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Autore: Mia addams    17/06/2016    1 recensioni
Harry, Ron ed Hermione abbandonano la scuola per partire alla ricerca degli Horcrux... ma la storia non finisce con la loro partenza, la storia continua con la rivoluzione di Ginny, Neville e Luna, con la rifondazione dell'Esercito di Silente, con un nuovo malvoluto Preside, con i fratelli Carrow nel corpo insegnanti, con una nuova Hogwarts, spaventosa, oscura... un'altra Hogwarts.
Genere: Avventura, Dark, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Un colpo per Alecto.



Il mattino successivo fu un miracolo entrare in Sala Grande per la colazione: i Carrow avevano bloccato interamente il passaggio e sbraitavano contro Gazza e contro l'intero creato cercando in tutti i modi di far scomparire a colpi di bacchetta la grossa scritta rossa comparsa improvvisamente durante la notte. Ovviamente, solo i due fratelli non erano a conoscenza che le scritte di vernice non andavano via con la magia e gli studenti che ne avevano fatto ricordo grazie all'avvenimento della Camera dei Segreti non erano stati così gentili da avvertirli. Gazza, alla fine e dopo un gran bel trambusto, fu costretto a stare tutta la mattinata con la spugnetta impregnata di Solvente Magico di Nonna Acetonella a strofinare sulle scritte su ordine dei Carrow, che avevano rinunciato a mandarle via con la magia e si chiedevano, piuttosto, chi fosse il colpevole della scritta e chi fosse quel famigerato Esercito di Silente.
« Geniali. Geniali! » aveva sussurrato Seamus a colazione, totalmente scatenato. Neville fece un gran sorriso compiaciuto all'amico, consapevole di aver avuto un'idea davvero brillante. « Io mi arruolo, ovviamente. Quando si comincia? »
« Bell'idea, ragazzi, ma l'avete proprio fatta grossa. » disse Calì turbata, con la spilla di Caposcuola appuntata sulla tunica.
« Sentite come urlano! » proferì Lavanda, guardando l'ingresso dove fratello e sorella litigavano a voce alta e sbraitavano contro Gazza e Mrs Purr come delle bestie; alcuni studenti che passavano accanto a loro stettero bene attenti ad accelerare il passo. « Gli insegnanti stanno guardando in questa direzione... sanno cos'è l'Esercito di Silente, anche Severus Piton lo sa, immagineranno siamo stati noi a combinare quel casino. Non mi stupirei se Piton ci ordinasse di far sparire immediatamente quelle scritte al posto di Gazza. »
« Gli insegnanti non ci denunceranno mai, Lavanda. » ribatté Seamus convinto, tentando di rassicurarla. « Vi ricordo che non dobbiamo ribellarci a questo regime per puro divertimento. »
Lavanda si fece tutta paonazza per l'accusa e, a braccetto con Calì, corse via dalla tavolata Grifondoro.
« Cosa ho detto di male? » chiese Seamus, impacciato.
« Niente, Seamus, siamo solo tutti un pochino nervosi per questo nuovo anno: le tensioni a casa, le tensioni qui a scuola. Non penso che loro ritengano inutile ribellarsi ma hanno ragione: Piton sa che ci siamo dietro noi, è un rischio che abbiamo deciso di correre. » intervenne Ginny, realista. « Basta che vai a parlarle, tranquillo. »
« Sì, penso funzioni così... » disse Neville perplesso, mentre Seamus si alzava e percorreva la direzione percorsa dalle due ragazze in tutta fretta. « Comunque, conosco Calì e Lavanda: si arruoleranno di sicuro, soprattutto quando vedranno di che pasta sono fatti quei due Carrow. »
« Sì, ne sono certa. » annuì la ragazza, osservando i suoi cereali affondare nella sua ciotola di latte e dando un colpetto alla ciotola col cucchiaio. « Deve essere una bella soddisfazione essere scelti come Caposcuola, vero? Calì e Seamus potranno essere davvero utili all'ES grazie alle loro ronde, non dovrebbero affatto sottovalutare questo aspetto nella ribellione. »
« Sono d'accordo. » convenne Neville. « Luna mi ha detto che alcuni Corvonero hanno aderito questa mattina presto e... guarda, ci sta salutando. »
I due ragazzi risposero al saluto della loro amica e capirono subito che non poteva spostarsi dal suo tavolo o sarebbe apparso incredibilmente sospetto agli occhi dei Carrow, che in quel momento avevano cominciato a vigilare la Sala Grande, fissando con circospezione ogni studente che si trovava sotto il loro naso.
« Anche secondo te gli insegnanti non ci denunceranno? » chiese Neville, fissando intensamente il tavolo degli insegnanti in fondo alla sala. Si scoprì che i loro occhi erano puntati sul tavolo dei Grifondoro, e pareva proprio nel loro punto.
« Seamus ha ragione, non lo faranno. » rispose lei immediatamente, e il pensiero del contrario le fece girare disgustosamente lo stomaco. « I Carrow ce la farebbero pagare cara. Gli insegnanti sono rimasti ad Hogwarts come responsabili della nostra sicurezza, l'hanno fatto per noi, non potrebbero mai denunciarci. Piton potrebbe cantare... ma penso non si trovi qui a scuola. Da ieri, a pensarci bene... »
« Dove potrebbe essere? » chiese Neville, a bassissima voce. « A compiere qualche assassinio in giro? »
Ginny fece spallucce: probabilmente era come diceva l'amico. Ci stava appunto pensando quando Michael Corner, passando con i suoi amici per uscire dalla Sala Grande, le aveva fatto l'occhiolino e aveva alzato una mano in segno di saluto, distraendola dalle sue supposizioni su Severus Piton.




Quando Ginny fece il suo ingresso nell'aula di Babbanologia, quella stessa mattina, scoprì che i Serpeverde erano al completo e sembravano la stessero aspettando. Non appena la videro esplosero in così sciocche risatine di scherno che Mary MacDonald, seduta da sola in fondo all'aula, inarcò le sopracciglia e borbottò qualcosa sottovoce. Ginny, con uno sguardo minaccioso ai Serpeverde, che avevano cominciato a fare battutine perfide su di lei e sul suo amato, si sedette accanto alla nuova ragazza, evitando gli occhi concentrati di Astoria Greengrass.
« Cosa hanno da ridere? » chiese la MacDonald, accennando ai Serpeverde con una smorfia disgustata.
« Cercano rogne. » rispose l'altra irritata, posando la sua cartella a terra e sbuffando.
« Ma... »
La porta si aprì con un colpo secco interrompendo l'indignazione della MacDonald e Alecto Carrow fece il suo ingresso in classe. Sembrava piuttosto pimpante e con l'aria di chi avrebbe fatto passare i più grossi guai di tutta l'esistenza agli studenti, cosa che la ragazza non potette fare a meno di notare.
« Quando suona la campanella voglio vedervi tutti in classe, non sparsi per i corridoi. » disse Alecto acidamente, richiamando all'ordine un paio di ritardatari che avevano fatto il loro timido ingresso dietro di lei. « Esigo ordine, disciplina e rispetto! Se dico una cosa, siete obbligati ad obbedirmi. Siamo intesi? »
Nella classe risuonarono affermazioni di assenso; i ritardatari mormorarono le loro scuse.
« Benissimo. » Alecto si mise dietro alla cattedra, guardandoli tutti con ferocia mentre apriva un registro: sembrava stesse ispezionandoli uno ad uno. « Come ben sapete, Babbanologia è diventata una materia obbligatoria per tutti. Chi ha già seguito i corsi in passato deve ben sapere che lo studio di questa materia quest'anno sarà totalmente diverso da quello a cui siete abituati. »
Molti assunsero delle espressioni perplesse.
« Dunque, il motivo per cui questa materia è diventata obbligatoria è uno: il caos al Ministero. » disse Alecto, godendosi l'effetto delle sue parole e guardando i ragazzi del sesto anno come si aspettasse di venire contraddetta. « Quest'anno c'è stata davvero parecchia confusione al Ministero della Magia e si ritiene che molti Nati Babbani abbiano rubato la magia ad un mago, cosa assolutamente miserabile. Impareremo da questo momento a studiare il loro vile comportamento e i vari affronti che abbiamo subito noi maghi col sangue puro da parte dei Babbani. »
Ginny si sentì immediatamente il sangue al cervello, non riusciva a spiegarsi neanche lontanamente una scelta del genere: come era possibile che quell'anno una materia che aveva sempre imbeccato il rispetto verso i Babbani sarebbe stata incentrata sull'insegnamento dell'odio nei loro confronti?
« Siamo sicuri che noi maghi abbiamo subito degli affronti da parte dei Babbani? » chiese la ragazza, con tutta l'audacia che avesse in corpo. Tutte le teste dei compagni di classe si voltarono verso di lei e Alecto strinse le labbra, puntandole addosso gli occhietti acquosi. Compiaciuta dell'effetto ottenuto, insistette: « Non mi pare esista nessun espediente che faccia sì che qualcuno rubi la magia. »
« Gli studenti alzano la mano quando vogliono parlare nella mia classe! » aveva sbottato la donna, balzando in piedi. « E tu chi sei? »
« Weasley, professoressa, e non credo che i Babbani abbiano rubato la nostra magia. »
Alecto rimase per un attimo a contemplarla come se non sapesse da dove cominciare, poi sorrise in maniera fin troppo affabile. « Davvero? » chiese, con voce apparentemente calma. « Beh, non mi sorprende che molti di voi non sappiano la verità. Quei disgustosi Babbani hanno realmente fatto del male a persone dal sangue puro come noi e voi dovete saperlo, io sono qui per questo. Bene, proseguiamo la lezione! E non voglio interruzioni durante la mia ora. »
Ginny era semplicemente troppo sconvolta per continuare a replicare.
« L'insegnamento di questa materia è stato preoccupantemente confuso dagli altri insegnanti, che invece di mettere in guardia gli studenti, si accingevano a spiegare gli usi e i costumi dei Babbani e il modo in cui noi maghi avremmo potuto convivere con loro. O magari accoppiarci. » ci tenne ad incalzare Alecto, nel silenzio tombale che era calato in classe dopo l'intervento della ragazza. « Che cosa vomitevole, vero? » si volse verso Harper, che annuì e rise di gusto.
I Serperverde esplosero in altre risatine; i Grifondoro si scambiarono sguardi a dir poco allibiti.
« Cominciamo con l'appello. » disse Alecto, scoprendo i denti ingialliti.
L'appello proseguì in modo tranquillo e successivamente la nuova professoressa distribuì alla classe delle piccole schede da compilare. Schede che avevano tutta l'aria di non essere delle schede vere e proprie, piuttosto un test per constatare la mentalità dei suoi studenti in modo da manipolarla meglio o, in caso di opposizione, annientarla totalmente.
« Avete trenta minuti. Cominciate. » proferì Alecto, controllando l'orologio con un sorrisino malefico.
Ginny fece un gran respiro mentre si apprestava a compilare la sua scheda, che comprendeva una parte personale e una parte che riguardava la materia, il tutto reso in modo particolarmente contorto. Riferimenti a stati di sangue e insulti contro Babbani e Nati Babbani non mancavano di certo tra quelle righe. Inutile dire che la ragazza non avrebbe mai e poi mai compilato seriamente quella viscida scheda...
E sapeva che ne avrebbe subito le conseguenze.
Quando Alecto finì di appellare tutte le schede e ci dava uno sguardo commentando, talvolta con stizza e talvolta soddisfatta, i ragazzi restavano all'erta e si guardavano tutti, sussurrando ansiosi cose come: « che cosa hai scritto alla numero sei? » oppure: « tu avevi fatto Babbanologia prima di adesso? » o ancora: « ma alla settima domanda dovevamo scrivere di non volere i Nati Babbani qui ad Hogwarts? ».
« È orribile questo test. » aveva sussurrato la MacDonald, dopo un paio di minuti.
Ginny annuì, mestamente. « Lo penso anch'io, e penso anche che questo sia nulla rispetto a ciò che ci attende. »
« Mi hai colpito moltissimo, Harper, complimenti. » stava dicendo Alecto, ridacchiando.
« Grazie, professoressa. I miei genitori hanno parlato sempre bene di lei e suo fratello. » rispose Harper in fretta, entrando nella fase di adulazione.
Alecto fece un cenno d'intesa col Serpeverde. « Bene, passiamo alla prossima scheda. »
Ginny rimase impaziente in attesa di nuovi sviluppi, conscia del fatto che restavano solamente pochissime schede e che ben presto sarebbe toccato a lei. Si sentiva di tanto in tanto gli occhi della classe posati addosso e qualche Serpeverde le fece addirittura un brutto gestaccio con il dito medio mentre Astoria Greengrass, seduta accanto ad un taciturno compagno, pareva in preda ad una crisi di panico.
« Che cosa diavolo vuol dire questa scheda?! »
L'urlo di Alecto fece trasalire l'intera classe e la Grifondoro rimase di sasso, come pietrificata, consapevole al cento per cento di cosa stava per accadere. La professoressa fece uno scatto fulmineo verso Ginny, sovrastandola minacciosamente con la scheda tra le mani tremanti e tozze, mentre la fissava con i suoi occhietti minuscoli e orribili impregnati di disprezzo.
« Volevi fare la spiritosa consegnandomi la scheda in questo modo? » la rabbia aveva colto in pieno la Carrow, che fu meno abile di prima a nasconderla. « Che diavolo significa che hai il sangue AB positivo? Rispondimi immediatamente! »
In altre occasioni la ragazza avrebbe riso ma in quel momento era piuttosto seria, senza neanche sforzarsi. Prendersi gioco così sfacciatamente di Alecto Carrow poteva essere stato anche divertente ma appariva come una mossa alquanto azzardata, impulsiva.
« Allora? » insistette la donna, quasi sbattendole la scheda in faccia. « Come sarebbe a dire che non comprendi le domande, che non sai chi sono i Sanguesporco e che il matrimonio tra maghi e Babbani non sarebbe abominio? Volevi fare la spiritosa con me, prenderti gioco di me?! Rispondimi immediatamente, Weasley! »
« No. » rispose la ragazza tranquillamente, mentre gli occhi Astoria si spostavano da lei ad Alecto con estremo spavento.
« Ma davvero? » Alecto ci tenne a sottolineare l'odio in ogni parola che pronunciava mentre i suoi occhi mandavano lampi. « I Weasley sono l'imbarazzo dei Purosangue, non potevo aspettarmi niente di meglio dalla figlia di un idiota che lavora nel reparto più pidocchioso del Ministero... il reparto dei Babbani! » aggiunse, facendo una grossa risata folle e incendiando la sua scheda con un colpo di bacchetta.
« Non si azzardi a parlare così della mia famiglia! » esclamò Ginny irritata, balzando in piedi per tenerle testa.
« E tu non ti azzardare mai a usare questo tono spavaldo con me! » urlò la professoressa, sovrastando il suono della campanella e facendo un passo verso la ragazza. Nella classe non si sentiva volare una mosca; nessuno osava alzarsi dalla sedia per uscire dalla classe e andare alla lezione successiva; i Serperverde erano eccitati come non mai e sussurravano concitati tra di loro.
« Babbanofila che non sei altro! Dovevano impedire anche te di venire ad Hogwarts! »
Molti trattennero il respiro quando Alecto colpì la ragazza in pieno volto. Mary MacDonald, accanto a lei, era semplicemente sconvolta e probabilmente si chiedeva il motivo per cui molti insegnanti e molti studenti in quella scuola si comportavano in quel modo così assurdo; Astoria aveva la bocca spalancata dall'orrore, così come tutti i Grifondoro, e i Serpeverde stavano cominciando a ridacchiare in modo spropositato.
Ginny, dal suo canto, non si mosse; il suo viso era diventato bollente.
« Bel colpo alla Babbana, professoressa Carrow. »
Un secondo di freddo silenzio.
I Serpeverde avevano smesso di ridere, tutti si accorsero che la ragazza si era spinta troppo oltre, così come se ne era accorta lei un secondo prima che Alecto strillasse e affondasse la mano nella sua veste per estrarre la bacchetta, procurandole un taglio profondo sul viso, nello stesso punto in cui l'aveva colpita con una mano.
« COME HAI OSATO, LURIDA BABBANOFILA! »
Il taglio sulla guancia sanguinava così copiosamente che alcune gocce finirono sui libri di testo della MacDonald, che aveva estratto in tutta fretta la bacchetta. Alecto, accorgendosene, la fece volare via con un rapidissimo colpo: sembrava fuori controllo. Dopo qualche secondo, Ginny sentì un certo movimento e sott'occhio vide alcuni Grifondoro in piedi per affrontare la loro insegnante, tra cui Ritchie Coote e i fratelli Jones.
« Non osate intervenire. » aveva minacciato Selwyn, puntando la sua bacchetta contro i Grifondoro.
« Levati dai piedi. » aveva intimato Christopher, affrontando il ragazzo con audacia.
« Non osare, Jones, o sei morto. » minacciò Harper, avvicinandosi alla banda Grifondoro.
« Babbanofila! » continuava ad urlare Alecto, come impazzita. I suoi occhi erano fuori dalle orbite e sputava saliva dappertutto, in preda ad un attacco isterico. « Sei solamente una lurida ragazzina! IL SIGNORE OSCURO SARÀ BEN FELICE DI SCHIACCIARE TE E LA TUA FAMIGLIA DI PEZZENTI COME MOSCERINI! »
Improvvisamente, ci fu una vibrazione alla porta: qualcuno stava cercando di forzarla per entrare.
« Apra, Alecto! Apra questa porta! »
La voce disperata della professoressa McGranitt stava risuonando nell'aula. Alecto spinse via con un gesto secco Ginny, ancora in piedi a tentare di mettere fine ai fiotti di sangue che le fuoriuscivano dalla guancia, e con un feroce colpo di bacchetta aprì la porta, provocando alla McGranitt un sussulto, così come a tutti gli studenti dietro di lei che aspettavano il cambio per entrare in quell'aula.
« Sentivo delle urla... » aveva sussurrato la McGranitt, e i suoi occhi spaventati incrociarono quelli di Ginny e si posarono sul profondo squarcio che la ragazza esibiva sulla guancia. La professoressa era sbiancata visibilmente e fu con gambe tremanti che corse in soccorso della sua studentessa. « Oh, santo cielo, professoressa Carrow! È assolutamente proibito violenze fisiche ai miei studenti, come ha potuto? Mi pareva di averlo detto sia a lei che a suo frat... »
« Non mi interessa quello che dice lei! » riprese Alecto furibonda, pulendosi il sudore dalla fronte con un gesto rozzo. « Ha osato accusarmi di essere una Sanguesporco, questa feccia umana! »
« Non è andata proprio in questo modo, professoressa. » contraddisse Ginny, beccandosi l'occhiataccia della McGranitt; gli studenti fuori dall'aula si coprirono la bocca con le mani, alcuni si limitarono a fissarla intensamente.
« Questo non mi sembra un buon motivo per attaccare gli studenti, professoressa Carrow. »
« Andate via, voi! Immediatamente! » aveva strillato Alecto, e gli studenti sulla soglia della porta, che stavano quasi facendo a botte per vedere cosa accadeva all'interno della classe, defilarono immediatamente via, disperdendosi nel corridoio e sussurrando tra di loro. « E tu, vieni con me! Si levi, Minerva McGranitt, devo punirla come si deve! »
Alecto spinse la ragazza fuori l'aula costringendola a muoversi, nonostante lei tentasse di scrollarsi di dosso la donna. La McGranitt cominciò a protestare a gran voce ma non ci fu modo di fermare Alecto Carrow: sembrava veramente scossa e furiosa, paragonarla ad una Babbana doveva averla scioccata. Le due furono inseguite dalla voce tormentata della McGranitt fin quando non sparirono dietro ad un arazzo rosso e dorato, arrivando a destinazione: la statua di pietra di guardia all'ex ufficio di Silente riconobbe Alecto e fece una specie di cenno.
Alecto scoprì l'avambraccio, mostrando il Marchio Nero che fungeva come parola d'ordine.
« Ecco fatto, stupido colosso di pietra! Adesso spostati! » aveva sbraitato a gran voce, mentre la statua si lasciava scorrere per lasciarle passare. « Qui dentro non verranno insegnanti idioti in tuo soccorso, quella vecchia balorda della McGranitt non si farà venire le ulcere per difenderti e tu subirai una punizione come si deve. Oh sì... vedrai... »
Ginny tentò di divincolarsi dalla presa della donna ma sapeva di non avere scampo: era molto più debole rispetto ad Alecto, dotata di una corporatura tarchiata e massiccia, e non avrebbe mai potuto scappare e nascondersi; inoltre, non era abile quanto quella Mangiamorte che, con un colpo di bacchetta, avrebbe potuto farla secca. Mentre salivano la scalinata, la ragazza si disse che non le importava di essere punita. Reagire aveva dato a tutti una speranza, i suoi compagni di classe non avevano esitato a tenere testa alla loro professoressa e addirittura la nuovissima studentessa aveva estratto la bacchetta. Era quello il suo obiettivo fin dall'inizio: da sola non avrebbe potuto combattere, le serviva un Esercito.
Alecto Carrow spalancò la porta del vecchio ufficio di Silente e sussultò rumorosamente.
« Severus! » esordì, sorpresa quanto la ragazza di trovare Severus Piton in ufficio. « Non sapevo che... »
« Alecto. » ribatté Piton seccato, mentre con uno svolazzo del mantello si sedeva dietro alla scrivania di legno appartenuta ad Albus Silente, il solito volto inespressivo. « Un contrattempo. Tu, piuttosto... che cosa ci fai qui? Ti avevo ordinato di non entrare mai qui dentro se non per un'emergenza, e non mi pare che questa sia un'emergenza. »
Ginny non aveva affatto badato a quello che Piton aveva detto: era meravigliata dalla stanza. L'uomo, stranamente, non aveva imposto il suo carattere cupo alla stanza ma essa si presentava esattamente come Silente l'aveva lasciata: splendente, stravagante, colorata da un mucchio di libri, strani attrezzi. I ritratti si accorsero che la ragazza stava osservando il tutto a bocca aperta e fissarono Severus Piton, sussurrando tra di loro e passando da quadro a quadro; il ritratto di Silente sedeva tranquillo sul suo trono e la osservava con uno strano sorrisino.
Per quale motivo il riquadro dell'uomo che Piton aveva ucciso si trovava in quell'ufficio?
« Minerva McGranitt ha tentato di ostacolare la punizione di questa ragazza! » insistette Alecto, viscidamente sottomessa a Piton, in tono quasi di scuse. « Ha osato paragonarmi ad una Babbana, Severus. Sono venuta qui per punirla, era l'unico luogo più vicino a cui potevo accedere! »
Severus Piton la stava squadrando con uno strano sguardo.
« Capisco. » disse, con voce spenta. « Provvedo io a lei. »
Alecto non se lo fece dire due volte e uscì di fretta e furia dalla stanza, facendo un piccolo sorrisetto prima di uscire. Ginny sentì un lieve panico percorrerle tutto il corpo quando la porta si chiuse dietro le spalle della donna e delle domande le sorsero spontanee. Che cosa le avrebbe fatto Severus Piton? Se era stato capace di uccidere Albus Silente, il più grande mago di tutti i tempi, come avrebbe fatto una ragazzina di appena sedici anni a difendersi da lui? Si accorse di sudare per l'agitazione, ma riuscì a mantenere il contatto visivo con l'uomo, che non sembrava toglierle i suoi nerissimi occhi di dosso.
« Sai, non mi aspettavo niente di meno da te, Weasley. » disse in tono soave Severus Piton, alzandosi dalla sedia dietro alla cattedra. Il suo volto era pallido, i capelli sempre untuosi. « Proprio come i tuoi fratelli, proprio come il tuo presunto grande amore... » ogni parola che pronunciava aveva un'enfasi diversa, ma il suo tono non cambiava. « Ribellarti non ti servirà a niente, non farà tornare indietro da te l'amore della tua vita. »
« Io non ho fatto un bel niente. » sibilò la ragazza, risentita. « Alecto Carrow mi ha dato uno schiaffo e io ho reagito. »
« Si vede che... » Piton si era avvicinato a lei. « qualcosa dovevi pur aver fatto. »
La ragazza fece per replicare ma, improvvisamente, un luccichio l'aveva abbagliata e si sporse oltre la spalla di Piton per guardare: era stata la spada di Godric Grifondoro ad accecarla, aveva attirato la sua attenzione con un bagliore. Si trovava alla sua sinistra nella teca accanto alla scrivania del Preside, lucente alla luce del tramonto...

« Per quale motivo siete inclusi anche tu e mio fratello nel testamento di Silente? »
« Non saprei. Ha lasciato a Ron un Deluminatore, a me un libro per bambini e... un semplice boccino d'oro. Strano, vero? »
« Non ha lasciato nient'altro? »
« No... niente... »


Non ci poteva credere, qualcosa sembrava morirle in gola. La spada di Godric Grifondoro era lì nell'ufficio di Severus Piton, immacolata, ancora perfettamente tempestata di rubini sull'elsa, inutilizzata e in attesa. In attesa che qualcuno la restituisse...

« Silente ti ha lasciato qualcos'altro, Potter: la spada di Godric Grifondoro. »
Ginny si irrigidì ancora di più, immobile sulle scale e con gli occhi ancora gonfi di lacrime amare.
« E dov'è? »
« Purtroppo, Silente non aveva la facoltà di donare quell'arma.
Come importante manufatto storico essa appartiene... »
« A Harry! L'ha scelto, lui l'ha trovata, gliel'ha consegnata il Cappello Parlante. »


Quella spada non serviva a Piton, non apparteneva a lui, Silente l'aveva lasciata ai ragazzi per la missione: l'aveva origliato durante una loro conversazione col Ministro prima del matrimonio di Bill, e sapeva che il Ministero aveva rifiutato di consegnarla. Solo in quel momento capiva il motivo per cui l'intero testamento di Silente non poteva essere rilasciato: era stato Piton.
In un veloce attimo, non più veloce di un battito di ciglia, la ragazza capì che quella non sarebbe stata l'ultima volta che sarebbe entrata nell'ufficio del Preside: avrebbe fatto di tutto pur di recuperare quella spada.
Le parve addirittura che il ritratto di Silente le avesse fatto l'occhiolino.
« Sei un'impertinente molto fortunata. » disse Piton, ignorando il suo improvviso stupore e voltandole le spalle con un altro svolazzo del mantello nero come la pece. « Ho parecchie cose da fare al momento, a differenza di molti il mio tempo è limitato e prezioso. Meglio se sparisci in fretta. »
Ginny non se lo fece dire due volte. Con un ultimo sguardo alla teca dove si trovava la spada di Godric Grifondoro e senza avere la minima voglia di guardare Severus Piton di nuovo negli occhi, uscì in fretta dall'ufficio di Silente, meditando su cosa avesse di tanto importante da fare Piton per non darle una punizione o per non fargliela pagare cara.
Qualcosa non quadrava...




« ... e mi ha lasciata andare, capite? Mi ha lasciata andare! A che gioco sta giocando? »
« Probabilmente il suo Signore gli ha chiesto di fare qualcosa di importante e non poteva perdere tempo con te. » rispose Neville, scrollando le spalle come se fosse ovvio. Si servì un secondo piatto di cotolette e ci diede dentro, la bocca piena tanto quanto l'aveva suo fratello Ron durante i pasti. « Ah, e la tua ribellione con Alecto ha fatto il giro della scuola, ovviamente. »
« Come la violenza che hai subito. » disse Luna, fissandole la ferita in modo intenso, esattamente come aveva fatto l'intera scuola spiandola nei corridoi e in quel momento, durante la cena. « Io il lunedì ho Rune Antiche con i Corvonero e i Tassorosso, ma il resto dei giorni frequenteremo le lezioni insieme, fortunatamente. »
« Domani ho la mia prima lezione con entrambi i Carrow. » ci tenne ad informare Neville, con un sorrisino beffardo. « Io e Seamus non ne usciremo vivi, mi sa. »
« Noi abbiamo lezione di Arti Oscure insieme, Gin. Domani. »
« Non chiamarla così, Luna! » aveva sbottato Neville, ficcandosi con malagrazia un boccone in bocca. « Mi metti i brividi... »
« È così che si chiama, ormai. »
Ginny annuì mentre controllava il suo riflesso nel cucchiaio, focalizzandosi sul taglio sulla guancia. « Penso che Amycus Carrow sia ancor meno tollerante della sorella. » disse in un sussurro la ragazza, evitando di alludere al fatto che lo stesso uomo ce l'aveva messa tutta per ucciderla l'anno precedente. « Ma tornando a Piton... vi rendete conto che ha lasciato andar via uno studente indenne dal suo ufficio? »
« Aspetta un attimo. » Neville aveva increspato la fronte, lasciando perdere le sue occupazioni col cibo. « Stai dicendo che Piton ha fatto il buono? »
« No! » esclamò Ginny frettolosamente, chiaramente offesa dall'accusa dell'amico nei suoi confronti. Alcuni studenti vicini trasalirono a causa di quell'improvvisa esclamazione, ma nessuno dei tre amici ci fece molto caso. « Sto solo dicendo che trovo strano mi abbia lasciata andare così... anche se aveva di meglio da fare, Neville, sì. »
« E da quando in qua ti interessa il comportamento di Piton? »
« Da quando non l'ha punita, immagino. » venne in aiuto Luna, in maniera piuttosto semplice. Bevve un sorso di tea e si pulì le labbra col dorso della mano. « Comunque, sono d'accordo con Neville, non ti arrovellare. Sappiamo tutti di cos'è capace quell'uomo, non ti avrebbe mai lasciata andare se avesse avuto tempo a sua disposizione. Adesso dobbiamo concentrarci su cose più concrete! »
Ginny rimase qualche secondo in silenzio, poi annuì freneticamente mentre finiva la sua cena e allontanava il piatto con un gesto brusco: si era appena ricordata di una cosa di vitale importanza. « La spada di Godric Grifondoro! Come ho potuto dimenticarmene? » esordì, in un sussurro roco appena accennato.
Neville lasciò andare la sua forchetta con un tintinnio mentre Luna le puntava addosso i grossi occhioni spalancati, entrambi colpiti da quell'improvvisa affermazione.
« La spada di Grifondoro? » fece Neville perplesso, fissando l'amica come se avesse appena preso un colpo in testa.
Ginny fece cenno ai due di seguirla fuori e tutti e tre si affrettarono a lasciare la Sala Grande colma di studenti e di orecchie curiose che non si sarebbero di certo lasciate scappare un particolare del genere. Neville seguiva con sguardo interrogativo e timoroso l'amica che marciava impettita per i corridoi e Luna trotterellava al loro fianco, tranquilla come se stesse facendo un giretto spensierato per il castello.
« C'è una cosa molto importante che devo dirvi. » annunciò la ragazza, una volta che furono lontanissimi dal luogo della cena. Controllò che non ci fosse nessuno a portata di orecchie, guardando gli amici con estrema serietà. « Poco prima del matrimonio di mio fratello, ci ha fatto visita il Ministro. »
« Rufus Scrimgeour? » chiese Neville, interessato.
« Sì. »
Luna trattenne il respiro. « Il vampiro? »
« Sì... aspetta, cosa? »
« Non lo sapevi? Te lo dissi l'anno scorso! Mio padre scrisse un articolo su di lui, poi il Ministero ha dovuto bocciarlo siccome... »
« Cosa voleva il Ministro? » si inserì Neville mentre Luna, per nulla offesa dalla violenta interruzione, ritornava partecipe della vera conversazione.
« Ha parlato con i ragazzi, erano in salotto e io scendendo le scale ho udito tutta la loro conversazione. Silente prima di morire ha lasciato loro la spada di Grifondoro nel suo testamento ma il Ministero ha rifiutato di consegnarla. Adesso ce l'ha Piton, nell'ufficio di Silente. L'ho vista quando ci sono stata... »
Neville e Luna si scambiarono un'occhiata.
« Cosa devono fare con quella spada? » chiese Neville, sconcertato.
« Forse ha qualche potere speciale. » rispose Luna, seriamente.
« Harry ha ucciso il Basilisco con quella spada, ragazzi, ricordate? Deve essere impregnata di un potere a noi sconosciuto! » ci tenne a specificare Ginny, ricordando fin troppo bene il momento in cui gli occhi verdi del ragazzo scintillavano alla luce dell'argentea spada di Grifondoro.
« E Silente lo sapeva. » disse Neville, come illuminandosi.
« Naturalmente! Per questo l'ha lasciata nel testamento, no? Forse pensava che un manufatto del genere potesse aiutare i tre a sopravvivere nella loro missione! » fece eco Luna, felicemente. « Beh, cosa stiamo aspettando? Abbiamo anche noi una missione, adesso: recuperare la spada di Grifondoro! »
« Giusto. » convenne subito Neville, facendo un gran sorriso alle amiche. « Dobbiamo recuperarla a tutti i costi. Io sono pronto! »
Ginny sorrise di rimando, l'espressione più combattiva di sempre. « Nell'ufficio di Silente. Domani notte. »




« Ti piace la Torre Corvonero, Arnold? »
Luna fece una carezza alla Puffola della sua amica e le diede un paio di piccoli vermicelli da mangiare. Arnold apprezzava particolarmente i vermicelli e esordì con un puurrrr molto vivace.
« Non eri mai stato qui, vero? »
« Puurrr. » rispose Arnold, saltando sulla spalla di Luna in cerca di coccole.
« Mio padre dice che voi Puffole cantate a Natale... me la farai sentire una canzoncina tra tre mesi? »
« Puuuuurrrrrr. »
« Hem hem! »
Un colpetto di tosse fece voltare Luna, che si era distratta a parlottare con la Puffola dell'amica e non aveva occhi per nient'altro. Si rese conto di trovarsi di fronte a Michael Corner, per la seconda volta da quando avevano verniciato la parete. Quella mattina lui e i suoi due fedeli amici l'avevano fermata prima della colazione, nella Torre, per dirle che volevano assolutamente far parte dell'Esercito di Silente e che non aspettavano altro che sabotare il regime di Severus Piton.
Luna sorrise, piuttosto contenta di rivedere il ragazzo.
« Oh, ciao, Michael. Dimmi pure! »
« Ciao, senti... sai per caso quando si terranno le lezioni con l'ES? » chiese sottovoce il ragazzo, coprendosi il lato destro della bocca con una mano. « Sai, non vedo l'ora di cominciare e anche i miei amici non vedono l'ora. »
« Non lo sappiamo ancora, Michael, stiamo ancora reclutando. » rispose Luna, serena. « Ti mancano le lezioni con l'ES o qualcuno in particolare? »
« Mi mancano le lezioni, chiaramente. » disse Michael, velocemente. « Beh, tienimi informato, Luna, ci conto. D'accordo? »
« D'accordo, Michael, buonanotte! » cinguettò Luna, accarezzando la Puffola e guardando Michael Corner che saliva in fretta le scale del dormitorio maschile come se fosse inseguito da qualcosa. « Hai una padroncina davvero carina, Arnold, vero? »

   
 
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