Provai a rilassarmi e a cercare, inutilmente, di calmare il respiro, ma più provavo e più facevo fatica a respirare.
«Non ci riesco... non ci riesco.» iniziai a ripetere, portandomi le mani alla testa a causa dell'emicrania che mi stava martellando il cervello.
«Kenma, guardami.» disse Akaashi. Mi prese la testa e puntò i suoi occhi grigi nei miei. «Dannazione, Kenma. Guardami!» mi ordinò, prima di poggiare le sue labbra sulle mie.