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Autore: lunaticaNachi    29/06/2016    1 recensioni
Dopo la seconda guerra magica, lentamente maghi e streghe ricominciano la loro vita. Questa volta vedremo ad Hogwarts una nuova ragazza che farà amicizia con due personaggi che diventeranno il centro del suo mondo.
In questa storia Il lupo (avrete sicuramente capito chi è) non è stato ucciso nella guerra e accompagna suo figlio nella scuola in cui insegna.
E' la prima storia che scrivo, siate clementi, accetto consigli e critiche costruttive. Perdonatemi se in alcuni capitoli sarò un po' prolissa ma quando mi metto a scrivere non mi fermo più.
Genere: Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Remus Lupin, Teddy Lupin, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Cap. 2: L’Orso
Quel giorno Julie e sua madre Abbie erano andate a casa dello zio Tommen. Era triste per Julie rivedere quella casa disabitata da ormai 2 anni, ma non erano lì per piangere. Erano andate lì per cercare dei vecchi libri di scuola, sperando di trovarne qualcuno, dato che non avevano molti soldi per comprare tutto nuovo.
Storia della magia già lo aveva, le era stato regalato dalla cugina il giorno della tragica festa. Trovarono il libro di Pozioni, Difesa contro le arti oscure, Incantesimi e Trasfigurazione. Julie entrò nella stanza di Sophie e le si gelò il sangue. C’erano un sacco di foto attaccate e si muovevano tutte. Tra tutte spiccò all’occhio di Julie una foto, una giovane Sophie reggeva in piedi una Julie che non poteva avere più di un anno. Poche lacrime le scesero dagli occhi, non era una che piangeva tanto o spesso. Andò verso l’armadio, lo aprì e trovò subito quello che cercava, la vecchia divisa della cugina. La prese, si girò verso lo specchio e controllò se le potesse andare bene. Vide i suoi occhi marroni un po’ gonfi per il pianto e i capelli neri e lunghi tutti arruffati che cadevano sulla divisa. Forse era un po’ lunga, ma poteva starle. Cercando nella stanza trovo un calderone che sembrava quasi nuovo e il libro di Erbologia, ora le mancava solo Astronomia ma non sembrava esserci, decise che lo avrebbe preso in prestito dalla scuola.
Andò da sua madre, raccolsero tutto in due buste e tornarono a casa, Julie non si sentiva sollevata di aver trovato quasi tutto quello che le serviva, anzi, era molto triste, per lei era come trafugare un cadavere ma si convinse che ai morti i calderoni non servivano.
Due giorni dopo andarono a Diagon Alley, sua madre voleva farle un regalo, voleva che avesse qualcosa di nuovo, di completamente suo, e cosa se non una bacchetta?!
Olivander, dopo tutto il trambusto della seconda guerra magica, aveva riaperto. Entrarono, era molto silenzioso, non c’era nessuno a parte loro. Da un angolo sbucò il proprietario, molto vecchio,dai capelli canuti. Appena la vide fece un gran sorriso e si mise a prenderle  le misure di braccia e altezza, poi iniziò a cercare una bacchetta e dopo un po’ trovò quella giusta.
“Legno di castagno, nucleo di cuore di drago, 12 pollici, leggermente elastico, credo che per lei, signorina Thewlis, sia perfetto” disse il mago e gliela porse sorridendo. Quando Julie la prese scintille rosse e argento sprizzarono via dalla punta della bacchetta e lei si senti immergere dalla felicità. Si girò verso sua madre e si accorse che stava piangendo dalla felicità. Pagarono quello che a Julie sembrava una fortuna. Stava per fermare sua madre ma lei la guardò con tanta gioia che Julie ritirò la mano, infondo senza bacchetta non poteva fare magie.
Arrivò il primo settembre, il baule (preso in una seconda gita a casa della cugina) era pronto e veniva spinto in un portabagagli dalla piccola Julie. Le tremavano le mani, era così felice.
“ Dov’è il binario mamma?”
“Proprio qui. Oh,cielo, non ci vengo da più di 30 anni, accompagnavo lo zio per l’espresso. Lui saliva ed io rimanevo a terra” il suo sguardo si incupì, ma Julie non lo vide, stava spingendo il carrello ed ora di era ferma tra il binario 9 e 10. Abbie la raggiunse e le mise una mano su una spalla, l’altra teneva il carrello.
“Pronta? Insieme” e, accertandosi che nessuno le vedesse, attraversarono il muro e si ritrovarono sul binario 9 ¾. Il treno, rosso fiammeggiante era pieno di ragazzi, alcuni ancora si salutavano dai finestrini, ne erano rimasti pochi a terra e si affrettavano a salire.
“Fa la brava, non litigare con nessuno e non fare cose pericolose. Fai la brava alunna, come hai sempre fatto, e non deluderai mai nessuno. Papà sarebbe fiero di te.” E detto questo le diede un bacio sulla fronte, poi tornò a guardarla, occhi azzurri in occhi marroni.
“E tu non piangere quando non ci sarò, ok?” rise Julie, la abbracciò, prese il baule e entrò nel treno. Si avvicinò a un finestrino vuoto, molti ragazzi iniziavano a prendere posto nelle cabine,ma lei voleva salutare ancora la madre.
“Ricordati di scrivermi,mi mancherai tanto” disse sporgendosi e salutando con la mano.
“Va bene ti scriverò ogni settimana, mi mancherai anche tu. Cerca di non perdere nulla. Ora vai a sederti o non troverai più posti” ed effettivamente la madre aveva ragione. Quando si girò per guardare nelle cabine notò che non c’era più nessuno nel corridoio. Cominciò a camminare, avvicinandosi alla testa del treno, sbirciando in ogni cabina ma tutti i posti sembravano occupati.
In una delle ultime cabine, una più piccola rispetto alle altre, che non poteva contenere più di quattro persone, c’era un ragazzo dai capelli azzurri,era solo e quando si girò verso la porta a Julie sembrava scorretto andarsene lasciandolo solo. Entrò nella cabina a testa alta. Mise il suo bagaglio a posto e notò che oltre a quello del ragazzo c’era un baule diverso da quello che usavano gli studenti. Le iniziali R. J. L. scintillavano dorate su un lato. Non voleva essere troppo indiscreta, quindi si mise a sedere. Il ragazzo distolse lo sguardo da lei e lo puntò al finestrino vicino. Fuori si godeva di una vista magnifica. Il sole si proiettava su campi interminabili di verde e giallo. C’erano poche nuvole in cielo nonostante ci fosse molto vento.
Julie tornò a guardare il ragazzino, le punte dei capelli erano bionde, si notava molto il contrasto col blu del resto dei capelli, le sembrava strano non averlo notato prima. Rivolse il suo sguardo alla porta accanto a lei,vecchia e arrugginita. Poi si decise.
“Piacere, Julie Thewlis” gli porse la mano e aspettò. Non era imbarazzata o agitata, le piaceva fare nuove amicizie e le brutte figure non la spaventavano. Il ragazzo si voltò, Julie notò che era tutto rosso e i capelli erano quasi del tutto color paglia. Julie sgranò gli occhi, non aveva mai visto nulla di simile.
“Figo. I tuoi capelli intendo” aggiunse, alla faccia ancora più imbarazzata che fece questo.
“Pi…piacere, Teddy Lupin” sorrise debolmente lui, allungando una mano tremante.


Bene, anche la seconda parte è andata.
il prossimo capitolo sarà molto dolce e presto andremo avanti con la storia, giuro.
Un saluto dalla vostra Lunatica, fatemi sapere se vi piace ciò che scrivo.

 
   
 
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