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Autore: PandoraHearts    22/06/2016    0 recensioni
Delle persone con poteri speciali .
Guardie a protezione di un re .
Destini intrecciati da millenni come i giochi delle ombre .
Ma senza saperlo qualcuno modificherà l' andamento del futuro stesso , proprio e dei suoi compagni .
Come la vita stessa , il mondo resterà a guardare ...
( Invenzione di un nuovo andamento della serie di yu-gi-oh )
Genere: Avventura, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Atemu, Marik/Malik Ishtar, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Quarto - Inevitabile -

Pochi giorni dopo 

I marchi sulla schiena dolevano terribilmente, anche se erano passati quasi due giorni dal rituale . Non riusciva a muoversi con un solo movimento anche lieve la pelle bruciava come se del fuoco stesse ardendo sia dall’interno che dall’esterno del suo corpo, tratteneva a stento le urla di dolore . Detestava il fatto di essere debole, il comportamento orribile di suo padre verso le persone a cui teneva di più , ma purtroppo tutti quei pensieri ormai non avevano alcun valore visto che la persona a cui voleva molto bene non era lì con lui in quel momento della sua esistenza nel quale provava un immenso senso di vuoto .
Si sentiva solo e le persone più vicine che aveva , sua sorella ed Orion, stranamente non colmavano la voragine lasciata nel suo cuore e nella sua anima da quella, che fino ad un anno prima era stata una sconosciuta .
Quella ragazza dai grandi occhi smeraldo che brillavano alla luce delle torce con la stessa intensità del mistero che rappresentava, i lunghi e lucidi capelli scuri che assomigliavano alla corda che intrecciavano le donne del clan impossibili da spezzare o piegare come la sua indole forgiata dal sole stesso e raffreddata dalla luna, ma che allo stesso tempo ti poteva donare un calore ed una sicurezza immaginabili . Aveva visto con la fantasia ogni cosa del mondo esterno a lui negato e ne riusciva a cogliere sempre il meglio come nelle persone, eccetto suo padre quell’uomo che tanto aveva desiderato avere un po’ d’affetto paterno, ma che lui stesso gli aveva negato come l’avverarsi dei suoi sogni .
Tutta colpa delle tradizioni .
Dell’uomo morto che condizionava la sua vita e quella degli altri del clan .
L’odiato Faraone .

Continuò a fare gli stessi pensieri per ore, come se la sua mente fosse diventata un disco rotto che ripeteva sempre la stessa nota all’infinito e con quella musica di sotto fondo, inconsciamente ed irrimediabilmente la sua candida anima iniziò a macchiarsi del nero del male .
Anche quando le tenebre dei sogni lo avvolgevano celando quei cambiamenti che stavano velocemente progredendo, inesorabili, all’ombra di tutto e tutti un nuovo “Marik” stava aspettando il momento propizio per sorgere incontrastato e distruggere il suo nemico .
Però vi erano momenti in cui anche questo nuovo essere arrestava la sua sete di dominio , proprio quando il bambino pensava alla ragazza che anche lui aveva visto tramite i suoi occhi e conosciuto tramite il suo corpo, ne restava affascinato ascoltando i pensieri del suo piccolo “contenitore” .
Dopotutto non erano nati dalla stessa essenza ?
Non erano la stessa persona ?

Marik iniziò a sognare, ma stranamente intorno a lui tutto era nero neppure sforzandosi di immaginare qualcosa persino quelle più svariate od incoerenti riusciva ad ottenere solo il nulla completo . Si rannicchiò in posizione fetale con le ginocchia al petto incapace di fare altro, chiuse gli occhi e strinse le palpebre più forte che poté, incapace di fare altro .
Si sentiva solo .
Infreddolito .
Senza via di scampo .
D’un tratto avvertì un leggero tepore in tutto il corpo come se del fuoco lo stesse scaldando e per vedere di cosa si trattasse aprì gli occhi, ritrovandosi tra le braccia della ragazza che aveva desiderato rivedere, ma che da quel preciso istante voleva scappare ricordandosi la sua metamorfosi . Gli occhi verdi che erano mutati assumendo l’aspetto di quelli di un felino, iride allungata e luminosi come due fiaccole . I capelli nocciola diventavano scuri quasi come l’inchiostro degli scribi .
Il suo aspetto lo aveva spaventato, voleva scappare, allontanarsi il più possibile .
Ma dove ?
Smise di divincolarsi e lei lo lasciò andare, sospirando quasi fosse sollevata .
- Per fortuna stai bene, ero così preoccupata .. – iniziò a dire con un tono stanco e strascicato, come se fosse sul punto di crollare e d’istinto il bambino si voltò nella sua direzione sgranando gli occhi, sorpreso .
Il corpo della ragazza era ricoperto completamente di ferite, indossava la tunica che le aveva visto il giorno della cerimonia ormai ridotta ad una veste rovinata coperta quasi interamente di sangue rappresso . Il volto che ricordava bello e luminoso era coperto di lividi e graffi di cui la maggior parte cicatrizzati, ma che comunque lo deturpavano e sfregiavano, i capelli erano una massa disordinata e sporca le cui punte erano coperte di sangue e sabbia . L’unica cosa che era rimasta uguale erano gli occhi due pietre brillanti dai colori vividi lasciavano trasparire la sua stanchezza, ma risoluta determinazione .
- Che cosa ti hanno fatto ..- mormorò sull’orlo delle lacrime, avevano fatto del male anche a lei e non lo poteva accettare .
Lui mosse qualche passo nella sua direzione, ma si arrestò di colpo .
La sua espressione dalla preoccupazione divenne timorosa .
A quella vista Amira sorrise tristemente e sospirò .
- Ti stai chiedendo chi sono, eh ? Devo dire che è molto difficile rispondere a questa tua domanda con le parole, per questo abbiamo ancora tempo . – rispose con sicurezza alla tacita domanda ricevuta osservandolo dritto negli occhi, sollevò nella direzione del bambino la sua mano destra .
- Fidati di me, afferra la mia mano . Ti chiedo solo questo .. – disse con fare implorante avvicinandosi di un passo , ma l’altro rimase inchiodato sul posto incapace di muoversi valutò la richiesta per pochi secondi .
Con un briciolo d’incertezza afferrò la mano della ragazza che gli parve fredda quanto quella di un morto, lei gli sorride dolcemente abbracciandolo delicatamente come se avesse avuto paura di romperlo in mille pezzi .

- Guarda in alto . Cosa vedi ? – chiese pochi secondi dopo a Marik .
Aprì la bocca incapace di produrre alcun suono . Un manto di puntini luminosi si estendeva sopra le loro teste ed una palla bianca lattea svettava come una torcia in quella coltre oscura . Spostò la sua attenzione ad un leggero pizzicorio che avvertiva sotto i piedi, un tappeto infinito di sabbia si estendeva fino all’orizzonte di quel posto, che poté identificare solo come il mondo esterno che tanto aveva voluto visitare, ma che purtroppo fino a quel momento non aveva potuto fare .
Una leggera brezza fredda fece alzare un incalcolabile quantità di granelli di sabbia fine, i capelli si mossero disegnando delle onde irregolari grazie al vento che portò con sé anche il richiamo acuto di un animale ed in quel momento in cielo , grazie alla luce, vide una figura indistinta passare sopra le loro teste a bassa quota, dovevano essere degli uccelli notturni sicuramente dei predatori .
Fece per muovere dei passi verso il satellite, ma venne fermato da una presa ferrea alle sue spalle .
- Questo è un paesaggio ricavato dai miei ricordi, se lasci andare la mia mano tutto questo sparirà, ma comunque tra non molto dovrò andarmene .. – iniziò a spiegare però non riuscì a finire perché sparì sotto lo sguardo atterrito del bambino che aveva di fronte come fece il resto del posto , lasciando come unico protagonista l’oscurità che avvolse tutto .

**

La porta della cella venne aperta di scatto, la ragazza rivide la luce dopo molto tempo però avrebbe voluto non veder ricomparire proprio l’uomo che l’ aveva torturata poche ore prima, lui con espressione impassibile a passo pesante si diresse verso di lei .
Non si mosse .
Non si rannicchiò per terra nel tentativo di non farsi prendere .
Non fece niente di tutto questo .
Rimase ferma perché il corpo le faceva troppo male, gli squarci sulla schiena si erano cicatrizzati da tempo però quasi ogni ora veniva trascinata in una stanza spoglia come la sua cella e veniva frustata fino allo stremo, ma il suo corpo si rigenerava più velocemente rispetto al normale .
Per quell’uomo non era abbastanza, voleva fargliela pagare per aver disturbato l’armonia del suo mondo e messo in discussione il suo operato perché anche se era nata millenni prima per quelle persone non importava rimaneva comunque una ragazzina con un passato particolare . Nulla di più, nulla di meno .

Quando l’ uomo fu di fronte a lei con poca grazia l’afferrò rudemente per i capelli, la trascinò verso la soglia della cella, sollevò con sforzo il suo braccio destro ed affondò le unghie nel polso di lui che si voltò verso di lei con fare seccato .
- Che vuoi ?! – esclamò, in risposta aprì e chiuse la bocca più volte ne usci un sussurro appena percettibile sembrò ripetere più volte la stessa frase .
- Lasciami andare .. posso camminare .. – riuscì a scandire per poi sputare per terra, lui la lasciò cadere a peso morto con non curanza, facendole sbattere la testa al suolo .
Lei cercò di rialzarsi nonostante il dolore, ma le risultava difficile anche con la sua buona volontà e l’altro non contribuì ai suoi sforzi . Dopo aver provato ad alzarsi da sola un paio di volte si accasciò respirando affannosamente .
- Muoviti ! Non vali nulla ! – la insultò con voce ferma tirandole un calcio facendola cadere di nuovo dopo l’ennesimo tentativo colpendola alla bocca dello stomaco e sussultò per il dolore, lui rise a quella vista .
La ragazza a terra alzò lo sguardo quel volto che fino a poco prima era completamente apatico comparve un mezzo sorriso, l’altro sembrò pietrificarsi smettendo di ridere, incatenato a quegli occhi smeraldo in cui molti avevano visto riflesso il proprio viso contorto dal terrore . Non era mai stata la morte a spaventarli, ma quella ragazza .
No, non era corretto neppure quell’affermazione avevano avuto timore della voce che lei fosse il dio della morte Anubis sceso in terra, però ormai tutti ci credevano poco .
Quello sguardo aveva qualcosa di misterioso sapeva regalarti paura e pace allo stesso tempo, erano le stesse viscere di quei mal capitati a gridarlo come se fosse l’urlo accorato di un condannato a morte, di qualcuno che all’improvviso trova il proprio salvatore .
Lui scosse la testa con vigore, non doveva cedere .
- Allora chi sarebbe la mezza calzetta ? – chiese lei d’un tratto portando l’attenzione su di sè, mentre l’altro si stava riprendendo dai suoi stessi pensieri .
Sgranò gli occhi .
La ragazza che prima sembrava essere completamente priva di forza era ora in piedi di fronte a lui, con sguardo accigliato e volto inespressivo, iniziò a camminare lo superò senza problemi l’uomo sembrò incatenato al suolo stesso .
Non la fermò .
Non le intimò di rimanere al suo posto con lo stesso tono che aveva utilizzato pochi minuti prima .
Rimase lì, immobile, con lo sguardo puntato dov’era poco prima la ragazza, con fare sognante come se si trovasse in uno stato di ipnosi . Con il suo carceriere ridotto in quello stato prese le chiavi della prigione riunite in un cerchio di ferro appeso ad un gancio nella parete opposta alla sua cella, richiuse la pesante porta .
L’uomo all’interno non ebbe alcuna reazione .
Sorrise .
Allora i trucchetti che le aveva insegnato il suo maestro si erano rivelati ancora una volta efficaci .
Trovò la chiave giusta, la girò nella toppa finche le fu possibile e con un gesto secco della mano spaccò l’asticella della chiave nella serratura . In quel modo se avrebbero voluto liberare quell’uomo ci avrebbero messo un pò, ma comunque da quel momento poteva considerarsi una fuggiasca in piena regola ed attualmente si trovava in territorio nemico .
Non ci avrebbero messo molto a scoprire che era riuscita a liberarsi, doveva recuperare un paio di cose prima di organizzare un modo per uscire da lì .

Un vecchio amico in questo caso l’aiutò in modo determinante, comparendo dall’ombra con in mano la sacca logora della ragazza con all’interno sicuramente tutti i suoi oggetti e nella sinistra stringeva la sua spada rinfoderata, non poteva che essere Shadi con la solita espressione impassibile .
- Te l’avevo detto, però non mi ascolti mai . Tieni come mi avevi chiesto . – disse lanciandole la sua roba che la ragazza prese al volo, salutandolo con un gesto del capo, mentre si allontanava di corsa tra i corridoi .
Per sua fortuna nessuno delle persone che incrociava aveva il tempo di riconoscerla od addirittura fermarla era troppo veloce ed indomabile, sembrava un uragano che lasciava dietro di sé solo il nulla ed il vuoto .

**

Da quando si era svegliato da quel sogno che aveva condiviso con Amira, non aveva smesso di osservare il vuoto immerso nei propri pensieri .
Quel luogo era veramente l’esterno ?
Si chiese per l’ennesima volta in quel lasso di tempo, che non sapeva calcolare .
Ne era sicuro ed era ora di prendere ciò che gli apparteneva !
Quella risposta risoluta prese il comando sui suoi pensieri, guidando il suo corpo oltre la soglia della camera e tra i corridoi semi deserti . Doveva ritrovarli e portarli via con lui, compresa quella ragazza di questo era certo compreso l’altro sè stesso che in quel momento taceva, limitandosi ad osservare gli eventi .

**

Si fermò un momento in uno dei corridoi deserti per entrare dentro ad una stanza ben precisa, quella dov’erano conservati i due oggetti del millennio affidati a quel clan dai sacerdoti rimasti in vita nella battaglia finale contro il male assoluto . Un velo di malinconia e tristezza spense temporaneamente quello sguardo determinato, mentre la sua mente vagava in un tempo ed una vita troppo lontane da quelle che stava vivendo ora .
Si riscosse dopo pochi secondi, meglio non pensarci l’avrebbe solo rallentata, si incamminò verso l’uscita per fermarsi vedendo dopo giorni di nuovo il volto di Odion, diverso da come se lo ricordava . La stanchezza era ben visibile grazie alle due profonde occhiaie, segno che non dormiva da molte lune, lo sguardo sembrava più deciso, le ombre proiettate sul suo volto dalle fiaccole lo rendeva spettrale e solenne, contribuivano anche i marchi impressi sulla parte destra del viso .
- Devo farti uscire da qui . Vieni . – disse conciso facendole strada in un'altra direzione, ma lei non lo seguì rimase immobile al suo posto, il ragazzo la guardò negli occhi .
- Stanno arrivando non lasciamoli soli .. – mormorò seria, voltandosi verso la porta da cui provenivano quelle voci concitate ed i passi veloci . Sul volto della ragazza comparve un ghigno spietato, questa volta toccava a lei la prima mossa .

 
   
 
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