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Autore: Nina_99    23/06/2016    1 recensioni
Niente più bello di guardarti e lodarti, e ti lodo, e lo faccio, come hai detto, non perché me l’hai chiesto ma perché sento di farlo, la narrazione di una guerra, di gesta, lo splendore di un’alba antica.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Inno alla Bellezza

Spogliati da queste forme che non ti appartengono, spogliati da quei tessuti che non sono i tuoi, spogliati da tutta la tua inesistente timidezza.
Tu sei l’apoteosi della bellezza, la perfezione di un profilo di morbide vallate. Sei la cosa più bella che abbia mai visto, il contrasto, la virtù del bianco e nero, l’unione indissolubile e conclusiva tra il candore e l’oscurità, fra la chiarezza e la demarcazione. Tra luce e tenebra, tra vita e morte. Un libro aperto con le pagine nere. L’anima nera di un angelo, Lucifero, il portatore di luce. Luce nera, il lato oscuro della Luna. Tu sei il contrasto che genera la perfezione, altro che modelli di bellezza che sono tutto un colore sfumato; questa è bellezza, il contrario, la negazione stessa; sapere dove devo mettere le mani.
E ciò che voglio veramente è contemplarla, ammirare questa cosciente perfezione, assaporare con gli occhi quello che ne è stato del sempre, dell’eterno, di una bellezza che non è effimera, senza nome e senza età, un’alternanza, un chiaro-scuro, una verità che è quella della diversità nella stessa medesima cosa.

Non voglio possederla perché la perderei.
Non voglio toccarla, niente è più bello che ammirare la verità rendendosi consci di quanto sia superiore ad ogni racconto di menzogne, la verità che è la storia e l’unico e legittimo frutto dell’armonia che tace la discordia superata di eterne lotte, di conflitti infiniti.
E adesso che ti sei spogliata, adesso che capisco, che vedo e che finalmente so che cosa significa una statua, come interpretare un tuttotondo; adesso che so quanto costa, non costa niente, perché adesso devo darti tutto.
E non c’è niente che preferirei fare vedendoti nuda che non osservarti senza smettere di sapere precisamente quanto sia preziosa la bellezza definitiva di averti qua; e quanto gravosa, perché da ora che lo so io lo saprò per sempre. So che non c’è niente, nessuna forma, nessun colore, nessuna tonalità che superi l’armonia della tua carne della tua melodia unanime che la vita e i tuoi fianchi mi cantano. Un pianoforte.

Niente più bello di guardarti e lodarti, e ti lodo, e lo faccio, come hai detto, non perché me l’hai chiesto ma perché sento di farlo, la narrazione di una guerra, di gesta, lo splendore di un’alba antica.
Sei un’essenza, un’anima bella, un primato che nega la competizione: sei ciò che viene prima, che è nato prima, che sta all’origine, alla base di tutto ciò che è considerato una derivazione del bello. Perché tu sei perfettamente bella, impossibilmente bella, sei una ricorrenza, sei un principio, un assioma, un prototipo, un’associazione. Una dimostrazione per assurdo.
Sei tutto ciò che di più bello mi potesse e mi potrà mai capitare, nel tempo, nello spazio della vita –che con te non hanno alcuna importanza.
  
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