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Autore: Pacci    18/04/2009    5 recensioni
*** ATTENZIONE*** Questa storia è il seguito di " 10 anni dopo... la vita a Forks continua"... Sono passati degli anni e il nostro piccolo Marcus è cresciuto, ma non è felice. Riuscirà a far avverare il suo sogno?e se per farlo diventare realtà, decide d'iscriversi presso il liceo di Forks? Troverà quello che cerca? La vita di Marcus, giovane essere speciale.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Nuovo personaggio, Renesmee Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Una sorpresa s-gradita

 

 

Stavo guidando verso casa con un braccio sulle spalle di Diana sorridendole e dandole baci. Non riuscivo ancora crederci quanto mi rendesse felice il mio amore per lei. Era stata una giornata emozionante, ma allo stesso tempo piena di tensione. Dopo che Diana aveva battuto Emmett, era stata trascinata da mia zia Alice in camera sua per darle qualche vestito.  Avevo cercato di trattenerla, ma lei aveva sorriso e mi aveva fatto un cenno con la testa facendomi capire che non dovevo preoccuparmi.

“Auguri!” le avevo detto prima di baciarla e avevo riso quando avevo visto la confusione sulla sua faccia.

Mentre Diana era prigioniera, avevo chiesto a mio nonno se c’erano novità per quanto riguardava gli inseguitori.

“Niente, piccolo Marcus!” aveva risposto lui con tono affranto “ E come se conoscessero tutte le nostre mosse! Ogni qualvolta che li rintracciamo, spariscono nel nulla!”.

“Un po’ come Victoria!” aveva rimuginato mio zio Jasper mentre stava studiando una cartina della penisola Olympica.

“Victoria? Quella pazza con i capelli rossi?” avevo domandato e loro erano scoppiati a ridere.

“Sì. Però, oltre ad essere pazza, era tremendamente furba e possedeva il dono di sfuggire. Tuo padre, quando ancora faceva parte del branco di Sam, ha tentato più volte di catturarla senza risultato.”. Aveva risposto mio nonno stringendomi affettuosamente il braccio.

“Bei tempi!” aveva mormorato zio Emmett ed io avevo alzato gli occhi al cielo esasperato.

“Comunque il piano è questo e credo che ti piacerà parecchio, cucciolo!” lo aveva interrotto Jasper” Dovrai fare da guardia del corpo a Diana. Sei molto forte e il tuo potere ti aiuterà. Anche lei, ora che mi ci fai pensare. Certo che è una coincidenza molto fortunata che lei sia una copiatrice”.

“Questo piano mi piace parecchio!” avevo esclamato ridendo e i miei parenti mi avevano sorriso complici.

“Ora è meglio che andiate. Si è fatto tardi e non voglio che corriate dei rischi!” aveva suggerito Carlisle ed io avevo annuito.

Così, adesso, ci trovavamo sulla strada di ritorno e Diana era al mio fianco. Era leggermente stanca e vedevo i suoi occhi chiudersi per il sonno. Le accarezzai una guancia e lei si appoggiò alla mia mano trattenendola con la sua.

“Perché non ti riposi un po’?”

“Non sono stanca!” rispose e mi baciò il palmo della mano facendo battere il mio cuore all’impazzata.

“Ma se non riesci a tenere gli occhi aperti. Ti porto io a letto!” le sussurrai e mi sorpresi quando la vidi arrossire furiosamente.

“Marcus!” esclamò lei e si allontanò, lasciandomi perplesso. Poi collegai il cervello e mi resi conto di quello che avevo detto.

“Non volevo dire in quel senso!” sbottai e sentii le mie guancie imporporarsi. “ Volevo intendere che…” ma mi posò un dito sulle labbra e sorrise.

“Lo so Marcus. Stavo scherzando!” e scoppiò a ridere.

Mi rabbuiai, ma non riuscivo a essere arrabbiato con lei. Le sorrisi e la strinsi di più a me. Arrivammo a casa e notai le luci accese, a quanto pare mia madre ci stava aspettando alzata. Gettai uno sguardo all’orologio e sbuffai attirando l’attenzione di Diana.

“Mia mamma è ancora sveglia per assicurarsi che io sia ancora vivo!”

“Marcus! Si preoccupa per te. Sei molto fortunato, sai? Hai una famiglia stupenda!” disse e il suo sguardo s’incupì.

“Può essere anche la tua famiglia se lo desideri…” biascicai rosso in viso e lei rise.

“è una proposta di matrimonio?” chiese divertita.

Non risposi e uscii dalla macchina, per poi fiondarmi verso la sua portiera per farla scendere. Quando la chiusi, Diana mi prese per mano e c’incamminammo verso casa.

“Marcus?” mi chiamò ed io mi fermai. Le misi le mani sui fianchi e la portai pochi centimetri da me, facendola arrossire. Certo che eravamo una coppia veramente strana e risi al pensiero.

“ Hai ragione” sussurrò e si alzò in punta di piedi per baciarmi. Risposi al bacio stringendola di più a me e sentii le sue mani tra i miei capelli per farmi avvicinare di più. Fummo interrotti da un rumore sulla destra e, per istinto, la spostai mettendomi davanti a lei in posizione di difesa. Un lupo fulvo uscì dagli alberi e potei riconoscere il sorriso di mio padre. Mi alzai e mi portai di fianco al lupo.

“Ciao papà!” dissi e lui latrò un saluto.

Tutto bene? Pensò il mio papà abbassando la testa per osservarmi meglio. Io sorrisi e affondai una mano nella sua pelliccia, mostrandogli tutto quello che era accaduto a casa Cullen. Latrò una risata quando vide lo scontro tra la mia Diana e zio Emmett. La sentii ridere alle spalle e mi accorsi di non aver invocato lo scudo, ma non me ne preoccupai. Mi fidavo di lei.

Entrate in casa?

“Sì, papà!” risposi e mi voltai verso la porta d’ingresso. Diana era già lì davanti che mi aspettava e mi fiondai subito di fianco a lei. Varcammo la soglia e mia madre era seduta sulle scale che ci aspettava.

“Com’è andata?” chiese a bruciapelo e Diana le raccontò quello che era successo.

“Hai sconfitto zio Emm?” domandò lei incredula e Diana annuì arrossendo. “ Lo sai che adesso ti tormenterà per la rivincita per l’eternità?”

“Gliela concederò prima di ripartire!” rispose Diana e fui preso dal panico.

“No!” urlai facendo sobbalzare mia madre e mio padre che era appena entrato sotto forma di umano.

“Marcus! Non posso rischiare le vostre vite per proteggermi! Soprattutto la tua ed è inutile che insisti, ho già deciso!” ribatté lei e m’infuriai. Avvertii un calore lungo la spina dorsale, ma durò un istante.

“Forse è meglio che ne parliate domani mattina!” suggerì mia madre osservandomi preoccupata e notai mio padre che mi fissava attentamente, come se temesse una mia esplosione.

“La mia piccola Nessie ha ragione! Andate a dormire, però Marcus ,prima, desidero parlarti!” fece lui e m’incuriosii.

Diana si avviò su per le scale e, sospirando, seguii mio padre in salotto con mia madre. Loro due si sedettero sul divano ed io sulla poltrona di fronte. Mio padre mi scrutava e cominciai a preoccuparmi.

“Marcus, devi dirmi qualcosa?” domandò prendendomi in contro piede. Gli avevo già raccontato tutto.

“No, papà.” Risposi confuso.

“Sei sicuro? Te lo chiedo perché pochi secondi fa hai tremato e…”.

“E?” chiesi e sentii la confusione aumentare. Cosa stava cercando di dirmi?

Non so cosa vide nei miei occhi, ma si rilassò e fece un gesto con la mano per liquidare il discorso.

“Vai a letto, piccolo mio!” disse prima di uscire dalla stanza e mia madre ed io ci scambiammo un’occhiata interrogandoci a vicenda.

“Cosa gli ha preso?”

“Non lo so Marcus. Quando fa così, vuol dire che sta rimuginando su qualcosa e, anche se glielo chiedessi, non mi risponderebbe. Lo conosco fin troppo bene!” si lamentò bonariamente mia madre.

Scoppiai a ridere e mi seguì. Mi alzai, le diedi la buonanotte e volai su per le scale. La stanchezza aveva iniziato a farsi sentire e in quel momento desideravo solo il mio letto per farmi una lunga dormita. Ero sveglio da stanotte, per colpa di Sam e m’incupii al pensiero. Anche se dovevo ringraziarlo per quello, se non mi avesse svegliato, io non avrei baciato Diana. Sospirai e decisi che l’indomani mattina sarei andato da lui per chiarire, sperando che avesse voglia di ascoltarmi. Poi il pensiero di mia sorella Didyme sfrecciò nella mia mente e un profondo sconforto mi assalì. Sarei dovuto andare anche da lei, ma non riuscivo ancora a cancellare la sua immagine che mi guardava con odio. Mi trascinai in camera mia e chiusi la porta alle mie spalle. Guardai il letto con desiderio, indossai il pantalone del pigiama e mi buttai su di lui. Stavo per addormentarmi, quando un bussare sommesso mi riportò indietro dal dormiveglia.

“Avanti!” biascicai voltandomi verso la porta e vidi Diana entrare. Avvampai di colpo e mi tirai su di scatto, ma ruzzolai per terra sbattendo la testa contro il comodino.

“Ahi!”

Sentii la sua risata alle mie spalle e sospirai. Mi alzai e mi sedetti sul letto, stando attento ai resti del mobile. L’avevo distrutto ed ero certo che Esme mi avrebbe ucciso appena l’avrebbe saputo. Presi quello che era rimasto del comodino e lo nascosi sotto il letto. Diana stava ancora ridendo ed io abbozzai un sorriso.

“Non volevo che distruggessi il comodino!” mi stuzzicò lei sedendosi di fianco a me. Il mio cuore iniziò a battere all’impazzata e decisi di schermarmi per impedire a Diana di leggere i miei pensieri. Di sicuro non avrebbe approvato.

“Come mai sveglia?”

“Non riuscivo a dormire” rispose come se fosse una cosa ovvia ed effettivamente lo era.

Appoggiò la testa sulla mia spalla e le abbracciai la vita baciandole la fronte.

“Paura degli incubi?” chiesi scherzando, ma la sua reazione mi sorprese. Mi abbracciò stretto facendoci cadere sul letto. Alzò la testa per guardarmi con quegli occhi che avevano la capacità di incantarmi e annuì.

“Cosa sogni?” domandai e le portai indietro la ciocca di capelli che le era caduta sul viso.

“ Gli inseguitori! Ho paura Marcus!” sbottò lei.

“ Ci sono io qui con te! Non permetterò a nessuno di farti del male!”.

“Perché?”

“Perché mi ucciderebbe!” risposi a bassa voce e lei mi regalò il suo sorriso.

“Ti ucciderebbe, anche se me ne andassi?” chiese tamburellando le dita sul mio petto.

“Sì… sarei a pezzi!” confessai e mi voltai per non guardarla in faccia. Sentii la sua mano sotto il mio mento e sospirai.

“Marcus, deve capire che per me è la stessa cosa.” Mormorò e mi girai di scatto verso di lei “ Come pensi che stia al pensiero di te che rischi la tua vita? Se ti dovesse capitare qualcosa, anch’io sarei a pezzi!”.

“Non andartene!” la pregai e misi le mie mani sul suo viso “ Per favore. Io ti amo!”

Sgranò gli occhi, ma non le diedi il tempo di rispondere. Appoggiai le mie labbra sulle sue e lei rispose al bacio. Sentii le sue lacrime, ma non smisi e la strinsi di più a me. Non volevo lasciarla andare, non dovevo. Avevo la paura che se avessi smesso di baciarla, sarebbe sparita dalla mia vita.

Le asciugai le lacrime e la guardai negli occhi, non mi aspettavo una riposta ma lei me la diede. “ Anch’io!”

Due parole che mi fecero toccare il cielo con un dito. Le sorrisi e la baciai di nuovo.

“Posso dormire qui con te?” domandò rossa in viso e con il respiro corto.

“Certo!” e la trascinai di fianco a me, stringendola. Appoggiò la testa sul mio petto e rimanemmo in silenzio.

Stavo per addormentarmi, quando sentii la sua voce chiamarmi.

“Marcus, non hai risposto alla domanda di prima.”

Non avevo bisogno di chiarimenti, sapevo perfettamente a cosa si riferisse.

“ Se fosse stata una proposta, tu cosa avresti risposto?” domandai per evitare di rispondere.

“Stai eludendo la domanda….” Constatò.

“Anche tu!” ribattei e la sentii sorridere.

“Touchè. Buonanotte Marcus!”

“Buonanotte mia piccola Didy!” e chiusi gli occhi con un sorriso sulle labbra.

Quando mi svegliai, vidi il suo volto a pochi centimetri dal mio. Mi osservava sorridendo e con una buffa espressione negli occhi.

“Buongiorno” mi disse allegra, sembrava che stesse trattenendo una risata.

“Buongiorno…” dissi con voce impastata dal sonno.

“Sei divertente anche mentre dormi!” e scoppiò a ridere.

Diventai di mille colori, chiedendomi cosa significasse quella frase. Mi guardai intorno, ma la stanza era intatta. Per cui non soffrivo di sonnambulismo. Ma poi notai che l’altro comodino era andato distrutto e sbiancai. Sapevo cosa era successo e mi diedi dell’imbecille. Come facevo essere goffo anche mentre dormivo?

“Ah, non lo so come fai. Ma è stato veramente divertente!” e rise più forte.

“Hai visto la scena?” chiesi imbarazzato e, quando la vidi annuire, sbuffai disperato. Con titubanza, mi appoggiò una mano sulla fronte e mi mostrò quello che era successo. Lei era sveglia che mi guardava dormire e, a un certo punto, mi ero voltato cadendo dal letto. La vittima della caduta era stata il comodino. Lei mi aveva, letteralmente, sollevato e rimesso a letto, mente io continuavo a ronfare.

“Scusa!” mormorai e scosse la testa alzando gli occhi al cielo.

“Mi sto abituando alla tua goffaggine. È inutile sconfiggerla, Edward mi ha raccontato di Bella.”.

Scoppiai a ridere e lei fece lo stesso. La baciai e mi riappoggiai sui cuscini, per godermi quei momenti insieme. Ma Diana si alzò e la vidi sfrecciare vicino alla porta. La osservai curioso e lei, sbuffando, rispose “ Non credo che Renesmee reagirebbe bene se ci trovasse a letto insieme!”

Dovetti darle ragione e uscì chiudendosi la porta alle spalle. Guardai fuori dalla finestra e un tuono mi diede il buongiorno. Si prospettava una bella tempesta, ma non mi avrebbe fermato. Appena avrei fatto colazione, sarei andato da Sam e, se non voleva parlarmi, mi sarei appostato finché non mi avrebbe dato l’opportunità di spiegarmi.

Mi vestii velocemente e mi precipitai in cucina. Mio padre stava discutendo con mia madre, cosa che mi sorprese. Rare volte avevano litigato, per poi smettere subito dopo.

“Renesmee! Non farmi credere che non te ne sei accorta! Riconoscono lo sguardo che ha fatto ieri Marcus!”.

“Ma è impossibile Jacob! Impossibile! Marcus non può essere anche…” ma s’interrupe quando avvertì la mia presenza.

“Marcus, è maleducazione origliare!” mi rimproverò mio padre ed io entrai scrutandoli. Stavano parlando di me e volevo sapere su cosa stava discutendo.

“Non posso essere cosa?” ringhiai mentre una rabbia nuova e bruciante avvolgeva il mio corpo.

“Niente! Io vado!” si affrettò a dire mio padre e sfrecciò fuori dalla porta.

“Mamma?”

“Marcus, niente!”

“Non dire cazzate! Mamma!” urlai infuriato sbattendo un pugno sul tavolo. Il mio cuore fu attraversato da una fitta, quando vidi mia madre indietreggiare spaventata.

“Mamma, scusa!” dissi mortificato e guardandola colpevole. Non sapevo cosa mi stesse succedendo, in quei giorni mi bastava un niente per infervorarmi.

“Marcus, non ti preoccupare!” mormorò “ Vado da mamma! Ci vediamo dopo!” e uscì anche lei, lasciandomi solo seduto al tavolo. Cominciai a tremare e strinsi il tavolo nel vano tentativo di calmarmi.

Respirai con calma e a fondo ed ero tranquillo quando Diana mi raggiunse. Appena vide il mio volto, si precipitò da me e mi abbracciò.

“Marcus, amore, stai bene?” chiese preoccupata accarezzandomi. Era la prima volta che mi chiamava amore e questo mi fece calmare ulteriormente. Le mostrai quello che era appena accaduto e lei mi sorrise comprensiva.

“Forse sei così nervoso perché hai litigato con tua sorella e con il tuo migliore amico.” Suggerì “ Per colpa mia!”

Le baciai la punta del naso e appoggiai la mia fronte sulla sua “ Non è colpa tua” dissi “ Sono loro che hanno un carattere un po’ diffidente!” e alzai le spalle con la speranza di averla rincuorata un poco.

“Se lo dici tu!” sbottò lei e sorrisi.” Cosa fai stamattina?”

“Sto con te!” risposi subito. Ci sarei andato un altro momento da Didyme e da Sam.

“No, tu ci vai ora!” mi rimproverò con espressione seria.

“E tu cosa farai?” chiesi.

“Chiamerò tua zia Alice. Ieri mi ha invitato ad andare a casa Cullen, oggi!”.

Chiusi gli occhi ed ebbi la visione di Diana trattata come una bambola da parte delle mie zie.

“Non sarà così terribile!” esclamò lei ridendo “ Poi lì, ci saranno tua madre e tua nonna che mi daranno una mano!”

“D’accordo…” sospirai “ Ma mi mancherai moltissimo!”

“Non scapperò, è una promessa!” e le sorrisi perché aveva capito subito qual era la mia paura.  Si alzò e mi baciò dolcemente. La accompagnai alla porta d’ingresso e le mormorai. “ Se hai bisogno di aiuto….”

“Tranquillo, riuscirò a tenere a bada un’orda di vestiti!”scoppiai a ridere e, baciandola un’ ultima volta, la salutai.

Stavo per andare a prepararmi, quando una visione mi offuscò la vista. Non riuscivo a credere ai miei occhi. Mio fratello, Edward Jacob, stava tornando a casa!  Saltai dalla gioia e schizzai a prepararmi, per poi fiondarmi davanti alla porta d’ingresso. Non mi trattenni, aprii la porta ed eccolo lì, davanti a me, con il suo sorriso sghembo.

“Fratellino, farti delle sorprese è impossibile!” mi sgridò bonariamente e mi abbracciò.

“E.J. puoi sorprendere gli altri! Come stai?”

“Molto bene! Grazie!” rispose lui e mi allontanò per osservarmi meglio. Non era cambiato per niente. “ Ti trovo in gran forma, piccolo Marcus, e…” poi vidi la sua faccia sorpresa e scoppiò a ridere.

“Ti sei innamorato!” sbottò e mi diedi dello stupido. Ero talmente felice di vederlo che mi ero scordato lo scudo. Lo invocai all’istante e lui sbuffò.

“Dove sono mamma e papà?” chiese guardandosi intorno.

“Papà è uscito e mamma è dai nonni!”

“ E la mia sorella gemella? Dov’è Didy? Seth la tratta bene?”

“Non ti preoccupare di lei, si sa difendere perfettamente da sola!” risposi con tono acido e lui mi osservò curioso. “Abbiamo litigato!” confessai e gli spiegai quello che si era perso negli ultimi giorni. Ascoltò attentamente, ma non sembrava sorpreso anzi annuiva come se sapesse già tutto.

“è il motivo per cui mi sono precipitato qui! Girano strane voci in Irlanda!” disse.

“Irlanda? Credevo che andassi in Egitto dopo”

“Diciamo che qualcuno mi ha trattenuto!” rispose sardonico. Inarcai un sopraciglio e gli lessi la mente. Quello che vidi mi riempì di gioia.

“Non ci credo! Tu e Maggie! Mamma sarà contentissima!” esclamai abbracciandolo.

“No per favore, non dirglielo!” mi pregò “ Non sopporterei tutte le sue domande! E poi ci sono affari più urgenti da sbrigare!”.

“Ok!”

“Marcus! Dobbiamo andare subito dai nonni! Devo raccontare loro cosa sta succedendo! E poi voglio conoscere questa Diana! Forse lei c’entra qualcosa…”

“è in pericolo E.J.!” sbottai preoccupato e lui mi mise una mano sulla spalla.

“Fratellino, sono qui per questo! Andiamo!”

Ci precipitammo fuori e corremmo verso casa Cullen. Ingaggiammo una gara, come facevamo da piccoli, e vinsi io per un soffio.

Bussammo alla porta ridendo come pazzi e ci venne ad aprire l’ultima persona che mi sarei aspettata lì. Marcus accompagnato da sua moglie Tanya.

“Marcus!” esclamammo insieme e Tanya ed E.J. risero. 

“Come stai giovanotto?” mi domandò felice di vedermi.

“Benissimo! Mai stato meglio! Certo che oggi è una giornata piena di sorprese! Prima E.J. e adesso tu! Vi siete messi d’accordo?” chiesi mentre entravamo a casa e notai il loro sguardo complice. “ è così?” domandai e una leggera preoccupazione mi assalì.

Non risposero, perché mia madre urlò e si fiondò su E.J. abbracciandolo e baciandolo contenta.

“E.J.! Sei tornato! Jacob è tornato!” gridò e guardai mio padre correre verso di noi. Adesso che ci facevo caso, tutta la famiglia era riunita in salotto, ma non vidi Diana. Osservai allarmato, intorno, e mia nonna Bella se ne accorse.

“Piccolo Marcus! Che succede?”

“Dov’è Diana?” sbottai e sfrecciai per le stanze chiamandola.

“Non è venuta oggi!” rispose zia Alice fermandomi.

“Ma ha detto che l’avrei trovata qui!” risposi in preda all’ansia. “ Non le sarà successo qualcosa?”

Marcus si portò vicino a me e chiesa “Diana?”

“Sì, è la ragazza di mio fratello!” disse una voce indurita dalla rabbia alle mie spalle. C’era anche Didyme con Seth che stavano salutando E.J..

“Diana…” ripeté pensieroso Marcus e vidi mio nonno Edward sbarrare gli occhi.

Stavo per leggergli la mente, quando sentimmo la porta aprirsi e sulla soglia comparve Diana con la bocca spalancata e inorridita.

“Didy!” sbottò Marcus ma non guardava mia sorella, guardava la mia Diana.

Vidi la ragazza che amavo indietreggiare spaventata e stavo per precipitarmi da lei, quando mio nonno Edward mi fermò.

“Non andare! Diana è la figlia di Aro!”

Sentii i miei parenti immobilizzarsi ed io ero impietrito dallo shock. Un calore cominciò ad avvolgermi, mentre il mondo intorno a me andava in pezzi. Non riuscivo a crederci, mi aveva mentito. Guardai il suo volto trasfigurato dalla paura, prima che si voltasse per scappare. Il calore divenne un incendio e mi ritrovai a tremare. Il dolore mi stava facendo impazzire alimentando così il fuoco e sentii i miei occhi inumidirsi.

Il tremore era incontenibile ed io esplosi. Mi fiondai fuori dalla porta, distruggendola e cominciai a correre. Sentivo le mie zampe sul terreno che mi portavano, non so dove, mentre ululavo tutto il dolore che lacerava il mio cuore infranto.

 

 

 

Ecco qua! Finalmente ho aggiornato! Chiedo scusa! Ma tra il lavoro e problemi vari ( C’entra anche il lavoro purtroppo) sono riuscita ad aggiornare solo ora! Spero che via sia piaciuto questo capitolo! Ho impiegato tanto anche perché non sapevo come metterlo giù ,non so se vi è mai capitato di avere la mente affollata di idee, ma non riuscire ad esprimerle. Spero di averlo fatto per il meglio.

Prometto che aggiornerò presto, di tempo mi sa che ne avrò molto.

Non riesco a rispondere alle vostre recensioni, chiedo perdono!

Bacioni!

Grazie anche a coloro che hanno letto, leggono e leggeranno la mia FF!

Alla prossima!

  
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