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Autore: cranberriesky    16/06/2016    3 recensioni
« Cos'hai in mano? »
« Questa? Era nel tuo cassetto. »
« Malfoy... Mettila giù... Attentamente, non ruotare la clessidra... » mentre diceva queste parole, Hermione si avvicinò a lui, sfiorandogli la mano che precariamente teneva il prezioso oggetto.
« Non toccarmi, mezzosang... »
Una luce abbagliante, poi una sensazione simile a quella della smaterializzazione.
I due caddero a terra, svenuti, la Giratempo distrutta a un metro di distanza.
Cap. II
Per una serie di sfortunati eventi, Draco Malfoy ed Hermione Granger si ritrovano catapultati nel passato e, per non finire nei guai con la comunità magica, sono costretti a trascorrere un anno di vita come semplici babbani.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con | Contesto: Da VI libro alternativo
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Lost in consequences
CAPITOLO XVI



Entrando in casa, Hermione e Draco non si preoccuparono dell’acqua che gocciolava sul pavimento. La mano di Hermione teneva stretta quella di Draco, conducendolo per le scale verso il piano superiore. Entrambi si sedettero sul letto di Hermione. Dopo quel bacio, ancora non era stata detta una parola. Draco scostò una ciocca di capelli dal viso infreddolito di Hermione, guardandola con affetto come se dovesse prendersi cura di lei.
« Forse dovremmo asciugarci. » sussurrò lei sorridendo « I miei rientreranno fra poco. »
Draco non disse nulla, si limitò a guardarla sorridendo, le sue mani ancora intrecciate a quelle di lei.
Con riluttanza, Hermione si alzò lentamente.
« Ti porto un asciugamano, io invece mi faccio una doccia veloce. » disse uscendo dalla stanza.
« Posso farla con te? » disse con fare malizioso Draco.
Quando lei fu di ritorno con l’asciugamano, non poté trattenersi dal mordersi il labbro.
« Aspettami qui. » disse allontanandosi di nuovo.
 
Rimasto solo nella stanza, Draco inizio ad asciugarsi alla meglio, poi si buttò sul letto incredulo. Tutto quello che era successo negli ultimi dieci minuti gli sembrava surreale, impossibile. Il cuore gli batteva all’impazzata, mentre una morsa gli attanagliava lo stomaco. Si sentiva felice, impaurito, angosciato, di nuovo felice. Il turbinio di emozioni non lo abbandonò finché Hermione fu di ritorno, avvolta in un asciugamano, i capelli bagnati messi di lato.
« Sei bellissima. »
Hermione alzò le sopracciglia; sebbene lusingata, non si sarebbe mai aspettata un Draco così sentimentale.
« Se vuoi, puoi farti una doccia anche tu. Ti presterò i soliti vestiti babbani di mio padre. »
« Ai tuoi non darà fastidio? »
« Che prendi i vestiti di mio padre? »
« Che faccio parte della tua vita. »
Hermione si arrestò di colpo, guardandolo con la bocca leggermene aperta.
« Che intendi? »
« Non vorrai cacciarmi di nuovo. »
« Io… Credo che tu possa restare per cena. »
« Speravo in qualcosa di più. »
« Mi inventerò qualcosa… Ti ricordo che i miei pensano che tu li odi. Che tu odi tutti i babbani o nati babbani. »
« Non resisteranno al mio fascino. » disse Draco alzandosi dal letto e raggiungendo Hermione.
Davanti a lei, arrossita in volto, la tirò verso di sé. Imbarazzata, Hermione si scostò.
« Scusa. »
In quel momento, un rumore dal piano di sotto destò l’attenzione dei due.
« I miei! Presto, vai in bagno, io devo vestirmi, prima che… »
« Ho capito, Granger, ho capito, vado. » disse Draco spintonato da una Hermione presa dal panico.
 
Quando Draco uscì dal bagno, trovò sul letto ad aspettarlo un paio di jeans e una t-shirt del Tottenham. Rivestitosi, Draco scese silenziosamente al piano di sotto, tentando di origliare la discussione in corso fra Hermione e i suoi. Contrariamente a quanto si aspettava, in salotto e in cucina regnava il silenzio. Dalle scale poteva vedere Hermione seduta sul divano, concentrata a fissare un punto nel vuoto.
« Psst! » Draco cercò di attirare la sua attenzione. Hermione lo guardò, facendogli segno di scendere. Al piano di sotto sembrava non esserci altri che lei.
« I tuoi? »
« Sono usciti… Gli ho detto che avevamo un ospite, volevano stupirti con del cibo indiano. »
« Quindi l’hanno presa bene. »
« Non ho specificato chi fosse l’ospite. » sorrise incerta Hermione.
Draco si sedette accanto a lei. « Andrà tutto bene. Se hanno cresciuto te, non potranno essere tanto diversi, no? »
« Già. »
« I miei invece… Se sapessero di te… Sì, mi diserederebbero. »
« Non voglio crearti problemi, Draco. »
« Nessun problema. » Draco le afferrò una mano. La sua pelle morbida gli era in qualche modo mancata.
 
I signori Granger rientrarono poco dopo, facendosi strada verso la cucina senza accorgersi della presenza dei due sul divano. Alzandosi e portando Draco con sé, Hermione raggiunse i genitori. « Mamma, papà. Questo è Draco. »
Prima che i due potessero ribattere, Draco si avventò su di loro, stringendo forte la mano del signor Granger.
« È un vero piacere! »
« Quel Draco? » disse Jane, guardando stralunata il biondo Serpeverde.
« Draco Malfoy, signora, molto piacere. » disse lui stringendole la mano.
Dopo pochi secondi d’imbarazzante silenzio, il signor Granger si rivolse a Hermione.
« Tesoro, possiamo parlare un secondo? »
« Papà, non ce n’è bisogno. I trascorsi tra me e Draco si sono risolti, siamo amici ora. E lui ha bisogno del mio aiuto. Beh, del nostro aiuto. I suoi lo hanno cacciato di casa per aver espresso approvazione nei confronti dei babba… Ehm, della gente non magica. Si tratta solo di qualche giorno, presto torneremo ad Hogwarts. »
I genitori di Hermione si scambiarono uno sguardo d’intesa, poi annuirono all’unisono.
« E va bene. Ci fidiamo di te, tesoro. » disse Jane sorridendo prima a Hermione, poi a Draco.
Facendogli segno di accomodarsi, Draco si sedette a tavola.
« Allora, Draco. » disse il signor Granger distribuendo le porzioni di pollo al curry « Tifi il Tottenham anche tu! »
« Io… »
« Sappi che quella maglietta ha influenzato il mio giudizio. » continuò strizzando un occhio.
« Già… Forse Totem! »
«Tottenham! Forza Tottenham! » continuò Hermione sovrastando l’errore di Draco.
« Spero ti piaccia l’indiano, caro. » Jane s’intromise nella conversazione.
« Non l’ho mai provato. I nostri elfi cucinano solo piatti inglesi. »
« Elfi? » rispose curiosa Jane.
« Elfi domestici. Fanno di tutto in casa: cucinano, lavano, stirano, spolverano… »
« Quello che Draco vuole dire… » lo interruppe Hermione « è che i suoi sfruttano questi elfi, ma lui si è opposto anche a questa barbarie. Vero, Draco? »
« Vero, sì. Che barbarie! » rispose Draco ridacchiando fra sé. Guardando lo sguardo minaccioso di Hermione, si ricompose.
« È delizioso, signora Granger. »
« Sono contenta ti piaccia. » rispose lei.
« Sai papà, Draco gioca a Quidditch. Magari, una volta posso portarti a vedere una partita. » disse Hermione.
« Sono sicuro che mi piacerebbe. Che ruolo ricopri, Draco? »
« Cercatore. »
« Come Harry! »
« Già… Potter. »
« Chi vuole dell’insalata?! » urlò Hermione.
 
Finita la cena, Hermione rimase stupita nel vedere Draco offrirsi di lavare i piatti. In quei sette mesi era diventato un’altra persona, e nella consapevolezza di essere stata la causa del suo cambiamento gongolò in silenzio.
« Draco, la camera degli ospiti è già pronta. » disse Jane.
« Grazie, signora Granger. Con permesso, oggi ho viaggiato a lungo e sono un po’ stanco. »
« Hermione, puoi accompagnarlo tu? »
« Certo, mamma. »
 
La camera degli ospiti si trovava esattamente davanti a quella di Hermione. Il letto queen-size occupava gran parte della stanza, lasciando spazio solo a un tavolino con una pianta grassa appoggiata sopra.
« Allora » disse Hermione sedendosi sul letto « Non è andata così male. »
« No, infatti. Mi piacciono i tuoi. »
« Credo che tu piaccia a loro. » rispose sorridendo.
« Mi hai presentato come un tuo amico, però. »
« Non è quello che siamo? »
« Dimmelo tu. »
« Draco, io... È successo tutto così in fretta. Ho bisogno di un po’ di tempo per elaborare la cosa, ok? »
Prendendole delicatamente il mento, Draco tirò Hermione verso di sé, dandole un leggero bacio.
« Spero che questo ti aiuti ad elaborare. Buona notte, Hermione. »
« Buona notte. »
 
Uscita dalla stanza, Hermione si poggiò contro il muro del corridoio, toccandosi ripetutamente le labbra non più abituate a ricevere dei baci. Poi, scese di sotto ad augurare la buona notte ai suoi.
« Mamma, papà, grazie per aver capito. »
« Nessun problema. » rispose Jane.
« Hermione, Draco mi piace… » continuò il padre « Ma rivoglio la mia maglietta. »
Hermione scoppiò a ridere, e suoi fecero lo stesso.
Tornata in camera sua, sul letto trovò i vestiti ancora fradici di Draco. Li prese e li spostò, soffermandosi sulla sua iconica camicia bianca, che da bagnata sapeva ancora di più di lui. Quella notte fece più fatica del solito ad addormentarsi. Draco Malfoy, quel Draco Malfoy, giocava a fare l’innamorato e questa cosa la rendeva nervosa. Non capiva se fosse solo un passatempo, se tornati ad Hogwarts sarebbe tornato alla sua solita vita, o c’era qualcosa di più. Quello che rimaneva certo, era la prospettiva di altri cinque mesi insieme. Cinque mesi in cui sarebbe potuto capitare di tutto.
In preda a questi pensieri, ormai a notte inoltrata, Hermione sentì bussare alla sua porta. Non volendo svegliare i suoi, si alzò sulle punte dei piedi, e andò ad aprire. Draco se ne stava lì in piedi, in un assurdo pigiama di flanella rosso.
« C’è un ragno. » sussurrò. Hermione lo fece entrare.
« Un ragno? »
« Sì, un ragno. »
« Shhh… E come te ne sei accorto? »
« Non riuscivo a dormire, fissavo il soffitto. Poi l’ho visto. Mi stava guardando. »
« Draco… »
« Non posso tornare là dentro. »
« Lo sai chi aveva paura dei ragni? Ron Weasley. »
« Io non ho paura, sono disgustato! »
« Ok, allora… Puoi dormire sul divano. »
« Pensavo di poter rimanere qui. »
« Draco… »
« Ho la schiena delicata. »
« E va bene, ok. Ma domani mattina presto torni di là. Se i miei ci trovano insieme potrebbero cambiare idea su di te. E su di me. »
Draco l’abbracciò di scatto, poi si buttò sul letto. Hermione lo seguì, un po’ meno entusiasta.
« Buona notte. » disse lei.
« Buona notte. »
Girata dalla parte opposta rispetto a Draco, Hermione allungò la mano alla ricerca della sua. Senza dire altro si addormentarono così, schiena contro schiena, le mani legate indissolubilmente. 
  
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