Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: hely_e_Scripsi    23/06/2016    0 recensioni
Cantami, o Pantheon, del fortuito incontro
tra genti diverse e sì così uguali
che un singolo scopo unì in battaglia.
Dai possenti draghi all'alata donzella
(forse),
un paio di distinte amanti
del dolce e castano frutto del cacao,
sino ai comuni seppur nobili
esseri umani dalle rare doti.
Infine le artiste che questi versi compongono
ispirate dalla benevola Musa.
Lasciate ogni speranza di sanità mentale
Voi che entrate.
- (*Cit. Ottawia l'Eccelsa)*
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Parte II

 

 

 

 

 

Fatte le presentazioni il conte Kremas chiese:

«E cosa fate qua?»

«Te l'ho già detto!» esclamò Kamirah. «È una bella domanda, ma non conosciamo la risposta! Io stavo volando verso Livano quando mi sono ritrovata di fronte il tuo castello e tutta la combriccola»

Ottawia alzò un sopracciglio. «E dov'è situato il suddetto borgo di Livano? Non ne ho mai sentito parlare, pur conoscendo perfettamente questa contrada.»

Kamirah tentò di spiegarle che Livano si trova nell'arcipelago Ilanias e che era strano che non l'avesse mai sentita, essendo una delle principali città di Xorill, ma Ottawia scosse la testa.

«Xorill? Piacciati di apprendere che il nome di questa landa è Regno della Fantasia!»

«Io sapevo si chiamasse Tanüka» intervenne Sohen.

«Ma che cosa dite?!» esclamò Arabelle. «Siamo nel Parco Nazionale di Dahihaho City!»

Owattibel e Lisabelle si guardarono stranite.

«Ma non è il bosco di Tubenville?»

«Veramente questa è la contea di Kremas!» disse il conte color panna.

L'ennesimo urlo lacerò l'aria.

«E basta!» urlò Khamira.

Vidi una ragazza attraversare di corsa il ponte verso di noi. Una donna dai lunghi e fluenti capelli rosso fuoco che cavalcava a pelo un unicorno alato bianco perla sbucò dagli alberi dietro di lei.

Il destriero si impennò davanti al ponte e indietreggiò. La ragazza ci raggiunse e si buttò nell'erba, ansimando pesantemente: il conte Kremas si precipitò a sorreggerla.

La donna ci squadrò tutti con magnetici occhi verdi, poi aprì la bocca dalle labbra rosse e carnose.

«Per questa volta sei salva, ma presto verrai catturata, assieme a quelle altre due imperfette!» urlò con una voce argentina, quindi girò il cavallo.

«Andiamo, Tornadus.»

Il cavallo impennò, lanciando un nitrito potente, e si lanciò al galoppo tra gli alberi.

«Deve arrivare qualcun altro?» domandò Khamira.

La ragazza si mise una mano sul petto fiorente, e una setosa ciocca di capelli viola le cadde a coprire i lucenti occhi grigi.

«Presto... arriveranno!» ansimò la ragazza.

«Ma chi, di grazia?!» esclamò Ottawibel.

Il conte Kremas la aiutò ad alzarsi.

«Le Mary Sue!» esclamò la nuova arrivata.

Owattibel impallidì, indietreggiò e andò a finire addosso a Lisabelle, che la sorresse.

«Oh miei nonni! Oh miei nonni!»

«Anche se i miei nonni fossero ancora vivi, non credo gliene fregherebbe molto della faccenda» commentò Khamira.

«Chi sono queste Mary Sue?» indagò Ottawia. «Sono forse... predone? Guerriere?»

«Peggio!» Owattibel emise un grido strozzato. «Loro sono... Perfette! Loro sono senza carattere! Loro sono LORO!»

«Non ho capito niente» dissi.

Owattiibel rabbrividì.

«Personaggi delle storie senza un difetto! Senza carattere, che spaziano dalla dolce infermierina alla ragazza dark col passato tragico!»

«Tipo quei film fatti apposta per farmi vomitare?» osservò la ragazza con la treccia rossa, che si fa chiamare Ake.

«È un altra cosa!» sbottò Owattibel. «Sono proiezioni dell'autrice nella storia, troppo perfette perché possano essere verosimili. Una persona normale non può a fare tutto alla perfezione.» Rabbrividì di nuovo. «Hanno poteri pressoché infiniti, mancano di spessore e tutti, dico tutti cadono ai loro piedi! Sono la tragedia della letteratura!»

Stavolta fu Ottawia ad impallidire.

«È una cosa tremenda!» esclamò. «Se penso che forse ho mancato di caratterizzare un personaggio come si deve...»

La ragazza tra le braccia del conte Kremas scoppiò in singhiozzi.

«Che ti prende, mia cara?» domandò il conte, asciugandole le lacrime e guadagnandosi un'occhiata di sbieco da parte di Khamira.

«Mi verranno a prendere!» singhiozzò lei. «Ero una Mary Sue anch'io, ma...»

Owattibel cacciò un grido strozzato e scappò dietro una zampa di Sohen, che si mise a fare le fusa.

«Lontano! Lontano da me, essere immondo!» berciò Ottawibel facendo una serie di scongiuri con le dita.

La ragazza scoppiò di nuovo in lacrime sulla spalla del conte Kremas, mentre Lisabelle scoccava un'occhiataccia ad Owattibel.

«Non saltare subito alle conclusioni! Stava per dire qualcos'altro!» Si rivolse alla ragazza e le diede due pacche sulla schiena.

«Non badare a lei» disse con voce pacata. «Continua pure.»

La ragazza tirò su col naso. «Mi sono ribellata. Ero stufa di vivere senza una logica!» Tirò uno spintone al conte Kremas. «Mollami, maniaco!»

A Owattibel scappò l'ennesimo strillo e la Mary Sue abbassò lo sguardo.

«Scusate... e anche tu, scusami tanto...» aggiunse, rivolgendosi al conte Kremas. «Devo ancora formarmi un carattere definitivo. Scusate tanto...»

«Oh, non fa nulla» disse il conte sorridendole.

La Mary Sue arrossì.

«Chce l'uai uno gnome?» domandò Arabelle.

Ci girammo verso di lei e vedemmo che aveva la bocca piena e in mano una tavoletta di cioccolato morsa a metà. Arabelle squadrò tutti con uno sguardo infastidito e inghiottì il boccone enorme che aveva in bocca.

«Beh? Sono cioccolista, io.»

«Anch'io sono una cioccolista, ma non mi sembra il momento per mettersi a mangiare!» disse Ake. «Siamo finite in bellissimo posto, te l'avevo detto che dovevamo venire fin qua!» aggiunse la rossa trionfante. Arabelle fece un gesto di stizza.

«A quest'ora sarei a mangiare cioccolato con Cicero! Mannaggia a te!»

Ake sbuffò. «Altro che cioccolato, qui abbiamo i draghi!»

Sohen fece ciao ciao con la zampa, esibendo un sorriso tutto zanne. Arabelle impallidì.

«Non me ne frega un piripillo! Non ti riconosco più!» mormorò, lo sguardo fisso sulle zanne del drago rosso.

La rossa sobbalzò: «Di nuovo con questo piripillo! Basta!» urlò.

Arabelle alzò gli occhi al cielo.

Sohen si avvicinò alla mora, gongolante. «Me ne dai un pezzo? Uno grosso, però!»

Arabelle lo guardò come se fosse suonato. Probabilmente lo è.

«Manco per sogno! È il mio cioccolato!» Poi si rivolse ad Ake. «E tu sei una traditrice!»

Il drago rosso sgranò gli occhioni gialli e mugolò, fissando Arabelle.

«Ho detto no!» strillò la cioccolista agitando i pugni.

Ritornammo a girarci verso la ex-Mary Sue, che arrossì.

«Beh, mi chiamo Arya Crystal... Ma voglio cambiarlo, non mi piace per niente. E poi, è un nome da Mary Sue.»

«Che ne dici di Xena Anastasia?» propose Ottawia.

Arya scosse la testa. «No grazie! Sono altri nomi da Mary Sue!»

Ottawia sbiancò.

«Che ti prende?» le chiesi.

«Potenze del cielo! Ho chiamato così la protagonista di una mia opera!» sussurrò Ottawia, le goccioline di sudore che le imperlavano la fronte.

«Quanta potenza nelle nuvole!» mormorò Khamira alzando un sopracciglio.

«Sono rovinata! Rovinata!» gridò Ottawia, cadendo sulle ginocchia. «Non appena i lettori scopriranno delle Mary Sue mi considereranno una scrittrice da due soldi! E io sono Ottawia l'Eccelsa

«Suvvia, solo perché ha il nome di una Mary Sue non vuol dire che sia una Mary Sue» la consolò Lisabelle.

Owattibel scattò. «Si inv-hmm!»

Ake, con un gesto fulmineo, le tappò la bocca.

«Eh-ehm!» fece il conte Kremas. «Chiedo scusa, ma questa signorina ha bisogno di un nome.» Si rivolse a lei con un sorriso disarmante. «Ti andrebbe... Alina?»

Gli occhi grigi di Arya scintillarono «Oh sì!»

Sentii Khamira borbottare qualcosa di incomprensibile al cielo.

Si sentirono un tonfo e qualche strillo: ci girammo tutti di nuovo verso Arabelle e la trovammo stesa sotto la zampa bianca di Sohen: il drago rosso aveva rovesciato lo zaino della cioccolista ed era intendo a masticare un mazzo di barrette di cioccolato, carta inclusa.

«Io ti disconosco come amico» borbottai.

«Era mio!» strillò Arabelle, dimenandosi sotto la zampa di Sohen e sputando la pelliccia viola che dalle zampe del drago rosso le era finita in bocca.

«Mi sa che ora non lo è più» disse Ake, osservando divertita la scena.

 

 

 

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: hely_e_Scripsi