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Autore: breathekate    26/06/2016    3 recensioni
Cosa accadrebbe se finalmente Ladybug iniziasse a provare qualcosa per Chat? E se quest'ultimo scoprisse l'identità della sua Lady? I sentimenti però dovranno aspettare, poichè una lunga battaglia attende i nostri eroi...
Genere: Avventura, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Papillon, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9 - Più forti di prima

 

L’ospedale cittadino era un edificio molto grande e moderno. La costruzione di base era bianca e cupa, nascosta sotto alle numerose tettoie e finestre di vetro celeste scuro, che brillavano sotto la luce del sole. La mattina dopo all’attacco dell’ultimo akumatizzato l’ospedale era stato preso d’assalto: non c’era un minuto in cui non arrivava un’ambulanza con a bordo uno studente o un insegnate ferito. Quella notte, poi, un paio di persone non ce l’avevano fatta e non c’era stato nemmeno il tempo di farli salutare dalla famiglia: i posti liberi mancavano e quei letti dovevano essere riempiti da altri pazienti. 

“Ma è crudele!” gridava a tal proposito una signora sulla quarantina, mentre discuteva animatamente con una sua amica, fuori dalla stanza in cui dormiva Nino. Il ragazzo, dopo essere svenuto a causa della grossa ferita sulla nuca, era stato ricoverato e sottoposto ad un delicato intervento di ricucitura della ferita. Al poveretto erano stati messi ben venti punti interni e altrettanti esterni, e ora riposava tranquillo, steso sul fianco destro. 

“Hey, Nino” sussurrò Alya, entrando nella stanza. La ragazza sapeva che probabilmente non era ancora orario di visite, ma in tutto quel trambusto nessuno si sarebbe curato di lei, no?

“Hey” biascicò lui, sorridendo. Aprì lentamente gli occhi e si infilò gli occhiali che Alya gli aveva passato, poi si mise a sedere sul letto, appoggiando la schiena sui cuscini. 

“Ma hai pianto?” Chiese, guardando preoccupato gli occhi arrossati della fidanzata. Lei si morse un labbro, distogliendo per un attimo lo sguardo da lui. Si era seriamente preoccupata dopo aver visto la ferita e i dottori ne avevano parlato con tono estremamente grave. 

“Io… I dottori avevano detto che…” balbettò. Nino sorrise, poi le sfiorò una guancia con le dita, come se potesse asciugare le lacrime ormai secche sulla pelle caffellatte. Alya gli prese delicatamente il polso tra le dita e chiuse gli occhi, appoggiandosi sul palmo del ragazzo.

“Hey, guardami” disse Nino “Sto alla grande, zia! Le ossa rotte quando si rimarginano tornano più forti di prima, no?”

“Oh, Nino” rise lei, abbracciandolo. Il ragazzo ricambiò la stretta, respirando il dolce profumo di rose che impregnava la pelle di Alya e nascondendo la testa nell’incavo del suo collo. Rimasero così, uno stretto all’altra, fino a che non sentirono dei veloci passi fermarsi sulla porta e spalancarla. 

“Nino!” Esclamò Adrien. I due si staccarono all’istante, imbarazzati. 

“Ciao bro! Come ti butta?” Chiese allegro Nino, facendo cenno all’amico di avvicinarsi. Il biondo fece qualche passo avanti, fino a raggiungere il bordo del letto.

“Alla grande” rispose, cercando di non pensare al grosso livido che aveva sulla spalla destra “Tu, piuttosto? So che te la sei passata maluccio… Mi dispiace” 

“Nah, non ti preoccupare, bro! Lo stavo dicendo prima ad Alya: sono più forte di prima” rispose allegro Nino, lanciando uno sguardo complice alla fidanzata. Alya si accorse del gesto e ricambiò il sorriso, arrossendo. 

Di-di-don! Di-di-don!

Il cellulare della ragazza prese a squillare con la sua bizzarra suoneria, distraendola dalla conversazione tra Adrien e Nino. Fece un veloce cenno di scuse con la mano, poi tirò fuori lo smartphone e rispose, dirigendosi fuori dalla stanza d’ospedale. 

“Hey Mari” salutò allegra “dimmi”

“Alya! Ho saputo di Nino, come sta?” Chiese la corvina, dall’altro capo del telefono.

“Alla grande, anche se ha un sacco di punti sulla nuca” rispose la mora, girando un attimo la testa verso il fidanzato, come se potesse scappare.

“Oh, meno male. Mi sembravi così preoccupata per lui ieri” disse, sforzandosi di non ricordare la battaglia con Hawk Moth e il sonno tormentato, per non parlare dell’imbarazzo di quando si era accorta che, nella dormiveglia, Chat l’aveva prima portata a casa di Adrien, poi a casa sua. A casa sua…

“E tu stai bene?” Chiese Alya, sedendosi su una delle sedie nel corridoio.

“Si si, tranquilla” rispose la corvina, poi fece una pausa “Sai qualcosa di Adrien?”

“E’ qua con noi, è venuto a trovare Nino. Se ti sbrighi potresti…”

“No” la interruppe Marinette “Ehm… I miei non mi fanno uscire e comunque dovrei aiutare in pasticceria” 

“Woah! Marinette che non corre subito dal suo amato Adrien è una cosa seria!” Scherzò l’amica ad alta voce. Il biondo però non sembrò accorgersene, mentre parlava animatamente con Nino.

“Alya! Qualcuno potrebbe sentirti!” Protestò la corvina tra le risa, poi salutò l’amica e chiuse la telefonata. Lanciò il cellulare lontano da lei, sul letto. Si sentiva estremamente confusa, dopo quello che aveva passato con Chat.

 

La notte precedente…

Adrien si era svegliato di colpo, mettendosi a sedere sul pavimento di scatto. Si era addormentato accanto a Marinette, dopo averla portata in salvo; la battaglia era stata devastante. Sbadigliò sonoramente, poi corse in bagno e, una volta rinchiuso nella doccia, tirò a forza Plagg fuori dalla sua camicia.  

“Plagg, claws out!” Aveva sussurrato, mentre il kwami si ritrovava risucchiato dal Miraculous del ragazzo controvoglia. Una volta nei panni di Chat, seppur sapendo che la stanchezza di entrambi avrebbe accorciato la durata della trasformazione, tornò in camera e scostò dolcemente il lenzuolo dal corpo di Marinette. La ragazza aveva mugugnato, ma non si era svegliata. Chat la prese in collo a mo’ di sposa per quella che gli sembrò la centesima volta, poi aprì piano una delle finestre e si catapultò nel buio della notte, seguito da Tikki. Si aiutò con il suo bastone, mentre saltava da un tetto all’altro della città, correndo come un’ombra tra i lampioni di Parigi. Ad un certo punto si era fermato sull’ampio tetto della scuola per riposarsi: portare in braccio una ragazza – seppur leggera – dopo una battaglia e poco riposo non era affatto facile. Appoggiò per un attimo Marinette al parapetto di cemento che correva per tutto il perimetro del tetto, poi fece un profondo respiro e cercò di trovare un modo per atterrare sul balconcino di casa Dupain-Cheng senza svegliare i genitori della ragazza. Dette una rapida occhiata al robusto parapetto scuro che circondava il baloncino e alla botola di legno poco più in là, una macchi scura sul pavimento color pesca. Per un attimo si chiese se la stanchezza non gli avesse peggiorato i sensi da gatto, ma non se ne curò e riprese Marinette in collo. Stava per andare, quando ricordò la presenza di Tikki accanto a sè.

“Ti posso chiedere un favore?” Chiese piano.

“Certo” rispose Tikki, guardandolo con i suoi grossi occhioni blu. 

“Non dire nulla a Mari. Preferisco farlo io”

“D’accordo, Chat Noir. Come vuoi” disse la kwami, sorridendogli. Chat la ringraziò, poi si concentrò sulle mosse successive. Con un veloce movimento della mano afferrò il suo fidato bastone e si calò sul balconcino, poi con un piede aprì lentamente la botola e si calò giù, tenendo la ragazza abbracciata stretta a sè. Quando fu finalmente con i piedi sul pavimento della stanza, richiuse la botola con il bastone e attraversò la stanza per posare Marinette sul letto e rimboccarle il lenzuolo. Fece per girarsi e andarsene, quando notò una fitta serie di fotografie e poster con la sua faccia – quella di Adrien – tappezzare completamente la parete sopra la scrivania della ragazza. Sentì le guance andare a fuoco e al contempo, lo stomaco ritorcersi: “Lei ama Adrien, non Chat”, si era detto, amareggiato. 

Sospirò di nuovo, poi si issò su per le scale, aprì la botola, montò sul balconcino e la richiuse dietro di sè, per poi spiccare un balzo e scomparire di nuovo nella notte. Fece appena in tempo ad atterrare nella sua stanza, prima che Plagg annullasse la trasformazione e gli cadesse esausto tra le braccia.

“Scusa amico” gli aveva sussurrato, posandolo su una forma di Camembert “non ti stancherò così mai più”.

 

“Tikki?” Marinette chiamò la sua kwami, che si precipitò da lei, sorridendo. La ragazza si chiese come faceva ad essere sempre così positiva, dopo tutto quello che ha dovuto sopportare “Stai bene?”

“Sto benone, Mari. Non ti devi preoccupare per me” ripose la creaturina, com tono affettuoso. 

“Mi dispiace per ieri…” Sussurrò, triste. La kwami le abbracciò una guancia, come faceva sempre per confortarla, e la ragazza non potè che sorridere a quel gesto. 

“Mari! C’è qualcuno per te!” Le grida della signora Cheng dal piano inferiore fecero nascondere Tikki nella giacca della corvina, che scese di corsa le scale. Non fece caso allo sguardo interrogativo della madre, quando vide che aveva i vestiti stropicciati, come se ci avesse dormito. 

“Alya!” Esclamò contenta Marinette, riconoscendo l’amica sulla porta.

“So che hai da fare con la pasticceria, perciò ho pensato di passare a darti una mano” spiegò allegra la mora “sempre che i tuoi acconsentano, ovviamente”

“Ma certo, cara, vieni, ti dò un grembiule” disse subito la signora Cheng, entusiasta. Marinette guardò le due scomparire in cucina con uno sguardo stupito, poi le seguì e si infilò il suo grembiule preferito. 

“Allora, da dove cominciamo?” Chiese Alya, rimboccandosi le maniche della camicia a quadretti. Marinette ridacchiò, vedendo l’amica così determinata, poi l’accompagnò al tavolo di lavoro, dove suo padre stava preparando l’impasto per il pane. 

“Ho da raccontarti un sacco di cose su Ladybug” le disse l’amica, ammiccando. Marinette rise di nuovo, poi ascoltò le storie sull’eroina che Alya aveva da raccontarle, mentre impastavan il pane. Per tutto il pomeriggio non pensò ad altro che ai dolci da preparare a quanto le facesse piacere la compagnia di Alya. 

“E di Adrien nemmeno l’ombra” disse una vocina in fondo alla sua testa.

 

Spazio Autrice:

Hello! Eccoci qua, al post-battaglia. 

Ho messo un po’ di Marichat perchè sì, la Marichat ci sta XD

Alla prossima! ^^

Bk.

   
 
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