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Autore: pamina71    28/06/2016    15 recensioni
Dopo il Lupo, una nuova piccola e curiosa indagine.
La storia d'amore prosegue ed evolve, nella nuova dimora e con nuove consapevolezze, in un equilibrio finalmente diverso (dovuto sia alla promozione di André sia a quanto di doloroso é accaduto ad Oscar).
Il noir si infittisce, prendendo spunto da un caso realmente accaduto in un altro paese ed in un'altra epoca: un caso inquietante ed affascinante, che fece parecchio scalpore e di cui mi sono procurata estratti della sentenza e del processo, per comprendere moventi ed azioni, da cui ho "rubato" vittime e carnefice e dal quale deriveranno tutte le apparenti stranezze che ho estrapolato (le cose più particolari sono proprie del caso originale, non ho così tanta fantasia).
Credits letterari: Camilleri, Malvaldi, Montanari, Vitali.
Credits visivi: "La famiglia omicidi", "Ladri di Cadaveri", "Arsenico e vecchi merletti", "Misterioso omicidio a Manhattan"
Inizierò in stile Agatha Christie, con l'elenco dei personaggi per consultazioni future.
Genere: Storico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lupi, Giganti ed altre avventure'
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Siccome, oltre ai protagonisti e ad una schiera di personaggi del manga /anime, già noti ai più, ne compaiono parecchi del tutto nuovi, si premette una

Introduzione ai personaggi.

 

Famiglia Jarjayes (mia personalissima genealogia, sempre la stessa):

Josephine (n. 1754, sposata con Louis Antoine Savinien de Liancourt – due figlie maritate ed un figlio quasi ventenne);

Hortense (n. 1752), sposata con Maxence Reymond De La Rolancy – madre di Loulou);

Louise Hélène (n. 1751, sposata al marchese di Norpois due figli maschi ed una figlia già maritata);

Constance (n. 1750, sposata a Lord Henry Middleton ed ha due figli gemelli, Jules e James, tredicenni, ed un figlio diciottenne, Paul);

Geneviève (n.1748, vedova, 3 figli maschi e due figlie femmine).

Lo zio Théophile Alphonse François De Jarjayes, secondogenito, di due anni più giovane del Generale, ha girato il mondo nel suo ruolo di Ammiraglio nella Marina Reale.

 

Caserma

Capitano Pellerey (nome preso da un romanzo di Malvaldi, dove era un tenente simpatico, ora diviene un capitano spocchioso ed intollerante).

 

Rue Guillome

Monsieur Brassens: risiede nel palazzo di fronte a quello di Oscar ed André, in Rue Guillaume angolo Quai D'Orleans; notaio della famiglia Jarjayes; serio ed educato.

Madame Brassens: pettegola ufficiale della via, moglie del notaio. Dama curiosa, ma di grande umanità.

Léonie Bavardisson: moglie di un impiegato della Municipalité di Paris, amante dei tarocchi, influenzabile da zingare e presagi; donna affascinante. Abita al numero 4 con marito e figli.

Pascal Bavardisson: figlio ventenne di Léonie.

Nicolas Leblanc: chimico, personaggio storico, inventore del processo per l'ottenimento della soda e medico della famiglia Orleans. Nella ff risiede all'angolo tra Rue Guillome e Rue Saint-Louis-en-l'Ile.

Mademoiselle Faustine Paroi: ex- residente della via, che si é trasferita a Dieppe, dopo aver trovato marito. Risiedeva di fronte a M.me Bavardisson.

Marie Marguerite Biheron: (personaggio storico) anatomista francese e celebre studiosa. Il suo manichino di donna in cera con tutti gli organi rimovibili è considerato straordinario e aiutò notevolmente il progresso in campo ginecologico. Nella finzione abita di fronte a Leblanc, all'angolo con Rue Saint-Louis-en-l'Ile

Virginie Legrand: ex- cantante lirica, intelligente ed interessante, presto assunta da un teatro di Chartres.

Soeur Marie-Ange Paroi: sorella di Faustine Paroi, monaca benedettina al convento di Montmartre.

Mathieu e Marianne Legrand, nipote di Virginie, commericante di pellami e consorte. Risiedono poche via più in là.

Madamoiselle Françoise Doucereux: una zitella agée, educata e riservata, risiedeva al piano terra del palazzo ove vive M.me Bavardisson. Ha trovato impiego in un collegio a Nancy.

Monsieur Cassel: pittore, che arriva a vivere nell'appartemento lasciato libero da Mademoiselle Paroi. Uomo attivo ed interessante, entra di diritto nella vita della via di Parigi.

Il Curé Benôit: prelato amante della buona tavola e del buon vino. Risiede al numero 3.

Monsieur Jacques Cavallier (il nome è quello di un profumiere vivente, colui che ha creato Opium), profumiere che sta cominciando a diventare famoso e di moda. Anche lui risiede al numero 3, sopra al curato. Vanitoso, astuto, frequenta solo che può essergli d'aiuto nell'ascesa sociale.

Servitù di Palazzo Jarjayes-Grandier: non mi dilungo, nessuno di loro è assassino o vittima.

 

1. Ouverture

 

- Donna di spade.

La mano elegante e curata di Madame Léonie Bavardisson posò un altro tarocco sulla tovaglia ricamata, sorridendo alle sue amiche.

- Fante di Coppe. Interessante.

Pescò con calma dal mazzo e depose solennemente una terza carta.

- La ruota. - Sospirò.

- Come prevedevamo. Anche se, certo, fare le carte a chi non è presente è sempre molto complesso. Possiamo dedurre altre grosse novità in arrivo per la coppia del palazzo all'angolo.

La sua amica, Virginie Legrand, una dama pettoruta che da giovane aveva avuto un discreto successo come cantante lirica, batté le mani con entusiasmo infantile.

- Ma che belle novità, tutte insieme. Prima l'Ammiraglio lascia il palazzo per trasferirsi al caldo ed al suo posto é arrivata questa coppia...sono così belli da vedere, e lei è così...così...eccentrica! Poi Mademoiselle Paroi che trova marito addirittura a Dieppe, ed al suo posto arriva a vivere nientemeno che un pittore! Ora non resta che attendere per vedere chi verrà ad abitare nell'appartamento lasciato libero da Madame Doucereux!

- Erano anni che non succedeva nulla di così emozionante in Rue Guillaume1! - concluse Madame Brassens, moglie del notaio che occupava la casa d'angolo con Quai d'Orleans sul lato destro.

- Dobbiamo conoscerli meglio, quei due, sono quello che hanno arrestato il Lupo alcune settimane fa...e poi… - proseguì abbassando la voce con fare cospiratorio – non credo nemmeno che siano sposati...

 

***

Il Capitano Grandier2 uscì dalla dal suo ufficio, posto nell'ala ovest della caserma, ed affacciato sulla pubblica via. Bussò piano alla porta dirimpetto alla propria, e si sentì rispondere:

- Entra un attimo, finisco un controllo di turni che non quadrano ed arrivo.

André superò la scrivania dove Oscar, china alla luce del lume, cancellava e riscriveva nomi da una tabella, per poi ricopiarli in bella copia. Nel frattempo lui osservava dalla finestra affacciata verso l'interno della Caserma gli ex-commilitoni che rientravano per il rancio. Doverli comandare lo faceva sentire in una situazione particolare, e gli spiaceva aver perso la confidenza con alcuni di loro. Alain, naturalmente, aveva deciso di infischiarsene sonoramente della promozione e non aveva cambiato una virgola nei loro rapporti. Anche con Gérard e François, i compagni del viaggio in montagna, non era cambiato molto. Ma con altri le cose erano drasticamente variate.

Nello stesso tempo gli ufficiali non vedevano di buon occhio un roturier balzato da soldato semplice a Capitano per un solo episodio. Pareva essere una costante della sua situazione, troppo per gli uni, troppo poco per gli altri. Ma ormai la cosa non lo toccava più. La promozione lo aveva reso felice per l'implicito riconoscimento del suo ruolo nel caso del Lupo, e della sua intelligenza e per quanto aveva significato agli occhi del padre di Oscar. Ma la carriera militare non era la sua massima aspirazione.

Oscar posò la penna, sparse la polverina assorbente sui fogli e si levò dalla sedia.

- Scusa se ti ho fatto attendere. Il capitano Pellerey è un arruffone, ha di nuovo rimesso le stesse persone per i turni notturni. Si stancano troppo.

- Secondo me finge di essere pasticcione, ma il suo è un proposito. Prova a farci attenzione. Con lui i turni di notte capitano sempre alle stesse persone. Piccole vendette private. Prova a fare il conto di quante ne assegna ad Alain, ad esempio.

Lei lo guardò allibita. André fece un segno affermativo col capo, tirando su un angolo della bocca in una smorfia di disprezzo.

- Ci penserai domani. Stasera ci godiamo la prima.

Disse, aprendo la porta e cedendole il passo.

 

Giunsero a teatro con una vettura di piazza, nelle ultime settimane era divenuto poco prudente muoversi la sera con carrozze recanti stemmi araldici: alcune erano state attaccate, soprattutto in alcuni quartieri più popolari, come il Fauburg Saint-Antoine.

Il teatro non era vuoto come il giorno in cui vi erano stati per interrogare Monsier Chéron3, ma gremito come l'evento richiedeva: la prima esecuzione di un'opera di Cherubini4, composta dopo il suo trasferimento da Londra. André ed Oscar si sedettero nel palco che l'impresario aveva appositamente riservato loro, grato per il ritorno della sua primadonna. Erano decisamente curiosi, sia di vedere la Chéron che il marito nei panni della giovane Ircile e del re Demofonte, sia di capire se i difetti di cui avevano sentito i cantanti lamentarsi fossero reali o presunti.

Ascoltarono la dolce ouverture ed il primo atto, accolto dal pubblico con affettata freddezza, trovandovi dei pregi, nonostante i difetti che gli stessi cantanti avevano rimarcato durante le prove. Nell'intervallo uscirono nel foyer, in cerca di Josephine, che non avrebbe perso una prima per nulla al mondo, non solo per la musica ma per quel suo amore per la mondanità che la distingueva così tanto dalla sorella minore; scherzando diceva di averlo ereditato in dose doppia, rubando anche la parte di Oscar.

Ma non arrivarono ad incontrarla. Furono intercettati da Madame Legrand, una delle residenti di Rue Guillome. Dato il suo passato come soprano, spesso riusciva ad ottenere un posto per le prime rappresentazioni, nonostante la sua misera rendita da vedova.

Oscar la trovava piacevole, per la sua cultura musicale e per la sua dignitosa vita senza lussi, che conduceva con una reputazione che si avvolgeva addosso come un vecchio mantello.

Dopo alcuni convenevoli, la vedova colse l'occasione per informarli della novità:

- Sapete, mi trasferirò tra due giorni. Ho avuto un'occasione che non posso perdere. Un teatro a Chartres ha richiesto la mia collaborazione per la preparazione del coro. Purtroppo dovrò fare i bagagli in fretta e furia, ma non sono nelle condizioni né di rifiutare né di temporeggiare.

André le offrì gli aiuti dei loro domestici per prepararsi alla partenza, ed entrambi la salutarono con dispiacere. Nelle settimane che avevano trascorso in Rue Guillome, era stata una compagnia piacevole.

I saluti furono interrotti dal campanello che annunziava l'inizio del secondo atto.

Si recarono rapidamente verso il loro palco, ma appena richiusa la porta5 André la bloccò prendendola per il gomito.

- Mi avevi fatto una promessa. - Un soffio all'orecchio, mentre scioglieva i cordoni dei tendaggi in velluto che separava l'uscio dal balconcino.

- Ma… ma è pieno di gente… - una debolissima opposizione, mentre già i bottoni degli alamari stavano saltando uno ad uno. Poi un bacio servì a farla tacere e cedere nello stesso tempo. Se una cosa riusciva sempre a lusingarlo, era la facilità con cui tendeva ad abbandonarsi a lui ed ai suoi desideri. Se fosse proprio per lui, se per temperamento o per la scoperta tardiva del piacere, non era ancora riuscito a decifrarlo. Sapeva solo che gli piaceva come null'altro al mondo.

 

Nel palazzo che occupava l'angolo sinistro della via, Oscar era affacciata al balcone della biblioteca, osservando i contrafforti dell'abside della Cattedrale di Notre Dame. Quelle vetrate al tramonto erano una vista in grado di affascinarla e di compensare i piccoli svantaggi della nuova casa. Usciva spesso ad ammirarle, nonostante il freddo di inizio dicembre.

L'altra scoperta un poco spiazzante per lei era stato possedere dei vicini di casa. O meglio, delle vicine. Signore borghesi, gentili, ma dotate di parecchio tempo libero e di una capacità di pettegolezzo che non vedeva dai tempi di Versailles. Spesso in quei primi giorni arrivavano in visita, oppure proponevano inviti che era sempre più difficile eludere. Una di loro le aveva addirittura proposto di leggerle il futuro nelle carte. Le scappò un mezzo sorriso, all'idea.

André era più accondiscendente, la sua innata gentilezza era sempre presente ed ormai era più che evidente che aveva almeno un paio di attempate ammiratrici. Oscar invece non riusciva a farsele piacere più di tanto, a parte la soprano che era partita il giorno prima. Le pareva assurdo iniziare delle amicizie che avessero come base la semplice casualità di un indirizzo comune.

Stirò le spalle mantenendo le mani sulla balaustra e si girò verso l'interno della stanza.

- Oggi hai scritto molto. Fai attenzione, non rovinarti la vista, ora che i nuovi turni ti creano meno problemi..

André alzo gli occhi e la guardò divertito.

- Volevo approfittare del fatto di non avere nessuno in visita.

Il sorriso di lei si allargò ancora, mentre gli scostava il ciuffo dall'occhio sinistro con un gesto molto delicato.

- Sei tu che sei così gentile con le vedovelle e le damigelle attempate, e le incoraggi…

- Ah, secondo te sarebbe colpa mia? E chi invece si è portata come cameriera la fidanzata di Alain, cosicché ce lo troviamo piantato in casa come un comò tutte le volte che non è di servizio?

Le chiese, abbracciandola alla vita con il braccio sinistro e trascinandosela quasi addosso.

- Allora diciamo che abbiamo un problema nella gestione delle visite. Dobbiamo andare a lezione da mia nonna e da tua sorella Josephine.

Oscar gli mise il braccio attorno al collo, ridendo e concordando sul fatto di avere assoluta necessità di aiuto.

Mentre gli si sedeva sulle ginocchia, André la informò che in realtà nella via abitavano anche due personalità decisamente interessanti. All'angolo con Rue Saint-Louis-en-l'Ile viveva Madame Biheron6, l'anatomista che avevano conosciuto per l'autopsia della povera Milagros.

E quasi di fronte alla scienziata viveva un medico, Nicolas Leblanc, che stava da alcuni anni lavorando al metodo per estrarre dal sale marino il carbonato di sodio per produrre il sapone7.

- Quindi è lui la causa di quegli odori sgradevoli che si sentivano stamattina. Mi stavo giusto chiedendo da dove venissero.

- Probabile. E sai quale è la cosa più notevole? Ti ho già detto che è un medico. Indovina? Lavora per il Duca D'Orleans.

Oscar sospirò. Possibile che saltasse sempre fuori?

1 Ora si chiama Rue Budé.

2 Promozione nel Cap. 30 di Con gli occhi del lupo.

3 Dal Cap. 5 di Con gli occhi del lupo.

4 Il Demofonte di Cherubini debuttò il martedì 2 dicembre 1788 a Parigi, avendo effettivamente tra i suoi interpreti la soprano Chéron ed il marito.Non andò benissimo, per motivi legati al libretto ed alle difficoltà di Cherubini del musicare in francese.

5 Come avevo già detto in Con gli occhi del lupo non conosco gli interni del teatro, mi rifaccio ad altri veduti e conosciuti.

6 Cap. 21 di "Con gli occhi del Lupo". Licenza poetica per quanto riguarda la sua abitazione.

7 Nel 1775, l'Accademia della Scienze Francese offrì un premio a chi avesse trovato il modo di produrre carbonato di sodio a partire dall'economico sale marino . Nicolas Leblanc vi riuscì nel 1791, con un procedimento che richiedeva due passaggi. Qui immagino che sia già a buon punto con le sue ricerche. Successivamente, un'industria di sua proprietà, fu in grado di produrre 320 tonnellate di carbonato di sodio l'anno. Il processo Leblanc diventò obsoleto nel XIX secolo, superato dal più redditizio processo Solvay.

   
 
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