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Autore: Dragasi    17/06/2016    0 recensioni
Una vita da Tiefling.
Una vita dannata, una vita a metà.
La ricerca di uno scopo. La battaglia per la libertà.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Johan
Nascosto. 
Tutta la mia vita finora è stata nascosta, e non è che ora migliori.
Nato a causa di una maledizione, che almeno ha avuto il buon gusto di darmi un gemello, sono stato nascosto dai miei genitori. Certo, un figlio con un occhio rosso e per di più con un pentacolo nell’iride non si manda in cortile a giocare con gli altri bambini. Per anni il mio unico compagno di giochi e di avventure è stato mio fratello, Rin. 
Poi è stato peggio. 
Con la crescita di corna e coda, caratterizzandoci definitivamente come Tiefling, ci è stata preclusa ogni possibilità di avere un'infanzia normale. O meglio, ci è stata preclusa una famiglia. Buttati in strada come fossimo spazzatura ci siamo abbassati a vivere di carità. 
Non l'ho accettato. 
Non potevo sopportare l'idea di dipendere da altri. Io bastavo per me e per mio fratello. 
 
Fu così che ebbe inizio. 
Il giorno non mi è mai piaciuto, troppa luce fastidiosa, troppa gente piena di sé, troppi sguardi disgustati o pieni di pietà, che, poi, sono la stessa cosa per me. Troppo. La parola che meglio descrive il giorno è "troppo". 
La notte, invece…
La notte è calma, rassicurante. Di notte la gente comune dorme, è indifesa. All'inizio mi limitavo a frugare nelle dispense per trovare un po' di cibo. Lo facevo per sopravvivere, per farci sopravvivere. Poi una notte, la sicurezza acquisita mi giocò un brutto scherzo. Forse non prestai troppa attenzione ai rumori del pavimento, forse il padrone di casa, un macellaio umano sulla cinquantina, aveva il sonno leggero, tant'è che mi sorprese, come si suol dire, con le mani nel sacco. 
Agii d'istinto. 
Non potevo permettermi che le guardie mi arrestassero o peggio, data la mia particolare natura. Chi avrebbe badato a mio fratello? Chi si sarebbe preoccupato della sua sopravvivenza? 
Senza accorgermene, quasi fossi stato predestinato ad essere quel che divenni, afferrai uno dei suoi coltelli sul tavolo. Con movimenti veloci e precisi mi avvicinai a lui dal basso e conficcai il coltello di piatto nel suo fianco. Avvertii la sensazione della lama che penetra dolcemente nel tessuto molle della carne, e, sorpreso, constatai che la sensazione era piuttosto piacevole. Dal rosso acceso del sangue che punteggiò il pavimento intuii che la ferita doveva essere mortale. Purtroppo le grida di dolore dell'uomo richiamarono comunque delle attenzioni e dovetti dileguarmi senza neanche prendere la refurtiva. 
 
                                                                       ~  ~  ~
 
Mi fidavo di mio fratello.
Aveva il dono di percepire le intenzioni della gente. Una volta ci ha salvati da una vita di schiavitù. Intuiva quando dovevamo fuggire e quando invece potevamo accettare il pane che ci offrivano.
Qualche giorno dopo la mia silente iniziazione dei simpatici "preti", o quel che erano, ci trovarono nel nostro rifugio, una catapecchia abbandonata ai margini della città. Guardando verso Rin capii che non avevano cattive intenzioni, anzi, sembravano abbastanza convinti che i soprusi che avevamo finora vissuti fossero ingiusti e che tutte le creature devono poter essere libere. 
Per quanto fossi d'accordo con i loro discorsi, non mi infiammavano come facevano con mio fratello! Li ascoltava come se fossero Dio sceso in terra, e forse per lui lo erano davvero. 
Grazie a loro, però, potemmo abbandonare la nostra squallida abitazione e andammo a vivere nella loro congregazione. Non che non mi divertissi, anzi! Grazie a loro ho scoperto l'inebriante dolcezza dell'alcol e, grazie a qualche donzella che non mi ripugnava, anche i piaceri della carne. In fondo, se mascherato in modo appropriato, potevo anche risultare gradevole. Un giovane moro con l’occhio azzurro, non era così male! Ma quella vita, che tanto amava mio fratello, non si addiceva a me. Non dopo aver assaporato il potere di togliere la vita... 
 
Una notte lo vidi. 
Era la "cosa" più veloce e più silenziosa che avessi mai visto. Correva sui tetti e non produceva il minimo rumore. Io, che grazie ai miei occhi privilegiati, mi vantavo di vedere tutto di notte, facevo fatica a seguirlo con lo sguardo e lo persi. 
Fu una folgorazione. 
Dovevo ritrovarlo. 
Dovevo ritrovarlo e pregarlo di addestrarmi per diventare come lui. 
Così iniziarono gli appostamenti. Notte dopo notte, settimana dopo settimana. Ero ossessionato. Dopo un mese di attesa la mia pazienza venne ripagata. 
Lo vidi e scattai. 
Fu un inseguimento estenuante. Saltammo da un tetto all’altro come fossimo gatti e ci infilammo nei ripidi vicoli che caratterizzano la mia città come fossimo topi, senza mai essere notati. Spesso lo perdevo di vista ed ero costretto a fermarmi, scoprii che la vista non era tutto. Lo raggiunsi che era quasi mattina e finalmente capii. 
Era un ninja. 
Fu difficile convincerlo della mia volontà a far parte della gilda, ma so essere molto persuasivo quando voglio. 
Al mio arrivo alla fortezza scoprii che il mio "accompagnatore" era un allievo ninja, ecco perché ero riuscito non solo a inseguirlo, ma anche a convincerlo. Per la prima volta nella mia vita ringraziai quel Dio di mio fratello per la fortuna che avevo avuto.

Angolino di Dragasi
Ed in questo capitolo conoscete per davvero Johan, giovane Tiefling che, anche se non lo dà molto a vedere, vuole bene a suo fratello. Spero che vi stiate divertendo con questa raccolta, la raccolta delle nostre avventure.
Come al solito se avete domande mandatemi pure un messaggio e vi risponderò il prima possibile.
   
 
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