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Autore: L1107    22/06/2016    7 recensioni
Questa storia sarà diversa da tutte quelle che avete letto, o almeno ha questo obiettivo. Non è la solita storiella dove due persone, anche se diverse come Hermione e Draco, s'innamorano e improvvisamente esistono solo loro due, che si salvano. È drammatica, ho deciso di mettermi alla prova, parlando di una Hermione che farà di tutto per conquistare quel Malfoy, che perderà tutto per lui, usando anche i suoi stessi amici inconsapevolmente e consapevolmente poi. Non è una di quelle favolette con il solito "e vissero felici e contenti", questa storia è reale, ed è una storia che parte da una mia esperienza personale e da una mia sofferenza. Spero vi piaccia.
Genere: Dark, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric Diggory, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Ginny, Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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IL FUNERALE

Hermione è a pochi passi da me, avvolta in una leggera stoffa rossa che le scopre leggermente le gambe sottili e eleganti, il viso è raggiante mentre mi sorride e sono accecato da tanta inestimabile bellezza. Raccoglie fiori su un prato verde, piegando le gambe che scompaiono sotto il vestito, li porta al naso e li annusa per poi voltarsi verso di me e sorridermi dolcemente. Per qualche strano motivo non riesco a raggiungerla, non riesco a toccarla o a baciarla e questo mi terrorizza così la chiamo ma non mi sente, è voltata ora e posso vedere solo le sue spalle tremare.
“Hermione!”
Sento che è tremendamente in pericolo, il cielo luminoso si riempie improvvisamente di nuvole e la luce comincia a essere sostituita dal buio. La scena è ora illuminata solo da qualche lampo e tuono, Hermione urla improvvisamente cadendo a terra, contorcendosi. Con tutta la forza che mi rimane riesco a muovermi verso di lei e a raggiungerla, non riesco ancora a vederla in volto mentre lei si contorce dal dolore davanti a me colpita sicuramente dalla Maledizione Cruciatus. Piange e geme dal dolore, chiama il mio nome e mi chiede aiuto, ma non vedo nessuno e non so come diavolo fermare quell’agonia. Ho la bacchetta stretta in mano ma non serve a nulla, non riesco a fermare il suo dolore. un rivolo di sangue sgorga dalla sua bocca mentre i suoi occhi spalancati dalla paura si posano su di me, la pelle è livida e lei ha cessato di muoversi.

“NO!”

Mi sveglio di soprassalto, scombussolato dal buio della mia stanza, mentre mi passo una mano fra i capelli sudati, tremando. Una lieve luce si accende e riesco a riconoscere il volto di Zabini che si avvicina a me. Sono tornato a Hogwarts il giorno dopo la sua morte e non riesco a dimenticarla, non posso dimenticarla.
“Draco, stai bene?” mi chiede Blaise posandomi una mano leggermente scura e confortante sulla spalla. Scuoto la testa sentendo varie vampate di calore colpirmi alternate da un freddo gelido. Quel freddo che mi gela le ossa e il cuore, quel freddo che è venuto a uccidermi lentamente e che accolgo sempre volentieri. Sento una fitta dolorosa al petto che, seppur non si può vedere, so che sanguina copiosamente da giorni.
“Non starò più bene, Blaise” rispondo seccamente alzandomi troppo velocemente. La testa mi gira e per ristabilire l’equilibrio devo sedermi sul letto.
“Draco, devi farti dare qualcosa per calmarti da Madama Chips” mi suggerisce Blaise leggermente preoccupato.
“No, affronterò tutto… gliel’ho promesso ed è il minimo che possa fare” scuoto la testa, deciso. Merito quel dolore, è l’unica cosa che mi permette di non impazzire, l’unica cosa che mi permette di sopravvivere. Sento la sua mancanza come un chiodo fisso conficcato nella mia testa, i sensi di colpa artigliano ferocemente il mio stomaco portandomi a feroci ondate di nausee che riesco a reprimere faticosamente. Non sono riuscita a proteggerla, non ho potuto fare nulla davanti a una malattia Babbana, una semplice malattia Babbana… io, che mi sono sempre ritenuto superiore a tutti, sconfitto miseramente dai Babbani.
“Come posso aiutarti?” mi chiese Blaise. Blaise è un bel ragazzo, alto e determinato, perfido come solo un Serpeverde sa essere ma è sempre stato l’unico amico che ho avuto. Blaise si è sempre rilevato leale nei miei confronti, senza mai voltarmi le spalle e ascoltandomi qualora ne avessi bisogno.
“Lanciami la maledizione Cruciatus” gli chiedo guardandolo negli occhi scuri che si sbarrano improvvisamente.
“Sei pazzo? E’ illegale!” risponde immediatamente e io scuoto la testa, facendola crollare sul mio collo e fissandomi le ginocchia.

Sono pazzo, sto veramente impazzendo, non riesco più a ragionare, la forza mi ha completamente abbandonato, provo solo un amore infinito, un amore così devastante nella sua forza che non so come contrastare, un amore che non riesco a controllare e fa’ ancora più male.

“N-Non ci riesco…” balbetto- io che non balbetto mai.
“Si che ce la fai, sei il principe delle Serpi Malfoy” mi risponde lui.
“Se questo servisse a qualcosa… ho fallito Blaise, non sono riuscito a salvarla, ho fallito miseramente” borbotto.
“Malfoy, ma cosa t’importa? E’ solo una sporca Mezzosangue!”
Scatto ferocemente in piedi e, senza pensare, mi avvento su di lui con il solo intento di ucciderlo. Non so che cosa mi sia preso, mi ritrovo sopra di lui con le mani sporche del suo sangue, mentre Blaise cerca di pararsi senza però rispondere ai miei attacchi.
“Draco, basta!” una voce spettacolare, la sua voce, mi fa’ tornare improvvisamente in me e mi scaglio violentemente lontando da Blaise che si tiene la faccia sporca di sangue mentre mi guarda.
“Blaise, scusa ma….”
“Non c’è bisogno che ti scusi Draco, l’intento era quello… hai troppo dolore e hai bisogno di sfogarlo” mi rispose lui tamponandosi il naso da cui gocciolava il sangue.
“No, non c’è alcun bisogno di sfogarmi… mi permette di sentirmi vivo”
“Il dolore ti sta consumando” insiste ancora.
“E’ quello che merito” rispondo ricevendo improvvisamente un pugno in faccia da un furioso Zabini.
“Draco Malfoy, sei il principe delle Serpi e come tale non dovresti essere così idiota! I Serpeverde hanno sempre lottato per la loro vita e tu, a una minima difficoltà, ti lasci andare come un patetico Grifondoro?” mi rimprovera ferocemente ed è già sul punto per colpirmi di nuovo ma riesco ad afferrargli la mano e ad alzarmi. Sono più alto di lui ma la furia che arde in lui sembra essere più forte.
“E’ così quando si ama…” rispondo orgogliosamente.
“Pensi che questo sia amore, Malfoy? Merlino, posso capire che non lo hai mai provato ma il tuo non è amore… il tuo è solo una scusa! Hai paura di lottare, hai paura d’innamorarti di nuovo di qualcun’altra perché sai che devi affrontare una barriera di fuoco… C’era arrivata pure la Granger, per questo ti aveva detto di reagire e tu invece cosa fai? Te ne stai lì, come un bambino capriccioso, a frignare su quanto sia ingiusta la vita, gettando alle ortiche ciò che lei ti ha donato! L’amore non è il tuo, altrimenti mostreresti più rispetto per quello che lei ti ha dato e lotteresti per difenderlo… il vero amore è quello che la Granger ha fatto per te, si è pure sacrificata per te, per poterti dare una vita migliore! Pensi che per lei sia stato facile chiederti di sposarti con un’altra? Io penso che sia quello che le abbia fatto più male in assoluto ma lo ha accettato comunque, perché ti ama e vuole la tua felicità e tu…TU, COME UNO STUPIDO RAGAZZINO INFANTILE, TI CROGIOLI NEL DOLORE SENZA FARE NULLA PER PRENDERE AL VOLO L’OPPORTUNITA’ CHE TI E’ STATA DATA, SEI DAVVERO UN’IDIOTA MALFOY!” sbraita infuriato a un centimetro dal mio volto.
Le sue parole sono come una doccia ghiacciata mentre mi rendo conto di quanto io sia stato tremendamente infantile. Hermione ha sacrificato sé stessa per darmi la possibilità di essere migliore e di essere felice, ha visto del buono in me e ha creduto in me e io… io sono un vero perdente, perché non ho mai compreso l’amore infinito della mia donna, sono un perdente perché io non l’ho mai amata così tanto, sono un perdente perché lei sapeva che io non l’amavo così tanto e lo ha accettato, ha accettato d’insegnarmi a farlo pur sapendo che sarebbe stato difficile. Un Malfoy è restio a cambiare i suoi principi, un Malfoy fugge sempre davanti alle difficoltà, un Malfoy preferisce morire piuttosto che lottare. La consapevolezza di questo, di essere così simile a mio padre, mi distrugge nuovamente, gettando i pochi pezzi che mi rimanevano nel fuoco che divampa dentro di me. Sotto le mie dita si sbriciola la mia identità, quello che ho sempre creduto di essere e qualcosa si dibatte furiosamente, spezzando le catene e tornando a galla in tutta la sua potenza, un nuovo Drago apre le ali e ruggisce sputando fuoco, reclamando la sua libertà, un nuovo Draco non più Malfoy si rialza più forte di prima e riprende il cognome da troppo tempo abbandonato: Black.
“Cosa devo fare?” chiedo, sentendo la forza tornare dentro di me. Zabini mi osserva meravigliato, il chè è strano dato che Zabini non è mai sorpreso, sembra che abbia visto qualcosa di diverso in me… io mi sento diverso.
“Per prima cosa vestiti, ci sarà il suo funerale fra poco” mi risponde e, dandomi una pacca sulla spalla, mi lascia solo nella stanza. Getto un’occhiata all’orologio che segna le dieci e mezza. Il dormitorio è vuoto eccetto me, perciò mi vesto velocemente prima di dirigermi verso la Sala Grande. I genitori di Hermione hanno scelto di darle un addio degno di lei e della sua magia, e hanno chiesto a Silente di celebrarlo a Hogwarts, il posto che lei ha sempre amato. C’è uno strano silenzio quando entro in Sala Grande e tutti si voltano a guardarmi, noto un cenno quasi amichevole nella mia direzione e mi volto dirigendomi verso il tavolo dei Grifoni.
“Ciao Piattola”
“Ciao Draco, cos’hai fatto? Sembri… diverso” mi domanda lei. E’ più tranquilla e la fiamma che risiede dentro di lei sembra brillare più che mai, un altro dono di Hermione. Ginny, dopo la sua morte, ha acquisito una nuova potenza come se avesse preso dentro di sé la magia che risiedeva in Hermione, proteggendola con il suo cuore. Potter e Weasley invece hanno il volto tirato ed è veramente strano che nessuno dei due aveva toccato ancora cibo.
“Anche tu” risposi e lei mi sorrise, un po’ tristemente.
“E’ inutile crogiolarsi nel dolore, bisogna reagire… Hermione avrebbe voluto questo e sono più che decisa a rispettare la sua volontà” mi rispose subito dando una pacca a Potter il quale si ristabilì leggermente. Notai però le occhiaie profonde e il volto pallido e le parole di Hermione risuonarono forti nella mia mente.
-Fra tutti quelli che soffriranno per la mia morte sarà primo, anche a te, Draco, Harry e no… non perché mi ama ma perché troppe volte ha visto la morte in faccia e troppe volte essa le ha portato via le persone più care. Dovrai aiutarlo a risalire, Harry è la nostra speranza per sconfiggere Voldemort e per farlo ha bisogno anche del tuo aiuto, lo aiuterai Draco?-
-Ci proverò, Mezzosangue-
Battei una pacca sulla spalla di Potter che quasi si soffocò col il porridge… cominciamo bene. Mi sedetti accanto a lui dopo aver scacciato un piccolo Grifondoro, ignorando le sue proteste e i vari sguardi assassini da parte dei Grifoni.
“Stai bene, Potter?”
“A te cosa importa, Malfoy?” rispose pronto pulendosi gli occhiali e fissandomi come un pesce lesso. Merlino, questo sarebbe davvero stato il nostro salvatore?
“A me nulla, importava a lei… me lo ha chiesto prima di morire” risposi zittendolo subito. Improvvisamente sorrise scuotendo la testa.
“E’ sempre lei, sempre a preoccuparsi degli altri mai di sé stessa… se solo fosse qui” improvvisamente e dimostrando di soffrire di qualche cambio di personalità scoppiò a piangere, biascicando qualche parola su quanto le mancasse e su quanto le volesse bene.
“Potter, Hermione ti voleva bene… voleva bene a tutti voi me lo ha sempre detto e so che avrebbe voluto essere qui con voi, quest’anno, a festeggiare felicemente la fine dell’anno e a vivere altre avventure con voi… non le è stato possibile farlo ma non dovete pensare che vi abbia abbandonato per sempre, forse non riusciamo a vederla ma possiamo percepire la sua presenza. Merlino, mi costa molto ammetterlo ma penso che tu sia davvero il nostro salvatore quindi vedi di non frignare e comincia a crescere, puoi farcela anche senza di lei perché non sei solo”
Non so cosa diamine abbia detto perché non ho seguito minimamente il filo del discorso ma so solo che, con mio grande orrore, Potter mi sta abbracciando.
“Lo farò” mi sorride raggiante, colpito dalle mie parole che ho scordato ma poco importa se sembra stare meglio. Ginevra mi osserva attentamente e io distolgo lo sguardo facendo per alzarmi quando lei decide di seguirmi.
“Malfoy, hai una bella maschera”
“Di che diamine parli, Piattola?” le chiedo senza tuttavia volerla offendere e lei lo sa, è un soprannome che le ho dato per via della bassa statura e del suo essere così rompi palle.
“Dico che stai nascondendo le tue vere emozioni dietro un muro, il solito muro del Malfoy sicuro di sé, ma le parole che hai detto a Harry dimostrano quanto grande sia in realtà il tuo dolore e sai… nel soffrire, nel piangere, nel provare dolore e mostrare i propri sentimenti non c’è nulla di male, è umano” mi dice prima di voltarsi e tornare al suo tavolo. Perplesso raggiungo il mio tavolo proprio nel momento in cui la bara compare improvvisamente davanti alla sedia del professore Silente. Il respiro comincia a mancarmi quando distinguo il corpo della mia donna che sembra dormire là dentro e distolgo lo sguardo, puntandolo sul Preside, consapevole di non poter reggere l’ondata di nausea altrimenti.
“Come tutti saprete oggi siamo qui per onorare una delle alunne più talentuose e intelligenti di tutta la scuola: Hermione Jane Granger. Hermione è sempre stata una ragazza con la magia dentro e solo un cuore in grado d’amare, un cuore puro come lo era il suo avrebbe potuto ricevere così tanta magia e non importava la condizione del sangue qualunque essa fosse. Hermione Granger è stata per noi e deve continuare ad essere una fonte d’ispirazione, ci ha dimostrato di come tutti noi siamo creature di questo mondo e come, di conseguenza, sia importante amarci l’un l’altro. Ha sempre mostrato un grande rispetto per tutti, meno che per le regole, e non si è mai ritenuta superiore a tutti insegnandoci il valore dell’uguaglianza e dell’amore. Ho assistito alla sua crescita morale e spirituale e mi sono convinto che noi maghi abbiamo molto da imparare dai Babbani, un esempio ne è l’amore nato fra lei e Draco Malfoy.”
Il Preside mi rivolse uno sguardo d’intesa invitandomi con un gesto della mano a raggiungerlo, mentre il resto degli studenti mi osservava. Faticai a uscire da quella panca e a dirigermi verso la bara che si trovava al centro, sapevo di doverla guardare ma non ci riuscivo, forse perché sapevo che si sarebbe spezzata la speranza definitivamente di vederla viva accanto a me ma sapevo anche che glielo dovevo. M’inginocchiai stupendo tutti davanti alla bara decidendomi a guardare il volto pallido della mia amata, non riconoscendola come tale. Mancava il calore che amavo di lei, le mani erano posate sul suo grembo ed era stata vestita di quello stesso tessuto che indossava nel mio sogno. Notai con disgusto il trucco che le avevano messo e la lacca dei capelli, sapevo che Hermione odiava entrambe le cose perciò alzai la bacchetta e, prima che qualcuno potesse fermarmi, mormorai un Gratta e netta ripulendole il viso e i capelli.
“Hermione odiava la lacca e anche il trucco, mi diceva che significava indossare una maschera e fingere d’essere qualcuno che non si è” mormorai come spiegazione afferrando una ciocca già ruvida ma che sembrava brillare di luce propria nonostante tutto, agganciandola dietro un suo orecchio. La pelle era fredda ma possedeva ancora lo stesso profumo che ricordavo di lei, forse ancora più intenso. Le lacrime sgorgarono dai miei occhi e non feci nulla per fermale o nasconderle, piangere e umano e amare è divino.
Era come se fossimo solo noi due in quella stanza, come se mi trovassi davanti a lei e non al suo corpo freddo ma alla sua anima viva e brillante. Hermione mi sorrise come sempre incoraggiante. Dovevo darle l’ultimo addio.
“Quando si è giovani non si pensa a cosa potrebbe accadere, finchè non accade. Sei morta dopo aver dato tutto quello che potevi, dopo avermi dato tutto quello che potevi e sei stata l’unica e sarai l’unica per sempre per me, nessuna mai potrà sostituirti né vedere ciò che tu sei riuscita a vedere dentro la mia anima nera. Mi hai restituito la vita, una vita che non apprezzavo e che non amavo perché non avevo te, perché mi mancava l’amore. Si, le tue mani ora sono gelide e il tuo cuore non batte più ma posso sentire tutto l’amore che mi hai dato, lo sento dentro il mio corpo e fa’ ancora più male, perché distrugge ogni cosa e lascia solo il dolore. Sento la tua mancanza come se mi mancasse l’aria, ti ho chiesto di sposarmi, ricordi? E diamine, so avresti voluto sposarmi quel giorno e io avrei dovuto accorgermi di te, di tutto quello che eri e che sei, molto prima, avrei voluto più tempo… più tempo, solo questo, più tempo per esprimere tutto il mio amore ma non mi è stato possibile. Solo ora posso capire quanto fosse grande il tuo, solo ora posso capire quanto tu mi abbia veramente amato e quanto il mio amore sia effimero e debole in confronto al tuo. Mi hai restituito la felicità di vivere, mi hai restituito l’amicizia e i sentimenti senza il quale non vivevo realmente e mi hai donato la tua famiglia. Un “grazie” sembra così banale rispetto a quello che hai fatto, hai fatto tanto senza mai chiedere nulla in cambio e l’unica cosa che posso prometterti ora più che mai è che, sebbene il dolore mi spinga a uccidermi non lo farò, vivrò la mia vita e l’amerò più che mai come mi hai insegnato a fare, anche se non ha senso vivere senza di te e lo sai. Mi hai chiesto di sposare un’altra, d’innamorarmi di nuovo e so che sarà impossibile amare qualcun’altra come ho amato te ma posso provarci, solo questo. Ti ho amata sempre, ti amo tutt’ora e ti amerò per sempre, fino alla fine dei miei giorni, con tutta la mia anima, con ogni sospiro del mio dolore e con ogni lacrima del mio corpo. Mi hai restituito la vista in un mondo tutto grigio, un mondo che cercherò di rendere migliore per te, per noi, per loro. Combatterò affianco ai tuoi amici, li difenderò con tutto me stesso, sono disposto a morire per loro e per la famiglia che mi hai dato, te lo prometto Hermione, questo non è un addio ma è un arrivederci” dissi lasciando che il dolore dimorasse in me e pugnalasse il cuore che aveva cominciato furiosamente a battere, prima di chinarmi sul suo volto e baciarla, senza nessuna vergogna, senza nessun timore. Dopo alzai la mia bacchetta mentre tutti gli altri facevano lo stesso, dando il contributo al funerale di Hermione. Spaccai la bara sorprendendo tutti, sapevo che Hermione le aveva sempre odiate, lei voleva continuare a viaggiare per questo chiesi a tutti di donarle un po’ della loro magia, e il suo corpo arse di fuoco, consumandosi velocemente mentre la sua cenere si sparse su quel luogo che tanto aveva amato, su quel lago Nero che aveva poi segnato la sua vita facendole scoprire il suo destino, sarebbe stata la custode di Hogwarts per sempre. Solo allora le mie gambe cedettero e le fiamme che bruciarono il corpo di lei bruciarono anche la mia anima, bruciarono l’anima nera che mi ritrovavo e da quelle ceneri invisibili nacque una nuova anima, bianca e pura: l’ultimo dono di Hermione.
“Expecto Patronum” una lontra argentea spuntò improvvisamente dalla mia bacchetta sorprendendo tutti compreso me, che ero abituato al mio abituale furetto ma che amai quel patronus più del primo, perché era segno di lei.
“Expecto Patronum” un cervo affiancò subito la mia lontra seguita subito dopo dal cavallo di Ginny e dal cane di Ron e da innumerevoli altri Patronus che si unirono al mio, per seguire le ceneri di Hermioni per poi perdersi nell’orizzonte.

Dopo 73 anni…
Finalmente il mio turno è arrivato, finalmente potrò riabbracciarla. I miei figli ormai grandi piangono, Scorpius circonda le braccia della sorella Hermione per consolarla e io sorrido a mia moglie, la quale conosce la storia, la quale mi ha amato a modo suo accettando l’amore che potevo darle.
“Va’ da lei, Draco” mi sussurra e io, dopo aver salutato la mia piccola Hermione e il mio adorato Scorpius mi ricongiungo alla donna che ho sempre amato. La trovo vestita di bianco, con un sorriso smagliante sul volto e lo sguardo vivo e brillante, circondata da una luce pura.
“Ce ne hai messo di tempo, Draco” mi rimprovera dolcemente lasciandosi stringere e trovando il sul solito posto sul mio petto, sul quale poggia la sua testa.
“Ne è valsa la pena” rispondo felice.
“Ne varrà sempre la pena” mi risponde prima di baciarmi.

Draco morì il 21 giugno, quando l’estate arrivò e venne ricordato da tutti come un eroe. Aveva lottato lealmente accanto a Harry Potter, Ginny Weasley e Ron Weasley, tradendo Lord Voldemort e segnando il ritorno della libertà del Mondo Magico, tutto per lei, per Hermione. Adesso sarebbero potuti stare insieme, per sempre, senza confini di tempo, senza riserve alcune, senza nessun limite. Il dolore di Draco era servito a qualcosa, la sofferenza lo aveva aiutato a cambiare diventando una persona migliore, il sacrificio di Hermione non era stato vano e adesso Draco avrebbe potuto amarla come lei meritava di essere amata, per l’eternità.Quello stesso giorno Fierobecco,che era stato adottato da Draco, spiccò il volo verso una nuova vita di pace e serenità, riacquistando la proprio libertà, godendosi il fresco vento che lambiva le sue delicate piume e tornò da Hagrid, ormai vecchio, a Hogwarts dove vi rimase per gli ultimi anni della sua vita.

E  siamo arrivati finalmente alla fine... be' finalmente è una parolona dato che questa storia mi mancherà un po'. Ho cercato di renderla meno pensante soprattutto nel pezzo con Harry, e ho cercato di creare un bel funerale per Hermione senza eccessiva tristezza anche se non so se vi ho fatto piangere... Vi ho fatto piangere? Fatemi sapere che cosa ha suscitato in voi questo capitolo, ho voluto trattare anche diversi temi come quello dell'uguaglianza dato che Hermione ha sempre lottato per quelli. Questa storia e questo capitolo lo dedico a mio nonno, morto per il tumore al cervello e che ho visto spegnersi lentamente, soffrendo molto... e lo dedico a tutte le vittime del terrorismo, in particolare a quelle vittime dell'Orlando, augurandomi che questa folle guerra possa finire e che il bene possa trionfare, senza diffenrenze nè di razza nè di sesso, ma solo rispetto , pace e amore.
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo, se vi è piaciuto o se vi ho deluse... spero di no!
Buona estate a tutti! Non so se ritornerò con un'altra bella storia... ci penserò
L1107
   
 
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