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Autore: A r o h a    20/06/2016    4 recensioni
E così è cominciato un nuovo anno alla Sports Academy.
Come dice il nome questa è una scuola in cui i giovani talenti dello sport mondiale si riuniscono per realizzare il loro sogno.
26 ragazzi, 1 scuola e tante avventure ancora da vivere, tra amore, misteri e gelosie.
Genere: Generale, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sports Academy '
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Capitolo 19


Il passaggio segreto e la frase che fece strozzare dopo tre volte Kimberly .
 E aiutate la povera Kaori con i suoi problemi!






Akane era nella sua stanza, con le cuffiette nelle orecchie, il cellulare con la sua lunga palylist nella mano sinistra, la finestra aperta e la bocca aperta in un sorriso gigante.
-Aaaah! Cake by the ocean ! Yeeee – non canticchiava, no, le gridava a squarciagola.
Dai, non mi guardate così, sarà capitato a tutti di chiudersi in camera con la musica a palla nelle orecchie, mentre si canta e balla facendo finta di essere una pop star famosa. Se anche tu ti rispecchi in queste parole, allora capisci la situazione di Akane in quel momento, sprizzava felicità da tutti i pori.
-C'mon, c'mon...the radio on...- ora la canzone era cambiata. Saltellava da una parte all'altra della camera, agitando le braccia e muovendo i fianchi. Qual'era in tutto questo contesto la nota stonata?
Molto semplicemente la finestra spalancata, se includiamo il fatto che la loro camera si affacciava sul campo da calcio dove in quel momento la squadra si stava allenando. Già, bella cosa.
-Palla!- forse nemmeno si accorse della pallonata che le colpì la nuca, facendola cadere a terra come un sacco di patate. Fortunatamente per i giocatori, Akane non svenne o morì, questo perché a loro serviva la palla, che la castana rilanciò dalla finestra con una smorfia e più forza del previsto.


Ora spostiamoci sul campo, qualche minuto prima che la palla decidesse di fare un viaggio fuori programma nella camera di Akane e Vanille. Cosa stava succedendo?
Liihera, il capitano in carica per quell'anno, aveva cominciato una dura sessione di allenamento, perché secondo la sua filosofia, il tempo bello non andava sprecato.
Quindi erano ore che i ragazzi correvano dietro a quel dannato pallone, che poverino, anche lui era stanco di rotolare e sporcarsi. In quel momento un Tenma Matsukaze avanzava verso la porta con inaspettata concentrazione, deciso a fare goal, solo che della grida per poco non lo fecero cadere.
Calciò la sfera di cuoio, convinto che entrasse in porta, invece questo deviò verso la traversa e sparì nel cielo, verso destra. Qualche secondo più tardi, Tenma era steso a terra, che baciava il prato del campetto, incapace di sapere cosa fosse successo.
-Matskaze in piedi!- gridò Lii – Basta flirtare con il prato, riprendiamo gli allenamenti, e la prossima volta vedi di mirare meglio, la porta non è quella finestra!- e indicò una finestra aperta.
Tenma capì che da lì doveva essere arrivato quel suono simile a un gatto che strilla, ma si stette zitto e decise di ubbidire al capitano. D'altronde non aveva scelta, Liihera Matatagi non era di certo il tipo da contraddire.






-Oi oi...Akane come ti sei fatta quel bernoccolo?- Vanille passò delicatamente le dita sulla ferita che l'amica aveva dietro la testa e questa sussultò sconsolata.
Erano sedute sulle poltrone della sala relax e Vanille aveva un kit di pronto soccorso aperto sulle ginocchia. Prese un po' di crema e comincia a spalmarla, stando attenta a non procurarle ulteriore dolore, ma ogni volta Akane sembrava sussultare.
-Ero in camera...e un pallone è entrato e mi ha colpito...- snocciolò, non volle rivelare altri dettagli imbarazzanti. Strinse i pugni sulle ginocchia – Fa malissimo...- si morse il labbro.
-Sopporta – le rispose semplicemente l'amica – Ho quasi fatto...-
-Che imbarazzo, ma perché proprio nella sala comune!Non potevi curarmi in camera...- continuò a lamentarsi la ramata.
-Perché qui c'era il kit, e comunque tranquilla, ora si staranno tutti allenando...incluso il ragazzo a cui stai pensando...- ammiccò, anche se Akane di spalle non la vide, irrigidì di colpo la schiena.
-Ah proposito...Faith mi ha raccontato del vostro quasi bacio, che com'è un idiota ha rovinato, uff...non ne combina mai una giusta...come va la vostra relazione?- Akane avvertì la malizia nel suo tono, improvvisamente Vanille era diventata una di quelle donne pettegole e curiose.
-Ehm..credo che...- Akane sospirò sconfortata – No, niente...assolutamente niente, non ci capisco niente! Tenma è così...carino...ma non...- si alzò in piedi, notando che il trattamento era finito.
Cominciò a battere i piedi frustrata, voltata verso la sua amica.
-Niente!- gridò aprendo le braccia e in quel momento colpì qualcuno dietro di sé.
-Ahio! E no cavolo, prima la testa e ora anche il naso...ma cosa...- la ramata riconobbe quella voce e non solo anche alla faccia furba che aveva appena fatto Vanille.
Si girò lentamente e meccanicamente, rossa come una ciliegia – Ten...Tenma scusami...io...-
-Bhe, vi lascio, buona fortuna Akane!- la Hotari corse via ammiccando come un lampo, lasciando i due ragazzi soli nella stanza.
-Ti chiedo scusa! Mi dispiace!- gridò Akane inchinandosi – Non ti avevo visto!-
-Non preoccuparti...- Tenma sorrise – Solo che oggi è la seconda volta che mi capita di ricevere una botta...pensavo che il cielo ce l'avesse con me...- ammise ridacchiano e massaggiandosi il naso.
-É successo anche me!- esclamò la ragazza – Giusto questa mattina, un pallone mi ha colpita dietro la testa...-
Tenma la guardò interdetto e fu così che ricostruirono il discorso, allibiti dall'accaduto.
-Oh io...-
-Ehm...-
-SCUSA!!- gridarono all'unisono inchinandosi, ma così sbatterono insieme sonoramente la testa.
Tenma chiese ingenuamente alla ragazza di spalmargli nei vari luoghi della botta, la miracolosa crema di Vanille e, dopo un attimo di sconcerto (Tenma sapeva essere davvero ingenuo), accettò.
Fu così che la castana diventò per pochi minuti una dolce infermiera, e ad essere sinceri la cosa al giocatore non dispiacque affatto. Quando infatti Akane decretò che era tutto apposto, e la crema finita aggiungerei, il castano si rabbuiò.
-Qualcosa non va?- chiese allora la ragazza.
-No..cioè...ecco...Akane, volevo chiederti una cosa...- il Matsukaze si era fatto all'improvviso timido, aveva stretto i pugni sulle ginocchia e abbassato la testa, cercando di nascondere gli occhi.
Akane sentì un fermento nell'aria – Di...dimmi...- riuscì a sussurrare.
-Non è che...sei..libera domani mattina, mi chiedevo se ti andava di uscire con me!- sputò fuori Tenma, con grande impeto direi, a tal punto che Akane sbiancò e dilatò gli occhi.
-Dici davvero?- esclamò, credeva di non aver sentito. L'amico annuì – Ma davvero, davvero??- ripeté lei a macchinetta. Di nuovo una risposta positiva.
Nella sua testa, Akane stava fangirlando come una matta. Come se avesse visto il suo attore preferito, una quantità industriale del suo cibo preferito e Tenma a torso nudo sotto la pioggia.
Volevo saltargli addosso e strangolarlo con un gigantesco abbraccio, coprirlo di baci, ma alla fine decise di fare la persona matura.
Si schiarì la voce – Ma si certo signor Tenma, accetto davvero volentieri il vostro invito a una passeggiata, lieta che apprezziate la mia compagnia – si alzò educatamente e camminò via piano piano, mentre il ragazzo la fissava sbalordito.
Poco dopo sentì uno strillo acuto, esattamente come quello che aveva sentito nella stanza, carico di felicità e non poté fare a meno di sorridere.










-RIPETI!-
-OK! TENMA MI HA CHIESTO D'USCIRE !!-
-RIPETI CHE NON CI CREDO?! DAVVERO?!-
-SIIII!!!-
Se ci fosse stata una gara a chi strillava di più, quella sera, Vanille e Akane avrebbero vinto il primo premio. Erano da poco passate le dieci, ma loro erano ancora sveglie, sedute sul letto della prima.
Akane aveva ripetuto milioni di volte le parole di Tenma ma non si stancava mai, e Vanille non ci credeva. Una delle sue OTP finalmente stava per diventare realtà!
-E come ti vestirai?- domandò allora Vanille, sua madre era una modella e lei era cresciuta con un grande amore per la moda, per questo ci teneva che l'amica facesse una bella figura.
-Pensavo a ...- ma la castana non finì la frase che l'amica la interruppe bruscamente.
- Conoscendoti ti metterai un insulsa maglietta e dei pantaloncini out, perciò tranquilla, ti aiuterò io!Dimmi solo dove ti porterà e io ti consiglierò!- e il concetto di consigliare per Vanille, era imporre, sopratutto se si trattava di vestiti.
- Vuole portarmi a fare un giro del giardino della scuola, dice di avere una sorpresa...quasi all'alba direi!- ma Vanille era già scatta in piedi e aveva aperto le ante del suo armadio.
-Sarà una luunga notte...- mormorò Akane mentre le si avvicinava timorosa.






Il vecchio detto dice: “ Sera da leoni, mattina da coglio...dormiglioni, va” . Ed è proprio quello che successe ad Akane il giorno successivo. Si svegliò con le calde e sopratutto tranquilla note di Worth it, come una tromba nelle sue orecchie e subito scattò in piedi.
-Sono sveglia, sono sveglia!- gridò, sull'altro letto, Vanille mugugnò qualcosa e tornò a dormire.
La ragazza prese il telefono per controllare in che epoca fosse, nemmeno si fosse ubriacata, non ricordava nulla della sera precedente. A giudicare però, dal pavimento pieno di vestiti, la sera doveva essere stata dura. Si accorse di non indossare il pigiama, ma degli shorts grigi e un top giallo canarino pieno di paillettes. 6.30 , imprecò con colorite parole, mentre scendeva da letto e afferrava la spazzola per domare la sua chiama.
-Sono in ritardo! L'appuntamento con Tenma!- strillava.
-Vedi di non fare rumore, a quest'ora tutti...mhm..dormono ancora...- Vanille strinse il suo peluche rosa - ...appuntamento...illegale...-
-Dove sono le scarpe?!- le strillò l'amica, lanciando la spazzola nel cassetto, centro perfetto.
-Sotto il letto...-
-Queste?! Ma ti sembro un canarino per caso?!- le scarpe era color senape a pois bianchi.
Se le infilò in fretta, mentre di nuovo si sbizzarriva con il vocabolario oscuro.
-Zitta e ringraziami, quelle scarpe costano più di casa...tua...- e di nuovo Vanille tornò nel mondo dei sogni.
Akane si osservò un secondo alla specchio, accettabile il suo vestiario, per una che si è alzata cinque minuti fa. Sistemò le pieghe che il top aveva procurato durante la notte e si legò i capelli in una coda di cavallo, almeno così non aveva un nido di passeri in testa.
-Io vado!- e preso il cellulare era subito fuori dalla porta.




Corse fin quando non vide il profilo del ragazzo che l'aspettava vicino ad albero.
L'alba sarebbe sorta a momenti e il cielo era colorato da una sfumatura rossa, rosa e gialla.
Quando Tenma la vide correre con i capelli al vento, arrossì, in quel momento sembrava una parte del cielo, quel giallo a suo parere le donava moltissimo.
-Scusa il ritardo! Ti prego scusa, è tanto che aspetti?- domandò affannata.
Tenma si riscosse – Eh? Ah no...affatto, pochi minuti soltanto...- calò un fitto silenzio imbarazzante, fin quando il castano non la prese per mano e cominciarono a camminare.
La mano di Tenma è così calda...il cuore mi batte fortissimo, chissà se anche lui riesce a sentirlo...
Il cortile della scuola era un posto veramente fantastico, non il classico giardino incolto a cui si potrebbe pensare, ma un parco grande e degno della più bella villa.
L'erba era sempre fresca e tagliata, gli alberi splendenti e in quel periodo in particolare spuntavano i primi e delicati fiori. Qua e là c'erano piccole panchine, e sentieri di mattoni guidavano il cammino degli studenti tra tutte le attrezzature all'aria aperta.
-Dove mi stai portando?- domandò allora la ragazza.
-In un posto speciale...- Tenma si girò e le fece l'occhiolino, poi si fermò in prossimità di una siepe.
La ragazza fissò il buco che c'era tra le foglie e il castano si accinse a spiegare.
-L'ho scoperto qualche giorno fa mentre mi allenavo, forza entra!-
Akane esitò – Lì..dentro...ehm...- di solito si sarebbe subito tuffata in quell'avventura, coinvolta dalla curiosità, ma strano a dirsi, in quel momento non sapeva a cosa pensare.
O forse semplicemente, pensava troppo, la sua fantasia stava galoppando troppo in fretta.
-Tranquilla...- capitò il disagio, Tenma le offrì una mano, già pronto ad entrare – Ti fidi di me?-
Akane annuì e passarono il buco. Si ritrovarono immersi tra mucchi di colorati fiori, in un piccolissimo pezzo di giardino che nonostante sembrasse abbandonato, aveva conservato quel suo aspetto selvaggio che lo rendeva fantastico. La natura sapeva essere meravigliosa.
Quel posto era contornato dalle mura dalla scuola, queste erano scolorite e piene di crepe, a differenza delle altre visibili da tutti.
-Stupendo!- corse al centro e si esibì in una piroetta, si sentiva veramente uno spirito libero in quel luogo e Tenma ne accorse e sorrise dolcemente.
-Questo è...il nostro posto segreto...ti piace?- domandò timidamente.
- No...nostro? - Akane si sentì a disagio, ma decise di non dare peso a quelle parole per non rovinare quel momento. Mostrò i denti in un grosso sorriso – Si! Grazie, lo adoro!-
Cominciarono a parlare, ridere e scherzare, passeggiando tra tutto quel verde, fin quando non sentirono delle voci dure da uomo. Si zittirono di colpo sbarrando gli occhi di paura.
-Cosa...- Tenma si avvicinò al vecchio muro e si mise origliare in silenzio, Akane lo imitò con il cuore in gola.
-Sei sicuro che sia qui?- diceva la voce del primo.
-Certo idiota! Ho studiato la mappa nei minimi particolari, il passaggio segreto è qui!- rispose brusco l'altro. Si sentì il rumore di qualcosa di ferro che veniva appoggiato a terra.
-Se ti sbagli il capo ci farà fuori!- rimbeccò di nuovo l'altro.
-Sta zitto e passami quel piccone!- dall'altra parte, i due ragazzi sbiancarono.
Per la prima volta, Akane sentì di avere davvero paura e strinse forte la mano dell'amico.
-Tranquilla, ho un piano!- sussurrò quest'ultimo e la cosa era sconvolgente. Si sfilò dalla tasca il telefono e subito nell'aria si diffuse il rumore dell'allarme della polizia. Grazie Youtube.
Silenzio, poi i due uomini riprese a parlare, ma il loro tono era preoccupato.
-Ci hanno già scoperto Jack!- gridò uno.
-Zitto Rassel! - ma siccome l'altro non sembrava convinto, Tenma mise il rumore di cani che abbaiano.
-Hanno cani da guardia?! Accidenti non lo sapevo!- imprecò Jack. Riprese il rumore della polizia.
-Dai...meglio andare...stanno arrivando!- si sentì qualcuno sputare a terra e poi correre via.
Tenma e Akane si lasciarono andare un sospiro esasperato, erano riusciti a metterli in fuga in tempo, ma ancora molte domande aleggiavano tra di loro.
-Erano...ladri?- chiese Akane – La..ladri?-
-Non lo so...ma dobbiamo avvertire qualcuno...- propose il castano.
-E chi? Il preside? I professori?-
-No..loro non ci crederebbero e inoltre così facendo sveleremmo il nostro luogo...- strinse i pugni e si alzò in piedi – Dobbiamo andare dalla presidentessa, lei è la solo che può aiutarci!-
Kaori, contiamo su di te.


 
 
~♦~
 






-Manabe! Ce l'ho fatta, Manabe!-
Kim volò verso il lilla, in piedi nel corridoio che scrutava una bacheca. Ma volò letteralmente, il balzò che compì per raggiungerlo e abbracciarlo stupì addirittura se stessa, sopratutto perché non era tipo da abbracciare la gente in quel modo. Ma in quel momento era davvero felice.
-Ce l'ha fatta, ce l'ho fatta!- ripeteva mentre affondava il viso nell'incavo del collo dell'amico.
Stringeva in mano un pezzo di carta, il suo compito di matematica.
-Sarò promossa senza debiti! Ce l'ho fatta!! - si sciolse raggiante dall'abbraccio e gli mostro il compito. Scritto in grande e rosso, c'era il suo voto, un bell'ottanta*
-Bravissima!Sono orgoglioso di te, brava Kim!- esclamò Manabe, mentre valutava tutte le risposte.
-E tu? Sicuramente avrai preso cento...- borbottò lei gonfiando le guance.
Dopo la confessione che si erano fatti di dover battere sempre l'altro, le restava difficile pensare di aver battuto Manabe in matematica, anche se in quel momento non le importava più di tanto, era solo felice di aver preso la sufficienza e oltre.
Manabe arrossì e abbassò lo sguardo – Ehm...ecco...io ho preso...79...- confessò.
-COSA?!- Kim cacciò un urlo di felicità e si mise a saltellare per il corridoio – Ho battuto Manabe, ho battuto Manabe in matematica! Ehi gente, guardatemi sono la nuova secchiona!- ricordati, voi che state leggendo, saltare in mezzo al corridoio e gridare agli altri studenti, non è una cosa da fare a casa. Non fatelo mai, perché ben presto vi sentirete in imbarazzo.
-Ehm...-Kim si ricompose – Come mai non il solito 100?-
Manabe si trasformò in una statua.
E ora che glielo dice che è per colpa sua? L'ho guardata per tutto il compito e mi sono distratto...cavolo che sciocco, può andare peggio di così? Qualcuno mi salvi...
E a salvare il lilla fu proprio lo stomaco di Kimberly, che gorgogliò.
-Non hai fatto colazione?- le domandò alzando un sopracciglio.
-No...ero talmente nervosa che non ho voluto mangiare...- ammise lei ridendo.
-Allora che ne dice se per...celebrare la tua vittoria, ti offro qualcosa alla caffetteria?-
In teoria a quell'ora la caffetteria era chiusa, perché ormai alle nove di mattina l'ora della colazione era finita, ma i due ragazzi la trovarono ugualmente aperta, evidentemente stavano facendo le pulizie. Nell'aria aleggiava il tipico odore del detergente al limone e la signora Andrea, la cara responsabile, era dietro il bancone che toglieva i vari dolci e dolcetti del primo pasto giornaliero.
-Oh! Manabe Kim, che sorpresa!- esclamò quando li vide entrare. Non vi stupite nel vedere che conoscesse i nomi dei due ragazzi, perché alla signora sta talmente a cuore il suo lavoro, che si era imparata con orgoglio tutti i nomi degli studenti.
-Salve...ecco, la mia amica qui non ha fatto colazione e ci chiedevamo se era possibile prendere qualcosa, facciamo ancora in tempo?- domandò educatamente Manabe.
La signora sorrise – Certo cari!- rivolse l'attenzione su Kim – Cosa vuoi cara?-
Lei alzò le spalle – Solo un frappuccino, è possibile?- rispose spicciola.
-In arrivo!- la donna afferrò un bicchiere di carta rossa e si mise a preparare la calda bevanda alla macchinetta, il pungente odore si diffuse nell'aria, mentre intanto Manabe contava le monete che aveva per pagare.
-Con panna anche!- si affrettò ad aggiungere la ragazza e la signora annuì.
Quando la bevanda fu finalmente nelle mani di Kimberly, il suo stomaco poté gioire e portò subito la cannuccia alle labbra. Cavolo ragazzi, meglio di Starbucks!
-Signora Andrea!Dove vuole che metta questi scatoloni?- da dietro una porta uscì Ibuki, con in mano due scatoloni che sembrava pesanti, le maniche della camicia bianca arrotolati e il viso imperlato di sudore. Kim quasi si strozzò, sia dallo spavento che dalla visione, e Manabe grugnì per essersene accorto.
-Ciao raga! Come butta?- esclamò il bianco con un bellissimo sorriso.
-Che stai facendo?- rimbeccò subito Manabe.
-Aiuto semplicemente la Signora! L'ho vista in difficoltà con queste scatole e ho pensato di dare una mano...ehi, non guardarmi così, non ho nessun secondo fine!- in effetti lo sguardo tagliente che il lilla gli stava donando era molto preoccupante.
-E voi?- lanciò un occhiata ammiccante a Kim – A quanto pare qualcuno non ha fatto colazione!- ridacchiò – Ansia per qualcosa?-
Kimberly cominciò a mordicchiare nervosa la cannuccia – Matematica...- ammise – Ma è andata bene! Sono riuscita a superare Manabe!-
-Cosaaa?! Il grande Manabe è stato superato? Bhe, allora la prossima volta chiederò ripetizioni a te!- quella frase detta per divertimento fece fermare il cuore alla castana per alcuni instanti.
Ma non poté dire altro, che Ibuki si affrettò ad aggiungere – Signora Andrea allora, questi scatoloni?-
-Lasciali pure vicino alla porta!Grazie caro Ibuki!- il ragazzo sorrise di nuovo e con un cenno di saluto rivolto ai due amici continuò il suo lavoretto.
Kimberly rimase per una manciata buona di secondi a fissare il ragazzo, a questo punto la domanda di Manabe era più che legittima e con una strana sicurezza la espose senza troppi giri di parole.
-Kim...ti piace Ibuki?- e questa volta davvero si strozzò.








Kaori era la presidentessa della scuola e come tale aveva molti compiti a cui adempiere con cura, ma la cosa non le dava fastidio, anzi, adorava il suo incarico. Non aveva uno studio personale, se vogliamo così chiamarlo, ma le era concesso di occupare un angolo della sala insegnati per i suoi lavori e le sue carte, a cui di solito si dedicava il sabato mattina, quel giorno appunto, quando ancora i professori dormivano. Già, troppo pigri per alzarsi alle nove eh?
Comunque, quando Tenma e Akane irruppero, lei stava rileggendo la lista delle lamentele degli studenti, strano a dirsi ma anche quella scuola perfetta aveva qualche difetto.
-Presidentessa!- chiamò Tenma, nonostante l'irruenza volle comunque portare un certo rispetto – Temo che abbiamo un problema?-
-Del tipo?- chiese subito la bionda lasciando stare la lista.
-La...Ladri...- rispose Akane e le raccontò con l'aiuto dell'amico l'accaduto. Si fidavano di Kaori, oltre a essere la presidente era una consulente e una fidata amica, perciò raccontarono anche del luogo segreto. Stranamente quella fu la parte che interessò di meno alla tredicenne, molto di meno.
Aveva strabuzzato gli occhi, si era alzata di scatto e aveva preso a fare domanda a raffica, cercando di memorizzare ogni dettaglio. Alla fine disse – Grazie ragazzi, non preoccupatevi, saranno solo dei lavoratori mandati dalla scuola che hanno smarrito la strada...per l'ingresso, potete andare -
Poco convinti, Tenma e Akane si voltarono, ma Kaori aggiunse seria – Non fatene parola con nessuno, non è il caso di smuovere la scuola per questa cosa – e per convincerli ancora di più, sfoggiò un dolce sorriso. I due ragazzi annuirono e si congedarono.
Peccato che quella calma e quel sorriso furono subito messi da parte. Appena i ragazzi uscirono, Kaori si lanciò sopra la cattedra, rovesciando fogli, cartelle e penne nel tentativo di ritrovare il suo cellulare. Quando lo trovò, in due secondi stava già chiamando Benna.
-Mh...si?- le rispose la ragazza con un mugugno.
-Benna sono io, Kaori! Devi venire in aula insegnanti è un emergenza!- strillò la bionda.
-Cosa? Ma è sabato mattina...sono le nove e mezza, il sole è appena sorto!- si lamentò la riccia, ma Kaori non voleva sentire ragioni – ORA!SUBITO!!- e chiuse la chiamata.
Cinque minuti più tardi, Benna era davanti alla bionda e con lei stavano Tsurugi e Cristal, messi meglio di lei sicuramente.
Accidenti a te Kaori! Sono in pigiama, con quello con gli orsetti! Ho le ciabatte a forma di unicorno e i capelli che sono un nido...e sono vicino a Tsurugi! Uccidetemi ora!
Pensava, mentre la sua faccia era quello di un diavolo super infuriato, neanche avesse la rabbia.
-Problemi?- esordì Cristal incrociando le braccia.
-Si, seri problemi!- e così per l'ennesima volta, la storia fu raccontata.
Ogni tanto Cristal strabuzzava gli occhi, mentre Tsurugi annuiva con riluttanza e Benna...continuava a pensare al suo abbigliamento, ma prestava comunque un minimo di attenzione.
-Cazzo! Ci hanno studiati, la questione è seria!- imprecò alla fine la corvina.
-Cosa possiamo fare?- domandò Kaori, lasciandosi andare sulla sedia – Dobbiamo dirlo...-
-A nessuno!- Cristal batté un pugno sul tavolo – Dobbiamo scoprire l'identità del capo...dobbiamo tornare in quella scuola!-
-Sei matta!- Benna parlò – L'ultima volta abbiamo rischiato la pelle!Quelli fanno sul serio-
-Ed è per questo che dobbiamo scoprire quello che nascondono...la cartellina...quella -
-Se anche fosse, non possiamo comunque ritornare lì in gruppo, ormai la scuola ha aperto e daremo troppo nell'occhio...- propose Tsurugi – Dobbiamo dividerci -
-E ricordate il passaggio...anche quello c'è da chiuderlo, sono sicura che presto ritorneranno – ricordò Kaori, sotto l'occhio poi le cadde un foglio con una lista di nomi, si lasciò andare con un grosso sospiro che attirò l'attenzione dei presenti.
-Qualcosa non va?- domandò Benna premurosamente.
-La scuola...sta davvero vivendo un bruto periodo...molti studenti se ne sono andati...- ammise porgendo il foglio alla riccia. Questa scrutò tutti i nomi fin quando non individuò quello di un ragazzo che conoscevano – Luca? Anche lui?Ma perché...- poi si ricordò dell'amica – Povera Alexia...-
-Da qua!- Cristal strappò la lista dalle sua mani, scorrendo furiosa tra i nomi – Non c'è! Ma a che gioco sta giocando quello!- gridò stringendo il foglio.
-Di chi parli?- alzò un sopracciglio l'unico ragazzo, ma lei scrollò le spalle.
-Allora? - continuò Kaori – Come agiamo?-
-Tu e io ci occuperemo del passaggio, Benna e Tsurugi andranno in quella scuola, così – dichiarò Cristal seria. I ragazzi non ebbero nulla da obbiettare, ma Benna nella sua mente stava fangirlando come non mai.
Da sola con Tsurugi...una missione...speriamo solo di non farci ammazzare...di nuovo.

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Angolo autrice:

Maratona Sports Academy ufficialmente conclusa! L'ispirazione era tantissima in questi ultimi tempi. quindi ho pensato di fare questa maratona di tre capitoli, yai! ^^ Spero vi piaccia. Ora le cose si fanno divertente, ma quanto sono cattivaaa! :P Creo casini tra i ragazzi che nemmeno beautiful ha una trama simile #modestiaportamivia 
E ok, vi lascio che credo vi siate stufati ormai di me xD
Baci!


_Elisachan



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