Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: Waterwall    23/06/2016    2 recensioni
E se la sorte dell'amore tra Oscar e Andrè cambiasse? Se ci fosse qualcosa che nessuno ci volesse mai dire? Magari un segreto che con la loro morte non è mai stato detto.
E se vi dicessi che sopravvivessero alla rivoluzione e il destino gli serbasse qualcosa di molto più grande?
Che Alain incontrasse l'amore della sua vita e che anch'esso nascondesse un segreto?
E che il conte di Fersen non fosse stato così santarellino come credevamo?
Se vi ho incuriositi leggete con un grandissimo "grazie" in anticipo!
Ps. L'ispirazione mi è venuta leggendo la oneshot di fuko chan "Il ricordo segreto" (se troverai mai questa fanfiction ti prego di dirmi qualcosa perchè sei bravissima *-*)
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Erano passati i giorni ed il matrimonio era ormai imminente.

《 Su, voi due, salutatevi per bene che domani non vi vedrete per tutto il giorno. 》Andrè spinse dalla spalla Alain, che si ritrovò a un millimetro di distanza dalla sua futura sposa.
Lui la guardò:《 Spero che tu starai bene lì ... e se avete dei problemi non esitate a chiamarci. 》
Esperanza divenne leggermente rossa, ma sorrise:《 Grazie Alain, ma non ti devi preoccupare per noi ... e della tua assenza, stai tranquillo, che non ne morirò - rise un attimo vedendo il suo amato guardarla con uno sguardo indecifrabile - Siamo stati una vita lontani e per un giorno non avrà molta importanza, visto che dopo sarà per sempre. 》
I due si sorrisero dolcemente e si baciarono.
Poi lo sguardo di Alain passò su quello dell'amico:《 Hey, Andrè! Guarda che anche tu dovresti salutare la tua dolce metà visto che per questa sera e domani sarà con la mia! 》 strizzò l'occhio mentre Andrè si mise una mano dietro la testa.
Alain aveva ragione: anche lei se ne sarebbe andata, insieme a Margueritte e Marie.
Le donne di casa si sarebbero trasferite per quei giorni alla tenuta estiva dei Jarjayes per aiutare la sposa e seguire la tradizione.
Con qualche falcata sul prato verde smeraldo, Andrè raggiunse Oscar e i suoi nivei vestimenti leggeri che accarezzavano il suolo ringiovanito dopo un lungo inverno.
Andrè la strinse forte:《 Lo so che saranno solo un paio di giorni ma, sono preoccupato ... 》 
Oscar fece un risolino mentre si scioglieva lentamente dalla presa decisa di lui:《 E di cosa, esattamente? 》
《 Oscar- iniziò - stai per entrare al nono mese di gravidanza e tutto ti sta diventando più difficile da svolgere... E se ti accadesse qualcosa? O accadesse al bambino? Io... 》
Stava per continuare, quando Oscar gli sfiorò le labbra con un dito:《 Non preoccuparti, sono sicura che non accadrà nulla. 》
Andrè fece spallucce:《 Mi fiderò. 》e le diede un tenero bacio sulle labbra.
Finiti tutti i saluti, le donne salirono nella carrozza, chiamata dal generale, della residenza estiva e sparirono dopo qualche curva sui ciottoli.
Augustin e Alain entrarono in casa, pensierosi di come avrebbero dovuto occuparsi della casa essendo che ora non c'era neanche una donna. 
Si guardarono intorno:《 Hey Andrè, spero che tu sappia cucinare essendo che è il tramonto e io sto morendo di fame! 》 Alain rise spostando il capo verso il suo lato destro, ma sia lui che il generale videro che non c'era.
Andrè rimase un attimo immobile, a un metro dalla porta.
Dal giorno in cui erano andati in chiesa non era riuscito a levarsi quel senso di sentirsi osservato.
Addosso si ritrovò un senso di essere seguito da uno sguardo non troppo lontano da lui. Si voltò verso il laghetto scintillante di raggi riflessi, fino allo scorgere un lesto movimento tra i cespugli che echeggiarono un rumore che giunse alle sue orecchie.
Andrè cercò di mettere a fuoco il più possibile quel frammento di paesaggio che si stagliava davanti a lui e con cautela avanzò di qualche passo, accorciando sempre di più la distanza che lo divideva dalla presunta siepe.
《 Andrè! 》 la voce del generale lo aveva richiamato dagli interni della magione e lui, anche se libero, non riuscì a far a meno di reprimere il senso di andare verso il vecchio e caro padrone.
Quando si sentì chiudere la porta, Ancolie lasciò andare un sospiro: questa volta c'era mancato davvero poco.

***

La prima a scendere fu Marie, con la sua solita cuffietta sul capo, seguita da tutte le altre.
Davanti a loro si mostrava la grande tenuta Jarjayes avvolta dal buio e dal suono delle onde del mare.
Il buio che l'avvolgeva era come un quadro che rappresentava l'infinito prima di arrivare alle grinfie del Diavolo. Infatti, essa era cupa e talmente alta che sembrò non avesse fine verso il cielo; le poche luci che provenivano dall'interno giungevano tremolanti e fatue; i cancelli alle spalle delle donne erano alti con aguzze lance verso l'etere nero e segnavano l'inizio di un boschetto di pini e querce.
Esperanza si ritrovò a stringere, incoscientemente, la mano di Oscar che le dava estremamente sicurezza e la invitava ad entrare. Con una mano si strinse al pugno il vestito rosso dai rifinimenti neri e le vennero i brividi lungo la schiena al sentir chiudere in mal modo la porta strillante ed i propri passi scricchiolanti lungo il parquet lucido.
Poi una luce veniva velocemente verso di loro dal piano superiore; Esperanza strinse ancora di più la mano intorno a quella dell'amica e trattenne il fiato.
I passi veloci risuonavano sordi in quel pesante silenzio lugubre di una notte nera di giugno.
《 Chi va là? 》 la voce roca e incerta di un ragazzo si fece strada fino alle loro orecchie, prima di presentare un volto chiaro e leggermente arrossato sulle gote.
《 Sono la padrona di casa, Xavier. 》 Margueritte fece qualche passo in avanti, verso la luce della candela, arrivando al primo gradino della scalinata.
Xavier scese le scale velocemente facendo ondeggiare i riccioli castani tendenti al rosso.
《 Perdonatemi Madam, non vi aspettavamo ... 》 fece un inchino garbato per poi salutare adeguatamente le altre donne.
Quando Oscar incrociò il suo sguardo nocciola gli sorrise:《 È davvero un piacere rivederti. 》
Xavier sorrise a sua volta quasi non riconoscendola:《 Madamigella Oscar ma ... siete voi! 》 sembrò quasi che la volesse abbracciare.
Oscar e lui si erano rivisti in più possibilità, essendo che la residenza era più sfruttata da lei e Andrè che dai padroni, e Oscar lo vide crescere; prima bambino ora ragazzo.
Poi gli venne presentata Esperanza e spiegato il motivo della loro permanenza.
Xavier chiamò alcune delle domestiche che, scesero con vestaglie allacciate alla cintola, che gioirono nel vedere "i miglior padroni che potessero capitare".
Poi, dopo che le camere furono pronte, il ragazzo le fece salire lungo il corridoio del piano superiore mostrando i vari dormitori.
Dopo che fu accompagnata Oscar, sopraggiunse il turno di Esperanza che si raccolse tremolante tra le spalle: la dimora le metteva i brividi, le ricordava una di quelle immagini che aveva visto in un suo libro dove raccontava la storia di un principe trasformato in bestia da una fata.
Oscar rimase un secondo ad osservarla dallo stipite della porta per poi avvicinarsi velocemente al suo lato sinistro:《 Non ti preoccupare Esperanza, ti farò compagnia io. Ormai non sarai più sola. 》
La corvina le sorrise grata ed insieme seguirono Xavier fino alla stanza successiva.
Il ragazzo le lasciò davanti alla porta, dopo esser entrato per accendere qualche lume e fare luce nella stanza, poi si congedò ansioso nel vedere la sua prossima a spegnersi.
Oscar entrò con Esperanza ed entrambe si cominciarono a guardare intorno facendo varie e lente piroette creando dei suoni allo strofinare dei lunghi vestiti.
La camera degli ospiti era accanto a quella di Oscar, quasi come se fosse un onore per chi venisse a soggiornare nella casa del più grande generale e del più grande comandante di tutta Francia. Le pareti erano rosse, ornate da foglie dorate mosse dal vento che partivano dal tetto, come una trasformazione di tessuto di quelle di legno dorato che le univano al soffitto di noce scuro; al centro vi stava il lampadario, non troppo grande ma neanche troppo piccolo, abbastanza elegante per far risaltare il tetto sobrio; nella stanza, poi, risiedevano un letto matrimoniale a baldacchino dai toni del rosso di noce scuro, un armadio ben lavorato alla sua sinistra e di fronte dei cassettoni del medesimo legno a cui, accanto, vi stava un separé con fantasie naturali; per ultimo, il pavimento di parquet era ricoperto da un unico e grande tappeto persiano.
Esperanza andò a sedersi ai piedi del letto continuando a guardarsi intorno: non era così terrificante come ciò che aveva visto fin'ora.
Poi qualcuno bussò alla porta: Xavier aveva portato i bagagli.
Prima di congedarsi con un semplice inchino si rivolse alla padrona:《 Le salgo immediatamente i bagagli Madamigella. 》
La bionda annuì e quando il ragazzo scomparve nuovamente, lei si girò verso l'amica:《 Spero che questa camera sia di tuo gradimento. 》
《 Immensamente Oscar ... 》
La bionda la guardò interrogativa:《 Qualcosa non va? 》
Esperanza si morse le labbra e guardò in basso, mentre Oscar si avvicinava lentamente a lei.
《 Con me puoi parlare. 》 Oscar le mostrò uno dei suoi più dolci sorrisi mentre le prendeva il mento tra l'indice e il pollice, costringendola a farsi guardare.
Le guance della corvina si tinsero di rosso:《 Io... 》
《 Sì? 》
《 Ecco... vedi ... io... ho paura ... 》
Oscar la guardò tra il divertito e l'addolcito: alla fine, Esperanza era pur sempre una ragazzina di quasi diciassette anni.
《 Ti prego... non prenderti gioco di me ... 》
Oscar fece un piccolo risolino:《 Non mi prenderò gioco di te, stai tranquilla. 》
Poi Xavier bussò nuovamente alla porta:《 Madamigella, le ho lasciato i bagagli in camera sua. 》
Oscar lo guardò un secondo per poi accennare un sorriso:《 Oh, per favore Xavier, potresti portarmeli qui? Passerò la notte in questa camera. 》 e il ragazzo eseguì gli ordini sotto gli occhi sorpresi di Esperanza.
《 Ma non ve ne era bisogno ... 》
La bionda l'abbracciò più che poté per poi aggiungere divertita:《 Non è da me lasciare damigelle in difficoltà. 》 ed entrambe si misero a ridere.

Dopo che, con molta difficoltà, si prepararono per la notte, si ritrovarono sotto le coperte: Oscar al lato sinistro, verso la porta, ed Esperanza al lato destro, dal lato della finestra verso il balcone.
《 Devo dire che, dopo tutti questi anni passati a far ingelosire le dame di corte, non mi era mai capitato di dormire con una. - poi fece un sorrisino beffardo - Come dice Andrè "C'è sempre una prima volta." 》 e scoppiò a ridere seguita da Esperanza.
Oscar la osservò un secondo: gli occhi di ghiaccio della ragazza erano come due frammenti di vetro che risplendevano alla luce della luna; i capelli neri e ricci erano sciolti e sembravano dei rovi di un roseto pronto a catturarti dentro anche se lucidi e soffici; la pelle bianca la faceva sembrare quasi evanescente come se fosse un angelo. Alain era davvero fortunato ad averla con sé.
《 Grazie, Oscar. 》 Esperanza le sorrise dolcemente.
《 Di cosa? 》 le sorrise a sua volta.
《 Di tutto. 》
Oscar non seppe cosa dire, ma rimase a sorridere.
《 Buona notte, Esperanza. 》
Esperanza sbadigliò un secondo per poi chiudere gli occhi e posare la mano su quella di Oscar che cadeva sul cuscino:《 Buona notte mamma. 》 
Oscar rimase un secondo a guardarla, ma poi sorrise accarezzandole una guancia.

***

Alain ed Andrè si guardarono un secondo, entrambi a torso nudo e uno di fronte all'altro seduti a tavola.
Era mezzanotte passata e loro non riuscivano a prender sonno.
《 Neanche tu riesci a dormire? 》
《 No, amico. Anche se credo sia abbastanza strano per me. 》
Andrè si resse la testa appoggiando il mento sul palmo della mano, sbuffò:《 Non pensavo che saremmo potuti essere così fragili senza di loro. 》
Alain annuì scocciato, mettendosi a fissare le venature del tavolo:《 Non so tu, ma io mi sento un immenso vuoto dentro ... come se mi mancasse qualcosa ... 》
Andrè sospirò nuovamente:《 Dai, saranno solo due notti ... anche se devo ammettere che sono davvero preoccupato. 》
Alain continuò a seguire una delle venature sul tavolo di legno:《 A chi lo dici, amico. Ho paura che le potrebbe succedere qualcosa, anche se sta per entrare solo all'ottavo mese di gravidanza. 》
L'altro fischiettò:《 Ma guarda, Alain de Soisson che tiene i conti. 》
Il corvino lo guardò di sottecchi:《 Non credo che il soldato Andrè Grandier faccia di meno, visto che anche lui sta per diventare papà. 》
Si guardarono un secondo in cagnesco per poi sospirare entrambi:《 Di questo passo domani mattina saremo davvero stanchi. 》
《 Quanto vorrei un tè preparato da tua nonna ... quello che ti fa dormire per tutta la notte. 》
Andrè lo guardò un secondo:《 Mi dispiace, non lo so fare. Però so un altro rimedio della mia cara nonnina. 》
Alain si sporse un secondo verso di lui:《 E quale sarebbe? 》
《 Una mestolata in testa e ti scordi anche come ti chiami! 》 e si mise a ridere.
Alain roteò gli occhi e si lasciò cadere sulla sedia incrociando le braccia:《 Idiota io che mi metto anche ad ascoltarti. 》
Andrè gli sorrise divertito:《 Suvvia, Alain. Te la dovresti fare anche tu una risata. Dov'è finito il mio compagno di bevute nelle locande? 》
Alain sorrise e si grattò la fronte con il pollice, un gesto che era solito fare:《 Per ora è sparito amico, visto che sono nettamente nervoso e sto cercando di capire se sto facendo la cosa giusta o meno. 》
Andrè lo guardò interrogativo:《 Non la vuoi più sposare? Non l'ami più? 》
《 Non dire baggianate! - Alain si raddrizzò sulla sedia cominciando ad alzare la voce, quasi urlandogli contro - Ovvio che l'amo! È la cosa più bella che mi sia potuta capitare nella mia vita! È finalmente la luce che è venuta a salvarmi dopo quell'incubo nero che mi perseguita da quando sono nato e ... 》
《 E? 》 fece eco Andrè per scavare nei suoi più interni sentimenti.
《 Ed è per questo che sto riflettendo sul fatto di sposarla o meno ... - Alain abbassò nuovamente lo sguardo insieme alla voce - Non voglio che soffra accanto a uno come. Lei è una principessa, una ragazza che potrebbe scegliere altre mille bravi ragazzi nobili ... E non uno rozzo, vecchio e fallito come me. 》
Andrè lo guardò un secondo:《 Alain non esagerare. Se lei ti ha scelto è perché fra quei mille ragazzi nobili ha trovato proprio in te qualcosa in più. Non sei rozzo, vecchio e fallito. Un po' rozzo sì, vecchio bisogna vedere da che prospettiva ma, sicuramente non sei un fallito. Anche se sei nobile non vivi agevolato e hai sempre lavorato sodo per portare il pane a casa e questo già ti dovrebbe riempire d'onore, perché non hai mai vacillato per questo. E poi, sei sempre stato tu a mettere in salvo la vita del tuo comandante e poi guidare i cannoni per prendere la Bastiglia. Alain, secondo te queste cose sono cose da fallito? 》
Alain sorrise:《 No ... Grazie amico. 》 e gli diede una pacca sulla spalla.
《 Su, ora andiamo a dormire che domani avremmo molte cose da fare. 》
Il corvino annuì:《 Hai ragione, buona notte Andrè. 》
《 Buona notte. 》
I due salirono nelle rispettive camere, così vuote che non poterono far a meno di continuare a guardare le rispettive parti vuote del letto.

Dopo poco che Andrè si addormentò, sentì come un mal essere al petto e qualcosa che gli impedì di aprire gli occhi.
Poi due mani femminili gli accarezzarono le spalle e quasi impercettibile fu la voce di donna che sentì sussurrargli all'orecchio sinistro:《 Non ti preoccupare amore mio, presto staremo insieme per sempre. 》
Poi un brivido lungo la schiena e si mise velocemente a sedere sul materasso. 
Guardò un secondo le finestre: erano completamente aperte.
Si alzò per andarle a chiudere.
Maledetta Ancolie.

***

La mattina era giunta, aveva oltrepassato le tende della dimora Jarjayes illuminando la tenera camera di Esperanza e Oscar che ancora dormivano abbracciate l'una all'altra con le lenzuola che erano aggrovigliate alle loro caviglie, lasciando i loro ventri gonfi scoperti.
Illuminò anche la camera di Rosalie e Bernard che si accingevano a svegliare il piccolo François, il loro unico figlio nato poco prima della presa alla Bastiglia.
Illuminò quella dei vecchi compagni di camerata di Alain e Andrè che si cominciarono a sistemare le uniformi e partire in viaggio verso Arras.
E illuminò anche la camera d'albergo di Fersen e Lady Isabelle già svegli da ore visto che lei non fece altro che vomitare per tutta la notte.
《 Lady Isabelle, penso che sia meglio chiamare un dottore. È da quando siamo partiti che non fate altro che vomitare; sulla nave stavate anche per svenire! Non vorrei che vi siate presa qualche brutto malanno. 》 Fersen le cinse le spalle mentre sedeva accanto a lei su una sponda del letto.
Per la prima volta, la rossa, non riuscì a comprendere il vero senso di quel malessere: si stava abituando all'idea di Fersen accanto a sé, non le faceva mancare nulla ed era anche molto gentile e cordiale.
L'unica cosa che riuscì a fare fu appoggiarsi al petto del futuro marito e stringergli una mano che teneva ancora sulla spalla:《 Mi farò controllare ... Ma ti prego, prima portami a destinazione. Non vorrei rovinarti il viaggio. 》
L'uomo si sentiva così impotente e intenerito nei confronti di quella ragazza rossa, entrata nella sua vita come un lampo che attraversa le nuvole.
《 Va bene. Ma spero che non sia nulla di grave. Ora è meglio ripartire, così potremmo arrivare in serata ad Arras. 》
Lei sorrise un secondo:《 Sono curiosa di conoscere la tua migliore amica. Anche nella corte inglese se ne parlava molto di questa donna che comandava le guardie. 》
Lui sorrise a sua volta:《 Sicuramente non ne rimarrai delusa. 》

Oscar ed Esperanza fecero una colazione sostanziosa sotto i voleri di Marie. Quando si erano alzate, saranno state le dieci del mattino, un po' tardi rispetto al solito. In realtà era stata Oscar a svegliare Esperanza, le aveva dato un bacio sulla fronte e piano l'aveva chiamata sussurrandole all'orecchio.
Durante la mattinata non era successo granché, l'unica cosa che accadde fu ritrovarsi Andrè che era venuto a trovarle per sapere se stessero bene per poi andarsene verso l'ora di pranzo portandosi del cibo preparato dalla nonna per tutti e tre.
Più movimentato fu il pomeriggio, in entrambe le dimore.
Alla dimora "Grandier" ci fu un assalto di soldati che corsero ad abbracciare i loro vecchi compagni e a congratularsi con loro; anche se per un attimo nascosto, sia Andrè che Alain piansero silenziosamente per la mancanza dei cari Jean e François.
Alla residenza "Jarjayes" invece, arrivarono Rosalie, Bernard ed il loro piccolo François che ormai si accingeva a fare un anno.
Oscar lo prese in braccio porto da Rosalie.
La scena fu di una totale tenerezza: in quel momento fu come vedere, per la prima volta, Oscar madre essendo che il piccolo Chatelet era una sua piccola fotocopia e non accaso portava il suo secondo nome.
Dopo una lunga chiacchierata con la sposa ed aver informato Oscar sulla situazione a Parigi, Esperanza propose di fare una passeggiata all'aria aperta. 
Bernard non si unì all'uscita e disse di preferire rimanere a casa col bambino. Alla fine, non aveva tutti i torti.
Rosalie, Esperanza e Oscar passeggiavano sulla spiaggia bagnandosi i piedi con le onde del mare.
《 Sicure di non essere stanche? 》 Rosalie era preoccupata.
Le due sorrisero e quasi all'unisono dissero:《 Non preoccuparti. 》
Rosalie sorrise per poi far scivolare lo sguardo lungo la spiaggia e il mare:《 È rimasto uguale come quell'anno in cui venni con voi in vacanza. 》
Oscar la guardò con dolcezza:《 È vero. Mi ricordo che in quella passeggiata a cavallo incontrammo tua sorella. 》
Rosalie sospirò:《 Già, me lo ricordo come fosse ieri ... 》
Oscar stava per rispondere qualcosa, ma fu fermata nell'accorgimento di un particolare che non ci sarebbe dovuto essere in quel paesaggio: una carrozza con uno stemma inglese.
Cominciò a scrutarla, cercando di capire chi stesse per scendere e quasi le si mozzò il fiato a vedere Fersen accompagnato da una dama.
Il tempo fu gelato quando i loro sguardi si incrociarono.
Fersen fu come se lo avesse colpito un fulmine e lei lo stesso, solo con motivi differenti.
Lei era sorpresa di rivederlo, ancor di più, non poteva certamente pensare di vederlo con una dama e poi come avrebbe reagito suo marito alla notizia che si fossero incontrati, anche se puramente per caso?
Lui, dal canto suo, era rimasto impressionato nel vederla così ... bella e femminile?
Non l'aveva mai immaginata con un pancione così grande e così bella per com'era: indossava un abito bianco e sobrio ed i suoi capelli erano legati come quella sera in cui danzarono insieme; ne rimase totalmente estasiato.
Poi Oscar guardò la dama accanto a lui: non l'aveva mai vista ma, quando passò con lo sguardo ad Esperanza, capì che invece lei la conosceva benissimo considerando che si stavano fissando a vicenda e avevano delle espressioni sorprese.
《 Madamigella- la chiamò lui - Finalmente ci rincontriamo. 》 nel volto di Fersen si tinse un sorriso che esprimeva pura gioia.
《 C-conte! Ma che sorpresa. 》 Oscar si sentì come nel bel mezzo di una burrasca in alto mare.
《 Vi trovo bene. 》 lui si avvicinò a lei seguito dalla "dama rossa" per come l'aveva soprannominata Oscar in quegli ultimi secondi dopo averla vista.
《 Mi permetto di presentarle Lady Isabelle Lockwood, mia futura moglie. 》
Oscar vide la ragazza esibirsi in un rigoroso inchino pieno di eleganza.
《 Lieta di fare la vostra conoscenza, Fersen mi ha parlato molte volte di voi. 》
Lei inchinò la testa:《 Il piacere è tutto mio. Io mi permetto di presentarle mia cognata Esperanza de Soisson. Invece credo che conosciate benissimo la mia parente Rosalie Lamorlière. 》
Il conte si inchinò e fece il baciamano a le altre due donne presenti.
Poi ci fu il turno di Lady Isabelle che prima si inchinò a Rosalie, poi rimase a guardare Esperanza.
Il tempo rimase come congelato per svariati secondi per entrambe sotto gli occhi incuriositi dei presenti.
Poi Esperanza proferì parola:《 Quell'Agosto tu ti nascondesti con me dalle guardie che ci cercavano per i nostri genitori. Non avevamo paura dei topi e ci nascondemmo in cantina; parlammo di tutto e - un attimo di stasi per parlare insieme - Tu fosti la mia unica amica. 》
Sugli occhi di entrambe cominciarono a scendere lacrime calde e si abbracciarono forte.
《 Non puoi capire quanto mi sei mancata e quanto ti abbia cercata dopo tutto questo tempo, dopo quello che è successo... 》 Isabelle si sentì sollevata, finalmente in quella caverna buia aveva trovato una via d'uscita:la sua amica.
《 Anche tu mi sei mancata molto Isabelle ... 》
E tornarono a casa dando mille spiegazioni.

Dopo un po' che furono rientrati, Andrè fece capolino nell'abitazione e quasi non gli venne un infarto vedendo Fersen che conversava allegramente con la sua Oscar.
《 Oh, ma ci sei anche tu Andrè! - Il conte si alzò dal tavolino andando a stringergli la mano - Sono davvero felice di vederti: finalmente posso farti gli auguri per star diventando padre. 》
Lui sorrise mettendosi una maschera, dentro di sé non avrebbe voluto altro che affogarlo nel mare:《 Grazie conte. 》
Poi il nobile lo fece avvicinare al tavolino dove poté salutare Bernard, Rosalie e il piccolo François e conoscere Lady Isabelle.
Quando sentì che lei era la sua promessa sposa si sentì come se gli avessero tolto cento galloni d'acqua dall'anima, ma non poté far a meno di chiedere un piccolo permesso per avere spiegazioni ad Oscar in privato.
《 Si può sapere cosa ci fa qui? 》
《 L'abbiamo incontrato in riva al mare e lo abbiamo ospitato perché Isabelle è una vecchia amica di Esperanza. 》
Andrè sospirò abbracciandola e inalando il suo profumo di rose:《 Lo so che non dovrei, ma ho paura che tu ti possa innamorare nuovamente di lui e ti possa portare via da me. 》
Ad Oscar, per un istante le si spezzò il cuore e gli prese il viso fra le mani:《 Andrè ricordati che non ci possono separare, mai. Perché noi siamo legati da sempre e il nostro destino è quello di rimanere per sempre insieme. Lui è stata una maledetta infatuazione, ma tu, tu Andrè, sei stato e sarai sempre molto di più. Perché tu sei nei miei momenti migliori e in quelli peggiori; sei stato nei momenti in cui mi sentivo viva e in quelli dove mi sentivo come morta e neanche una volta mi hai lasciata da sola. Quindi Andrè, quando avrai di questi pensieri, pensa sempre che solo uno sciocco può sognare qualcosa del genere perché noi siamo un'unica cosa: come Catore e Polluce. 》
Lui sorrise amabilmente:《 Ti amo, Oscar. 》
《 Anche io, Andrè. 》 e si baciarono.
Poi la guardò un secondo mentre le accarezzava il viso:《 Ora devo andare, i ragazzi mi aspettano per l'addio al celibato di Alain. 》
Lo sguardo di Oscar fu indecifrabile: un misto di curioso e stizzito con il naso arricciato sul lato sinistro.
Andrè rise un secondo:《 Non vi preoccupate comandante, andremmo solo a bere una birra alla locanda in cui piaceva andare anche a voi. 》
Lei sospirò:《 Va bene ma, fate attenzione. - Poi fu come se rifletté un istante - E mio padre? 》
Andrè ridacchiò nuovamente:《 Oh comandante,neanche di questo si deve preoccupare - Oscar lo seguì con lo sguardo mentre si accingeva ad aprire la porta - Lo stiamo portando con noi! 》
La donna aprì la bocca come per urlargli contro qualche brutta sentenza di carcerazione e di buttarlo al tribunale militare, ma Andrè se l'era già svignata.

"L'addio al nubilato" di Esperanza fu solo lunghe chiacchierate e grasse risate davanti a una buona cena, decidendo che anche Lady Isabelle essendo l'unica amica di Esperanza dovesse prendere parte al matrimonio, e un caminetto spento per poi uscire a guardare le stelle.
L'addio al celibato di Alain fu, invece, abbastanza divertente: fu come una sera di paga che si era solita festeggiare quando si stava nei soldati della guardia, solo che in più c'era il buon vecchio generale che, stranamente, si unì allegramente a loro. Augustin bevve qualche sorso di birra insieme al suo Andrè e a tutti gli altri, rinfrescando la così lontana giovinezza. Ma non esagerò più di tanto essendo che tutta la combriccola rifletté sulla sua età un po' avanzata e al presunto rischio d'infarto se si fosse ubriacato.
Andrè, con felicità, fece un sospiro di sollievo quando si accorse che attorno a loro non ci fosse neanche l'ombra di Ancolie quella sera.
Azione sbagliatissima.
Perché lei stava riducendo in polvere una gran porzione di prezzemolo.(1)

***

Il nuovo mattino ebbe inizio.
Oscar ed Esperanza avevano dormito nuovamente insieme per il nervosismo pre-matrimoniale della corvina.
Dopo che fecero una veloce colazione dovettero correre immediatamente a prepararsi.
La bionda fu abbastanza veloce: non si truccò minimamente il viso, non era da lei, i capelli erano stati raccolti come il giorno precedente con dei nastrini che richiamavano il colore del suo vestito blu scuro brillante con la stoffa che ornava i bottoni sul petto bianca e rossa, quasi fosse una divisa militare che finiva come se avesse un sott'abito bianco; glielo aveva cucito la nonna per l'occasione.
La sposa invece fu più lenta.
Esperanza fu truccata da Isabelle che le truccò gli occhi con del khôl per farglieli risaltare, poi le vide uscire del rossetto.
《 Ma Isabelle! Il rossetto è vietato! 》
L'amica le fece un occhiolino:《 Non preoccuparti, se te lo passo con il dito non se ne accorgeranno e poi è roseo. Voglio mettertelo solo per farti spiccare le labbra. 》
Esperanza sospirò:《 Mi fiderò. 》
Poi i suoi capelli furono abbelliti un intreccio di fiori di diamanti che si unirono alla sua solita treccia a spiga, gentilmente prestato da Madam che l'aveva ritrovato in uno dei suoi cofanetti nella magione estiva.
Poi venne il momento dell'abito.
Quello di Esperanza era bianco puro, stile impero, con una fascia che le si allacciava sotto il seno; il tulle le avvolgeva le spalle per ricadere morbido sul bianco e poi andando a creare la coda; per ultimo ci fu il velo bianco che le ricadeva sul viso e il bouquet di margherite nivee.

Alle dieci meno un quarto, Alain e gli altri erano tutti già in chiesa.
Alain sembrava quasi fuori controllo, faceva avanti e indietro per tutta Rue Wacquez Glasson guardando a terra. Indossava la divisa militare ben pulita e sistemata, essendo che non si poteva e non si voleva permettere altro che quella.
《 Ansioso, figliolo? 》 il caro prete gli sorrise venendogli incontro.
Alain sembrò dirgli di "no" ma, con quello non si poteva far a meno di dire la verità:《 Sì, padre. 》
Il parroco gli mise una mano sulla spalla:《 Andrà tutto bene, vedrai. Ora è meglio entrare, così la potrai aspettare con calma all'altare, com'è tradizione. 》
Il corvino annuì, giocando con le mani per il nervosismo.

Quando la carrozza di Esperanza, Oscar, Marie e Madam si ritrovò a passare per Rue Emile Lagrelle, sorpassata da quella della famiglia Chatelet e dai promessi sposi, Esperanza si ritrovò ad agitarsi più di quel che era già.
Oscar le prese le mani fra le sue:《 Esperanza, non preoccuparti. Come abbiamo già detto, andrà tutto bene. 》
《 Sono preoccupata per un'altra cosa ... 》
Marie si sporse verso di lei:《 Ovvero, bambina? 》
Esperanza si morse le labbra:《 Io non ho un padre che mi accompagna all'altare ... 》
Le donne accanto a lei si misero col pensiero a cercare una soluzione finche la bionda la guardò:《 Non avrai un padre, ma una madre ad accompagnarti! 》
Lo sguardo delle donne nella carrozza fu alquanto interrogativo.

Nel momento in cui Esperanza e Oscar giunsero alle porte della chiesa, tutti erano dentro comprese Margueritte e Marie.
Lo stupore dei presenti fu immenso: due donne bellissime stavano varcando la navata fino all'altare e una di quelle era il comandante Oscar che stava accompagnando la sposa all'altare.
Giunte davanti allo sposo, Alain prese per mano la sua consorte e con una lacrima che gli scendeva dall'emozione sussurrò un dolce "grazie" ad Oscar che si posizionò accanto ad Andrè che facevano da testimoni al loro caro amico; mentre per Esperanza vi stavano Isabelle e Fersen.
la cerimonia non fu molto lunga e finalmente si arrivò al così desiderato momento.
《 Vuoi tu, Alain de Soisson, prendere come tua legittima sposa Esperanza de Borbón? 》
Alain sospirò e si voltò a guardare gli occhi color azzurro anice della ragazza con uno sguardo dispiaciuto sul volto:《 Io ... 》
I presenti smisero di respirare per un secondo: possibile che Alain non la volesse più sposare? 
Lei lo scrutò in cerca di un segno che le dicesse che non la stava lasciando all'altare come le era già successo perché quella volta si sarebbe uccisa sul serio. Per lei, Alain, era tutto il suo mondo, tutta la sua vita.
《 Esperanza, io sono sicuro di volerti sposare ma ... - la guardò come se da un momento all'altro iniziasse a piangere - Tu sei sicura di voler sposare me? Tu sei nobile e potresti trovare di molto meglio, non un nobile caduto in miseria come me. 》
Lei si sentì da un lato sollevata, non la stava lasciando. 
La mano delicata di Esperanza si poggiò sul viso di lui:《 Alain, sei uno stupido. Ovvio che ne sono sicura. E non importa se tu non sei ricco, sicuramente sei più nobile di molti altri che ho conosciuto. E poi ... 》
Alain rimase un secondo col fiato sospeso.
《 Come potrei non amare l'uomo che, in un solo istante, mi ha salvato mille volte e sta diventando il padre di mio figlio? 》
I due si sorrisero dolcemente e il parroco fece spallucce:《 Questo vuol dire che volete entrambi? 》
Parlarono all'unisono:《 Sì! 》
Il prete sorrise tutto contento mentre gli altri levavano sospiri di liberazione e Marie si lamentava che certe cose non le facessero bene alla sua età:《 Allora vi dichiaro marito e moglie! Alain, puoi baciare la sposa! 》
Alain, che non si smentì neanche questa volta, prese Esperanza per farle fare un caschè e baciarla con tutto l'amore che aveva seguito dagli applausi dei presenti.

Il pranzo fu semplice essendo che non fu festeggiato, al contrario della cena che era stata accuratamente preparata e servita nella residenza estiva dei Jarjayes.
Tutti erano seduti in un grande tavolo che chiacchieravano e festeggiavano allegramente, ignari che tra la servitù ci fosse qualcuno che non avrebbe dovuto far parte.
Oscar chiese un bicchiere di vino rosso, ciò che aveva sempre adorato vedendo la cameriera che velocemente correva verso le cucine.
Quando ella presa il bicchiere, un'altra fece capolino accanto a lei: i vestiti erano da serva e portava una cuffietta che faceva uscire alcuni ciuffetti biondo cenere e i suoi occhi castani la scrutavano dolcemente.
《 Oh cara, non preoccuparti, tu vai a sistemare il resto; porterò io il vino a Madamigella Oscar. 》
La ragazza sorrise e la ringraziò andando ad occuparsi delle altre faccende, così, Ancolie, uscì da una tasca una boccetta che conteneva la polverina verde che versò tutta nel bicchiere dove la fece amalgamare con liquido scuro.

Fu il tempo di qualche secondo.
Continuando a fingere di essere una serva, la prostituta portò il vino ad Oscar che ringraziò educatamente.
Ma sbagliò quando, per sbaglio, incrociò lo sguardo di Andrè che si velocizzò a prendere il bicchiere e scaraventarlo al suolo mentre si alzava dal tavolo:《 Ancolie, cosa ci fai qui? 》 era fuori di sé.
Oscar non riusciva a comprendere cosa stesse accadendo ma, prima che potesse chiedere spiegazioni, fu allontana da Alain che le spiegò la situazione.
《 I-io ... 》 Ancolie cominciò a balbettare mentre si ritrovava a indietreggiare.
《 Tu. 》 Andrè la prese dall'avambraccio sinistro cominciandola a portare verso l'uscita.
《 Devi stare lontana da me e dalla mia famiglia, chiaro? 》
Andrè stava aprendo la porta quando sentì due grida provenire da dietro di lui che si voltò terrorizzato mentre Ancolie si liberava dalla presa per correre via: ad Oscar ed Esperanza si erano rotte le acque.

 




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(1)Ho letto che assumere molto prezzemolo in gravidanza può fare abortire e quindi ho pensato che Ancolie decidesse di usarlo per far un torto ad Oscar. 

 

E dopo tanto tempo aggiorno!!! Scusate il ritardo ma è comunque stata una faticaccia!
Spero che vi sia piaciuto... Fatemi sapere!
Un abbraccio.
Vostra,
Waterwall

   
 
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