Voi credete di avere un amico.
Un amico che corrisponde all’ideale comune di amico. E ne siete orgogliosi.
Siete cresciuti insieme, niente può dividervi. Le avete passate tutte insieme.
Ma niente resta così per sempre e niente è perfetto.
Ma soprattutto niente è come sembra.
Davvero conosciamo le persone che ci stanno accanto?
Non conosciamo noi stessi, non siamo completamente sinceri con noi stessi…cosa vogliamo sapere degli altri? Siamo così ipocriti da credere che qualcuno si fidi di noi a tal punto da mostrarci tutto di lui?
Cosa abbiamo di speciale noi che porti qualcuno a fidarsi e a confidarsi?
Voi lo fate? Esiste una persona che sa tutto di voi? Tutto?
Quando siamo convinti che il nostro rapporto d’amicizia sia perfetto, quasi idilliaco, niente potrebbe toglierci dalla mente questa convinzione.
E viviamo per anni, parlando, scherzando e crescendo con una persona che in realtà non conosciamo.
Perché l’essere umano è complesso. E basta una piccola cosa, una minuscola scintilla e tutto brucia, cade come un castello di carte.
Anni passati insieme, esperienze, ricordi…non resta niente.
Forse basterebbe prestare più attenzione a chi ci sta attorno.
Probabilmente siamo così impegnati ad autocommiserarci, a crescere, a tentare di diventare qualcuno che non ci accorgiamo che le persone a cui vogliamo bene ci mandano silenziose richieste di aiuto.
Forse nemmeno loro se ne accorgono o forse non lo vogliono ammettere, ma noi come amici abbiamo il dovere di accorgercene.
Ma se non succede, se poi restiamo da soli…lì cominciano i guai.
Perché non stiamo più attenti? Perché siamo così egocentrici? Perché non ci siamo accorti che una persona che conoscevamo da quindici anni aveva bisogno di noi?
Perché siamo arrivati troppo tardi?
Perché?
Sono tutte domande senza senso…ormai.