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Autore: Uzumaki_Devil_Dario    01/07/2016    3 recensioni
Quando il giorno diventa notte, Tokyo cambia e diventa un nuovo mondo: la reputazione si crea nelle competizioni sulle strade e la vita pulsa del motore delle automobili dalle carene fiammanti e dai carburanti pompati al protossido di azoto.
Qui la parola "velocità" è sinonimo di forza e di vita. O sei veloce o non sei niente.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Hinata non credeva a quello che vedeva.
Come le era stato detto di fare, si era fiondata in macchina appena ne aveva avuto l'occasione e aveva dato gas fino in fondo per correre via da lì. La preoccupava lasciare Sasuke da solo e pesto contro quell'uomo pericoloso, armato e deciso a ucciderlo. Ciononostante, la preoccupava di più non conoscere lo stato attuale di Naruto e non sapere dove si trovasse, perciò Sasuke passò in secondo piano e pensò ad arrivare il prima possibile alla fine del tunnel.
Solo... non si aspettava nulla di quello che trovò sul tragitto. Prima di ripartire era stata costretta ad accovacciarsi dietro la Sunny Dawn per proteggersi dai proiettili vaganti dell'Alba, non aveva avuto modo di sporgersi e vedere al di là della carrozzeria. Poi, appena entrata in macchina, per l’impellenza di allontanarsi da lì non aveva fatto caso alla strada e alle vetture distrutte che quasi la occludevano. Ora ci faceva caso eccome: uno scoppio improvviso e una fiammata istantanea l'avevano indotta a fermarsi poche centinaia di metri dopo la sua fuga, abbagliata dalla luce del fuoco. Guardando il cofano di quella macchina ribaltata che si incendiava, solo allora Hinata si rese conto di dove si trovasse. Quella galleria era uno scenario post-apocalittico, ovunque guardasse non vedeva che fuoco, desolazione e distruzione, una lunga coda di veicoli sfasciati, macchine capottate sulle fiancate o sul tettuccio, parzialmente ammaccate o del tutto deformate, sventrate da violente collisioni, avvolte dalle fiamme o molto vicine al divenirlo, altre ancora annerite e consumate.
<< Mio Dio... >>
A passo d'uomo cercò lo spazio per avanzare, passava accanto ai veicoli distrutti e abbandonati, con orrore notò che in alcuni di essi erano rimaste delle persone. Quelle sui sedili erano morte sul colpo, chine sui cruscotti oppure attraverso i parabrezza sfondati, mentre quelle accasciate per metà fuori vettura dovevano almeno aver provato a uscire prima di finire a terra.
Per quanto terribile da vedere, quell’area devastata terminò nel giro di poco, davanti a lei si aprì un tratto di tunnel completamente. Dietro di lei non c'era più nessuno da salvare, chi aveva potuto fuggire lo aveva già fatto.
"Naruto-kun... tu sei da solo contro persone che possono fare questo?"
Premete sull'acceleratore e dalla prima marcia ingranò la seconda, passò alla terza e alla fine del tunnel fu già in quarta. Corse con in testa il solo pensiero di arrivare quanto prima da Naruto, per quanto avesse la spiacevole sensazione che non sarebbe arrivata mai abbastanza presto.
Poi si fermò, realizzando solo ora una cosa: Sasuke le aveva detto che Naruto si trovava dall'altra parte della galleria, sì, ma quanto effettivamente lontano? Quale direzione aveva intrapreso? Che cosa doveva fare lei? Dove doveva andare adesso?
Accostò. Nel cuore ebbe l'ansia e la fretta di avere subito delle risposte, ma proprio l'agitazione rendeva un'impresa cercare di ragionarci con lucidità. 
"Potrei chiamarlo di nuovo, sì!"
Fece per prendere il telefono e chiamarlo. Si accorse solo allora che non l'aveva con sé: nella foga di uscire e andare a cercarlo, doveva averlo dimenticato a casa! Sì, lo aveva posato sul tavolino in salone per cercare le chiavi della macchina, subito dopo si era precipitata alla porta senza pensarci. Come aveva potuto essere così sbadata?
Sospirò per una rassegnazione frustrante, come prima si trovò con la bruciante frustrazione di non sapere cosa fare. La strada che aveva davanti si estendeva a vista d'occhio e si arcuava sulla destra, poteva portare chissà dove ma per Hinata era come se non potesse portarla da nessuna parte. Non c'erano bivi prima di poche altre decine di metri, solo un'intersezione a T, e già lì sorgeva il dubbio se proseguire o svoltare.
Fu proprio laggiù, però, che ebbe l'impressione di notare qualcosa di insolito: il guardrail laterale che sembrava piegato verso l'esterno della strada. Una coincidenza che lo fosse proprio in corrispondenza di quell'intersezione, di fronte alla strada laterale che si univa alla carreggiata?
"Non può esserlo."
Rimise in moto e procedette verso quel punto. Giunta lì, scese dalla macchina e poté osservare molto più da vicino. Alla distanza di prima il danno che aveva subito la barriera non sembrava tanto esteso come lo era davvero: non era stata semplicemente piegata, era stata completamente sfondata e quasi del tutto abbattuta, il metallo era divelto verso l'esterno in una spaccatura grande, a occhio, quanto la larghezza di una macchina. Lì era successo qualcosa.
"Cosa...?"
Proprio mentre stette per domandarselo, le balzarono agli occhi altre tracce, segni di pneumatici che coprivano quasi tutto l'asfalto dell’intersezione. Erano numerose scie nere che si sovrapponevano e indicavano la presenza di molte auto coinvolte, dalle sgommate ricurve si poteva dedurre che in quel tratto di strada erano state fatte parecchie derapate e le macchine si erano fermate proprio al centro dell'incrocio. Le più marcate erano quelle che indicavano la dinamica della collisione, ovvero come un'altra vettura fosse giunta in seguito e avesse cozzato contro una delle precedenti fino a farla finire contro il guardrail.
"Andava a velocità elevata prima dell'impatto. Ci è andato addosso apposta."
Doveva essere quello il casino per il quale, a detta di Sasuke, lui e Naruto si erano dovuti separare. Non poteva capire dettagli del tipo chi fosse andato addosso a chi, ma se l'Uchiha era arrivato al tunnel da lì...
"Naruto-kun è andato dall'altra parte."
Lo confermavano altri segni di ruote che proseguivano verso l'autostrada. Non ebbe bisogno di sapere altro e, tornata in macchina, prese quella direzione.
Naruto, quindi, aveva cercato di raggiungere l'autostrada, il suo terreno di corsa preferito. Qualcosa era andato storto in quell'intersezione, Sasuke lo aveva aiutato ma ciò lo aveva costretto a prendere una via diversa.
Seguì l'autostrada, speranzosa di trovare altre tracce su dove Naruto fosse andato. Ne trovò una abbastanza evidente pochi chilometri dopo, dove il traffico rallentava quasi fino a fermarsi. La causa di ciò era un incidente avvenuto da quelle parti: a detta delle persone rimaste nei dintorni, una macchina era stata spinta nella carreggiata opposta e un SUV l'aveva travolta. Il traffico era così rallentato perché i soccorsi e la rimozione stradale tardavano parecchio ad arrivare. Hinata immaginò fosse perché ritenessero prioritario il disastro galleria, dove qualcuno doveva aver segnalato l’avvenuto. Lì, intanto, il SUV era rimasto col cofano e il motore mezzi distrutti, mentre il veicolo che aveva investito - più altri due o tre coinvolti nel sinistro - erano fuggiti nella corsia di decelerazione. Fu lì che la Hyuga andò. Sentì di essere ancora più vicina a Naruto.
"Ma non ti vedo ancora. Dove sei?"
La ricerca continuò in una sopraelevata che si estendeva in una curva molto ampia e conduceva in una zona completamente deserta. Più avanti trovò l’unica deviazione esistente nel raggio di qualche chilometro, lì si fermò a controllare e a ragionare di nuovo. La segnaletica circostante indicava che da quelle parti c'era un cantiere stradale ancora in corso, in lontananza scorgeva con qualche difficoltà mucchi di materiale edile lasciato sulla carreggiata. Difficile che Naruto avesse preso quella direzione, la scelta più logica sarebbe stata passare oltre e...
VROOOM! VROOOM!
Trasalì quando le giunse improvvisamente il rumore di motori possenti. Oltre alle orecchie frastornate e un sobbalzo al cuore si beccò in piena faccia la luce degli abbaglianti di due auto appostate lontano su quella stessa strada. Ne scorgeva poco i lineamenti, ma nessuna delle due dava l'impressione di essere la Supra di Naruto. Erano girate entrambe verso di lei e il modo in cui acceleravano sul posto erano una chiara manifestazione delle loro intenzioni: erano tori in una corrida prima di lanciarsi alla carica.
<< Oh mio...! >>
Non partirono insieme, una di esse avanzò precedendo la compagna che restò ferma. La Bentley in corsa occupò in contromano la stessa corsia di Hinata, chiaramente decisa a finire addosso alla Sunny Dawn. Hinata si fece prendere per qualche momento dalla paura ed esitò, finché non si rese conto che se non si fosse mossa sarebbe stata investita. Così fece: innestò la retro e prese a correre ma dovette farlo in retromarcia, senza poter effettuare l'inversione; sapeva che se ci avesse provato l’avrebbe raggiunta ancor prima che lei completasse la manovra. In questo modo, però, la velocità che poteva trarre dalla sua macchina era molto limitata, inoltre doveva accertarsi continuamente che non arrivassero altri veicoli da dietro.
L'altro si avvicinava troppo in fretta.
"Non ce la faccio! Non posso fare inversione, non riesco ad andare più veloce... mi prenderà!"
Hinata era spaventata, tanto spaventata da vedere l'auto di fronte come una bestia dagli occhi abbaglianti che stava per assalirla... e dopo di quella ce n'era un'altra in fondo che la stava aspettando.
Agì per istinto: frenò di colpo col freno a mano quando l'altra macchina fu alla giusta distanza, girò interamente lo sterzo e la Sunny Dawn vorticò spostandosi dal centro della carreggiata; la Bentley passò oltre e mancò la collisione prima che l’aggressore si rendesse conto della manovra improvvisa. Si fermò dopo una notevole distanza percorsa, derapò in modo da voltarsi indietro.
Hinata aveva mantenuto il controllo e si era fermata prima di urtare a bordo strada, dava le spalle all'inseguitore e con un'occhiata constatò quanti metri fosse riuscita a mettere tra sé e lui: più che abbastanza, almeno per ora. Visse un momento di gran sollievo, la paura di un inevitabile impatto era svanita, ma ciò non migliorava di molto la situazione. La seconda macchina - quella che non era partita all’assalto - non aveva abbandonato la sua posizione e ora lei si trovava tra due fuochi. Forse avevano in mente proprio questo da prima? Le mancò il tempo di provare anche solo a pensarci, la Bentley tornò all'attacco e quello spazio prese a ridursi pericolosamente. Riavviò il motore, innescò la prima marcia e riprese a correre in avanti, l’unica direzione che poteva prendere. Sapeva che non poteva evitarlo di continuo con la stessa giostra, prima o poi l'avrebbe presa. Allo stesso tempo, la Fisker in fondo alla strada prometteva un durissimo scontro se lei avesse continuato a correre da quella parte.
Questa era la sua situazione. L’avevano incastrata e non aveva modo di uscirne. Tuttavia...
"Ma perché non si muove?"
Era così dall'inizio, ora che ci pensava. Il Racer della Fisker dava a fondo col gas e il motore ruggiva... eppure non si decideva a partire. Hinata non ne capì il motivo, sarebbe stato più logico se fosse avanzato in modo da chiuderla su entrambi i lati e toglierle ogni via d'uscita. Invece non lo faceva. Sembrava continuamente sul punto di lanciarsi in avanti, quando in realtà rimaneva sul posto senza motivo... e il non capirlo turbava di più la Hyuga. Certo, se avesse insistito in quel modo, lei avrebbe potuto passarlo di lato, anzi, ormai era arrivata a una distanza così ridotta che poteva persino credere di farcela davvero. Le sarebbe bastato deviare di poco e superarlo passandogli accanto e sarebbe stata libera dalla trappola. Se lui avesse voluto impedirglielo, avrebbe potuto farlo molto prima.
Poi le fu chiaro l'inganno. Poco prima che lei deviasse, la Fisker fece una forte derapata, girò su se stessa occupando maggior parte dello spazio di entrambe le corsie. La manovra che Hinata era intenzionata a fare diventò impossibile, si ritrovò a dover sterzare in direzione opposta, con il cuore in gola, e per evitare la collisione finì per imboccare la strada che conduceva nel cantiere. Scoprì che solo dopo averla costretta a questo, anche quell'auto aveva iniziato a inseguirla insieme alla Bentley.
"Voleva farmi finire qui!"
Molto probabilmente puntavano a rallentarla sfruttando i vari impedimenti che potevano essere presenti su una strada in costruzione. Infatti, già da subito Hinata aveva dovuto scansare la segnaletica di avvertimento sull'asfalto e alcune transenne di delimitazione. Con l'avanzare aumentava il materiale edile da evitare e lo spazio percorribile si restringeva progressivamente. Una stranezza che Hinata notò era che parte di quel materiale era già stato travolto prima del suo passaggio, vedeva pile di casseforme abbattute o anche distrutte e mucchi di travi d'acciaio disperse a terra. Era successo qualcosa lì?
Si voltò per un attimo a osservare le altre due auto, non se la cavavano meglio di lei a passare là in mezzo, non avevano guadagnato tanto di quel terreno da sperare di metterla in difficoltà. Davvero avevano fatto così male i conti mandandola su un terreno che avrebbe dato loro gli stessi impedimenti?
<< Oh mio Dio! >>
Per niente. Alla fine di tutti quegli ostacoli scoprì che la carreggiata si interrompeva.
Aveva pensato che quel cantiere fosse lì per una manutenzione straordinaria della strada, non immaginava che invece si trattasse di una sopraelevata in costruzione, così da quel punto in poi non c'era più dell'asfalto solido su cui correre: solo una caduta libera nel vuoto.
La frenata che fece fu così forte e stridente che ebbe la spiacevole sensazione di consumare le pastiglie dei freni dentro le ruote, le gomme gemettero e sollevarono fumo e polvere da terra. La Sunny Dawn riuscì a fermarsi poco più di un metro prima dall'orlo del precipizio, era così vicina che da dietro il parabrezza Hinata non intravedeva più neanche il bordo. Il petto le pulsava per lo spavento.
SBAM!
Tutta la vettura sobbalzò per l'urto e Hinata quasi finì con la testa contro il volante. Ebbe appena il tempo di realizzare la botta subita, causata dalla Bentley che, da dietro, spingeva a forza la macchina in avanti.
<< Oh no...! Vi prego, no! >>
Ingranò la retromarcia e premette a fondo l'acceleratore, dovette far gridare dallo sforzo il motore della Sunny per chiederle di metterci tutta la forza che aveva, pregò la sua vecchia amica di non cedere ora. In qualche modo riuscì a resistere alla spinta posteriore, ma non tardò a rendersi conto che la stava solo rallentando e non fermando completamente. Guardò in continuazione alternativamente avanti e indietro, notò come stesse avanzando di pochi e lenti centimetri e si avvicinava progressivamente verso il salto il vuoto.
<< Ti prego, tieni duro! Ti prego, ti prego, ti prego! >>
Niente da fare, il motore dell'altra macchina era chiaramente più potente del suo, lo sentiva aumentare continuamente i giri mentre lei dava già il massimo.
Poi, in un momento in cui guardò avanti, da sotto il cofano provennero all'improvviso un enorme sbuffo di fumo nero e un rumore di frittura elettrica, e la macchina si spense. In un secondo di terrore Hinata vide quei centimetri diminuire troppo rapidamente, in un impeto disperato aprì la portiera e si gettò fuori a terra. Cadde di fianco sulla strada, dietro di lei passò la Bentley che la mancò per un soffio, a malapena ebbe modo di scorgere la Sunny Dawn spinta a compiere quel salto e sparire oltre il bordo. Si avvicinò a carponi e vide l'auto completare la caduta quindici metri più sotto con un fragoroso disastro, finendo a ruote all'aria. Lo schianto schiacciò il tetto e gli interni col peso della vettura, le portiere caddero e due ruote saltarono via, tutti i vetri andarono in frantumi. Senza dire nulla né emettere suono, a bocca aperta Hinata osservò la fine irrecuperabile che la sua auto fece.
<< No... >> la voce, ridotta a un sussurro rauco, era rotta da un principio di pianto << Non ci credo... non è possibile... >>
Il rumore della portiera che si apriva e si richiudeva vicino a lei la risvegliò dallo stato di shock. Il Racer della Bentley era un uomo grosso e alto, con una spigolosa faccia ghignante, tanto che lei, guardandolo dal suolo, ne fu spaventata a morte. Fece poco caso al secondo uomo, praticamente inesistente in confronto al primo che la intimoriva perché era stato abbastanza pazzo da cercare di buttarla di sotto con la sua auto. Il fisico erculeo le dava la spiacevole impressione che fosse capace di sollevarla e torcerle il collo con una sola mano, oppure spezzarle la schiena e le costole con la presa delle braccia, oppure ancora afferrarla e scaraventarla di sotto. Ebbe paura di tutto questo e di qualunque altra cosa potesse farle, mentre lo vedeva avvicinarsi e lei, istintivamente, retrocedeva strisciando. La fuga fu breve, terminò contro il muretto laterale della carreggiata e non poté più mettere altra distanza tra sé e il gigante.
"Che faccio? Che cosa faccio? Naruto-kun, ti prego..."
L'uomo le fu davanti, minaccioso. Che cosa voleva farle? Voleva solo ucciderla come avevano fatto con Neji-niisan o voleva anche farle molto male? O peggio ancora, voleva violentarla? La paura che aveva divenne panico, ebbe le lacrime agli occhi quando si chinò su di lei. Era così brutto che le fece ancora più paura.
<< N-no... >> singhiozzò << Ti prego, no... >>
<< No? >> ridacchiò Kisame << No che cosa? >>
Le afferrò il viso con la mano, così grande da chiuderle la faccia nel palmo fin sopra il naso. Hinata temette che volesse soffocarla.
Per una insperata fortuna non dovette scoprirlo, l'arrivo di una terza macchina glielo evitò. Fino a quel momento doveva essersi avvicinata furtivamente, poco alla volta, ma l'apparizione fu così improvvisa che colse di sorpresa tutti: la vettura venne fuori come dal nulla da dietro le cataste di casseforme, abbattendole con irruenza, e derapò con una fragorosa sgommata. Zetsu si rese conto appena in tempo che stava per venirgli addosso e fece per scansarsi dalla parte opposta. La macchina, però, derapò di nuovo portando il posteriore verso l'Alba. Zetsu non ebbe più modo di evitarlo e ne fu travolto, colpito con tale violenza da essere spinto e cadere all'indietro... solo che, dietro di lui, il suolo su cui cadere stava quindici metri più in basso.
Hinata fissò il punto in cui sparì con un grido. Dopo pochi secondi sentì il tonfo dell'impatto, forse su una superficie metallica.
"È morto..."
Nonostante questo, non le sfuggì che il suo grosso amico era anche più sgomento di lei, era così incredulo che le aveva tolto le mani di dosso senza accorgersene.
<< Salta su! >>
Si girarono tutti e due verso l'auto, lo sportello del passeggero era aperto, e quando Hinata vide Naruto si sentì svenire per l'emozione. Riconobbe anche la sua Kurama, tanto malridotta e ammaccata che non l'aveva distinta subito. Vederlo le diede una nuova forza nelle gambe, la sua incitazione la spinse all'istante a correre e sgusciare lontana dalla vicinanza soffocante di Kisame. Per molto poco ci riuscì, per un momento sentì sul polpaccio le sue dita che cercavano di afferrarle la gamba e non ci riuscirono per un soffio. Quando fu in macchina ed ebbe chiuso la portiera, quel sedile le sembrò il posto più sicuro e felice del mondo.
Naruto girò la macchina, diede gas e si allontanò prima che Kisame arrivasse allo sportello. Con tutto quello che ormai era stato buttato giù su quella strada, si era ormai aperto un varco che gli permise di scappare senza gli stessi rallentamenti di prima. Il problema era che anche l'inseguitore, quando avesse raggiunto la sua macchina, avrebbe potuto rincorrerli altrettanto liberamente.
Usciti dalla strada in costruzione, fecero a ritroso il percorso fatto per arrivare fin lì. Hinata guardò indietro, la macchina non si vide arrivare per un bel pezzo. Poté concedersi qualche momento per non doverci pensare più e abbracciò Naruto.
<< Ehi ehi... piano, eh. >>
Anche se impegnato alla guida, lui le strinse le spalle con solo un braccio, pur continuando a tenere gli occhi sulla strada. Se avesse avuto un istante per guardarla, avrebbe potuto mostrarle quanto fosse felice anche lui di averla trovata. Era stata a poco così dal finire buttata giù da un ponte ma la cosa non sembrava più preoccuparla, anzi accresceva il valore di quel ritrovamento. La sentì sospirare sulla sua spalla, forse cercava di soffocare un singhiozzo. Poteva facilmente immaginare perché la ragazza avesse voluto raggiungerlo fino a lì, visto come aveva dovuto chiudere la loro ultima chiamata.
<< Ho cercato di ricontattarti. >> le spiegò << Non mi rispondevi. >>
Hinata rialzò lo sguardo, aveva gli occhi lucidi. Intraprendere una discussione, anche così frivola, la risvegliò un po'.
<< Ah... l'ho... l'ho dimenticato a casa. Sono corsa via subito e... >>
Naruto fu stupito. Hinata non era qualcuno che dimenticava qualcosa così facilmente. Questo non glielo aveva mai detto lei chiaramente, però conosceva la particolare cura e attenzione che dava alle sue cose, sicuramente un'attitudine sviluppata per gestire e organizzare in modo ordinato la sua vita universitaria. Dimenticare a casa qualcosa di importante come il cellulare era un errore che proprio non riusciva ad attribuirle, eppure per correre da lui l'aveva fatto senza rendersene conto. Continuava ad ascoltarla con la stessa incredulità mentre lei raccontava di come avesse fatto a seguirlo e trovarlo fino a lì, lo aveva davvero inseguito lungo tutto il percorso che aveva fatto e sapendo a cosa andasse incontro. Ci aveva rimesso la sua amata Sunny Dawn, ma eccola veramente lì.
"Mi seguirebbe in capo al mondo. Che ragazza!"
Doveva mettersi a fare un bell'elenco di tutti gli aspetti e i suoi modi che continuamente lo sorprendevano, poi magari decidere quali di questi amasse di più o se li amasse tutti allo stesso modo. Era comunque più probabile la seconda ipotesi.
Si ricordò che non era il momento per questi pensieri.
<< Ah, Hinata! Qui in giro deve esserci un tablet, forse è caduto a terra. Cercalo. >>
La richiesta le suonò strana fatta in una situazione simile, tuttavia Hinata si apprestò a esaudirla senza fare domande. Si chinò e frugò sotto il sedile, ma fin dove la mano arrivava non trovò niente. Controllò anche dietro, sia sul sedile che a terra, non vide altro che i tappetini e i frammenti dei finestrini distrutti.
<< Qui non c'è niente. >>
<< Cerca meglio. Deve esserci. >>
Hinata però sentì nella sua voce che neanche lui ne era piuttosto sicuro. Doveva aver tenuto conto della possibilità che il tablet fosse caduto fuori dall'auto, probabilmente nell'incidente che l'aveva ridotta in quello stato, tuttavia sembrava aver urgentemente bisogno di quell'apparecchio. Tentò di approfondire la ricerca.
<< Scusami. >>
Dovette rendergli incomoda la guida per qualche momento mentre cercò di spostarsi dietro. Poi si abbassò ai piedi dei sedili posteriori e allungò la mano per riprendere a cercare. Uno dei vetri le graffiò un dito << Ahi! >>
<< Tutto bene lì dietro? >> chiese Naruto.
Hinata succhiò il graffio << Sì... mi sono tagliata >> non perdeva molto sangue, però.
<< Fai attenzione. >>
Mise da parte il taglio per il momento e continuò. Dovette procedere con più cautela per fare attenzione ai vetri, nonostante l'impellente bisogno di Naruto.
Alla fine trovò il tablet sotto il sedile dell'autista << Eccolo! >>
Si rialzò e affiancò l'Uzumaki. Lo schermo dell'apparecchio era attraversato da una crepa, ma si accese lo stesso.
<< Ricordi quell'applicazione che ti ho chiesto prima al telefono? >>
<< Sì. >>
Non ebbe bisogno di farselo spiegare, la selezionò e la avviò. Durante la schermata di caricamento dedusse che, in qualche modo, Naruto e Sasuke fossero riusciti a monitorare le corse dei loro inseguitori e il tablet servisse proprio a questo.
Il caricamento fu così veloce da far intendere che doveva esserci un segnale nelle immediate vicinanze. Infatti, quando si aprì la mappa della loro area, si vide subito la fonte di quel segnale sulla loro scia che li inseguiva a velocità sostenuta. Hinata si voltò: non troppo distante, vide la Bentley che si avvicinava spedita, la strada era talmente libera che tagliava velocemente le distanze senza incontrare ostacoli. Ancora una volta, i suoi fari le parvero gli occhi di una bestia all’attacco. E loro neanche erano arrivati all'autostrada.
Si girò per avvisare Naruto << Sta per raggiungerci! Naruto-kun, così non va bene. Non puoi farcela da solo. >>
<< Che stai dicendo? >> obiettò lui << Lo sai che prima erano in tre? Invece ora è uno solo e io sono ancora qui! >>
<< Per chissà quale miracolo! La tua macchina è quasi a pezzi, la mia finita giù da un ponte e io stessa stavo per finire male. Per quanto ancora possiamo andare avanti così? >>
Naruto sospirò frustrato, capendo di essere in torto. Aveva ragione Hinata, non poteva continuare a scamparla sempre per un soffio contro nemici tanto ostici, soprattutto perché adesso doveva pensare a tenere al sicuro anche lei.
C’era poco da fare, doveva tornare al piano originale.
<< Va bene. >> le concesse << Prova a cercare Sasuke e dimmi dove si trova adesso. Dovrebbe avere un localizzatore anche lui. >>
Hinata eseguì. Restrinse la mappa e cercò nei quadranti stradali circostanti la fonte di altri segnali, partendo dalla zona del tunnel in cui l'aveva visto l'ultima volta. Ormai, però, non si trovava più lì. Col dito fece scorrere il quadrante, ampliò la ricerca zoomando la mappa all'indietro il più possibile, cercando la posizione di Sasuke.
<< L'ho trovato! >>
Cominciava a pensare che il suo segnale fosse completamente sparito, quando finalmente apparve sullo schermo. Si era allontanato parecchio dalla galleria, significava che era riuscito a riprendere possesso della macchina e a rimettersi in corsa. Il problema era che non era da solo, c'era un altro segnale che lo seguiva strettamente.
<< Dov'è adesso? >> chiese Naruto.
<< In città, si dirige a Setagaya. >>
L'Uzumaki alla guida sbottò incredulo e irritato << Come a Setagaya? Perché diavolo si è allontanato così tanto? Pensavo dovessimo riunirci! >>
<< Forse è in difficoltà. Prima con lui c'era uno degli Alba, credo che lo stia inseguendo ancora adesso. >>
<< Non mi dire! >>
Naruto gettò una fugace occhiata dietro: la Bentley aveva ormai accorciato troppo le distanze e questo non fece che innervosirlo di più. In autostrada non aveva quel gran vantaggio che aveva sperato, l'inseguitore era più veloce di lui e non trovava abbastanza impedimenti per rallentarlo. Anche Hinata comprese la situazione.
<< Devi tornare in città subito. >> disse << Non puoi batterlo negli spazi aperti. >>
Tristemente vero. Però la città non era il suo terreno di gioco favorito: troppe macchine e veicoli per le strade, folle di pedoni che attraversavano in continuazione, pochi rettilinei liberi e infinite svolte e incroci in mezzo a colossali palazzi, oppure vie strette, anguste e tortuose nei quartieri più residenziali. Decisamente non era il miglior posto dove spronare Kurama alla velocità massima e far valere come si deve le sue prestazioni.
Sasuke, però, si trovava proprio lì. A detta di Hinata, ora rimaneva nella stessa zona e non andava più da un quartiere all'altro. Resisteva, ma non faceva nulla più di questo. Hinata interpretò facilmente il perché di questo.
<< Ti sta aspettando >> sostenne convinta.
<< Venire lui da me no, eh! >> ridacchiò << Va bene, ho capito. Hinata-chan. >>
<< Sì? >>
<< Ho sempre desiderato dirlo. >> ingranò la marcia massima << Tieniti forte. >>


SPAZIO AUTORE
'Eghe, mo' si mette mica a nevicare? E dire che siamo pure a Luglio!
Salve, care e molto probabilmente poche anime pie ancora disposte a seguire questa mia fanfiction, finalmente sono tornato qui. Ci ho messo sei mesi (per gli studenti di pignoleria sono 3 tre mesi dalla mia ultima oneshot) ma cosa volete che vi dica, ve l'avrò detto già parecchie altre volte ma la voglia di scrivere ormai rasenta il livello del piano seminterrato di casa mia. Forse ci metterò le ere geologiche ma continuo a ribadire anche che non ho intenzione di lasciare incompleta questa storia :)
Detto questo, ho detto tutto, mi resta solo da ringraziare voi per l'enorme pazienza che avete avuto nell'attendere l'aggiornamento e che avete nel continuare a seguirmi ancora. Alla prossima.
Jaa na!
   
 
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