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Autore: GeorgiaRose_    20/06/2016    3 recensioni
Martina Stoessel è convinta che per lei la felicità non arriverà mai. Adottata a due mesi, a undici anni è dovuta tornare in orfanotrofio per via di un evento che le ha totalmente cambiato la vita. Non si fida più di nessuno. Non parla più ai ragazzi. Non ha più degli amici. Non ha più una famiglia. È sola. Ma l’incontro, dopo cinque anni, con il suo amico di infanzia Jorge Blanco le cambierà nuovamente la vita. Nonostante l’età, verrà adottata nuovamente, proprio dalla famiglia Blanco. Jorge, da sempre innamorato di lei, le starà vicino e diventerà, in poco tempo, più di un amico. Ciò che non sa, però, è che anche Jorge ha un brutto passato alle spalle. Riusciranno, insieme, ad affrontare e a risolvere i loro problemi?
“E adesso guardami, io non so più chi sono. Scaldami, quando resto da solo. Calmami, se mi sfogo con loro. Salvami.”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Un po' tutti, Violetta
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Non capirò mai perché esiste l’algebra. Davvero c’è chi pensa che saper svolgere una disequazione di secondo grado sia utile nella vita? Sono davanti questo libro da due ore e non me n’è uscita una e tra una settimana ho il compito. Fantastico. Sono pronta per il mio tre. Inizio ad accartocciare leggermente le pagine del libro per la frustrazione.
«Ehi! Non si trattano così i libri!» Ridacchia. Ero talmente concentrata su quegli esercizi che non mi sono neanche accorta che Jorge fosse entrato in camera.
«Jorge! Non ti ho sentito entrare!» Mi giustifico, non so per cosa in realtà.
«Sì, ho notato.» Ridacchia ancora. «Hai problemi con l’algebra?»
«Sì, sempre avuti.» E all’improvviso mi arriva un’illuminazione. «Jorge, non è che puoi darmi una mano?»
«Uhm, dipende.» Ci pensa su, chiudendo la porta alle sue spalle. «Cosa stai facendo?» Si mette accanto a me, poggiando la mano destra sullo schienale della sedia.
«Disequazioni di secondo grado.» Spiego.
«Cosa non ti riesce?» Chiede prendendo il foglio.
Perché è così dannatamente bello mentre è concentrato? No, okay, lui è bello sempre.
«Dopo aver calcolato il delta, come faccio a capire quando è positivo?»
Si siede sul letto per poi spiegarmi «Niente di più semplice. Se A è negativo allora devi prendere tutto ciò che è tra i due risultati, di conseguenza 331.»
«Davvero? Tutto qui?» Gli chiedo, riprendendo il foglio.
«Eh, già.» Annuisce e sorridendo leggermente, facendo spuntare due fossette ai lati delle sue labbra. «Comunque, sono venuto per chiederti una cosa» Mi comunica, facendomi smettere all’istante di scrivere. Spero non riprenda il discorso dell’altra sera. Ancora mi imbarazza pensarci. Lo incito a continuare, porgendo l’attenzione su di lui. «Credo che dovremmo organizzarci per le lezioni di chitarra.»
Immediatamente mi rilasso e tiro un sospiro di sollievo. «Sì, certo. So che avevamo deciso di iniziare questa settimana, ma oggi non posso: viene Mercedes a casa perché domani dobbiamo presentare il progetto.»
«Non è un problema, oggi ho gli allenamenti, e li ho anche il mercoledì e il venerdì, quindi pensavo di fare il martedì e il giovedì. Possibilmente dopo cena così avremo già terminato tutti i compiti.» Wow, ha pensato veramente a tutto.
«Mi sembra perfetto.» Annuisco.
«Bene, allora, tolgo il disturbo.» Si alza avvicinandosi alla porta. «E per qualunque problema, algebra e non, non esitare a chiamarmi.» Mi sorride, facendomi l’occhiolino per poi chiudere la porta alle sue spalle. Quindi rimango così: a guardare la porta chiusa sorridendo, volendo che non se ne fosse già andato. Perché quel ragazzo mi fa quest’effetto?
 
«Allora, il cartellone è pronto, il Power Point pure. Tu sai quello che devi dire?»
«Sì, Mercedes. Anche se preferirei non parlare» Parlare in pubblico non mi è mai piaciuto. Quante volte ci sono i cretini che ridono e ti prendono in giro? Già sono abbastanza complessata di mio. Poi si mettono pure loro…
«Te l’ho già detto Martina: dobbiamo parlare entrambe, altrimenti la prof ti metterà un voto negativo.» Mi spiega per la tredicesima volta. Giuro che le ho contate.
«Okay, va bene. Ma se tipo, mentre cammino per andare verso la cattedra, inciampo e mi rompo una gamba? E se mentre parlo, mi va di traverso la saliva, soffoco e muoio?» Chi ha mai detto che sono pessimista?
«Martina, sta tranquilla, okay? Andrà tutto bene.» Annuisco, non completamente sicura. «Sono le sei, mio padre viene a prendermi tra un’oretta. Che facciamo nel frattempo?»
«Vado a prendere qualcosa da mangiare, ti va?»
«Potremmo anche anticipare i compiti per mercoledì…» Propone, ma la ignoro scendendo giù per prendere un po’ di cibo. Proposta inaccettabile.
«Avete finito?» Mi chiede Cecilia, quando entro in cucina. Ma questa donna passa tutto il tempo qui? Starà preparando la cena per questa sera, probabilmente.
«Sì, prendo qualcosa da mangiare e torno su.» Spiego, prendendo un vassoio rosso dal mobile.
«Certo, se vuoi qualcosa di salato, guarda il mobile al centro; se vuoi qualcosa di dolce, apri quello a destra.» Mi indica.
«Okay, grazie.» Riempio due bicchieri di succo all’ace per poi riempire il vassoio di roba da mangiare. Non so esattamente cosa voglia lei.
Torno al piano di sopra e vedo la porta socchiusa dal corridoio.
Sto per entrare, ma le parole che sento mi bloccano.
«Parlerò chiaro: non voglio che tu dica a Martina ciò che è successo anni fa. È passato e non voglio che lei si preoccupi di qualcosa che non ha più importanza. Sono stato chiaro?» Sento la voce di Jorge, ha un tono serio. Ma di che sta parlando?
«Cosa c’è, Jorge? Hai paura che le dica ciò che hai fatto?» Il tono di Mercedes è diverso dal solito, più sicuro, quasi presuntuoso.
«Io non ho fatto niente e lo sai! È stato un incidente.» Alza il tono.
«Facciamo un accordo: se tu torni, io non le dirò niente. Altrimenti…» Okay, dov’è la Mercedes che conosco?
«Cos’è? Una minaccia?»
«Non una minaccia, un accordo.» Ripete.
«Mercedes, non mettiamo Martina in fatti che non la riguardano.»
«Mi sembra di capire che non accetterai il mio accordo. L’hai voluto tu.»
Sento uno sbuffo e poi Jorge dire: «Non è un buon posto per parlarne. Ti manderò un messaggio, va bene?»
«Magari ne parleremo anche in presenza di Mike.» Suggerisce a Jorge. Chi è Mike?
«Sì, va bene.» Si rassegna.
La conversazione sembra essere finita. Entro in camera, prima che Jorge esca.
«Jorge, che ci fai qui?» Chiedo, facendo finta di niente. Indagherò su questa cosa.
«Uh, cibo!» cambia subito discorso. Sono sorpresa dalle sue capacità di perfetto commediante.
«Non è per te, è per me e Mercedes.» Schivo col vassoio la sua mano, facendo attenzione a non far cadere il succo.
«Oh, ma andiamo, solo un biscotto, coabitante.»
«Ricominci?» Mi sale il nazismo quando fa così.
«La smetto se mi dai un biscotto, coabitante.» Ride.
«No, va via.» Gli ordino, poggiando il vassoio sul comodino e permettendo a Mercedes di prendere un bicchiere.
«Ma andiamo, coabitante!»
«Esci dalla mia camera, Jorge!» Gli ordino con un tono più duro.
«Okay, va bene. Ciao Mercedes.» Sembra essersi offeso. È proprio un bambino.
«C-ciao, Jorge.» Sorride leggermente lei. Cos’è? Adesso balbetta e fa la timida?
Sono stata così distratta da lui che è riuscito a sviare la domanda. Non me ne sono nemmeno accorta. Che nervoso.
«Perché era qui?» Chiedo quindi a Mercedes, sedendomi sul letto, per poi prendere il pacco di biscotti.
«Voleva solo salutarmi.» Sembra convinta della sua affermazione, ma so benissimo che sta mentendo.
«Uhm, okay.» Dico, chiedendomi se sia il caso o meno di continuare a fare domande. «Mer, posso farti una domanda?» Mi decido.
«Certo.»
«Come mai quando c’è Jorge nei paraggi, sei sempre così nervosa?» Mi sembra un buon modo per arrivare al punto. Almeno voglio capire perché davanti a me fa in un modo e quando sono da soli in un altro.
«Cosa? Questo non è vero.» Afferma, ancora convinta. Ammetto che sa mentire bene.
«Andiamo, Mercedes! Quando c’è lui, inizi a balbettare e a sudare. È ovvio che c’è qualcosa!» Insisto.
«No, Martina, non c’è niente, davvero. Fidati di me.»
«Okay, va bene.» Mi rassegno, per oggi.
 
Oggi dobbiamo presentare il progetto. Non sono in ansia, di più. Ammetto però che la presentazione è passata in secondo piano da quando ho sentito parte della conversazione di ieri tra Jorge e Mercedes. Che hanno da nascondere? Perché Jorge ci tiene così tanto a tenermi all’oscuro? Che ha fatto di così terribile? Chi è Mike? Troppe domande a cui non posso dare risposta. Candelaria sta parlando tranquillamente con Lodovica e Alba, mentre aspettiamo che la professoressa di storia e geografia entri in classe. Facundo non c’è, non so dove sia e sinceramente non mi interessa.
«Questa borsa è davvero stupenda, Cande!» Esclama Alba.
«Lo so! L’ho comprata con Martina quando siamo andate al centro commerciale. Quando l’ho vista è come se avessi sentito che mi chiamasse!» Afferma, scatenando qualche risatina da parte di Alba e Lodo. È guardando Candelaria che mi viene un’illuminazione. Lei e Jorge hanno un rapporto molto stretto. Probabilmente lei sa cosa è successo tra Jorge e Mercedes. Be’, chiedere che mi costa?
«Cande, possiamo parlare un attimo?» La faccio voltare verso di me.
«Certo.» Mi risponde con un gran sorriso. Come fa questa ragazza ad avere sempre il sorriso sulle labbra? Probabilmente ha una paralisi o qualcosa del genere.
Prima di parlare, mi assicuro che Lodo e Alba siano distratte. «Ho bisogno di sapere una cosa. Mi sto scervellando da ieri.»
«Okay, dai, parla.» Sembra essere preoccupata.
«Tu sai se qualche anno fa è successo qualcosa tra Jorge e Mercedes?» Inizialmente sembra perplessa, come se avesse paura.
«Ehm…» Inizia a guardare da un’altra parte.
«Lo sai, non è così?»
«Ecco…» Allunga leggermente la “o”, come se volesse prendere tempo. «Come mai questa domanda?» Tenda di sviare.
«Questo non è importante. Rispondi, per favore.»
«Martina…»
«Te l’ha detto Jorge di non dirmelo, vero?» Chiedo, sapendo che non avrebbe continuato la frase.
«Senti, Martina, io penso che qualunque cosa tu voglia sapere, devi chiedere a Jorge. Non mettere altre persone in mezzo o in difficoltà.» Sicuramente lo sa.
«Okay, va bene. Chiederò a lui. Grazie comunque.» Mi volto verso la cattedra, sbuffando.
«Non sei arrabbiata con me, vero? Cioè, cerca di capirmi, non posso.» Ha un tono preoccupato.
«No, tranquilla, non sono arrabbiata. Spera solo che Jorge me lo dica.» Scherzo, facendola ridacchiare.
La professoressa è entrata in classe. Eccolo arrivato. Il momento a cui ho pensato per tutta la settimana. Io e Mercedes saremo l’ultimo gruppo. Spero solo non succederà nulla di imbarazzante.
 
Guardo il soffitto mentre ripercorro con la mente ciò che è successo oggi. Io e Mercedes siamo andate alla grande. C’era complicità tra noi, ricordavo il mio pezzo alquanto bene ed ero molto sicura di me. Ammetto che sono state le parole di Cande a darmi coraggio -Stendili tutti!-. Quando è stato il mio turno di parlare, guardavo lei. Mi ispirava fiducia. Mi faceva sentire sicura e se avevo qualche momento di dimenticanza, mi sorrideva come a dire “Va tutto bene”. La professoressa è stata entusiasta del nostro lavoro e ci ha premiato con un bell’8 –il voto più alto che io abbia mai preso-, ma probabilmente è tutto merito di Mercedes.
È passata da poco l’ora di cena, Jorge sarà qui tra poco. Mi ha detto che gli servivano due minuti e poi sarebbe stato da me con la sua chitarra. Sto cercando di trovare le domande giuste per farmi dire ciò che è successo tra lui e Mercedes. Non voglio essere troppo diretta, per non rischiare di spaventarlo, anche se sono sicura che ciò non accadrà, Jorge ha sempre la risposta pronta.
«Ehi, allora, iniziamo?» Chiede Jorge, prima di chiudere la porta alle sue spalle. Non l’avevo sentito entrare a causa dei miei pensieri.
Ha la sua chitarra tra le mani e un gran sorriso sparato in faccia. La paralisi facciale sarà qualcosa di famiglia.
«Certo.» Gli sorrido, alzandomi e avviandomi a prendere la mia chitarra da dietro l’armadio.
Sono un po’ nervosa. È la mia prima lezione. So che se andasse male, dovrei cominciare tutto da capo e dovrò trovare una nuova “strada”.
«Che stai facendo?» Mi chiede Jorge, distraendomi dai miei pensieri ancora una volta.
Mi volto verso di lui. È seduto sulla parte destra del letto con le gambe incrociate in modo da tenere bene la chitarra. Ha il ciuffo abbassato, un’espressione un po’ corrucciata, probabilmente per via della domanda che ha fatto. Non posso non notare quanto sia dannatamente bello.
«Prendo la chitarra.» Rispondo come se fosse ovvio.
«Oh, no. Non ce ne sarà bisogno. Questa prima lezione sarà solo di teoria.» Mi comunica.
«Okay.» Mi servirà un quaderno o qualcosa del genere per prendere appunti. Perché non ci ho pensato prima? Mi avvio alla scrivania e prendo un quaderno qualsiasi da sotto il banco. Lo sfoglio e noto con piacere che è bianco. Prendo poi una penna nera dall’astuccio.
Jorge mi sorride, mentre mi fa cenno con la testa di sedermi accanto a lui.
Dopo aver eseguito, inizia a parlare. «Allora, innanzitutto bisogna definire una chitarra. Come fai a suonare qualcosa se non sai nemmeno di cosa si tratta? Quindi, una chitarra è uno strumento musicale cordofono, che viene suonato con i polpastrelli, con le unghie o con un plettro. Questo strumento è costituito da una cassa armonica a fondo piatto, a forma di 8 e con un foro circolare al centro, detto rosa, da un manico fornito all'estremità di piroli, o cavicchi o bischeri, ai quali s'attaccano le corde, e di stanghette trasversali con funzione di tasti, e da un ponticello sulla cordiera incollata sulla tavola. L'accordatura delle sei corde è mi-la-re-sol-si-mi.» Ogni volta che pronuncia un nome, indica sulla sua chitarra un elemento. È molto concentrato. Sinceramente, credo di non averlo mai visto così serio.
La lezione va avanti per un po’, Jorge mi spiega la differenza tra chitarra acustica e chitarra classica. Io mi eserciterò sulla classica. Inizia poi ad accennarmi qualcosa sulle note e sugli accordi. Passa un’ora in questo modo. È ancora preso a parlare quando gli suona il telefono.
«Scusami un attimo.» Mi dice, prima di alzarsi e posare la chitarra sul mio letto.
Esce dalla stanza, mentre io prendo a leggere gli appunti. Jorge è stato chiaro su tutto, mi sorprende quasi quanto sia bravo in questa materia.
«Eccomi.» Dice, rientrando in camera. «Riprendiamo?»
«In realtà sono un po’ stanca. È passata un’ora.»
«Davvero? Non ci avevo fatto caso… Va bene, riprendiamo giovedì. Studia ciò che ti ho spiegato, che ti interrogo.»
«Cosa?»
«Hai capito bene! Ti conviene studiare, posso essere molto severo.» Ha uno sguardo malizioso. MI spaventa quasi.
«Va bene. Studierò, professore.» Sorride, sentendo il soprannome con cui l’ho chiamato.
«Buonanotte, Tini.» Sta per uscire, ma lo blocco.
«Aspetta, Jorge.»
«Sì?» Si volta.
«Io… ho bisogno di chiederti una cosa.» Mi faccio coraggio. La curiosità mi sta mangiando viva.
«Uhm, va bene.» Sembra dubbioso. Lo invito a sedersi accanto a me e lui così fa.
«Voglio essere sincera. Ieri, quando c’era Mercedes, ho sentito una strana conversazione tra te e lei…» Sospira, non so esattamente per quale motivo.
«Che hai sentito esattamente?» Chiede.
«Non so, che hai fatto qualcosa in passato e un certo Mike…»
«E? Cosa vuoi sapere?»
«È successo qualcosa tra te e Mercedes?»
Sbuffa. «Perché vuoi saperlo?»
«Perché sembrava una cosa seria ed hai chiesto a Mercedes di non dirmelo.»
«Okay, va bene, te lo dirò. Non è niente di troppo brutto come stai pensando.» Fa una premessa. Questo mi rilassa. «Io e Mercedes stavamo insieme.» Mi dice. Il mio cervello non sembra di recepire subito il messaggio. Lui e Mercedes, insieme?
«Cosa?»
«Sì, lo so che ti sembra strano, ma è così.»
«Okay, va bene. E cosa hai fatto tu? Chi è Mike?»
«Io…» Sembra titubante. «Io l’ho tradita.»
«Eh?» Mi sembra tutto così strano. Sta dicendo la verità?
«Sì, Martina, sì. Mike è suo fratello. Mercedes ci stava molto male e io e lui ci siamo picchiati un paio di volte.»
«Quindi, quando Mercedes ha detto “se tu torni” o una cosa del genere si riferiva a lei? “se tu torni” da lei?»
«Contento che tu abbia capito.» Annuisce sorridendo leggermente. «E per la cronaca, Mercedes non mi stava ricattando. Cioè, non era sua intenzione. Ti posso assicurare che è una ragazza molto buona e dolce. Non voleva farlo, molto semplicemente è ancora sconvolta per ciò che è successo e, a quanto pare, mi ama ancora.» Mercedes lo ama. Oh, no. «Ehi!» Urla quasi quando gli do uno schiaffo sul braccio.
«Come hai potuto tradirla?» Mi sfogo, dandogli un altro colpo. «L’hai detto tu: lei è così buona e dolce. Come hai potuto?» Un altro colpo.
«Okay, Martina, fermati. Mi dispiace, okay? Ero un ragazzino stupido, lo ammetto. Mi dispiace. Ma è passato, sono cambiato. Sono andato avanti con la mia vita e dovrebbe farlo anche lei.»
«Per quanto tempo siete stati insieme?» Gli chiedo, iniziando a calmarmi.
«Poco meno di un anno.» Risponde. Non so cos’altro chiedergli. Ha ragione: è passato. «Finito l’interrogatorio?» Scherza.
«Non era un interrogatorio!» Obietto. «E comunque sì, finito.»
«Bene! Buonanotte, Martina.» Mi sembra di capire che stanotte non dormirà con me.
«Jorge, un’altra cosa.»
«Eh?»
«Perché non volevi che me lo dicesse?»
«Te l’ho detto: sono cambiato. Non volevo che avessi una brutta impressione di me. Se mi fidanzassi di nuovo, non so, con qualcuno come te, non rifarei mai una cosa del genere.» Mi fa l’occhiolino, prima di uscire dalla camera.
Sbaglio o stava alludendo a qualcosa…? Okay, non voglio pensarci. In fin dei conti, la storia è molto semplice. E Jorge non ha fatto nulla di illegale, come avevo immaginato. Allo stesso tempo, ho la testa in subbuglio. Mercedes è ancora innamorata di lui.
 
Scendo giù in piscina, come ogni sera. È l’una passata. Non riuscivo a chiudere occhio. Ormai mi ero abituata a dormire con Jorge, a sentire il suo respiro mentre dormiva teneramente e al calore del suo corpo che mi riscaldava. Forse sono una stupida. Cioè, sono sempre io ad andare da lui. Probabilmente mi starà aspettando. Sì, perché no? Mi alzo dalla sdraio e rientro in casa. Salgo al piano di sopra per poi aprire la porta della camera di Jorge. Sono alquanto confusa quando non lo vedo steso sul letto. Non ho notato nessuna luce accesa mentre rientravo, quindi, a meno che non sia un vampiro, non è in casa.
Il rumore della serranda del garage mi fa avvicinare velocemente alla finestra posta sulla sinistra. Sono ancora più confusa quando vedo Jorge mettersi il casco della moto e partire.
Jorge, ma che stai combinando?

 

 

*Angolo autrice*

Ehi ehi ehi! Avete visto? Sono riuscita ad aggiornare presto! *Applauso a me*. Questo capitolo è un po' diverso rispetto agli altri. Ci fa vedere un'altra faccia dei personaggi, almeno per quanto riguarda Mercedes e Jorge. Mercedes sembra completamente un'altra persona quando è da sola con Jorge e lui è più duro rispetto a quando è con Tini. Martina sente parte della loro conversazione e non può far altro che chiedere spiegazioni, prima a Cande e poi a Jorge. Dopo la prima lezione di chitarra, Jorge le spiega tutto. Lui e Mercedes stavano insieme e lui l'ha tradita. Martina, nonostante non sia una cosa bella ciò che ha fatto Jorge, si rilassa e gli crede. Ma, nel bel mezzo della notte, vede Jorge lasciare casa con la sua moto. Dove starà andando? Bieeeen! credo di aver fatto un buon riassunto del capitolo ahahah  Tanti besooos e alla prossima :D


Vi invito a vedere il trailer della FF: https://www.youtube.com/watch?v=hRQKRn8yneU

 

  
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