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Autore: Brownie Charles    28/06/2016    5 recensioni
Salve a tutti, popolo di EFP!
Non pensavo che sarei tornato un giorno, ma pare sia appena successo. perciò ho il grande piacere di introdurvi alla mia nuova long.
Metà Friends, metà Beautiful (chissà se e quando finirà), metà Il Mondo di Patty (no, questo no).
Il reality non c'è mai stato e i concorrenti sono compagni di classe, al loro ultimo anno di scuola. Tra amori iniziati, finiti e ricominicati, amicizie vecchie e nuove, notti brave e tant'altro, forse ci sarà pure il tempo di dare qualche esame e magari di diplomarsi.
Dal Capitolo 2:
"Chissà, forse si trattava solo dell'effetto del vodka-lemon che lentamente entrava in circolo, credette Scott mentre tentava di spiegarsi come mai la vista di Dawn, di quella ragazzina così particolare, gli procurasse quelle sensazioni, così strane, così belle.
Ad un tratto Dawn si alzò, e porse la piccola mano candida verso il rosso: «Forza Scott, vieni con me.» gli sussurrò, e Scott, senza pensarci, obbedì, afferrando delicatamente il braccio di lei."
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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CAPITOLO 1 - Cody il Latitante

La Presidenza era il luogo più accogliente della Minor Toronto High School: aveva ampie finestre, che davano verso Est, Sud ed Ovest della stanza; vasi con bonsai giacevano vicino ad esse; al centro del locale era posizionata un'ampia scrivania in mogano, sovrastata da un lampadario ottocentesco.
A un lato della scrivania stavano tre giovani: il primo, un ragazzo grande e muscoloso di origini sud-americane, con una folta barba scura e un cappellino bianco latte, si agitava sulla sedia, deglutendo a fatica a mangiandosi ossessivamente le unghie; il secondo, Duncan, sembrava perfettamente a suo agio in quel luogo, curiosando in giro, come se quello studio fosse di sua proprietà; infine l'ultimo, dai capelli biondi leggermente nascosti da un capello da cow-boy e con indosso una camicia rosa aperta, sedeva rilassato e sorridente.
Dal lato opposto sedeva invece un adulto vicino alla quarantina, piuttosto basso ma comunque di bell'aspetto, con i capelli che cadevano sensuali sulle spalle, mentre una leggera barba incolta gli incorniciava il bel volto. L'uomo appariva quanto meno scocciato: non poteva credere che quei tre fossero già lì, di fronte a lui, dopo neanche due ore del primo giorno di scuola.
<< Eh-ehm… >> fece per schiarirsi la voce << Non appena ha fatto il suo comodo, signor Nelson… >> ammonì Duncan, il quale si limitò a ghignare sardonicamente, tornando a contemplare la stanza: quanti ricordi, tra quelle quattro mura.
<< Avanti, Preside McLean…è solo il primo giorno…si rilassi. >> commentò il ragazzo biondo.
<< Rilassarmi? Rilassarmi!? >> domandò esasperato il Preside: era cinque anni che li doveva sopportare, quei tre e la loro combriccola di delinquenti scellerati. Ormai aveva perso il conto di quante volte se li fosse ritrovati lì dentro. Quante sospensioni aveva dovuto firmare, ma nonostante ciò, niente: loro erano regolarmente, puntualmente, sempre lì dentro. E la cosa più strana, pensò, era che non fossero mai bocciati: certo, al massimo potevano prendere una “C”, ma rimaneva il fatto che, nonostante tutto, fossero ormai giunti al loro ultimo anno scolastico.
Fu quest'ultimo pensiero a risollevargli un po' il morale: certo mancavano ancora nove, dannatamente lunghi, mesi, ma erano gli ultimi.
<< Allora…ricapitoliamo… >> disse mentre si massaggiava stancamente le tempie << In sole due ore avete rinchiuso due vostri coetanei nei loro armadietti, avete sottratto i soldi del pranzo a sei ragazzini della settima classe e…vi siete riprodotti in commenti poco lusinghieri sulla mia assistente?? >> domandò esterrefatto.
<< Precisamente! >> sghignazzò Duncan mentre distendeva i piedi sulla cattedra, dopo essersi messo a sedere.
<< Ma come vi siete permessi? >> urlò furibondo il Preside: passino gli atti di bullismo, ma offendere la propria amante, mai!
<< Oh avanti, tranquillo. >> tentò di rilassarlo il punk, per nulla preoccupato di quella uscita dai gangheri da parte dell'uomo << In fondo erano complimenti: mai visto un culetto così perfetto come quello della signorina O'Halloran! E quelle tette…Dio mio sarà un'ottava come minimo! Dico bene, Geoff? >> chiese retoricamente all'indirizzo del biondo, che annuì prontamente: si, è vero, aveva una fidanzata, e da ben quattro anni ormai, ma ciò non gli impediva di poter ammirare qualche altro corpo femminile dalle curve decisamente…provocanti.
<< Ci tengo a precisare che io non ho fatto assolutamente nulla. >> commentò il ragazzo di colore, fino ad allora rimasto in silenzio. Duncan lo guardò indispettito, mentre il Preside McLean lo squadrò ben poco convinto.
<< Certamente, signor Devon Joseph Sullivan…le credo…ma chissà come mai, alla fine lei è sempre qui insieme ai suoi due compari. >> lo screditò il Preside.
<< Avanti, Pres, non faccia così…DJ, in realtà, ha tentato di persuaderci dalle nostre cattive azioni. >> mentì Geoff: se c'era una cosa che non tollerava, quella era vedere in difficoltà i suoi amici. Il biondo ammiccò all'indirizzo di DJ, che replicò con un leggero sorriso.
<< Uhm…è andata davvero così, signor Nelson? >> lo interrogò McLean.
Duncan fu leggermente tentato di dire che Geoff mentiva, ma alla fine il cameratismo prevalse, e quindi si limitò ad annuire con la testa, confermando la tesi dei suoi compari.
<< Bene. Appurato cosa è successo, siete liberi di andare. Per questa volta Sullivan se la cava con una lavata di capo, mentre per Nelson e Parker è in arrivo un bel rapporto…e consideratevi fortunati! L'aver offeso la mia assistente, nonché vostra docente di belle arti, avrebbe meritato una bella sospensione punitiva…ma oggi mi sento magnanimo, sarà l'effetto dei miei due mesi di vacanza alle Maldive. E ora sciò! Uscite da qui! >> concluse la discussione McLean, indicando la porta con l'indice.


Fuori dalla presidenza due ragazze dai lunghi capelli biondi aspettavano che il Preside finisse con la sua ramanzina. Una, che indossava una felpa azzurra e dei pantaloni che le coprivano appena il ginocchio, si teneva le mani nervosa; l'altra, vestita di un pesante maglione di lana verde nonostante il caldo, trovava la pace tramite la meditazione orientale.
Fu proprio quest'ultima a rompere il silenzio: << Avanti, Bridgette, smettila di preoccuparti…prima che chiudesse la porta ho letto l'aura del Preside McLean: sebbene fosse molto nera, non aveva cattive intenzioni. Vedrai che non li sospenderà. >> spiegò calma.
<< Tu dici, Dawn? >> chiese l'altra visibilmente preoccupata: ancora non era riuscita ad abituarsi a vedere il suo fidanzato valicare quella porta, e dire che per lui era normale routine.
Dawn rispose col silenzio, continuando nel suo esercizio.
Passarono così altri quindici, interminabili, minuti, ma alla fine i tre ragazzi uscirono, sorridenti: l'avevano fatta franca, come Dawn aveva previsto.
Appena lo vide Bridgette balzò in piedi, correndo ad abbracciare il suo ragazzo, al settimo cielo. In un battibaleno i due si attaccarono al muro e iniziarono a limonare, isolandosi dal mondo intero.
Dawn sorrise senza darlo a vedere, mentre Duncan fissava i due piccioncini con aria annoiata: presi singolarmente sia Geoff che Bridgette gli stavano molto simpatici…ma quanto erano insieme diventavano insopportabili.
Il punk si avvicinò alla seconda ragazza, sedendosi al suo fianco: << Sa dei nostri…ehm…commenti sulla prof O'Halloran? >> domandò riferendosi a Bridgette.
<< No, e non ti preoccupare, non glielo dirò. >> lo tranquillizzò Dawn.
Duncan tirò un sospiro si sollievo, quindi, data una breve sbirciata ai due innamorati, si allontanò da lì, seguito a ruota da DJ, in direzione della classe in cui avrebbero avuto la loro prossima lezione. Mentre camminavano per i corridoi si imbatterono in Courtney, la ragazza con cui Duncan aveva discusso nella mattinata. Lei lo squadrò velocemente, quindi gli chiese, apparentemente disinteressata: << Vedo che non ti hanno sospeso. Oggi dev'essere il tuo giorno fortunato. >>
<< Lo è senz'altro: è già la seconda volta che mi parli oggi. >> replicò prontamente il giovane: quanto adorava stuzzicarla e vederla arrabbiata. Era come una droga per lui.
Courtney cercò di mantenere un certo contegno mentre riprendeva a camminare, ma non riuscì a evitare che occhiate di fuoco andassero verso il ragazzo dalla cresta verde.
Appena fu distante Duncan e DJ esplosero in una sonora risata: oh si, vederla incazzarsi era davvero un toccasana per l'umore.


Seduto su di una panchina nel giardinetto della scuola, Trent provava gli accordi della sua chitarra: suonare quello strumento era il suo passatempo preferito, aveva addirittura scritto delle canzoni, ma si vergognava a renderle pubbliche.
Il silenzio che lo circondava, però, durò ancora per poco; urla terrorizzate ben presto lo squarciarono come un coltello nel burro.
<< Che qualcuno mi salvi! >> gridava una voce disperata, che Trent riconobbe subito essere quella di Cody. Non dovette neanche provare a indovinare a cosa fosse dovuto tanto panico: già lo sapeva.
<< Presto, amico! Qui! >> gli disse indicando un cespuglio vicino alla panchina.
Cody non se lo fece ripetere due volte: neanche dieci secondi dopo si era già mimetizzato dentro l'arbusto.
Passarono pochi attimi di quiete, prima dell'arrivo di una tempesta dai capelli viola accesso: << Codichino caro, dove sei? Avanti vieni fuori! >> urlò dolcemente una voce femminile mentre setacciava il luogo, alla ricerca del suo amato, ma invano: si era nascosto, di nuovo…
Ma non per questo demorse, e anzi cercò con maggiore foga, fino a quando non si imbatté in Trent.
<< Ehi Trent, ciao! Hai per caso visto Cody? >> gli chiese lei distrattamente, mentre proseguiva nella sua perlustrazione.
<< Ciao Sierra. No, non l'ho visto… >> mentì il ragazzo << Ma dato che a breve inizierà la lezione di lingua, magari è andato in classe. Dovresti provare a cercalo là. >> suggerì.
Alla ragazza parve un ragionamento logico: all'istante si diresse verso l'aula, ringraziando a stento Trent.
<< E'…è andata via? >> domandò Cody sempre all'erta.
<< Per il momento si. >> rispose Trent, che, mentre lo aiutava ad alzarsi, continuò, sorridendo: << Non si arrende, eh? >>
<< No. >> rispose affranto Cody << Proprio non ne vuole sapere di lasciarmi in pace. >> spiegò demoralizzato, quindi, dopo aver ringraziato calorosamente l'amico, andò a cercare un nuovo nascondiglio: sapeva che prima o poi Sierra l'avrebbe rintracciato, il suo era solo un misero tentativo di ritardare l'inevitabile.
Trent sorrise tra se' e se': che coppia che erano, quei due. Quindi, messa la chitarra dentro la custodia di pelle nera, si diresse a sua volta all'interno dell'edificio scolastico.


“Finalmente un po' di solitudine”, pensò Noah. I minuti prima delle lezioni erano i preferiti dell'intera giornata, soprattutto quando riusciva ad arrivare con mezz'ora d'anticipo.
Ma quella volta non fu così: ben presto una ragazza dai capelli ricci color carota e con addosso un abito verde che pareva fatto di foglie si mise a saltellargli intorno, ridendo come una pazza e mimando esplosioni con la voce.
Noah cercò di ignorarla, ma fu del tutto inutile, e ben presto si arrese alla prospettiva (non molto eccitante) di dover intavolare un dialogo con lei.
<< Ciao Izzy. >> la salutò non propriamente entusiasta.
<< Ehi, Noah! Che bello rivederti! Ahahahaha >> rispose euforica l'altra, continuando a muoversi senza sosta.
Noah si limitò a fissarla senza batter ciglio: certo che era strana forte quella ragazza…beh, d'altro canto era pur sempre la fidanzata di Owen…e pensare che le era anche piaciuta, un paio di anni prima, ma poi preferì mettere da parte i suoi sentimenti per lei: l'amicizia con Owen era più importante.
<< Ehm…è permesso? >> una voce femminile interruppe i pensieri dell'indiano, il quale si voltò in direzione di essa, rimanendo letteralmente folgorato: davanti a lui si parava una stupenda ragazza di origini orientali, che indossava dei pantaloni scuri e una maglietta arancione chiaro, con sopra una giacchetta sintetica leggermente più scura.
Noah rimase imbambolato, con un'espressione ebete dipinta sul volto: si, era proprio la donna più sensuale che avesse visto in vita sua.
<< Ti dispiace considerarmi? >> le chiese la giovane, innervosita dal fatto che non avesse ricevuto alcuna risposta.
<< Eh? Che? Cosa? >> bofonchiò Noah come se si fosse risvegliato da un lungo sonno.
<< Ti ho chiesto se è questa l'aula 112. >>
<< Oh si si. >> le rispose Noah imbarazzato: che gaffe che aveva appena commesso, perché Izzy non l'aveva aiutato? << Sei una nuova studentessa? Non ti ho mai visto prima. >> le chiese.
<< Ti pregherei ti darmi del “Lei”, dal momento che sono la tua nuova professoressa di Lingua cinese. Piacere, Emma Wang. >> lo corresse lei, porgendo la mano al giovane.
Noah si sentì morire dentro: ma come? Finalmente pensava di aver trovato la donna della sua vita, e dopo pochi attimi ogni sua illusione veniva sgretolata così?
Stinse la mano che aveva di fronte deluso, mentre Izzy, dietro di lui, rideva di cuore: aveva già capito tutto.


Angolo Autore
Ehià, eccomi di nuovi!
Si...lo so...è tre settimane che non aggiorno, ma posso spiegare, lo giuro!
Università, esami, sbronze post-esami...è ua vitaccia!
Però alla fine sono riuscito a mettermi d'impegno e così eccomi qua,
col nuovo capitolo!
Ringrazio infinitamente tutti voi che mi avete recensito, oltre a chi ha messo la storia nelle ricordate,
nelle seguite,
e...udite udite...nelle PREFERITE!
Cioè...wow! E' un onore per me!
Spero che questo capitolo vi piaccia...prometto che cercherò di aggiornare prima la prossima volta!
Che dire...è tutto...recensioni e commenti sono le benvenuti a qualsiasi ora e in qualsiasi giorno! :)
A presto,
Brownie Charles

   
 
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