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Autore: Signorina Granger    20/06/2016    7 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
Loro sono molte cose.
Sono i membri di ricche famiglie Purosangue;
Sono Prefetti e Caposcuola;
Sono Capitani ed eccezionali membri delle Squadre di Quidditch;
Sono gli studenti più brillanti e quelli più affascinanti;
Loro sono i più chiacchierati e ammirati: sono la Confraternita di Hogwarts.
E tu? Tu vuoi entrare?
Beh, non tutti possono... Solo i migliori riescono ad entrare nella Confraternita.
Genere: Introspettivo, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 20: La febbre del venerdì sera 




“Sei davvero sicura di non voler venire? Mi sento in colpa a lasciarti qui da sola...” 


Rebecca sospirò, alzando gli occhi da Ragione e Sentimento per posarli sulla sua migliore amica,M che si era seduta sul letto accanto a lei e la guardava come se avesse la febbre alta:


“Smettila di procurarti per me Shay! Dico davvero, non sono dell'umore..l ma tu devi vedere Tom, quindi muoviti e vai con le altre!”


Il tono di Rebecca era esattamente quello di chi non ammette alcuna replica, così Shay seppe di aver perso: non avrebbe mai convinto l'amica ad andare con lei e gli altri... Ma se Rebecca voleva stare da sola e in pace, nessuno poteva impedirglielo.

“Come vuoi... Ti saluto Tom e Isaac allora. Ci vediamo dopo, se hai bisogno di qualcosa fammi un fischio!” 

Rebecca sorrise all'amica, annuendo e guardando la bionda uscire dietro a Clara e ad Eleanor. 


Quando aveva espresso la sua intenzione di non andare in mensa dove, ogni sabato, all’Accademia gli studenti si riunivano per rilassarsi, bere, ascoltare musica e fare un po’ di baccano le sue cinque compagnie l'avevano guardata come se avesse detto di amare la torta di mele con l'aceto.
Shay si era ovviamente offerta di rimanere con lei e farle compagnia, ma l'altra le aveva ordinato di andare con gli altri per vedere Thomas. 

A quel punto la bionda aveva provato a convincerla ad andare con loro, ma senza successo. Rebecca era testarda, Shay lo sapeva benissimo e alla fine aveva ceduto, conscia che alla fin fine l'amica faceva sempre come voleva. 


Finalmente sola e in pace Rebecca chiuse gli occhi, sperando che il mal di testa passasse in fretta in modo da poter continuare a leggere. 


                                                                                              *


“Ehi, dov’è Bex?”      Isaac inarcò un sopracciglio, rivolgendosi a Shay che però sembrò non averlo sentito, intenta com'era ad abbracciare Thomas.

Il Corvonero li guardò impassibile, aspettando che finissero con le effusioni per sapere dell'amica:

“È rimasta in camera, ha detto che aveva mal di testa e non le andava di stare in mezzo alla confusione. La conoscete, sapete che non ama la ressa e le feste.” 

Shay si strinse nelle spalle mentre finalmente rispondeva ad Isaac, che annuì quasi sconsolato: Shay e Thomas di certo avrebbero fatto i piccioncini tutta la sera e lui non aveva gran voglia di stare a guardarli... E non c'era nemmeno Rebecca con cui ridere e prenderli in giro.


Probabilmente presto si sarebbe ritirato in camera, come la ragazza... Anche se da una parte voleva tenere d'occhio Nightray. 
Vincent continuava a tartassarlo, chiedendogli di rivelargli il fantomatico segreto che aveva sentito nominare la settimana prima, ma il ragazzo era deciso a non aprire bocca e puntualmente lo liquidava, suggerendogli di farsi gli affari suoi.

Il motivo? Semplice. Il suo segreto riguardava Rebecca e non voleva che proprio lui lo sapesse, certo che non le avrebbe dato pace... Figuriamoci, già le ronzava intorno spesso. 


Manco l'avesse Appellato il caro Vincent comparve davanti ad Isaac, che quasi sospirò: se gli stava per chiedere ancora la stessa cosa, l'avrebbe affatturato sul serio.

Il biondo però non parlò subito, mentre i suoi occhi chiari si muovevano velocemente sui compagni come in crea di qualcosa... Forse non voleva chiedergli del suo segreto, per una volta.

Isaac quasi sorrise con sollievo, che però durò poco quando capì che cosa voleva sapere il ragazzo:

“Nott... Dov’è la Hastings?” 


“Perché ti interessa?” 

Per tutta risposta lui si strinse nelle spalle, guardandolo con attenzione come se volesse estorcergli informazioni con la forza dello sguardo:


“Giusto per sapere, mi sembra strano non vederla insieme a te, Fletcher o alla Mitchell.”


“Beh, Rebecca non aveva voglia di fare festa stasera... Tutto qui. C'è altro?” 

Vincent abbozzò un sorrisetto e Isaac seppe che questa volta stava davvero per chiedergli del suo segreto... Ma il biondo non ne ebbe il tempo, perché il Corvonero se la diede a gambe, avvicinandosi al bancone per prendersi qualcosa da bere. 

Vincent sbuffò, seguendolo con lo sguardo: non poteva sfuggirli... Forse non avrebbe mai parlato, testardo com'era. Ma poteva sempre contare sulle chiacchiere di Julian per scoprire qualcosa.


                                                                            *

“Ok, basta! Se non la smettete io e Al vi faremo firmare un contratto per evitare le smancerie quando ci siamo noi nei paraggi!” 

Julian sbuffò sonoramente, mentre Clara rideva staccandosi da Scorpius, che invece sbuffò prima di afferrare la bottiglia sul tavolo e bere un sorso di birra Babbana a canna.

“Se non vi piace vederci insieme potete anche girare al largo... Di certo non mi dispiacerebbe.” 

Osservò il biondo in tono seccato, continuando ad accarezzare distrattamente la schiena di Clara, che gli si era seduta in braccio sulla sedia. 

Julian per tutta risposta lo fulminò con lo sguardo, mentre Al invece sembrava con la testa per aria come se stesse pensando ad altro.


“Al, dammi una mano con quella testa di Scorp!”

Il moro sembrò come svegliarsi da un sogno e si voltò verso l'amico, guardandolo confuso come a chiedergli di ripetere.

L'altro sospirò, passando si una mano sugli occhi come a chiedersi perché aveva scelto proprio loro come amici e non qualcuno di più normale. 


“Niente Al, lasciata stare.. Sembri pensieroso stasera, che cosa c'è?”   Domandò Clara nel tono gentile che riservava solo ed esclusivamente ad Albus, che però si limitò a scuotere il capo per poi alzarsi:

“Niente... Sono solo un po stanco. Qui c'è troppa confusione, vado a prendere una boccata d'aria.” 

Il giovane Potter si allontano dagli amici, facendosi largo tra gli studenti dell’Accademia per raggiungere uno dei terrazzi.

Clara lo seguì con lo sguardo con cipiglio preoccupato, mentre invece Julian si alzava per andare a prendere altro da bere:


“Secondo te c'è qualcosa che non va? Non credo sia solo stanchezza...” 

Mormorò Clara in tono leggermente allarmato, ma Scorpius non rispose, limitandosi a sospirare.
Poi prese delicatamente il mento della ragazza con le dita, costringendola a guardarlo in faccia invece si seguire gli spostamenti di Albus:

“Se vuoi ci parlerò... Ma smettila di preoccuparti sempre per lui Clara, non è un bambino e nemmeno tuo fratello. Sai, potrei anche diventare geloso di Albus.” 


Clara guardò il ragazzo e per un attimo fece per sorridere, convinta che Scorpius stesse scherzando.
Quando però, guardandolo negli occhi, si rese conto che era più che serio si affrettò a far sparire il sorriso, guardandolo incredula:


“Dio, Scorpius... Non puoi dire sul serio!” 

Per tutta risposta il biondo inarcò un sopracciglio con fare eloquente e questa volta Clara non riuscì a non sorridere, divertita:

“Oh, andiamo Scorp... Al è il mio migliore amico e anche il tuo, non puoi essere geloso di lui. È il mio migliore amico, ma tu sei il mio ragazzo. È diverso.” 


Clara sorrise, non sapendo se ridere o intenerirsi di fronte alla buffa gelosia di Scorpius.
Il biondo si passò una mano tra i capelli, annuendo appena:

“Si, lo so... È solo che a volte quasi ti preoccupi più per lui che per me.”


“Beh, ma questo perché lui ha l’innata capacità di cacciarsi nei guai! Dopo il primo anno ho preso l'abitudine di tenerlo al guinzaglio per controllare che non combini disastri. Da questo punto di vista tu sei il maturo.”

“Scusa un attimo, come sarebbe a dire da questo punto di vista?”

                        
                                                                                      *


“Cerchi queste?” 

Julian si voltò, trovandosi Vincent seduto accanto. Il biondo sorrise, spingendo verso il ragazzo due bottiglie di birra da mezzo litro.

Julian le prese e fece per voltarsi e raggiungere nuovamente Scorpius e Clara, ma si bloccò vedendoli baciarsi.
Il ragazzo sbuffò e girò sui tacchi: non aveva alcuna intenzione di interrompere i due fidanzati.

Sedette così sullo sgabello accanto a Vincent, stappando la bottiglia bevendo un sorso di birra sotto lo sguardo di Vincent, che sorrise:

“Non torni dai tuoi amici, Nott? Ah, certo... Non vuoi interrompere le loro effusioni.”

L'altro non rispose e Vincent sorrise, sapendo di aver indovinato.


Gli avrebbe chiesto perché Albus se n'era andato così di punto in bianco dal l'angolo dove si erano  seduti, ma il ragazzo aveva altro per la testa in quel momento.

“Andiamo Nott, lo sai che sono testardo e che non demordo facilmente... E tu e tuo cugino non siete nemmeno troppo legati infondo! Non lo dirò a nessuno, davvero. Lo terrò per me, voglio solo saperlo.” 


Julian appoggiò la bottiglia sul banco, voltandosi verso il ragazzo: non aveva nessuna voglia di passare la serata con Vincent  a mo’ di corvo, tartassandolo e continuando a chiedergli di Isaac. 

Così il Sepreverde sbuffò, decidendo di darci un taglio: dopotutto non erano affari suoi... E non era una cosa attuale, ma risalente ad anni prima.

“Ok, senti, non mi interessa. Te lo dico così per una buona volta la smetti di tormentarmi... A mio cugino piaceva Rebecca, tutto qui. E preferirebbe che lei non lo venga a sapere.” 


Julian si sentì quasi sollevato dopo aver parlato, lieto che Vincent non l'avrebbe più tartassato di domande... Da un parte si sentiva un po’ in colpa, ma sperava che Nightray stesse davvero zitto, così con un po’ di fortuna non sarebbe successo niente di grave.


Vincent rimase invece immobile, osservando Julian bere un sorso della bevanda quasi incredulo:

Isaac Nott... A Nott piaceva Rebecca Hastings? Li aveva sempre visti solo come grandi amici, nient’altro.

“Aspetta. Ad Isaac piace Rebecca? O piaceva?” 


“Che differenza fa?”

“FA differenza, Julian. Per me.” 


Julian si voltò verso il ragazzo, guardandolo di traverso: che cosa intendeva con quel per me? Vincent lo guardava più serio di quanto non l'avesse mai visto, sembrava quasi teso.

“Nel senso... Mi piace sapere le cose degli altri, ma le cose corrette. Non amo prendere granchi.” 


Julian inarcò un sopracciglio, non del tutto convinto dalle parole di Vincent. Tuttavia non aveva nemmeno voglia di mettersi ad indagare o altro, così si limitò a rispondere:

“Piaceva. O almeno così mi ha detto... Soddisfatto adesso?” 


Julian bevve un altro sorso di birra, mentre Vincent non rispondeva. Aveva l'aria pensierosa come se stesse riflettendo mentre ruotava sullo sgabello, tornando rivolto verso il bancone e non verso Julian. Vincent finì ben presto la bottiglia di birra ma la riempì con un incantesimo... Il primo di una lunga serie.


                                                                                 *


“Ma dov’è finito Isaac?” 


Domandò Shay guardandosi intorno, cercando l'amico con gli occhi ma senza successo: il Corvonero sembrava svanito nel nulla.

“Sarà tornato in camera... Non ama le feste.”

 Shay annuì, seduta accanto a Thomas su una panca, mentre lui le teneva un braccio intorno alle spalle e usava l'altra mano per tenere la bottiglia di birra.

“Ok, ma smettila di bere... Direi che può bastare.”


“Oh andiamo Shay... Reggo l’alcool!”


“Certo, come alla festa della Confraternita? Tu non eri lucido ma io sì e ricordo esattamente cosa é successo... Quindi non esagerare, potresti metterti nei guai.”

Thomas inarcò un sopracciglio, lanciando alla bionda un'occhiata dubbiosa: che intendeva? 
Aveva un ricordo confuso di quella sera in effetti... Aveva bevuto troppo di sicuro, ma non ricordava di aver fatto qualcosa di scandaloso.

“Ti stai riferendo a qualcosa in particolare?” 

“No, assolutamente.”   Shay rivolse al ragazzo un sorriso angelico, dandogli un bacio sulla guancia prima di continuare:

“Dico solo che se stasera fai qualcosa che io non farei... Finirai male. Ma non mi riferisco a niente in particolare, Tom.” 


Thomas le rivolse un sorriso, sapendo anche fin troppo bene che Shay parlava sul serio: il Grifondoro appoggiò la bottiglia sul tavolo davanti a loro, decidendo di darle retta e che per quella sera l’alcool bastava.

                                                                                     *

“Non ti diverti?” 

Declan alzò lo sguardo, vedendo Violet sedersi su una sedia accanto a lui.
Il moro si strinse nelle spalle, tornando a guardare dritto davanti a se.

“Non amo la folla, le feste... E tu?”


“Non credo di essere il tipo in effetti. Abigail sembra divertirsi invece.” 

La Grifondoro accennò col capo alla mora e Declan annuì, lanciando un'occhiata nella sua direzione: Abigail era seduta ad tavolo e intorno a lei c'erano alcuni studenti del primo anno dell’Accademia... Tra i quali diversi ragazzi che pendevano dalle sue labbra mentre raccontava della Confraternita, ovviamente.


“Beh, buon per lei... Quanto a me, credo che tra non molto seguirò l'esempio di Nott e me ne andrò a dormire.” 

Alle parole di Declan Violet represse un sorrisetto: era sicura che il ragazzo avrebbe parlato così... Non si conoscevano ancora benissimo, ma che non fosse un tipo estremamente socievole era chiaro a tutti,

Tuttavia nell'ultimo mese avevano fatto notevoli passi avanti: se non altro aveva smesso di chiamarla Zabini... O almeno quasi sempre. 

“In effetti credo che nemmeno io tarderò molto... È stata davvero una lunga settimana. Chissà che cosa faremo lunedì.” 

Mormorò Violet rivolgendosi a nessuno in particolare, mentre Declan sorrideva divertito:

“Non ricordi? Sean ha detto che la prossima settimana lavoreremo con i Patronus... Dormivi stamattina?” 

“In effetti non è da escludere.” 


Violet rivolse al ragazzo un sorriso colpevole, ricordando fin troppo bene quanta poca attenzione avesse prestato a Sean alla fine della lezione. L’Occlumanzia l'aveva un po’ scombussolata e aveva passato gli ultimi minuti un po’ con la testa per aria. 


“In ogni caso, non so se inizieremo lunedì... Non ha specificato nulla, ha solo detto che ci eserciteremo la settimana prossima.”

“Beh, mi fa piacere. Mi sono sempre chiesta che forma possa avere il mio Patronus, in effetti... E saperne evocare uno a 17 anni non è davvero niente male.” 

Violet sorrise allegramente e Declan si sforzò di imitarla, ma senza grandi risultati: in effetti si stava chiedendo che ricordo avrebbe sfruttato per evocare il suo Patronus... Non aveva molti ricordi felici della sua infanzia, o almeno non abbastanza da riuscire ad evocare un Patronus.


I due rimasero in silenzio per un po’, mentre ognuno pensava alla stessa cosa anche se inconsapevolmente. 

Violet però sapeva che ricordo avrebbe usato... Quello del suo Natale preferito, quello dell’enorme regalo che conteneva la chiave che portava al collo. 


                                                                           *


“Allora non sono l'unica a cercare un po’ di pace...” 

Albus si voltò, guardando Eleanor avvicinarsi e sedendo sulla panca accanto a lui.


“Beh, volevo lasciare Clara e Scorp un po’ da soli... E poi ho mal di testa da stamattina, la musica cominciava a darmi fastidio.” 



Eleanor sorrise e annuì appena con un cenno del capo, ricordando quando stava insieme a Scorpius e Albus cercava sempre di evitare di rimanere solo con loro due.

“Già... Ricordo che lo facevi anche quando Scorpius stava con me. Filartela, intendo... Ma lo capisco, è normale che tu sia a disagio nel vedere il tuo amico con la sua ragazza.”


“Beh, Clara è la mia migliore amica, non è solo la ragazza di Scorp ai miei occhi... Quindi si, è un po’ strano. Con te lo facevo per un altro motivo.” 

Albus rivolse un’occhiata ad Eleanor, che si passò nervosamente una mano tra i capelli, sapendo a cosa alludesse il ragazzo.

Era pienamente consapevole di piacergli dalla festa della Confraternita, quando aveva usato il suo “dono”, la Lingua Ammaliatrice per estorcergli il suo segreto.
Non era certa che Scorpius lo sapesse ma nemmeno le importava, dopotutto si erano lasciati ben prima della festa... E poi lui stava felicemente con Clara, di certo non gli importava granché.


In effetti un po’ si sentiva in colpa per come erano andate le cose.., era stata scorretta nel modo in cui aveva agito, a maggior ragione visto che il segreto di Albus riguardava lei in particolare.
Sul momento non ci aveva dato troppo peso: gli piaceva... Ma non ci aveva badato molto, conscia che la sua bellezza avesse attirato più di un ragazzo nella sua vita. 

In seguito ci aveva riflettuto ma non aveva mai avuto il coraggio di parlarne con Albus, che si comportava come se quella conversazione non fosse mai avvenuta.

Non le parlava se non strettamente necessario e lei non sapeva cosa dirgli... Non sapeva che cosa pensare o cosa provare: non aveva mai pensato ad Albus in modo diverso dall’amico di Scorpius e Clara, non lo conosceva benissimo come loro due.

Però si sentiva quasi come in debito nei suoi confronti, come se gli dovesse qualcosa... E le occasioni di stare da soli erano davvero rare. Eleanor sapeva di doverne approfittare, così dopo diversi minuti di completo silenzio sospirò, pronunciando finalmente quelle due parole:


“Mi dispiace.” 

                                                                              *

Rebecca si svegliò di soprassalto, bruscamente come non le succedeva da anni.
La ragazza ci mise qualche momento a mettere completamente a fuoco la situazione, facendo percorrere lo sguardo nella stanza vuota a avvolta nella penombra.

La luce era spenta ma la finestra aveva le tende tirate e la tapparella non abbassata, quindi c'era un minimo di luce che filtrava attraverso il vetro.
Le ragazze non erano ancora tornate e Rebecca si alzò dal letto sbuffando, scalciando le coperte mentre lanciava un'occhiata seccata all’orologio: era l’una passata... Ma non potevano usare semplicemente la magia per entrare invece di svegliarla a quell’ora? 

Il bussare alla porta si fece decisamente più insistente e Rebecca imprecò, incespicando nei suoi stessi piedi e cercando di non perdere l’equilibrio, aggrappandosi al letto di Violet: le girava la testa, era come se avesse avesse preso una botta mentre dormiva, urtando qualcosa... O forse il mal di testa del pomeriggio era degenerato.

“Arrivo, arrivo.. Un attimo di pazienza!”

Sbuffò la ragazza passandosi una mano sulla fronte, mentre bussavano un'altra volta alla porta... Di quel passo l'avrebbero sfondata.
In effetti non era esattamente un bussare... Più che altro la stavano prendendo a pugni, la porta. 


Rebecca prese la maniglia e aprì la porta, desiderando solo tornare a dormire sotto il suo piumone bello caldo.

“Ma non riuscite ad aspettare un att-“ 


Rebecca però non finì la frase, bloccandosi nel vedere chi aveva davanti: non c'erano le ragazze... Proprio per niente.


“Era ora. Cominciavo a pensare che ti avessero rapita.”

“Nightray che cavolo ci fai qui?” 

Vincent le rivolse uno sguardo serio, chiedendole silenziosamente di entrare. Rebecca fece per chiudere la porta, ma lui la bloccò con la mano e, spostandola di peso con un braccio, entrò nella stanza.

Rebecca sbuffò, sentendo una gran zaffata di alcool dietro al passaggio del biondo. 


Chissà quanto aveva bevuto per presentarsi in camera sua all’una di notte.

“Senti Vincent... Devi aver bevuto davvero tanto per venire qui, oppure hai perso il senso dell’orientamento...”

“No, sono esattamente dove voglio essere.”


Rispose il biondo in tono piatto, sedendosi sul bordo del letto di Violet e posando, ancora una volta, gli inquisitori occhi color ghiaccio su Rebecca, che si sentì come da manuale a disagio.

Dannazione, era in pigiama, struccata e con i capelli raccolti alla meno peggio! Non moriva dalla voglia di farsi vedere così da un ragazzo, anche se si trattava di Vincent Nightray.

Lui però sembrava non badare all’aspetto di Rebecca, che gli si avvicinò leggermente con fare quasi sospettoso, restando comunque a distanza di sicurezza:

“Ok... E che cosa ti spinge qui, in camera mia? Cercavi una delle altre?”


Nemmeno lei era del tutto certa di quello che stava dicendo e Vincent per tutta risposta emise uno sbuffo che sembrava una risata, guardandola con un sopracciglio inarcato:

“Sei seria? Un’altra ragazza? No Rebecca cercavo te, sapevo che eri qui.”

“D'accordo. E di grazia, mi vuoi dire PERCHÉ sei qui all'una? Non potevi aspettare domani?” 

Lui scosse la testa, alzandosi e avvicinandosi a lei di un passo, senza staccare gli occhi azzurri dal volto di Rebecca. 
Il contatto visivo non l'aveva mai messa a disagio, ma con lui era sempre stato diverso.

La ragazza abbassò appena gli occhi, evitando di guardarlo dritto in faccia mentre teneva ancora le braccia conserte quasi a volersi difendere da qualcosa.

Lui le prese il mento tra le mani, costringendola con una lieve pressione a guardarlo: il suo alito sapeva indubbiamente di birra e altro, ma non sembrava ubriaco... Era lucido, o almeno così sembrava. 
Doveva reggere veramente bene l’alcool.


Rebecca deglutì, ordinandosi mentalmente di non sfuggire con lo sguardo a Vincent: il giorno in cui lei sarebbe scappata davanti al ragazzo in qualunque modo sarebbe stata decretata la fine del mondo, ed evidentemente quel giorno non era ancora arrivato:


“C'è qualcosa tra te e Nott?” 


Rebecca si accigliò, chiedendosi se non stesse per caso scherzando... Eppure sembrava davvero serio.
Certa che la stesse prendendo in giro Rebecca sorrise appena, inarcando un sopracciglio:

“Beh, non sei l’informatore tu? Dovresti saperlo senza che te lo dica io.” 


Forse però non fu una grande idea... E il fatto che Vincent avesse stretto la presa sulla sua spalla la convinse che era serio quando le aveva fatto quella domanda.

Il biondo assottigliò gli occhi, guardandola quasi minaccioso:


“Dico sul serio Rebecca... Rispondi.”

Lei esitò, chiedendosi perché se ne uscisse con quell’insolita domanda... 

“Ok, tanto per cominciare... Di chi parli? Sai, ci sono due Nott che conosciamo.”

Rebecca sorrise, cercando di allentare la tensione che si era creata nella stanza e che si sarebbe potuta tagliare con le forbici.  Vincent sospirò, guardandola in modo eloquente come a volerle dire che sapeva benissimo a chi si riferiva... 


“No, Nightray. Isaac è forse il mio migliore amico, non c'è niente tra di noi. Ma come ti è venuto in mente? Probabilmente è per via dell’alcool...” 


Vincent accennò un sorriso e le sembrò sollevato, cessando la presa sul suo mento ed evitandole così un torcicollo.

“No non... Non ha a che fare con l’alcool. Ma lascia stare, non importa.” 


Vincent indugiò per un momento con la mano sulla spalla della ragazza, ma poi la spostò mentre lei lo guardava accigliata, senza capire: e l'aveva svegliata per questo? 
Per una domanda che non aveva nemmeno fondamenta sensate? Insomma, quando mai poteva aver dato modo di far pensare ad una relazione tra lei ed Isaac?


“Scusa una cosa, ma perché tanta fretta? Mi hai svegliato in piena notte per chiedermi una cosa simile, ma non potevi aspettare domani se proprio eri così curioso?” 


Lei inarcò un sopracciglio, sperando di non perdere l'equilibrio e avere un mancamento proprio davanti a Vincent Nightray, che la stava guardando in modo strano... O almeno secondo il suo parere.

Il biondo scosse appena il capo, parlando senza staccare gli occhi da quelli di Rebecca, ancora in piedi ad un metro da lei:


“No... No, non potevo più aspettare.” 


Rebecca non ebbe modo di pensare o dire nient’altro, perché un attimo dopo Vincent le aveva preso la testa tra le mani e baciata quasi con violenza, come se fosse qualcosa che voleva fare da molto, troppo tempo.

La Tassorosso avvertì un senso di vertigini, anche se non seppe mai con certezza se era per la febbre o per il bacio.
Ma poco le importava: si aggrappò alle spalle di Vincent e lui la strinse a sé, smettendo per la prima volta di pensare o cercare di dare una risposta ad ogni cosa.














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Angolo Autrice: 


*Entra in scena sulle note della colonna sonora di Momenti di Gloria*


Ci sono riuscita 

Bene gente, è fatta. Si sono baciati e ora le shippatrici di Vincecca possono esultare... Basta, con questa mi ritiro e chiudo tutto.



Nah, scherzavo. Non posso abbandonarvi così, non ora che ho fatto diventare Canon la mia coppia preferita. 
Sorvolando sulle ship senza freni di questo capitolo (volevo trasmettere un po’ di relax dopo il mattone dell'altro giorno), grazie per le precedenti recensioni come sempre, spero che anche questo capitolo più soft vi sia piaciuto. 

Spero che qualcuno abbia colto l'allusione del titolo... Sono l'unica ad aver visto quel mitico film? (Anche se qui è venerdì e non sabato)  Si... No...? Va beh, scusate la banalità ma non ho resistito tra la festa e la febbre di Rebecca, anche se la sua è alla lettera, non come quella del film. 
Ma dettagli. 

E... Niente, vi auguro una buonanotte, spero ci vedremo presto con il prossimo capitolo! 

Signorina Granger 

   
 
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