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Autore: LadyDenebola    01/07/2016    1 recensioni
Dopo sette anni dai MAGO, Violet torna a Hogwarts come assistente bibliotecaria, e qui ritrova un vecchio professore di cui non sentiva parlare da tempo. Fra lupi mannari, lezioni di duello e nuove assunzioni, Violet avrà modo di ricredersi sul suo ex Direttore. Versione aggiornata di una fanfic che pubblicai qui anni fa.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Serpeverde, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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SULLA TORRE

 

La notizia dell'attacco del lupo mannaro si diffuse così in fretta che, il lunedì successivo, arrivata in biblioteca Violet trovò una vera folla di ragazzini del primo e del secondo eccitati che la bombardarono di domande. Tutta quell'attenzione, però, la demoralizzò quando le chiesero perché non era riuscita a sconfiggere il lupo da sola. Ripensò alle parole di Piton: forse era il caso di trovare un'aula vuota e allenarsi dopo il lavoro. Lavoro che, dopo aver confessato a Will di voler insegnare Incantesimi, adesso non la attirava più come prima e anzi le pesava ogni giorno di più.
Nel pomeriggio Violet consultò gli orari delle lezioni e trovò libera l'aula di Storia della Magia. Si sentiva un po' ridicola, da sola in mezzo alla stanza come chi doveva esercitarsi per gli esami, ma d'altra parte Piton aveva ragione: doveva diventare più forte, soprattutto se era intenzionata a insegnare. Così, trasfigurò un banco in un lupo e si preparò al combattimento.
Era più difficile di quanto si aspettasse. Anche se finto, quel lupo l'aggrediva con una ferocia che all'inizio la terrorizzò. Provò su di lui tutti gli incantesimi che conosceva, compresi i più elementari, ma più di una volta rischiò di essere morsa.
Andò avanti fino all'ora di cena, quando Violet, esausta e irritata, ritrasformò il banco e scese nella Sala Grande. Al tavolo di Serpeverde scorse Will, che ricambiò lo sguardo con eloquenza, e accanto a lui vide una miagolante Alyssa. Incredibile come correre rischi mortali aumentasse il fascino di una persona…
Reprimendo una smorfia disgustata, Violet prese posto.
Dopo cena però decise comunque di andare dall'amico.
<< Stai bene? >>gli chiese.
<< Io sì. Che ti ha detto Piton l'altra sera? >>
Violet esitò.
<< Nulla di particolare >>
<< Non dire cavolate. Era arrabbiatissimo. Che t'ha detto? >>
<< Che devo allenarmi. Non è possibile che non sia riuscita ad affrontare un lupo mannaro >>sbottò Violet, a bassa voce. Gli amici di Will erano in ascolto.
<< E lo farai da sola? Possiamo allenarci insieme, se ti va >>propose lui, entusiasta.
<< Be' >>Violet ci pensò un po' su. Dopo quello che avevano passato, anche a lei sembrava la cosa più ovvia da fare. << Non è una cattiva idea! >>
<< Fantastico! Ehm >>Will lanciò un'occhiata ad Alyssa, che stava per lasciare il tavolo di Serpeverde. << È meglio se vado, è tutta la sera che non mi molla. Per l'allenamento ti vengo a cercare io in biblioteca >>
Nonostante la prospettiva di esercitarsi con qualcun altro, Violet non poté fare a meno di sentirsi un po' a disagio per quell'interesse che Will aveva iniziato a mostrarle all'improvviso, soprattutto dopo la rottura con Alyssa.
Ma quella non fu l'unica sorpresa.
Il giorno dopo, Violet venne svegliata da un insistente beccare alla finestra, prodotto da uno dei gufi della scuola. Quello rimase sul davanzale mentre le porgeva la zampa, alla quale teneva legato un grosso pacco. Perplessa, la ragazza non trovò alcun biglietto. Aprì il pacco e vi trovò gli stessi dolci che aveva comprato a Mielandia, ma in quantità maggiori.
"Accidenti a te, Will!"pensò, imbarazzata, ma si riprese subito. La visita e Hogsmeade non era andata del tutto persa, e lei avrebbe sempre potuto restituire a Will il denaro, così, senza preoccuparsi inutilmente, corse subito a spedire i dolci a casa.
Quel giorno Madama Pince riuscì a tenersi a distanza, impegnata com'era a sorvegliare un gruppetto di ragazze del quarto anno che chiacchieravano a voce un po' troppo alta. Verso l'ora di pranzo, Will la raggiunse.
<< Andiamo? >>esordì. << L'aula di Difesa s'è appena liberata, e ho il resto della giornata libero >>
<< D'accordo >>. Violet andò da Madama Pince, china su uno scaffale con l'orecchio teso a cogliere ogni parola delle studentesse del quarto, sedute dall’altra parte.
Sentendosi un po’ in colpa ma incapace di resistere alla tentazione, Violet si schiarì rumorosamente la gola, e Madama Pince ebbe un sobbalzo come se avesse preso la scossa.
<< Signorina, oggi dovrei andar via prima >>
<< E va bene! >>sibilò la Pince, irritata. << Vattene, tanto non ho più bisogno di te, per oggi >>
Violet corse trionfante da Will, e cinque minuti più tardi entrarono nella classe di Difesa. Entusiasta, Will prese a sfogliare il proprio libro, dicendo:<< Penso sia meglio partire subito dagli incantesimi d'attacco. Potremmo simulare un duello >>
<< Senza esclusione di colpi, però >>aggiunse Violet.
Will sorrise ed estrasse la bacchetta così velocemente da coglierla di sorpresa. Senza aprir bocca le lanciò un Petrificus Totalus, e Violet cadde contro un banco, restando in bilico, incapace di muoversi. Will ridacchiò.
<< Così è troppo facile >>commentò.<< Piton dice sempre che in un duello si deve contrattaccare subito con un Sortilegio Scudo >>e sciolse l'incantesimo.
Violet scivolò per terra ma, il volto arrossato per la vergogna, attaccò Will con un sortilegio che provocava un violento solletico, tanto che il ragazzo cadde in ginocchio scosso da singulti che gli impedivano perfino di formulare parole sensate.
<< Expelliarmus! >>gridò infine Violet, e osservò soddisfatta il proprio risultato.
Will si rimise in piedi ancora sorridente.
<< Brava >>commentò, cercando di recuperare un tono di voce più suadente. << Accio! >>
Non fecero veri progressi, a essere sinceri, ma almeno, si disse Violet quando i morsi della fame, ore dopo , li costrinsero a fermarsi, avevano potuto esercitarsi con incantesimi che normalmente non avrebbero mai usato. Will si era rivelato un compagno perfetto: spronava continuamente Violet, pronto perfino a evitare di fare una pausa tanti erano gli incantesimi che voleva provare senza dover temere di essere ripreso da un insegnante.
<< Vitious e Piton non mi avrebbero mai permesso di usare certe maledizioni su un’altra persona >>esclamò Will mentre scendevano a cena.
<< E fanno bene >>borbottò Violet, massaggiandosi le costole dopo l’ennesima caduta,<< la gente civile non scaglia maledizioni con tanta leggerezza, e voi dovreste conoscerle solo teoricamente >>
<< Il che è davvero stupido, considerando che potrebbero servirci nella realtà, e noi ne sappiamo qualcosa >>
<< Cambiando discorso >>disse Violet prima di separarsi in Sala Grande.<< Devo ringraziarti per i dolci. Quanti soldi hai speso? Io ne avevo comprati molti di meno >>
Will aggrottò le sopracciglia.
<< Quali dolci? >>
<< Quelli di Mielandia che mi hai mandato stamattina. Quando ci siamo incontrati a Hogsmeade avevo comprato dei dolci per la mia famiglia, ma per colpa di quel lupo mannaro li ho persi tutti. Non fare il finto tonto, Will! >>esclamò Violet, esasperata.<< Sai che non dovevi ricomprarmeli >>
<< E secondo te in questi giorni ho avuto il tempo di comprarti dei dolci? >>rise lui.<< E poi, pensa alla faccia che avrebbe fatto Alyssa se te li avessi regalati davvero: avremmo rimpianto il lupo mannaro! >> e, ancora ridendo, la lasciò sulla soglia della Sala Grande a elaborare la notizia.
 
 
***
 
 
Mancava una settimana a Halloween e al suo famoso banchetto, e nell'aria si respirava un senso di attesa che però Violet non riusciva a condividere.
Lei e Will si esercitavano ogni giorno sfruttando ogni minuto che riuscivano a trovare, nonostante Violet insistesse perché Will dedicasse il tempo libero anche agli amici e allo studio.
<< Se ci pensi, tutto questo mi tornerà utile ai Mago di Difesa e Incantesimi >>osservò Will un giovedì sera mentre mettevano a posto i banchi prima di andarsene.<< E per i miei amici non c'è problema, li vedo tutti i giorni in Sala Comune e ogni tanto organizziamo qualche festa, di sera >>
<< Come fai a resistere? >>esclamò Violet. << Io, fra gli allenamenti e la Pince, mi reggo a stento in piedi! >>
<< Molla quel lavoro >>replicò sereno Will, << e chiedi a Vitious di prenderti come sua assistente >>
Violet non rispose. Per Will era tutto molto semplice, anche se lei stessa si sarebbe licenziata volentieri se solo avesse avuto la certezza di diventare l’assistente di Vitious. Negli ultimi giorni Madama Pince aveva iniziato a caricarla di una mole di lavoro esagerata, considerando che in quel periodo la biblioteca non era molto frequentata, e Violet ormai aveva la certezza che si trattava di una nuova tattica per costringerla a dimettersi.
<< Dai, sono sicuro che Vitious non ti dirà di no >>la incoraggiò l’amico prima di darle la buonanotte e prendere al volo una scalinata che aveva cominciato a spostarsi.
"Will ha ragione" pensò Violet dieci minuti più tardi, le braccia poggiate sul bordo della vasca da bagno, "e anche Piton. Dovrei lasciare la Pince a cavarsela da sola, come ha sempre fatto. Se Vitious mi accettasse al suo fianco resterei comunque a Hogwarts, senza il fastidio di ritrovarmi fianco a fianco con quell’avvoltoio…"
Violet andò a dormire con la quasi assoluta certezza di andare a parlare con Vitious, il giorno seguente. E se lui si fosse dimostrato restio, si disse avviluppandosi nelle coperte, avrebbe cercato di convincerlo che le sue lezioni l’avrebbero aiutata a migliorare le sue tecniche di duellante…
 
... La neve scendeva con grazia nel giardino, già coperto da uno spesso manto ancora immacolato. Il pomeriggio volgeva al termine e l'aria era immobile. La maggior parte degli abitanti del quartiere si era già rifugiata nel caldo delle proprie case, e non avrebbe potuto fare altrimenti, poiché l’altezza raggiunta dalla neve era tale che uscire con l'auto sarebbe stata un'impresa.
Dal divano, Violet osservava il cortile simile a una distesa di zucchero a velo quando il cielo si tinse di verde. Trascorse una frazione di secondo, poi un'esplosione fece tremare l’intera casa. Nel quartiere si sollevarono urla angosciate.
Violet corse alla finestra, e si lasciò sfuggire un gemito. Una villetta dall'altra parte della strada era semidistrutta: la facciata e un lato erano crollati, e il Marchio Nero troneggiava sui resti del tetto.
<< Cos'è successo? >>urlò sua madre correndo a vedere, ma Violet l'allontanò dalla finestra.
<< Aspetta qui, sta' lontana da porte e finestre, vado a prendere papà ed Eyranne >>soffiò.
<< Ma cosa... >>
<< Dobbiamo andarcene! Sono arrivati qui! >>esclamò Violet, correndo giù nell'ingresso. Aveva sentito il portone aprirsi. E infatti, riuscì ad afferrare suo padre per un braccio e a costringerlo a restare in casa prima che potesse uscire. Sapeva che aveva avuto l’istinto di correre ad aiutare i loro vicini. << Papà, non perdiamo tempo, dobbiamo andarcene! >>
<< Non dire stupidaggini! Fammi chiamare un’ambulanza… >>
<< I nostri medici non potranno fare molto >>ribatté Violet, abbassando di colpo la voce, come se temesse che i Mangiamorte fossero fuori in cortile e potessero sentirla.
Suo padre fece per riabbassare la maniglia del portone, ma lei lo sigillò con un incantesimo. L’uomo si voltò esterrefatto, ma, notando l’espressione grave della figlia, parve capire.
<< Dici che sono loro? Quei criminali di cui ci hai parlato? >>
<< C’è il loro Marchio, fuori >>tagliò corto Violet. Afferrò un soprammobile mentre risalivano in salotto e mormorò: << Portus locomotor >>
Sua sorella Eyranne aveva raggiunto la madre, che intanto stava gettando soldi e cellulari in una borsa.
<< Toccate questo soprammobile, fra venti secondi vi porterà nella nostra casa al mare >>
Mentre loro eseguivano, le urla provenienti dalla strada si fecero più acute. Un secondo lampo verde illuminò da fuori il salotto come una spettrale luce al neon. Violet guardò suo padre, pallido quanto sapeva di esserlo lei.
<< Vi raggiungerò subito >>mormorò concitata. << Cercherò di portare con me tutte le persone che posso. Voi non uscite dalla casa in cui vi ritroverete. Farò subito! >>
Il soprammobile si illuminò di una vibrante luce azzurra e, prima che potessero afferrare Violet, i suoi genitori e sua sorella scomparvero.
 
 
 
Violet sobbalzò violentemente come se l'aria fredda della notte l'avesse schiaffeggiata. Le ci vollero alcuni secondi perché si rendesse conto di non trovarsi più nel suo letto ma sulla soglia di una stanza circolare, con una scala a chiocciola a malapena distinguibile al buio. Due finestrelle alte e strette ai piedi della scala erano l'unica fonte di luce, comunque scarsa a quell’ora.
Con la mente ancora annebbiata dal sonno e dal ricordo del sogno, Violet si guardò intorno. Non aveva la più pallida idea del perché, per la prima volta in vita sua, avesse camminato come una sonnambula, né di quanto si fosse allontanata dalla sua camera. E, come se non bastasse, si accorse ben presto di non avere la bacchetta. Quel che la confortava era che si trovava a Hogwarts, seppure in un’area nuova per lei. Perciò, adesso che lo stupore e la curiosità avevano preso il posto della stanchezza, decise di esplorarla e salire la scala a chiocciola. Perlomeno, pensò procedendo lentamente e tenendosi al muro, forse da fuori sarebbe stato più facile orientarsi.
Emerse su un terrazzino spoglio, ma la vista che offriva la lasciò senza fiato.
Si trovava in una torretta posta più in basso rispetto alle altre, tanto che il castello si estendeva tutto intorno a lei. La sagoma nera delle guglie e delle torri più alte che la circondavano e sovrastavano risaltavano contro il cielo sereno e, dalla sua posizione, Violet riuscì a scorgere qualche albero della Foresta Proibita. Tutto ciò, però, non l’aiutò a capire in quale ala del castello fosse finita.
Una tenue luce si riversò alle sue spalle, atterrendola più di quell’assurda situazione. Aggrappata alla ringhiera del terrazzo, Violet si voltò e riconobbe, con un misto di sollievo, imbarazzo e spavento, Piton, appena emerso dalla porticina della torre.
Per un attimo rimasero a fissarsi. Poi Piton alzò come al solito un sopracciglio e disse: << Non pensi non sia la stagione più adatta per starsene qui fuori in camicia da notte? >>. Si sfilò il proprio mantello e glielo porse. << È successo qualcosa? >>aggiunse con un tono più apprensivo.
Violet prese tempo sistemandosi il mantello sulle spalle, ma Piton la fissava con tanta insistenza che alla fine confessò:<< Stavo dormendo e... e mi sono risvegliata nella stanza di sotto >>
<< Stavi dormendo e ti sei risvegliata nella stanza di sotto >>ripeté Piton, la fronte aggrottata.
<< E lei cosa ci fa quassù? >>domandò Violet sperando di stroncare qualsiasi tentativo di Piton di prenderla in giro.
<< Stavo pattugliando i corridoi quando ho visto un’ombra aggirarsi al buio, così mi sono avvicinato e ti ho riconosciuto, ma tu non ti sei accorta di niente. Poi un rumore mi ha distratto e ti ho perso di vista finché non sono entrato nella stanza della torre e ho provato a cercare quassù >>
 << Sono salita per capire dove mi trovavo, ma è la prima volta che vengo qui >>ammise Violet.
<< Siamo al sesto piano >>Piton si appoggiò alla ringhiera, accanto a lei.<< Quindi sei sonnambula? >>
<< Non proprio, è la prima volta che mi succede >>borbottò la ragazza, evitando il suo sguardo e concentrandosi invece su un pipistrello che svolazzava poco lontano. Poi aggiunse, lentamente:<< Stavo sognando... >>
Seguì una breve pausa, poi Piton disse, senza mascherare il sarcasmo:<< Rosenao, non sono solito impicciarmi negli affari degli altri, ma se dobbiamo restare qui fuori abbi il buon gusto di concludere quel che dici >>
Violet sobbalzò come se l’avesse colpita con un incantesimo e, lanciandogli un’occhiata torva, continuò:<< Ho sognato il giorno in cui i Mangiamorte arrivarono nel mio quartiere. Feci scappare i miei in una casetta che abbiamo al mare, ma io rimasi lì e riuscii a salvare due famiglie prima che i Mangiamorte scappassero all'arrivo degli Auror. In realtà >>aggiunse pensierosa,<< è stato come se il mio sogno si fosse fuso ai ricordi >>
<< Hai davvero rischiato di farti uccidere dai Mangiamorte, quella volta? >>domandò Piton con una vaga incredulità nella voce.
<< Dovevo aiutare quelle persone. Le conosco da quando ero piccola >>
<< Non avresti dovuto fare l’eroina >>disse il professore. Violet alzò lo sguardo su di lui, sorpresa dal suo tono di rimprovero.<< Molti sono morti in questo modo, credendo di essere in grado di affrontare i Mangiamorte, sette anni fa come venti anni fa >>
<< Dovevo fare qualcosa >>insistette Violet, piccata.
<< Anche l'altra volta, contro quel lupo mannaro >>proseguì Piton, come parlando a se stesso.<< Avresti dovuto avvisarci immediatamente. Tu e Will non avreste potuto mai farcela da soli >>
<< Sa, la prima cosa a cui ho pensato quando quell’animale ci è saltato addosso è stata difenderci >>sbottò Violet. Non trovava affatto leale, da parte di Piton, rinvangare quella storia in quel momento, dopo che lei gli aveva confidato il suo sogno.
Il professore la fissò inespressivo per qualche secondo prima di tornare a fissare la notte che si estendeva davanti a loro. Violet lo spiò con la coda dell’occhio, ancora innervosita, ma osservando il profilo concentrato di Piton si rese improvvisamente conto del significato del suo rimprovero. Dopotutto, lui aveva vissuto entrambe le guerre contro Voldemort e aveva dovuto sopportare un dolore più straziante di qualsiasi tortura provocata dalla Maledizione Cruciatus. Prima che potesse rendersene conto, si ascoltò dire:
<< Professore, lei come sta? >>
Piton si voltò verso di lei, stupito.
<< Prego? >>
Violet esitò, ma tanto valeva continuare anziché far finta di nulla.
<< Parlavo di tutto quel che è successo da quando ho lasciato Hogwarts… la guerra, il processo… >>fece una breve pausa per trovare le parole più adatte, mentre Piton continuava a guardarla esterrefatto.<< Mi sono sempre tenuta informata su quel che accadeva nel mondo magico, anche dopo essermene andata. E alla fine della guerra mi sono tenuta informata sul suo processo >>
<< Continuo a non capire la tua domanda >>replicò freddamente Piton.<< Sono sopravvissuto, sono stato assolto e Minerva mi ha offerto di tornare a insegnare. Come dovrei stare, secondo te? >>
Ancora una volta, Violet passò dal disagio a un’indispettita incredulità. Era straordinario con quanta facilità quell’uomo riuscisse a farle cambiare umore. Eppure, decise di mantenere i nervi saldi.
<< È stato molto coraggioso. Non tutti avrebbero sopportato certi sacrifici >>
<< I miei "sacrifici" sono nulla in confronto a... ad altro >>replicò Piton che, di colpo, si era irrigidito.<< Ti consiglio di non usare tanta leggerezza se non sai di cosa stai parlando >>
<< Forse non saprò mai con precisione cosa c’è dietro i suoi sacrifici, né mi interessa. So solo che lei ha fatto molto contro Voldemort >>ribatté Violet, ignorando la smorfia che Piton non riuscì a nascondere a quel nome.
Per un po' nessuno parlò. Violet temeva di aver esagerato: cosa aveva sperato di ottenere? Credeva che Piton volesse confidarsi, che quella bizzarra situazione potesse renderlo più socievole? Ma, inaspettatamente, il professore uscì dal suo silenzio.
<< Parli di coraggio e sacrifici basandoti su quello che hai seguito sui giornali. Forse saprai già che ho cercato di proteggervi quanto ho potuto, quand'ero preside >>mormorò,<< ma dovevo stare attento a non destare i sospetti dell'Oscuro Signore. Dovevo tenere d’occhio i ragazzi che provavano a ribellarsi e allo stesso tempo mantenere l’aria di fedele servo del Signore Oscuro… Ricordi quando Alecto Carrow voleva punirti perché sei Nata Babbana? >>aggiunse improvvisamente.<< Chi pensi l'abbia convinta che io ti avrei punito più duramente? >>
<< Mi dispiace per quello che ha passato. Non meritava tutto quell’odio >>mormorò Violet.
<< Te lo ripeto: non parlare di cose che non sai >>
<< Ma… >>la protesta morì sulle labbra di Violet. Piton fece un gesto del tutto inatteso. Le diede un buffetto, anche se un po' impacciato, per poi far ricadere pesantemente la mano lungo il fianco, come se si fosse reso conto troppo tardi del gesto.
<< Hai combattuto anche tu a Hogwarts? >>le chiese lui dopo un minuto di imbarazzato silenzio.
<< C-certo >> annuì Violet, e Piton vide il suo volto accendersi d'orgoglio. << Sapevo che alcuni dei miei amici sarebbero rimasti a difendere la scuola, così li ho pregati di chiamarmi quando fosse arrivato il momento. Non è stato facile, e forse abbiamo rischiato più di tutti gli altri. Quando i Mangiamorte scoprirono che eravamo di Serpeverde avrebbero voluto consegnarci a Voldemort perché ci punisse personalmente per il nostro tradimento. Poi >>aggiunse Violet più lentamente,<< una notizia li distrasse. Era quasi l'alba... ci eravamo fermati a riprendere fiato, Voldemort ci aveva concesso un’ora di tregua… Potter avrebbe dovuto uscire allo scoperto… Io  e altri ragazzi ci trovavamo vicino la McGranitt e Shackebolt. Non sapevamo cosa sarebbe successo, con tutti quei morti e feriti attorno a noi. Arrivò un Patronus-Lontra che parlò con una voce femminile. Ci disse che lei era stato attaccato dal serpente di Voldemort nella Stamberga Strillante e che stava per morire. La McGranitt e Shackebolt esitarono, e sinceramente non so cosa li abbia spinti a correre ad aiutarla. Poi decisero. Ci proibirono di seguirli e noi li perdemmo di vista fino alla fine degli scontri, ma al banchetto che organizzò a fine semestre la McGranitt spiegò a tutti ogni cosa su di lei. Avevamo capito ben poco da quel che Potter e Voldemort si erano detti prima che Voldemort venisse ucciso… non riuscivamo a capire se lei fosse davvero dei nostri, ma la McGranitt riuscì a spiegarci meglio la situazione. Ci disse che, probabilmente, erano stati commessi errori sul suo conto, che si sarebbe dovuto indagare. Disse che era rimasto gravemente ferito e che l’avevano trasferita al San Mungo. Poi, quando si è ripreso è iniziato subito il processo, e io ho cercato di tenermi sempre aggiornata >>Violet gli sorrise.<< Meritava di essere prosciolto >>
Piton la fissò, apparentemente interdetto, ma la ragazza fu quasi sicura di aver visto un sorriso tentare di prendere forma sulle sue labbra.
<< Grazie >>fu tutto quel che Piton riuscì a dire.
Il cielo a est iniziò a tingersi di un indaco venato d'oro e l'aria si fece più pungente. Senza aggiungere altro, i due decisero di rientrare. Piton riaccompagnò Violet fino alla sua camera, e quando le sfilò il mantello, la ragazza si sentì venire la pelle d'oca.
<< Accidenti a te, Rosenao >>borbottò Piton,<< sono rimasto in piedi ad ascoltarti quando fra poche ore ho una lezione con quei testoni del Grifondoro! La prossima volta che vorrai farti una passeggiata notturna non scordarti bacchetta e mantello >>
<< Me lo ricorderò >>sorrise Violet, e rimase a guardare Piton allontanarsi con passo silenzioso, il mantello ondeggiante alle sue spalle. Poi un’idea improvvisa le balenò in testa. << E grazie dei dolci! >>
Piton si voltò, leggermente meravigliato, e, prima di sparire dietro l'angolo, le rivolse un leggero inchino.

 



Angolino dell’autrice: ed eccoci qua, finalmente! E ripeto: finalmente! Sia perché ho aggiornato dopo un mese abbondante sia perché Violet e Piton hanno avuto una conversazione lunga più di tre battute! Che bravi che sono, quasi quasi mi danno qualche speranza! Rispetto alla versione precedente, ho cercato di dare più forma al loro incontro sulla torre. Violet cerca (a suo rischio e pericolo) in tutti i modi di abbattere quel muro che Piton ha attorno a sé e stavolta è riuscita a coglierlo di sorpresa e provocargli reazioni che perfino lei non si aspettava.
Compatisco quel pover’uomo già da adesso! Al prossimo aggiornamento! Spero siate riusciti ad arrivare fin qui! ^___^
 
   
 
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