Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: dramy96123    19/06/2016    5 recensioni
SOULMATES!AU -
“Cosa dice il tuo tatuaggio?” chiede poi. Non dovrebbe chiederlo lui. E’ il primo a nasconderlo, e lo sa. Per questo, affronta lo sguardo di Yoongi con un’espressione completamente vuota, assente.
Il ragazzo rimane a guardarlo, per un po’, gli occhi socchiusi. Poi distoglie lo sguardo
“Non lo guardo da così tanto che me ne sono scordato. L’ho fasciato anche io.”
Ma tutti sanno che mente. Nessuno si scorda delle ultime parole della tua anima gemella.
Oltre che sulla tua pelle, sono impresse nella mente.
Ti amavo. Ti meritavi molto di più. Per questo…
Tae torna ad appoggiarsi a Jungkook, afferrandogli la mano senza pensarci.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
 
“Ciao! Tu sei Min Yoongi del quarto piano, vero? Io sono Taehyung, abito al terzo! Spero faremo amic…” Min Yoongi, capelli biondi e sguardo omicida, gli aveva semplicemente voltato le spalle, cominciando a salire le scale. E Tae aveva sbattuto le palpebre, confuso. Poi , con un ghigno “Faremo amicizia che tu lo voglia o no, Quarto Piano!” aveva urlato, e Yoongi aveva quasi fatto cadere la busta della spesa dallo spavento.
-Taetae, amico, sono qui, va tutto bene, sono qui, Taehyung. –
Jiminie?
Doveva capire, doveva capire – Che senso aveva Min Yoongi nella sua vita, che senso aveva la sua vita senza il suo Jungkookie, mi stai parlando, mi stai chiedendo qualcosa, non posso risponderti adesso, Jiminie, sono impegnato, scusa.
 
Jimin era stato chiamato da uno dei vicini di casa di Taehyung. Avevano preso il cellulare del ragazzo e cercato il primo nome in rubrica. Quando si erano accorti che il primo nome in rubrica apparteneva al ragazzo moro steso a terra - pieno di sangue, ma cosa gli hanno fatto? – avevano chiamato lui. Gli avevano detto che Kim Taehyung, il suo migliore amico, il suo stupido allegro sole sceso in terra migliore amico aveva urlato sino a rovinarsi le corde vocali, e che era rimasto a stringere  - Min Yoongi? Non Jungkook? – convulsamente sino a che non erano arrivate le luci blu. 
Non aveva opposto resistenza, quando avevano portato via i corpi. Aveva lo sguardo assente, quasi distratto, era rimasto seduto lì come una bambola di pezza, le mani che a volte stringevano l’orlo della maglietta.
Quando Jimin era arrivato, Jungkook e Yoongi non c’erano più. C’era solo Taehyung, in piedi, lo sguardo fisso verso la strada. E allora Jimin lo aveva abbracciato, e aveva sentito sangue e sudore colpirgli le narici, e la sua mano era scesa ad afferrare il polso del suo amico. La fascia di cuoio era sparita.
 
 
“Buongiorno, Yoongi Hyung!”
Yoongi gli aveva sbattuto la porta in faccia.
La risata attutita di Taehyung era comunque arrivata alle sue orecchie.
“Yoongi Hyung, per favore, apri! Ho finito lo zucchero!”
Due minuti, poi la porta si era aperta. Min Yoongi aveva i capelli rossi spettinati e uno sguardo decisamente pericoloso stampato in faccia. Gli aveva lanciato tra le braccia un pacco di zucchero e aveva richiuso la porta prima che Tae potesse dire un’altra parola.
Di nuovo la risata di Taehyung, che saltellava come un bambino e continuava a ringraziare, poi i passi attutiti del ragazzo che scendeva le scale correndo.
“Jungkookie, non indovinerai mai! Yoongi Hyung è proprio una persona meravigliosa!”  
 
Jimin non aveva perso un secondo. Mentre già si dirigeva verso casa di Tae aveva chiamato sia Namjoon che Hoseok Hyung. Ora Namjoon, Jin ed Hoseok si trovano seduti attorno a Taehyung, sul divano. Jimin gli stringe il polso del tatuaggio, tanto forte che le nocche sono diventate bianche.
- Taehyung. Taehyung, ehi, dimmi che è successo. – Hoseok parla con voce bassa, per non farla tremare. Già al telefono con Jimin aveva cominciato a piangere, ma non sembra avere intenzione di farlo davanti a Taehyung. Tae comunque non si muove di un millimetro. Lo sguardo assente non si sposta dal muro. Jin gli accarezza i capelli, aggiustandogli le ciocche spettinate. Jimin gli ha pulito il viso dal sangue rappreso, ma i capelli sono annodati, umidi, sporchi, e coprono gli occhi di Tae.
- Taetae, cosa è accaduto oggi? –
Ancora nessuna risposta. E’ Namjoon che gli prende le mani, che hanno uno scatto. Le dita si chiudono e si riaprono lentamente.  
Stai ancora accarezzando la testa del tuo Jungkookie, vero?
- Tae, cosa ci faceva Yoongi Hyung lì? – chiede sussurrando.
E allora il ragazzo incontra il suo sguardo. E a Namjoon fa quasi paura, perché non c’è niente di Kim Taehyung in quegli occhi. Quasi paura, la sensazione dura troppo poco, perché poi comincia a parlare, e le sue parole non sono i suoi occhi. Le sue parole sono tremanti, concitate, e– si è rovinato la sua bella voce – Namjoon sente l’angoscia colpirlo come un pugno.
- Non era mio. Jungkookie, lui non lo era. Le sue parole, lui mi ha chiesto se lo avrei mai perdonato, mi ha chiesto “Mi perdonerai?” e io gli ho risposto, gliel’ho detto che non posso perdonarlo perché è morto e non è mio. Non lo è mai stato. Yoongi Hyung credeva di non meritarmi e poi io avevo Jungkook e quindi lui non ha mai detto niente e odiava le anime gemelle perché non ne voleva una. E quando gli ho detto le mie parole lui sorrideva perché aveva capito, lui aveva capito che io ero suo. Yoongi Hyung sorrideva, hai visto com’erano belli i suoi capelli, ieri sera? Credo avesse capito che mi piacevano le cose colorate. Forse no, non lo so, non posso chiederglielo. – la voce bassa di Taehyung è diventata piano un borbottio indistinto. Gli occhi di Namjoon si sono fatti più grandi, la stretta di Jimin più forte. 
 
“Buongiorno, Yoongi Hyung!”
“Sono le sette fottute del mattino, Taehyung.”
Queste erano state le prime parole che Tae aveva udito da Yoongi, e, ah, aveva sentito la gloria della vittoria passargli in corpo come una scarica elettrica. Il sorriso trionfante che gli aveva rivolto avrebbe spento il sole, aveva pensato Yoongi, i capelli castani spettinati e un’espressione decisamente infastidita in volto.
“Sto andando a lezione, ma stavo pensando di darti il buongiorno! Ogni giorno! Magari così parlerai di più con me. Se dobbiamo diventare amici, la comunicazione è fondamentale, Yoongi Hyung.”
A queste parole Yoongi si era voltato, lasciando la porta aperta. Tae aveva fatto per entrare, ma era stato letteralmente congelato da un’occhiata del più grande. Era tornato dopo pochi secondi.
“Tieni.”
“Un regalo? Cos’è? Cos’è?”
“Sonniferi. Usali ogni volta che vorrai venire a salutarmi.”
E ancora una volta, Taehyung si era ritrovato la porta in faccia.
Yoongi lo aveva sentito scendere le scale due gradini alla volta, ridendo.
Taehyung era entrato in casa quasi lanciandosi dall’ultimo gradino, ed era stato accolto da un Jungkook confuso. Al vedere il suo ragazzo sorridere anche lui aveva riso, afferrandolo per fargli riprendere l’equilibrio.  
“Jungkookie, Yoongi Hyung mi ha parlato! E’ la prima volta in due mesi! Si sta arrendendo al mio fascino, ne sono convinto!” e Jungkook aveva semplicemente riso, attirandolo a se’ e baciandolo sulle labbra, le mani appoggiate mollemente sui  fianchi dell’altro. Gli aveva concesso un altro sorriso divertito, poi, mentre Taehyung gli spettinava i capelli ridendo.
 
 
Perché mi importava così tanto che mi parlasse?
Taehyung continua a guardare Namjoon, ha parlato senza capire bene cosa dire, non è neanche sicuro che Namjoon Hyung sia ancora lì, Jiminie ancora gli stringe la mano? Non lo sa.
- … era Min Yoongi? – un brivido. Tae si riscuote.
- Yoongi Hyung?  – l’hai visto, è qui? – Hai detto Yoongi Hyung? –
Hoseok annuisce lentamente. – Stai dicendo che la tua anima gemella era Min Yoongi? –ripete.
Min Yoongi era l’altra metà del mio tatuaggio, e sai il bello? Non mi amava perché eravamo anime gemelle,
mi amava tanto da odiare il suo. Perché io avevo Jungkook, e lui avrebbe avuto qualcuno che non ero io.
Taehyung  torna a guardare la parete.  
Jungkook – No, Jimin, Jimin, è Jimin – gli stringe la mano, incoraggiandolo a rispondere.
- Yoongi … - comincia, ma si blocca. Riprova – Yoongi -  riprova dire il suo nome. – Yoongi - Prova ancora. – Yoongi, Min Yoongi, Yoongi Hyung, torna qui, ti prego, devo parlarti, abbiamo avuto così poco tempo,  poi c’è stato solo asfalto e sangue e i tuoi capelli menta sul mio viso, dai, Yoongi Hyung,  non chiudermi di nuovo la porta in faccia, cinque minuti, tre minuti, trenta secondi ancora, uno solo, ti prego – non riesce a dire nulla.
Non può più parlare.
 
“Yoongi Hyung! Guarda!”  Si erano incontrati per caso sotto casa, e Taehyung senza dar retta a nessuna delle proteste di Yoongi, lo aveva trascinato alla gelateria all’angolo. Lo aveva costretto a sedersi ad un tavolino e stava tornando con due coni gelato enormi.
Mentre Yoongi era già pronto a sciorinargli una frase sarcastica abbastanza pungente da impedire a se stesso di rispondere a quel sorriso, Taehyung era inciampato. Un cono gelato gli era finito sui capelli, l’altro sui pantaloni di Yoongi.
Tae si era alzato piuttosto goffamente e aveva tossito, evitando lo sguardo del vicino. “Sai, per quella cosa degli amici per forza… guarda, Yoongi Hyung, credo di aver recepito il messaggio, non uccider… “
E poi c’era stata la risata di Yoongi.
E Taehyung si era unito a quella risata, perché era la prima volta che vedeva Yoongi Hyung sorridere.
 
 
Taehyung la sente adesso, quella risata. Vorrebbe girarsi, vedere dov’è Yoongi, ma è tanto, tanto stanco.
- Va bene, va bene così, Taetae. – dice Jin, prendendolo fra le braccia e facendolo alzare. Jimin lo lascia e  Taehyung guarda in basso.
Ti amavo. Meritavi molto di più. Per questo…
Mi perdonerai?
No. Ti prego. Ti prego. Non abbandonarmi anche tu. Non lasciarmi solo.
No, mai.
Jin e Jimin lo portano in camera da letto. Lo fanno sdraiare, gli accarezzano i capelli. Jin ha gli occhi lucidi.
Jimin singhiozza. Taehyung  ha lo sguardo fisso verso il soffitto.
Quando tornano nella sala, trovano Hoseok e Namjoon nella stessa posizione di prima. Hoseok è raggomitolato sul divano, continua a tirare su col naso, cercando di trattenersi. Namjoon ha lo sguardo rivolto a terra, gli occhi asciutti.
- Non si riprenderà mai. – dice Jin, a bassa voce, asciugandosi gli occhi. E’ l’unico, insieme a Namjoon, che sta mantenendo la compostezza. Deve farlo per Jiminie, Hoseok e Tae. E deve farlo per Jungkook e Yoongi, che non sopporterebbero mai così tante lacrime.
“Femminucce.”
“Ha ragione lo Hyung, non è la fine del mondo.”
“Siete diventati ancora più brutti.”
Lo vede ancora, Jungkookie con le gambe accavallate sul divano e i popcorn. Avevano detto così quando avevano visto quel film insieme, e tutti avevano pianto. Loro no. Loro non piangono mai.
Loro sorridono, scuotono la testa, fanno una battuta
- dovresti vedere come stanno messi gli altri –
Sono fatti così. Non piangono.
Quindi Jin fa come loro. Ritrova la calma.
Abbraccia Hoseok, guarda lui e Jimin negli occhi, e parla a voce bassa, tranquillizzante. Se ne occuperà lui, lui e Namjoon. Rimarranno loro qui, per questa notte, per Tae. Voi due dovete andare a casa, e domani parleremo meglio e capiremo cosa fare per Taehyung. E cosa fare per Jungkook e Yoongi.
Jimin annuisce, guarda Hoseok, poi lo sguardo corre verso la porta chiusa di Tae.
Jin glielo promette, ci penserà lui. E jiminie si fida. Lui e Hoseok se ne vanno insieme, salutando piano. Hoseok si ferma al pianerottolo, guardando le scale che vanno al piano di sopra.
Pensa all’appartamento vuoto di Yoongi, e si siede su un gradino, soffocando un singhiozzo. E’ Jimin che lo rialza e lo fa scendere. Andrà tutto bene, continua a sussurrargli, mentre lo guida fuori dall’edificio.
Non ci crede neanche lui, ma lo dice perché ne ha bisogno, e anche il suo Hyung ne ha bisogno.
 
 
“Taehyung ah?” era la prima volta che Yoongi si presentava alla sua porta. Il sorriso di Tae era diventato un ghigno, quando si era appoggiato allo stipite a braccia incrociate.
“Ma guarda! Finalmente lo Hyung ha bisogno di me!” aveva esclamato. Jungkook aveva cercato di soffocare le risate, premendo il cuscino contro la bocca. Yoongi si era invece limitato ad inarcare il sopracciglio.
I capelli turchesi gli erano finiti sugli occhi e lui aveva soffiato, non distogliendo lo sguardo dal ragazzo.
“Cosa ti serve? Ho tutto! Sale? Lievito? Caffè, forse? Ho comprato questa nuova marca che…”
Aveva abbassato lo sguardo, per vedere cosa gli stava tendendo Yoongi.
“E’ il mio mixtape. Finito. Sentitelo, se vi va.” Aveva detto, passandosi poi una mano fra i capelli.
Tae aveva sbattuto le palpebre, Yoongi Hyung era forse nervoso?
Con un sorriso gli aveva preso il CD dalle mani, strizzandogli l’occhio, e Yoongi aveva chiuso la porta al posto suo prima che potesse dire qualcosa.
La risata soffocata di Jungkook si era liberata del cuscino per esplodere, mentre puntava il dito contro il suo ragazzo.
“Doveva essere il momento in cui IO gli avrei sbattuto la porta in faccia!” aveva continuato a borbottare Taehyung per tutta la sera.
Per settimane nella casa di Taehyung si era sentita solo la voce strascicata di Suga, attraverso le tracce del mixtape.
 
Namjoon si alza dal divano, catturando l’attenzione di Jin. Lui non ha pianto, ma sembra davvero provato. E’ pallido e ha il viso tirato e sembra sull’orlo di una crisi. Può capirlo, nel giro di quattro ore la loro intera vita è cambiata, e se davvero Taehyung non si riprenderà allora cosa…
- Vado in bagno, torno subito. -  dice Namjoon, e Jin si riscuote. Si trascina nella camera da letto degli ospiti, quella che loro usano – usavano – per vedere i film,  così che la mattina dopo c’erano popcorn ovunque e loro addormentati in posizioni improponibili.
Oggi è in ordine.
Jin sente una fitta al cuore, e vorrebbe perdere un secondo la sua compostezza per poter urlare.
 
 
 
Namjoon ha lo sguardo chino e le braccia abbandonate lungo i fianchi. Gli occhi sono serrati.
Poi, un sospiro fremente.
Sa quello che deve fare.
La mano sinistra trema quando le dita si operano per sciogliere il nodo della fascia. Anche quando ha finito, gli occhi rimangono chiusi.
Un altro sospiro.
Poi Namjoon apre gli occhi, e il suo “Mi perdonerai?” gli balla davanti agli occhi, maledetto, e Namjoon aveva pregato, aveva davvero implorato il cielo e Satana, che non fosse quella la frase.
Magari Taehyung si era sbagliato, aveva pensato. Poi aveva visto i suoi occhi, e no, occhi del genere non sbagliano. Una persona senza più un’anima non si sbaglia.
E allora Namjoon si siede sul pavimento del bagno, nasconde il viso, e avvicina il polso maledetto alle labbra. “Avrei voluto saperlo” sussurra, e solo allora si permette di piangere.
 
 
 
Devono passare quaranta minuti prima che Namjoon abbia la forza di alzarsi. Esce dal bagno, e si avvicina alla camera. E lì c’è Jin, che lo ha aspettato sveglio, seduto sul letto a fissarsi le mani. Non l’ha ancora notato, e allora Namjoon può conservare otto secondi di Jin, può tenerseli e pensarci per quando rimarrà da solo. E’ bello, bello anche dopo aver pianto, anche con i capelli spettinati, e quando si gira per incontrare i suoi occhi è così bello che fa male.
Namjoon rimane a distanza. Non fa segno di avvicinarsi.
- Jin Hyung. – disse a bassa voce, lo sguardo basso. – Non credo dovremmo più stare insieme. –
Jin si gira lentamente verso di lui. 
- Namjoon… - dice, e la voce esita.
- La cosa che è successa oggi mi ha fatto capire che non… non siamo fatti per stare insieme. Che non ti amo.-
No, Jin, ti prego, non guardarmi così, non rendermi le cose difficili…
- Namjoon ah, smettila. Capisco che sei spaventato, ma… -
- No. Non sono spaventato. Ho capito cosa voglio, e tu… tu non sei tra queste. –
Ti trema la voce, Namjoon. Non essere egoista. Jin merita la sua anima gemella, e tu non sei la sua. Se Yoongi Hyung ha sopportato la vista di Jungkook e il suo Taehyung, tu puoi rendere felice Jin.
- Namjoon ah, tu non pensi queste cose. –
- Io… - no, non le penso. Jungkook era la mia metà, ma tu sei tutto. Fammi essere utile. – avevo già dubbi prima. Non è stato solo per quello che è successo. Sono mesi che… -
- Tu menti. –
La voce di Jin non esita più. E Jin si alza dal letto, e non si preoccupa più di abbassare la voce, non pensa al fatto che potrebbe svegliare Taehyung.
 
Taehyung, con gli occhi fissi al soffitto, che vorrebbe dormire solo per tenere la mano di Jungkook in sogno e parlare con Min Yoongi, hanno così tanto da dirsi, ma no, non può chiudere gli occhi, perché vede solo sangue e capelli menta , e allora rimane ad occhi aperti.
 
Namjoon indietreggia. Lo sguardo di Jin è di fuoco. Lo raggiunge in due passi, e gli afferra il polso. Namjoon non ha pensato di fasciarselo. Non lotta neanche, quando il ragazzo lo costringe a mostrarlo.
Mi perdonerai?
E Jin sente una pugnalata, no, due, perché lui che era la sua certezza non lo è più, e perché Jungkook, oh, Jungkookie, non dovevi morire, dovevi far felice il mio Namjoon…
- Lasciami. Lasciami da solo. Trova la tua…  -
Jin non può farlo finire di parlare. Fa troppo male. E’ lui la sua anima gemella, dannazione. E quindi lo prende per la maglietta, e poi lo stringe a se’. Non si rende neanche conto di aver paura che Namjoon lo potrebbe spingere via, non fino a quando non sente le sue mani stringerlo più forte.
- Non mi importa del tatuaggio. Non mi importa. Yoongi ha ragione, ha ragione, fa schifo. Tutta questa storia fa schifo. Non c’è Jungkook, ma ci sono io. Fammi essere la tua anima gemella, Namjoon ah, fammi essere…  -
Non riesce a finire la frase. Le labbra di Namjoon sono sulle sue, disperate, e Jin può finalmente piangere. E’ suo. Namjoon è suo. Possono ancora farcela.
Ha potuto scegliere la sua anima gemella.
 
 
 
La mattina dopo Namjoon non c’è.
“Scusa.” Dice il biglietto sul comodino.
La compostezza svanisce. Jin stringe le lenzuola, urla, piange. Scivola dal letto, trascinando le coperte con se’. Il bigliettino finisce sotto il comodino, ma a Jin non importa. 
Lui sta soffocando le urla con le lenzuola, si sta graffiando il viso.
Eri mio, e te ne sei andato.
E poi, pian piano, le urla diventano parole, e le parole mormorio.
Torna da me, ti prego, torna da me.
 
 
Yoongi aveva sorriso, lanciandogli uno sguardo divertito. I capelli neri erano scompigliati a causa di Tae e Jungkook, che continuavano a fargli il solletico, poi lo avevano abbandonato per sfidarsi. Il sorriso di Yoongi era rimasto anche quando i due si erano baciati davanti ai suoi occhi dopo la lotta.
Poteva essere geloso di un Taehyung tanto felice?
 
 
Taehyung fissa il soffitto, gli occhi assenti.
Deve capire che non vedrà mai più Jungkookie, deve capire perché non ha avuto più tempo di innamorarsi di Yoongi, perché dovrebbe ancora vivere, Jin, stai urlando, stai piangendo, non posso aiutarti adesso, Jin Hyung, sono impegnato, scusa.
 
 
 
 
 
 
 
Note:
Vi ringrazio per aver letto sino a qui, davvero.
Lo apprezzo tantissimo, anche perché può essere considerata la prima storia angst che scrivo.
Ci sono alcuni dettagli che non posso (e non voglio) aggiungere alla storia, perché a me sembra vada bene così, e ho paura di rovinarla.
Se l’angst che avete letto vi basta, non leggete oltre.
 
V non si riprenderà più, le allucinazioni peggioreranno.
Jimin inizialmente si prenderà cura di lui, ma nel momento in cui si accorge che Tae non tornerà il suo vecchio amico, cade in depressione.
Hoseok fa in tempo ad entrare in casa, urlando il nome di Jimin (Park Jimin, appunto) prima di trovarlo nella vasca.
Passa del tempo. Poi Hoseok ha il coraggio di sentire l’ultimo messaggio in segreteria di Jiminie, un messaggio che gli aveva mandato da prima della cena del venerdì.  Sentire la pickup line dalla voce di Jimin gli fa cadere il telefono di mano.
 
Hoeok prenderà le pillole tre settimane dopo.
 
 
 
… Voi capite che questa storia faceva già male di suo, senza che io aggiungessi queste note.
Bene, ecco, grazie davvero per aver letto, davvero!
 Un bacio 
   
 
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