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Autore: ToscaSam    20/06/2016    2 recensioni
Ebbene si, cari amici. Sono di nuovo tornata con le Nate Babbane. Il motivo è semplice: mi sono sentita tristemente pugnalata; da un'opera grandiosa e intelligente come la saga di Harry Potter, non posso credere che Zia Row sia passata a scrivere … un delirio come The Cursed Child.
Quindi. Nate Babbane ritorna, con forza. E si rirpopone con tutta sé stessa di essere una fanfiction bella, sensata e coerente con il mondo di Harry Potter, in cui si muove.
Vuole quindi essere una risposta a The Cursed Child (o almeno a quello degli spoiler). Dunque spazio alle nuove generazioni: Hogwarts attende i figli e le figlie dei nostri vecchi cari protagonisti, che saranno sempre e comunque presenti.
Qualcosa di vecchio e molto ben conosciuto da tutti noi potterheads potrebbe tornar fuori per minacciare la pace del mondo magico. Chissà se riuscirete a scoprire il mistero prima dei nostri ragazzi …..
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nate Babbane (OLD VERSION)'
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Occhiaie
 
« Allora mamma! Racconta di questa super-cosa-dei-Veggenti-della-vita!»
Chiese impaziente Cedric Baston.
La tavola era imbandita con un bel pollo arrosto, che emanava un profumo delizioso.
Cedric non attese una risposta per iniziare a servirsi, ma le sue orecchie erano attente.
Oliver era sempre silenziosamente catturato da quella tranquilla ansia che Irene emanava.
La donna parlò, risoluta al punto giusto:
« Non posso rivelare tutti i dettagli. Anche perché sarebbero inutili e noiosi ...»
Oliver capì che la sospensione le serviva per misurare le parole. C'era qualcosa che non voleva dire davanti a suo figlio.
Cedric fissava la crosta arrostita e succulenta della sua fetta di pollo.
« … Comunque hanno detto che potrebbe esserci un qualche attacco dai Neo MM. Praticamente è questo il succo della vicenda».
Anche qui, Oliver seppe che era la verità, ma molto, molto stringata.
« Figo»
disse Cedric, sorridendo a sua madre, finalmente guardandola.
« Ma qui o in Francia … dove c'è quel Dolo...coso?»
« Non so. Forse qui. Si, è per questo che erano un po' preoccupati. Ma non è niente di che … sarà una cosa come le altre. Come quando l'estate scorsa quel gruppetto di Neo MM ha fatto saltare quella casa di Babbani, a Newcastle»
« Mhm»
Concluse Cedric e Irene seppe che la sua curiosità si era estinta.
Oliver capì i pensieri della moglie, così si affrettò a cambiare discorso e a mantenere un tono leggero.
« Allora mi hanno confermato, eh. Domani ricomincio gli allenamenti. Quest'anno abbiamo venticinque iscritti»
Irene aggiunse con un po' troppo stupore: « Cavolo! Venticinque. Praticamente il doppio di quelli dell'anno scorso. Ma sono tutti nuovi?»
« No, alcuni hanno smesso, ma altri sono sempre vecchie conoscenze. Odfield l'hanno preso a fare un provino per i Pipistrelli di Ballycastle. Lo dicevo io che aveva stoffa!» un po' del suo entusiasmo, qui, era vero. Gli si erano arrossate lievemente le guance.
« Odfield … giocava da Cercatore?»
« Cacciatore … »
« Ah. Già, si, me lo ricordo. Odfield … il più bravo a fare il Cacciatore ...».
Tutti mangiarono per un po' in silenzio.
Gli unici rumori erano le posate che sbattevano contro i piatti.
« Nemmeno quest'anno ti proporrai nella squadra, Ced?»
Chiese poi Oliver, guardando il figlio.
Irene lanciò un'occhiataccia a suo marito:
« Dai, smettila! Glielo chiedi ogni volta. Se non gli fa voglia, non c'è nulla di male!»
« Ma è bravo! L'ho visto! Abbiamo giocato insieme, qualche volta!»
« Davvero, papà … non ho voglia di star dietro al Quidditch. Già Felix mi fa una testa così con quegli allenameti e quelle partite. Ora, quest'anno l'hanno pure fatto Capitano. Avrò da sentirne anche troppe!»
rispose Cedric svogliatamente.
Sulla sua spalla, Tegamina II reclamava qualche briciola di pollo.
La famiglia finì di cenare in quello stato di leggera tensione dovuta alla curiosità di Oliver, alla preoccupazione di Irene e alla spossatezza del figlio.
Quando quest'ultimo annunciò di andare a finire il baule per la partenza del giorno seguente, Irene quasi scattò verso la porta, per accostarla.
Cedric non poté fare a meno di notarlo, ma fece finta di niente. Sapeva che per origliare sarebbe bastato rimanere sulle scale …
 
« C'è una profezia»
Disse Irene, quando fu certa che i passi del figlio avessero raggiunto il piano superiore.
« Che cosa dice?»
Oliver le fece cenno di sederglisi in grembo.
Lei accettò l'invito e in un attimo fu accolta dalle braccia robuste di suo marito. Si sentì protetta, come una bimba piccola.
« L'abbiamo firmata tutti quanti … è come un sunto di tutte le visioni che abbiamo avuto» mugolò appoggiando le guance nell'incavo delle spalle di Oliver.
« E cosa dice?» chiese lui nuovamente, con estrema dolcezza.
Irene sospirò, come se fosse finalmente giunto il momento di sputare un rospo particolarmente pesante.
« un cimelio perduto, nella scuola dei maghi è custodito. Il vecchio male, da esso può esser rinnovato ».
Oliver tacque. Attese in silenzio che Irene dicesse quello che pensava.
« Siamo praticamente tutti concordi sul fatto che la scuola sia Hogwarts. Anche se c'era qualcuno che diceva cose riguardo alla Francia …. e allora non abbiamo inserito il nome della scuola nella profezia. Secondo me e altri, chi ha visto la Francia ha semplicemente avuto una visione di Dolohov. Ci sarà lui dietro a questa cosa. Oh, Oliver. Perché mai le cose misteriose e pericolose devono essere a Hogwarts? Proprio ora che ricomincia la scuola e ci sarà Cedric ...»
Aveva le mani sugli occhi, per riposare il flusso delle preoccupazioni.
Oliver trasse un sospiro profondo e iniziò ad analizzare la questione dalla prospettiva più ottimistica possibile:
« Ma la profezia non parla di un attacco imminente ...»
« Beh … no. Ma non l'abbiamo messo perché ci sembrava ovvio a tutti quanti. È una cosa in corso, che sta per accadere. Ne siamo certi».
« E va bene. Però dice che il ...vecchio male può essere rinnovato. Può, no? Quindi non per forza lo sarà. E poi … cosa pensate che voglia dire, questo antico male?»
Irene sussultò, poi sussurrò con forza gutturale:
« Il vecchio male è di certo …. Voldemort. Non l'abbiamo scritto per paura che la profezia possa venire pubblicata ...e non vogliamo mettere paura a nessuno …. ma non ci sono proprio alternative!»
« Ma insomma! Le profezie sono sempre labili, possono essere interpretate in molti modi ...»
Oliver tralasciò di dire che pensava che avessero dato un po' troppe cose per scontato.
Irene non rispose. Rimase accoccolata sulla spalla del marito.
Dopo una breve pausa di totale silenzio, Irene confessò le ultime informazioni:
« A breve il Capo Veggente cercherà di concordare un incontro col Ministro. Ma non ci facciamo troppo conto, perché nessuno crede molto alla Divinazione, eh? Speriamo che il Ministro sia bravo come dicono … e che almeno ci ascolti» .
 
**
 
Il primo di settembre era piuttosto umido, quell'anno. Ma non bagnato. Era una mattina nebbiosa, da far arricciare anche il capello più liscio sulle spalle.
Irene accompagnò Cedric da sola, perché Oliver doveva andare a lavoro, come annunciato la sera precedente. Si erano salutati con un veloce bacio sulle labbra, che placasse le preoccupazioni di Irene, ancora residue della conversazione della sera.
Cedric era particolarmente impaziente di partire.
Tegamina II, sulla sua spalla, ballonzolava grassamente ad ogni passo del suo trasportatore.
Anche Irene aveva il bagaglio: la sua cattedra di Divinazione l'attendeva.
In un attimo madre e figlio furono dall'altra parte della muraglia di mattoni, al binario 9 ¾ .
 
« Eccovi! Buongiorno bell'addormentata! Hai dormito bene? Hai certe occhiaie …»
Irene si voltò per rivolgere un sorriso cortese ad Adrian Pucey, il marito di Bianca, che aveva un debole per i soprannomi idioti e le battutine pungenti.
Bianca, al suo fianco, lo guardò male:
« Ma ti sembra la prima cosa da dire a una persona la mattina?»
« Beh, ok. Oliver dev'essere più resistente di me …. anche io ti tengo sveglia a nottate, ma le occhiaie non te le lascio mai!»
Fece in tempo a scansarsi con un mezzo salto, prima che il ceffone di Bianca raggiungesse la sua nuca.
Felix, il loro unico figlio, non ci badò molto: andò a salutare Cedric, il suo migliore amico e compagno di Casa. Tassorosso.
Era stato curiosa la nascita di un Tassorosso da parte di due Serpeverde, ma Felix aveva messo in chiaro sin da subito che avrebbe portato i colori gialloneri con una certa dignità.
Era bello e piuttosto popolare. Capelli scuri e mossi, dello stesso colore degli occhi. Un sorrisetto sprezzante e beffardo, ereditato da suo padre, e lo sguardo ironico e vivace ereditato da sua madre.
Indossava già la sua uniforme di scuola, dove spiccava con una certa appariscenza il distintivo di Capitano della squadra di Quidditch.
 
« Ced, ti vedo bello carico. Che dici? Ce lo troviamo uno scompartimento da soli su questa ferraglia?»
« Mmm, guarda quanti marmocchi nuovi che ci sono. Speriamo di trovarne uno. Ho delle novità!» annunciò Cedric, con tono naturale.
« Ah, guarda. È arrivato Vasil. Mi dimenticavo di lui e quell'altro testone di Garrick. Le meritano le tue novità? Ce li portiamo nel nostro scompartimento?»
disse Felix ad alta voce, per farsi sentire anche dal nuovo arrivato: era Vasil Rakovskij, in uniforme di Corvonero.
Lo accompagnavano i suoi genitori, Laura e Anton, e la sua sorellina undicenne.
Vasil raggiunse i due ragazzi, lieto di lasciarsi alle spalle i genitori che stavano per iniziare le raccomandazioni alla matricola Vera.
Alto, fisico atletico, dai lineamenti bonari, molto simili a quelli di sua madre.
« Uomini. Che si dice da queste parti?»
« Che aspettiamo Garrick e poi ci spariamo a cercare uno scompartimento. Ced faceva notare quanti bimbetti ci fossero quest'anno»
« Senza offesa per Vera, naturalmente. Lei è un'eccezione» precisò Cedric, facendo un cenno per indicare la ragazzina coi capelli scuri.
Vasil scrollò le spalle:
« È incredibile, quella ragazzetta. Sa già più cose di me. Giuro. L'altro giorno, siamo stati a comprarle la bacchetta, e mi chiedeva la teoria di certi incantesimi che non avevo manco idea che esistessero!»
Felix e Cedric risero.
Vasil continuò:
« Spero che non finisca in Corvonero pure lei, sennò Vitius la smetterà di dirmi che sono bravo. Scommetto che sarà la migliore a Pozioni, visto che ha praticamente prosciugato mia mamma di ogni informazione possibile sull'alchimia e baggianate così. Ha un debole per le cose strane … speriamo non mi diventi una Signora Oscura!»
concluse a voce più alta, visto che sua sorella si stava avvicinando. La prese di sorpresa e se la spettinò in una strana imitazione di un abbraccio.
Vera, che era piccola, mora, con un faccino adorabile tradito da uno sguardo tagliente, si lamentò della manifestazione di affetto, divincolandosi.
 
« Vasil, tu lascia stare tua sorella»
Tuonò Anton, da dietro.
Era avvolto in una lunga pelliccia, che gli dava l'aria di uno stereotipo di “russo”.
« Ma se mi avete detto mille volte che devo stare con lei … esserle sempre vicino …. non lasciarla mai sola ...» ad ogni parola spettinava un po' di più sua sorella.
Vera lo lasciò fare, imbronciata.
« Stai con lei sul treno, va bene?» disse Laura, aiutando Vera a liberarsi dalle braccia del fratello e lasciando un bacio sulla guancia di entrambi.
Prima che Vasil potesse ribattere, la combriccola fu allietata dall'arrivo di altre due famiglie amiche.
Gli Steeval e i Thomas si fecero largo fra la folla, per raggiungere gli altri.
« Ma guarda quanta gente. Che ci fate tutti svegli a quest'ora?»
chiese Terry, allegro.
« È quello che ho chiesto anch'io. Guarda Irene che pesche che ha! E Alice? Fammi un po' vedere se questo Stivale t'ha fatto dormire stanotte o se ti ha tenuta impegnata ...»
Terry e Adrian scoppiarono a sghignazzare insieme, mentre Alice e Bianca si guardavano esasperate.
Sara stava salutando Laura e famiglia, mentre suo figlio Garrick si era subito unito ai ragazzi.
« Eccoti Garrick. Ce ne hai messo … stavamo per farti andare in uno scompartimento di soli bimbetti»
« Sbrighiamoci a salire!»
« Ecco. Che io devo dirvi una cosa!» ribadì Cedric.
Garrick, sommerso dalle informazioni, sgranò gli occhi grandi e verdi, che contrastavano con la carnagione color caffellatte.
« Signori. Per cortesia. Contegno. Non ho capito un accidente» disse, con le mani alzate.
« Lascia perdere. Prendi le tue cose e il gatto, poi sali»
concluse Felix indicando un portello del treno.
 
Tre dei quattro Steeval indossavano la divisa da scolari, mentre il più piccolo, Harry, cominciava ad imbronciarsi.
« Dai Harry, il prossimo anno ci vieni pure tu. Un anno soltanto!» Gli disse Athena, che era la più bella fra tutti i quattro Steeval. Aveva i caratteristici capelli corvini e gli occhi azzurri di sua madre. Sebbene i lineamenti di tutti e quattro i figli fossero molto avvenenti, quelli di Athena lo erano in maniera superiore.
Harry si aggrappò alla mano di sua madre e tirò un po' su col naso.
Alice, allora, lo consolò:
« Dai, Harry. Hai sentito … il prossimo anno finalmente tocca anche a te. Chissà in che Casa finirai, eh? Dove ti piacerebbe andare? Con Anthony e Athena in Corvonero? O con Climene in Serpeverde?»
Il ragazzino alzò le spalle, sempre triste.
Anche Climene e Anthony lo salutarono.
« Dai, che il prossimo anno sarò io quello invidioso di te!» gli disse Anthony, che era al suo settimo ed ultimo anno. Aveva indossato la spilla di Prefetto e quest'anno gli era stata concessa quella di Caposcuola. Anche lui aveva i capelli neri, ma come Climene, gli occhi scuri.
Climene, l'unica Serpeverde, anche lei molto bella, si coccolò il fratellino fra le braccia, prima di restituirlo a sua madre.
Athena le rivolse uno sguardo d'intesa, che Climene colse.
Si diresse verso il gruppetto dei maschi e cercò di inserirsi nella conversazione, essendo loro coetanea.
 
« Allora, ci cerchiamo uno scompartimento?»
« Tu te lo cerchi. Noi andiamo per conto nostro»
« Taci Felix. Ho chiesto il parere di tutti, non solo il tuo. Possiamo venire con voi, io e Athena?»
i quattro ragazzi si guardarono velocemente fra sé, poi esclamarono all'unisono:
« No».
Climene fece una smorfia e assunse una stoica aria di menefreghismo. Andò a prendere sua sorella a braccetto, che pareva particolarmente sconfortata.
 
Il controllore fischiò, per invitare i ritardatari a salire.
« Allora fai per bene. Scrivici qualche lettera. Combina meno cose possibili ...»
Si raccomandò Sara, mentre si stringeva a Dean e al piccolo Colin, che si sporgeva per andare in braccio al fratello.
« E non dare troppa confidenza a Esme e Antoinette. Vorrei che non ti facessi espellere, possibilmente» aggiunse la madre, anche se sorrideva.
Garrick annuì e saltò sul gradino di una carrozza.
Lo seguirono Vasil, Vera, Felix e Cedric.
Irene salì sul treno da una scalinata diversa da quella di Cedric.
« Stai con Vera!» Gridò Laura al vapore fumante.
« E lascia lei in pace» aggiunse Anton.
« Un ordine chiaro» gli rispose Vasil da lontano, salutandoli per l'ultima volta prima di sparire nel corridoio.
I tre Steeval salirono insieme. Anthony aiutò entrambe le sorelle con i bagagli, poi le slalutò per raggiungere la carrozza dei Prefetti e dei Capiscuola.
« Non fateci stare in pensiero!» Si raccomandò Terry, a braccetto con Adrian Pucey.
« E dormite la notte!» aggiunse quest'ultimo.
Scoppiarono in un'ennesima risata.
« Ma che avete stamani, voi due …?» sibilò stancamente Bianca.
 
Nella confusione e il pigia pigia classico del viaggio verso Hogwarts, i quattro ragazzi cercavano di farsi largo.
« Fuori dai piedi, nanerottole!» sbraitò Felix a una brancata di ragazzine palesemente undicenni che lo fissavano ridacchiando.
« Allora, Cedric … queste novità?» chiese Vasil.
« Troviamo un posto lontano da quello dove si è messa mia mamma … perché se sa che l'ho origliata mi strina e mi fa allo spiedo» disse il ragazzo biondo, seguendo la scia degli amici.
« Oh, finalmente un po' di movimento. Spero che sia qualcosa di divertente» disse Garrick, mostrando in un sorriso una schiera di denti bianchissimi.
 
 
 
  
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