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Autore: Mirella__    19/06/2016    2 recensioni
Serie di one-shot inizialmente auto-conclusive. La raccolta partecipa alla Challenge: “Chi, con chi, che cosa facevano” indetto da Kukiness.
La challenge prevedeva di fare una lista casuale dei personaggi, l’ordine in cui sarebbero stati scritti avrebbe avuto una corrispondenza con i prompt. Per ulteriori spiegazioni rimando alla premessa.
È una storia che vuole andare a prendere la routine dei semidei, inventando aneddoti buffi e non. Le coppie saranno quelle canoniche, anche se magari ci può essere qualche ship in più.
1 prompt utilizzato: "4 e 9 cambiano sesso ops tutta colpa di 10"
2 prompt utilizzato: "1 e 7 sono ubriachi, e 5 ne approfitta"
3 prompt utilizzato: "Time Warp! 5 è diventato un bambino!"
Genere: Commedia, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I sette della Profezia, Nico di Angelo, Reyna, Will Solace
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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5)

4 e 1 hanno una cotta per la stessa persona oppure una torta da finire.


Scorci di vita al campo mezzosangue

( perché i mostri stanno sempre in agguato, ma i momenti belli non sono da meno)

 

Sapore di blu

 

Reyna era in crisi: da quando Annabeth era tornata bambina aveva cercato di farle pesare il meno possibile la situazione ed era una cosa che stava facendo con piacere assieme a Percy. Tuttavia si stava accorgendo che il motivo si allontanava sempre più da quello originale, vale a dire: aiutarla perché sapeva quanto brutto fosse non avere più il proprio corpo.

Reyna si rendeva conto che voleva la vecchia Annabeth, la ragazza forte e sicura di sé che aveva incontrato appena l’anno precedente al campo Giove. Non le importava come, ma la voleva indietro, se non nel corpo, almeno nella mente e, di fondo, cosa c’era di più importante per una figlia di Atena se non il proprio raziocinio?

Ed era in quel modo che si era ritrovata in cucina assieme a Percy. Ora, era abbastanza confusa anche lei da non capire il come precisamente fossero finiti lì, lei con una frusta per le uova e Percy con della farina sulla faccia.

“Farò la torta perfetta per lei, sarà la cosa più squisita che abbia mai mangiato” borbottò Percy, mentre teneva tra le mani quella che Reyna sospettava fosse la boccetta del pepe.

“Certamente,” disse lei drizzando le spalle. “se non ci riuscirò io per prima”

Percy la guardò e inarcò un sopracciglio. “Mi stai dicendo che credi di potermi battere?”

Reyna ghignò e fece roteare la frusta nelle mani. “Il tuo tono mi sembra di sfida…”

“E se lo fosse?” Chiese Percy, prendendo un tegamino dallo sportello.

“Credo allora dovresti fare del tuo meglio, perché stai per perdere miseramente,” Reyna prese del burro e lo mise in un pentolino per farlo sciogliere, mentre a velocità estrema con una mano prendeva e rompeva delle uova e con l’altra misurava la farina, lo zucchero, il lievito, il cacao e qualunque altro ingrediente, setacciando il tutto con una velocità ancora più inumana.

Percy dal canto suo non si fece abbattere, prese del colorante blu, tantissimo colorante blu, burro, fragole, panna e tanti altri ingredienti, iniziando a creare l’impasto che in un modo o nell’altro sembrava abbastanza compatto, poi, per sicurezza, aggiunse anche altro colorante blu.

Si fecero entrambi in quattro: in cucina non sembrava ci fossero solo due persone, ma tanti cloni che si muovevano a velocità sincronizzata.

Reyna infornò per prima, ma Percy riuscì anche ad aggiungere altro colorante, quello era l’importante!

“Vedremo di chi sarà Annabeth!” Esclamò Reyna, intenta ad osservare la propria torta cuocere.

“È mia, ovviamente, non riuscirai a conquistarla con una sola torta”

Entrambi si guardarono per un momento, sorpresi e imbarazzati: in quelle parole c’era una tacita dichiarazione da parte del pretore romano.

Poi Percy sorrise e tirò della farina addosso a Reyna. “Battaglia di farina!” urlò, andando a nascondersi dietro il tavolo, lasciando un confuso pretore a scrutarlo, poi la ragazza tossicchiò e sorrise. “Tu sei troppo buono, Percy,” gli si avvicinò e gli sbatté sulla testa tre uova fresche, per poi aggiungervi la farina.

“Non dovevi osare!” strillò lui, iniziando a lanciarle il burro ormai freddo e il cacao in polvere rimasto; lei rispose con del lievito, zucchero a velo, qualche fragola marcia, la panna avanzata.... insomma, nemmeno durante la battaglia contro Gea aveva causato tutto quello sfracello!

“Ma che diamine sta succedendo qui?” chiese Leo, infilando la testa nella fessura aperta della porta, ma ritraendola immediatamente giusto per evitare delle formine di alluminio a forma di papera.

Jason diede una pacca sulla spalla al suo migliore amico. “Entro io, fratello, so cavarmela con entrambi”

Leo rise, “ti prego, aspetta, fammi preparare la macchina fotografica!”

 

Cinque minuti dopo Reyna e Percy  si trovavano seduti davanti a Jason, mentre Leo controllava il timer delle torte nel forno e scattava loro di nascosto qualche foto.

Erano entrambi un disastro! I capelli pieni di così tanti ingredienti ( e colorante) che sembravano parrucche di carta stagnola, i vestiti erano messi peggio: non si capiva nemmeno chi indossasse la maglietta del campo mezzosangue e chi indossasse quella del campo Giove!

“Sul serio, ragazzi, avete fatto delle torte gigantesche! Annabeth non può mangiarle entrambe!” Esclamò Leo, indicando le loro creature dentro il forno.

Reyna lo guardò in cagnesco e Leo avrebbe giurato che sembrava stesse per chiamare Aurum e Argentum. “Perché non può?”

Leo fece per replicare, ma Jason lo salvò in tempo. “Credo che Leo intendesse che Annabeth dovrebbe mangiare solo la migliore”

Leo capì immediatamente il piano del suo amico e lo ringraziò mentalmente. “E quale metodo migliore per scegliere la torta migliore se non affidarci al giudice migliore?”
“Quante volte ha detto migliore?” chiese Percy a Jason, che alzò gli occhi al cielo.

Reyna ghignò, certa della sua vittoria. “E sentiamo, chi sarebbero questi giudici?”

Leo si gonfiò il petto. “Beh, ovviamente i sette della profezia, ma se togliamo Annabeth e Percy sono cinque… sì, va bene, è lo stesso, mi avete capito, no?”

 

Quaranta minuti dopo Frank, Hazel, Piper e Annabeth occupavano i posti meno appiccicosi della cucina - che secondo la concezione di Leo e Percy erano puliti - e ascoltavano il dilemma.

Hazel si mordicchiò le labbra: “Non voglio dover scegliere…” piagnucolò incerta, ma Frank al suo fianco rise apertamente. “Dai, Hazel,  è una sciocchezza,” nel mentre Nico, invitato come giudice di riserva da Leo, si stava occupando del taglio delle fette perfette, soprattutto perché le più appetitose sarebbero state presentate ad Annabeth, che ne avrebbe mangiata solo una, però: la torta suprema.

Il figlio dell’oltretomba sembrò avere qualche problema, ma nessuno ci fece cado, attenti a discutere della situazione.

Gli toccò persino distribuire le torte ai giudici, poi prese posto accanto a loro.

Leo imitò un batterista, “il primo a iniziare è…” il ragazzo si fermò per fare suspense, “Non lo so, Annabeth, decidi tu”

Annabeth prese molto seriamente il suo ruolo, studiò i ragazzi e alla fine puntò il dito su Jason. “Assaggia le torte e dimmi: qual è la migliore?”

Jason annuì, prese il cucchiaino e prima lo utilizzò per prendere un bocconcino della torta di Reyna. “Il cacao è spumeggiante, sobrio, deciso in alcuni tratti, delicato in altri: voto otto,” la frase di Jason lasciò tutti a bocca aperta, nessuno si aspettava fosse un critico di cucina; poi prese la torta di Percy e provò a dividerne una parte con il cucchiaino, ma quando il ferro attraversò la morbida distesa di panna, non riuscì ad andare più a fondo. “Ma cosa…” borbottò Jason, cercando di rompere quello che sembrava calcestruzzo. “Percy… lo sai che la roccia non è commestibile, vero?”

Improvvisamente la pentola a pressione messa sul fuoco da Chirone saltò in aria, il coperchio andò a sbattere sul soffitto, poi sul pavimento e poi sulla fronte di Jason, lasciando il semi-dio semi-svenuto, anzi, no, proprio svenuto.

“Che peccato,” disse Percy in tono sbrigativo, “forza, ci serve un altro giudice”

Leo annuì, senza riflettere: maledetti i suoi riflessi da combattimento, alle volte facevano proprio pena! Prese la torta di Reyna e iniziò a mangiare il primo boccone con diffidenza, ma, appena mandato giù, trangugiò di fretta tutto il resto. “Questa è una torta che non sacrificherei nemmeno a mio padre! Voto diecimila, ma se proprio devo rientrare in una scala allora dieci va più che bene,” Reyna fece un piccolo cenno e sorrise, fiera delle sue abilità. Poi Leo prese quella di Percy, la morse e urlò. Prima che potesse dire qualcosa, esplose il lavabo, andando a colpire dritto in faccia il povero Leo Valdez, così il ragazzo fu costretto a fare compagnia a Jason. A quel punto Piper dovette rinunciare al suo ruolo per portare entrambi i ragazzi in infermeria.

Hazel si alzò di colpo, “no, ragazzi, troppa pressione, io non… non ce la faccio!” e andò via piangendo disperata. Frank si portò una mano sulla fronte.

“Scusate, ragazzi, ma questa cucina… è maledetta,” e per un attimo pensò di essere la controparte maschile e dieci volte più muscolosa di sua nonna, poi rabbrividì per quel pensiero osceno e raggelò ancor di più all’idea che sua nonna potesse sentirlo nei campi Elisi. “E poi devo andare dalla mia ragazza,” detto questo scappò via.

Tutti gli sguardi si spostarono su Nico, che scosse la testa. “Nomino Reyna vincitrice”

“Ma non hai nemmeno assaggiato le torte!” obiettò Percy.

Nico gli penetrò l’anima con quegli occhi neri e profondi, sembravano volergli estorcere la verità con la forza. “Non voglio rischiare di finire KO come Leo e Jason, anche se mi sembra che non ci siano altre condutture d’acqua che tu possa utilizzare per mettermi a tacere. Inoltre Reyna ha già avuto due dieci e mi basta darti un nove per farla vincere”
Percy arrossì vistosamente e fece un’espressione furbesca. “Beh, diciamo che mi ritiro” poi sorrise ad Annabeth che gli restituì il sorriso, divertita da quegli avvenimenti e dimentica dello stress di essere ancora una bambina. “Visto che le cose sono andate così…” prese la torta di Reyna e la assaggiò, facendole l’occhiolino una volta gustato il sapore. “Grazie, Reyna,” e le diede un piccolo bacio sulla guancia. Poi mangiò anche la torta di Percy, tagliandola chissà secondo quale criterio. “Sa di blu,” sussurrò sorridendo. “Grazie anche a te, Percy”

 

Più tardi Reyna e Percy stavano pulendo assieme la cucina dal casino che avevano combinato. Chirone aveva minacciato di farli sventrare dalle arpie se non avessero pulito tutto a tempo record. “Sei stata brava,” disse il ragazzo, cercando di togliere i rimasugli delle uova dal frigo.

“Tu no,” Reyna rise, “per niente, ma mi è piaciuto il modo in cui hai messo Jason KO”

Percy si unì alla sua risata. “Sono nei guai secondo te?”

“Sai la strada per Atlantide?” chiese Reyna, lasciando Percy un po’ destabilizzato.

“No, perché?”

“Allora sì,” continuò Reyna, “sei nei guai, sirenetto”

 

Angolo dell’autrice

Ed eccoci qui con un altro strampalato capitolo.

*Coff coff* ho notato che la storia sembra piacere, solo che il non avere un responso mi preoccupa un po’, dunque… c’è nesshhhuno che vuole lasciare una recensione?

*Fa l’elemosina con gli occhi dolciosi*

Perfetto, ora mi sento alquanto patetica xD Scherzi a parte, grazie per aver letto sin qui, mi ha fatto piacere avere una buon accoglienza all’interno del fandom ( parlo per visualizzazioni e numero ottimo di seguiti/preferiti) e spero di riuscire a coinvolgervi anche nei prossimi capitoli! Adesso andrò a randomizzare qualche numero in modo da vedere su cosa tratterà la prossima shot, sono sicura che sarà qualcosa di alquanto bizzarro.

Ah un ultima cosa, questa shot è un po’ particolare, il prompt diceva di fare o l’una o l’altra cosa, ma a questo punto ho pensato perché non unire le cose? Ed ecco i risultati.

Ora ho finito davvero, credo, un bacio enorme, alla prossima!

  
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