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Autore: xSabryx    25/06/2016    3 recensioni
'Siamo solo amici.' ripeteva la mia testa. E intanto il mio cuore tremava come il terreno durante un terremoto.
'Siamo solo amici.' mi dicevo. Ma ogni bacio era una coltellata di piacere che non riuscivo a disprezzare.
'Siamo solo amici.' sussurrava il mio cervello. 'Lui non ti piace, meriti di meglio.' Meritavo di meglio, forse sì. Ma in quel momento non riuscivo ad immaginare nulla di migliore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo 1

‘Quant’è bella giovinezza
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
del doman non c’è certezza.’

~ Lorenzo De Medici 


 
 
"Non so se venire con voi."
"Ti prego, non cominciare con questa storia." sentii dall'altra parte del telefono. La mia migliore amica sembrava alquanto esasperata dai miei continui cambiamenti d'idea.
"Magari dovrei rimanere a casa con i miei, lo faccio tutti gli anni." dissi, girandomi verso il comodino affianco al letto per leggere l'orario sul mio orologio digitale: 7:18.
"Invece proprio perché lo fai sempre, è arrivato il momento di cambiare Sel. Muoviti, io e mio fratello ti passiamo a prendere alle otto e mezza." E' esagerato dire che mi aveva chiuso il telefono in faccia? Che amica del cuore... Sapevo però che lo stava facendo per me, per non farmi restare a casa a fare la polvere come era mio solito durante le feste natalizie.
Ero distesa sul mio letto, e stavo pensando a cosa fare. Andare a ballare era quello che tutte le ragazze facevano l'ultima notte dell'anno. Stare a casa ascoltando musica e mangiando fino allo sfinimento era tutto quello che facevo io. Ma forse Marika aveva ragione. Dovevo cercare di uscire da quello status di 'asocialità' in cui mi ritrovavo ormai da qualche tempo. In fondo era una serata in discoteca con qualche amica (tra cui lei). E ci sarebbe stato anche il fratello Francesco, che sicuramente non avrebbe permesso che ci accadesse nulla. Potevo sempre fingere di sentirmi male e mi avrebbero riportato subito a casa. Insomma, dovevo smetterla di pensare a come svignarmela e cercare di fare una sola cosa: divertirmi.
Uscii dalla mia stanza, attraversai tutto il corridoio ed entrai nella cucina, sulla sinistra. Arrivava un ottimo odore da lì, e le mie convinzioni precedenti già cominciavano a vacillare. Cercai di non farci troppo caso. Mia madre era indaffarata a preparare il cenone per tutti i parenti che aveva invitato, come faceva da diversi anni ormai. Anche quando si trovava ospite di qualcuno, finiva sempre per dare una mano in cucina, quindi aveva deciso che se avesse dovuto cucinare lei, avrebbe voluto avere almeno il comfort di farlo a casa sua. Era un'ottima cuoca inoltre.
"Mamma, ho deciso di andare alla festa." le dissi distogliendola per qualche secondo dal suo lavoro.
"Non avevi cambiato idea?" chiese con aria interrogativa. Non credo se lo aspettasse.
"Sì, ma Marika mi ha chiamata e... mi ha convinta. Ha detto che dovrei 'cambiare' un po'." Marcai la parola 'cambiare' come aveva fatto la mia stessa amica per telefono.
"Forse ha ragione. Ma ricordati di stare attenta." Già cominciava con le sue mille raccomandazioni.
"Certo, mamma. Ci sarà anche Francesco quindi credo che sarà una cosa abbastanza tranquilla." le spiegai.
"Okay, mi sembra un ragazzo perbene. E cosa intendi mettere?" mi chiese mandandomi nel panico. Come avevo fatto a non pensarci? Semplice, fino a pochi minuti prima non dovevo nemmeno andarci a quella festa.
"Andrò a cercare qualcosa in camera, meglio che mi sbrighi!" le lasciai un bacio di sfuggita sulla guancia e corsi via.
 
Alle 8:50 suonò il campanello, e finalmente Marika comparve sul ciglio della porta. Erano già arrivati alcuni dei miei parenti in quei venti minuti di ritardo che avevano criticato o apprezzato il mio abbigliamento. Non riuscivo più a sopportarli, quindi accolsi la mia migliore amica come una salvatrice. Salutammo velocemente mia mamma e gli invitati e ci dirigemmo verso la macchina di Francesco che sembrava un po' nervoso per il ritardo della sorella. Non era mai stata puntuale, e nonostante anch'io ci avessi fatto l'abitudine, lui sembrava proprio non accettare quella caratteristica di Marika. Quando entrammo in macchina, la sorella gli stropicciò un po' i folti capelli ricci e biondi per fargli scomparire il muso. E ci riuscì. Lui mise in moto e ci avviammo.
"E Sofia? Non viene con noi?" chiesi alla mia amica vedendo che stavamo già prendendo la strada per il locale.
"Il ragazzo si è preso la patente subito dopo Natale quindi viene con lui." mi rispose un po' scocciata. Sapevamo entrambe cosa significava che Sofia venisse con il suo fidanzato. Semplicemente, niente Sofia per noi.
"Prevedo che non la vedremo molto allora stasera." dissi sbuffando. La mia amica colse esattamente il significato delle mie parole.
"Già" disse solamente, con una scrollata di spalle.
 
La sala era già pienissima alle dieci, cosa che spiegò anche i nostri abbondanti quaranta minuti di fila per fare il biglietto. ‘Selene, puoi farcela’ mi continuavo a ripetere. Non ero la tipa che amava molto il caos, preferivo i posti tranquilli e quieti. L’esatto contrario del posto in cui mi trovavo in quel momento. Marika si tolse il cappotto rivelando un vestitino rosso che le metteva ben in risalto le curve. Le feci i miei complimenti mentre il fratello guardava i ragazzi intorno a noi come un segugio. Tolsi anch’io il mio trench. Non avevo addosso nulla di particolare: un top con disegni geometrici bianchi e neri e un pantaloncino nero a vita alta. Avevo messo le scarpe basse in modo da potermi muovere senza soffrire di mal di piedi dopo le prime due canzoni. Francesco riconobbe alcuni dei suoi amici e andò da loro per salutarli. Anche Marika riconobbe le sue compagne di classe che io conoscevo più che altro di vista.
Ci avvicinammo a loro e queste si presentarono. Erano tutte magre, alte e bellissime. Mi sentivo veramente come un cane nella savana. Cosa ci facevo lì? Sperai almeno che non badassero a queste cose. Cercai intanto di trovare Sofia, ma non si vedeva. Non era proprio il perfetto inizio di serata.
 
Non ero mai stata una persona a cui piace bere, ho sempre trovato la cosa stupida e da incoscienti. Ed io volevo essere cosciente delle mie azioni.
Andammo al bar, io pensavo di prendermi una coca cola. Ma le altre quando sentirono la mia ordinazione scoppiarono a ridere. Ci rimasi davvero male perché credevano che stessi scherzando. Mi consigliarono di assaggiare un cocktail, di cui sinceramente non sapevo neanche gli ingredienti. Non ero mai stata a questo genere di feste quindi era per me un mondo nuovo. Sapevo che era alcolico, non ero poi così sfigata.. ma decisi di provare, contro tutti i miei principi.
A ogni sorso sentivo la gola bruciare, l’alcool era mischiato ad un sapore che mi ricordava vagamente la pesca, ma non ne ero certa. All’inizio sembrava tutto normale, anzi mi era pure piaciuto. In fondo non era male. Tornammo in pista per una nuova canzone. Ero leggermente più euforica del normale ma in fondo non era male la sensazione. A un certo punto i miei occhi si posarono su un gruppo di ragazzi. Li conoscevo bene e nonostante quel tocco di euforia del cocktail, li riconobbi. Erano alcuni dei miei compagni di classe che non vedevo dall’inizio delle vacanze. Erano insieme ad altri ragazzi di un’altra quarta. C’erano Claudio, Paolo e Leonardo e stavano parlando con delle ragazze che non avevo mai visto. Non so cosa mi passò per la testa in quel momento, ma decisi di avvicinarmi nonostante non avessi un gran rapporto con loro.
“Ragazzi! Anche voi qui?” Gridai loro. Stavo letteralmente urlando.
“Ehi, Selene. Wow.. ehm.. Non ci aspettavamo di vederti.” rispose Claudio, lasciandomi un po’ di amaro in bocca.
“Già, perché non sei a casa a far la nanna?” Paolo aggiunse. Lo detestavo, in classe era di sicuro quello che odiavo di più.
“Credi che io sia una bambina scusa?” c’ero davvero rimasta male. Non mi piaceva andare in giro per locali e discoteche ma questo non significava che ero una poppante.
“Ehi, ehi, calma. Paolo stava scherzando.” Cercò di chiarire Claudio.
“Ma io non stavo scherzando.” Disse ridendo l’altro, facendomi innervosire più del possibile. Girai i tacchi e me ne andai. Ma come mi era venuta in mente l’idea di avvicinarmi a quei tipi? Poi Paolo. Glie l’avrei fatta pagare questa.
“Sel!” Marika mi afferrò per il braccio. “Noi ci facciamo un altro giro di cocktail, ma se non ti va non ti preoccupare. Nessuno ti obbliga.” Lei era più abituata di me a bere e forse conosceva i suoi limiti. Io no, ma improvvisamente non me ne importava.
“Mi unisco a voi!” dissi pensando a Paolo. Vediamo ora chi è la bambina.


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Ciao a tutti!
Dopo una lunghissima pausa, sono tornata a scrivere,
e sono davvero entusiasta di iniziare una nuova fanfiction!

Mi presento comunque: sono Sabrina, ho 17 anni e adoro scrivere. Ti permette di spaziare con la mente ed è una cosa che personalmente faccio spesso, soprattutto per evadere da tutto.

Lasciando perdere me, di cui vi importerà poco magari, sono molto curiosa di sapere cosa ne pensate di questo inizio. Ma come tale, ci sono ancora tante cose che potrete scoprire nei capitoli successivi. Cosa vi aspettate? Chi è il coprotagonista, che se la vedrà con Selene?

Aspetto recensioni!
Al prossimo capitolo (che è già pronto quindi potrei postarlo non appena leggo tre recensioni).
Baci xx
Sabry
  
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