rotoli, ma non vi voglio annoiare più di tanto.
per sapere come procederà aspettate il capitolo successivo.
comunque, vi do tanti bacini e spero che vi sia piaciuto quanto il primo, se vi va fatemi sapere che ne pensare! ^^ 
grazie a tutti voi che leggete, Catia.

 
  
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