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Autore: Tony Stark    01/07/2016    1 recensioni
Quel giorno la sorte di un nuovo mondo era stata già scritta. Quel giorno in cui lui, Chris Redfield disse... Sì Capitano.
Genere: Angst, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albert Wesker, Chris Redfield, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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That day, he said... yes, captain.
 Capitolo 8: 3 Febbraio 2006-La caduta
 
Aveva trovato Spencer, finalmente. 
 
Il suo pointman era con lui, al suo fianco. La sua Ombra.  
 
L'unico di cui si fidasse completamente, l'unico essere umano al mondo che meritava di essere suo pari. Christopher che era umano ma che allo stesso tempo era superiore a qualunque altro. Ad eccezione che per se stesso, ovviamente. 
 
 
Spencer aveva ancora delle guardie armate a protezione della sua villa. 
 
Non sarebbero state un ostacolo ancora per molto. Non uno sparo risuonò nell'aria tempestosa, mentre le cinque guardie armate a guardia dell'ingresso crollavano al suolo di fronte al pesante portone di noce.
 
E Christopher scivolava di nuovo nelle ombre al suo fianco.
 
 
"Ti sei mostrato più che degno, Christopher" pensò Wesker. Sì, dopo questo avrebbe finalmente permesso al suo pointman di trascendere la sua debole natura umana, di eliminare del tutto l'ultimo ostacolo alla sua perfezione.
"Alla perfezione che io ho creato"
 
 
 
 
 
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La villa era sfarzosa, ma al Redfield pareva comunque di soffocare lì dentro. Come se un aura lugubre di follia saturasse l'aria, come se il terrore e l'orrore causato dalla Umbrella trasudassero dalle pareti.
 
Il Capitano sembrava esserne del tutto immune, come se non sentisse quanto l'aria si era fatta pesante e irrespirabile.
 
Ma Chris sapeva di essere più forte di una sensazione, sapeva di poterla ignorare in favore del successo del suo compito.
 
La BSAA, un'organizzazione militare contro il bioterrorismo, era alla ricerca di Spencer. E dalle informazioni che John Howe, CEO della Tricell, aveva loro riferito Jill Valentine e Rebecca Chambers erano in dirittura d'arrivo alla villa.
 
Avrebbe fatto in modo che attraversassero più di qualche difficoltà. Liberando gli infettati presenti nei sotterranei della villa, liberando il Guardiano della Follia che si trovava in questi. Ritirandosi per raggiungere il Capitano prima che la situazione peggiorasse eccessivamente.
 
In modo da non dover eliminare gli infetti che avrebbe liberato per impedire a Jill e Rebecca di raggiungerli. 
 
 
 
 
 
 
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Dovette eliminare circa una decina di guardie, rompendo loro il collo(per non allertare gli altri con degli spari), per raggiungere i sotterranei. 
 
La prima cosa che gli confermò che gli infettati dei sotterranei fossero ancora "vivi" e utilizzabili, fu il gemere sconnesso e affamato che proveniva da ogni singola cella del corridoio sotterraneo.
 
Gli infettati si premettero contro le sbarre arruginite nel vano tentativo di afferrarlo. E nell'ultima cella, quella con la porta più resistente. Si trovava il Guardiano della Follia.
 
Un essere alto tra i due metri e i due metri e mezzo, doveva essere stato umano un tempo vista la forma umanoide. La bocca era un apertura circolare, da sanguisuga, irta di denti aguzzi e triangolari, sulla schiena aveva un ammasso carnoso informe al cui interno si apriva un occhio, il suo punto debole.
 
Le caviglie erano cinte da dei ceppi arruginiti. Ma al Guardiano non importava. Di fianco alla sua cella vi era una grande ancora a tre punte uncinate.
 
<< Sei stato creato per essere la guardia di questo sotterraneo >>
Fu il sibilo del Redfield, mentre inseriva la chiave nella serratura che chiudeva la spessa porta d'acciaio pesante.
 
<< E ora sei un suo prigioniero... Ironico, no? Beh sto per liberarti. >> si zittì un poco, sentendo uno, due scatti dei cilidretti della porta. << Non credo comunque che tu mi capisca, ma sei libero. Vedi di occuparti degli agenti che arriveranno qui dopo di me >>
 
Non sapeva esattamente perché avesse parlato con quel mostro, come se lo considerasse un essere umano o qualcosa di simile. Gli era venuto così... senza una vera e propria spiegazione logica.
 
Il Guardiano della Follia rimase nella sua cella per un po' prima di lanciarsi in una carica contro la porta, non sapendo che stavolta si sarebbe aperta.
 
Chris ghignò appena nel sentire il verso acuto del Guardiano, un verso bizzarramente acuto e gorgogliante. E poi i passi strascinati dei T-Vettori che però stavano seguendo lui. Esattamente quello che voleva, li avrebbe portati alla villa e poi sarebbe tornato dal suo Capitano.
 
 
"Bene, Jill, 'Becca ora sarà molto più difficile raggiungerci. Vediamo che riuscirete a fare" Pensò mentre un sorriso, che sarebbe potuto sembrare dolce, se non fosse per la luce maligna che illuminava il suo sguardo, spuntava sul suo viso.
 
 
 
 
 
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Wesker guardò il cadavere di Spencer ancora una volta prima di dargli definitivamente le spalle. 
 
Credeva di avere il diritto di essere dio? Lui che non era altro che un semplice essere umano indegno persino di respirare la sua stessa aria?
 
Un sorriso di scherno curvò le sue pallide labbra, mentre pensava che adesso, adesso che Spencer gli aveva rivelato ogni cosa, adesso era tutto molto più chiaro.
 
Adesso il suo scopo era chiaro, chiarissimo, limpido e cristallino come l'acqua pura di una sorgente. Non doveva "comandare" il mondo, non doveva piegare l'intera umanità alla sua volontà. No, avrebbe spazzato via la razza umana, debole e fragile. 
 
Avrebbe fatto in modo che la sua nuova specie vedesse l'alba di un nuovo mondo. Avrebbe costretto il mondo ad evolversi! Avrebbe eliminato tutto ciò che era debole, permettendo solo agli esseri superiori di vivere nel suo nuovo mondo.
 
Avrebbe separato i meritevoli dagli indegni come il grano dal loglio1.
 
Oh, sì. Adesso era tutto così chiaro, non aveva più dubbi.
 
 
Sentì la porta della biblioteca aprirsi, ad attraversarla fu il suo pointman.
 
<< Ho completato l'incarico che mi ha affidato, Capitano >>
 
Wesker si voltò solo leggermente, un lampo illuminò la sua figura, i suoi occhi rossi che luccicavano oltre le lenti scure dei suoi occhiali da sole.
 
<< Bene, allora non ci resta che aspettare la loro visita, non credi? >>
 
Christopher annuì e poi si avvicinò a lui scavalcando il corpo di Spencer senza degnarlo di uno sguardo. Avanzando velocemente con fare sicuro. 
 
Oh, il suo fedele Christopher... sarebbe stato il primo, il primo della sua nuova specie. Il primo Homo Superior.
 
 
Si avvicinò al suo pointman, il suo sguardo inumano puntato in quegli occhi gelidi che scintillavano di crudeltà.  Nel giro di qualche istante gli fu fin troppo vicino. 
 
Istintivamente Christopher distolse lo sguardo, spostando leggermente il viso a guardare l'enorme finestra che si trovava alle loro spalle. Portò una mano, guantata di nero, al suo viso e lo costrinse a voltarlo nuovamente.
 
Il suo pointman era ora costretto a guardarlo dritto negli occhi. Wesker non sembrava rendersi conto di quanto fossero vicini, non sembrava rendersi conto di essergli più vicino di quanto fosse... mai stato.
 
I loro respiri si mescolavano e Chris poteva distintamente sentire quanto il suo Capitano fosse freddo, freddo come se il suo corpo non fosse capace di produrre alcun genere di calore.
 
<< Ti sei dimostrato più che degno, Christopher >>
Gli sibilò, la sua voce era come un basso ronzio. 
<< Sei unico... sei l'unico che è degno di essere mio pari. >> 
 
Il viso del Capitano si fece ancora più vicino al suo, 
 
<< Sei l'unico che è degno di me >> 
 
 
 
 
 
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Non si aspettavano che la magione di Spencer fosse invasa da infetti e da quella creatura non ben identificata che aveva quasi rischiato di uccidere Rebecca con una grossa ancora arrugginita.
 
Quanto meno adesso che avevano esplorato l'intera magione sapevano che l'unico posto dove potesse trovarsi era la biblioteca.
 
Le due agenti della BSAA aprirono la pesante porta di mogano che conduceva alla biblioteca. In realtà quello che quell'ampia stanza sembrava era uno studio. Perché ad esclusione di un unica parete di librerie alle loro spalle non c'era l'ombra di una libreria.
 
La sala era abbastanza buia perché non vedessero molto.
 
Un lampo rischiarò l'oscurità e allora le due si resero conto del cadavere sul pavimento, il corpo di Ozwell E. Spencer. Aveva uno squarcio sul petto, la causa della morte.
 
Un altro lampo e videro le due figure che si trovavano di fronte all'ampia finestra che dava su una ripida scogliera. I due non sembravano averle notate e dalla siluette d'ombra creata dal lampo, a Jill erano sembrati fin troppo attaccati.
 
Li riconobbe in una frazione di secondo.
 
Wesker e Redfield... Quei due mostri, quei due traditori bastardi!
Rebecca aveva gli occhi spalancati dallo shock, li aveva visti morti... com'era possibile che fossero lì.
 
<< Wesker! Redfield! >>
Fu il ringhiò della Valentine che sollevò la pistola per puntare alla testa del biondo. Mentre Rebecca, ripresasi dallo shock, puntava l'arma contro Chri...-Redfield, si corresse mentalmente Jill.
 
 
I due allora si separarono, le loro ombre si divisero. E mentre un altro lampo illuminava l'ambiente, Wesker e Redfield si voltarono verso di loro.
 
Gli occhi di Wesker scintillavano di un rosso cremisi, vivo, furioso.
 
Quelli del Redfield erano gelidi e crudeli, al limite del possibile. Ma sembravano ancora umani, poco importava a Jill che probabilmente lo erano davvero.
 
 
<< Jillian, Rebecca quale sgradita sorpresa. >>
 
<< Credevamo che aveste  avuto almeno la decenza di morire in Russia >>
Completò Chris con un tono appena di scherno, la sua voce non somigliava per nulla a quella voce calda e amichevole che aveva nella STARS.
 
"Smettila Jill, non è mai stato quel Chris! E' sempre stato questo mostro!"
La Valentine accecata dall'odio cominciò a sparare, prima verso Wesker, ma ovviamente quel mostro riuscì a schivare i colpi. E a raggiungerla senza difficoltà.
 
 
Rebecca era paralizzata dal terrore.
 
 
 
 
 
 
 
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Chris si lanciò contro la ragazza inerme per eliminarla del tutto, gli sarebbe bastato così poco. 
 
 
 
 
 
 
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Accadde tutto in maniera così incredibilmente veloce. Il Capitano aveva afferrato Jill per la gola stava per ucciderla. E poi, poi qualcosa l'aveva colpito, colpito e scagliato oltre la finesta, giù nella scogliera.
 
Chris aveva sgranato gli occhi. Mentre fissava Rebecca impugnare qualcosa, qualcosa che non capiva cosa fosse.
 
Un arma capace di ferire anche un Tyrant perfetto come il suo Capitano.
 
 
Quando la finestra si frantumò e Wesker cadde, fu come se anche la mente, la ragione di Chris lo seguisse. Come se la sua sanità si fosse frantumata assieme a quella lastra di vetro.
 
Corse verso la finestra.
 
<< Capitano! >>
Gridando come se gli fosse stato strappato il cuore dal petto, gridando come se gli avessero strappato l'anima, la ragione di vivere.
 
Lui esisteva solo per eseguire gli ordini del Capitano Wesker... ora... ora cos'avrebbe fatto?
Si voltò verso la finestra e le diede le spalle. Sorridendo in maniera folle in direzione delle due agenti 
 
<< Chris, fermo! >>
Jill fu la prima a capire cosa volesse fare.
 
<< La BSAA non ci avrà vivi, Jill. >>
 
 
Il giovane Redfield aprì le braccia come un angelo spalanca le ali e poi fece un passo indietro, lasciandosi cadere nel vuoto. Verso la morte certa.
 
Le due agenti si avvicinarono appena al ciglio di quella finestra. Ma non videro nulla solo un nero abisso, da cui s'alzava il fragore del mare che si scontrava sulle rocce affilate.
 
 
 
 
 
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Il virus lo riportò indietro dalla morte, per la seconda volta. 
 
Le onde scivolavano sulla roccia, ritraendosi dopo aver colpito la roccia.
 
Era stato fortunato, fosse caduto qualche centimetro più avanti e il mare l'avrebbe inghiottito.
 
Il suo sangue macchiava la roccia scorrendo via con l'acqua che le sferzava.
 
Albert Wesker si rimise in piedi, senza difficoltà. E poi sentì un gorgoglio liquido, debole provenire da qualche parte vicino a lui in quella piccola spiaggia rocciosa.
 
E lo vide, il suo Christopher. Il suo fedele pointman. Non sarebbe rimasto in vita ancora per molto, lo sentiva. Eppure non poteva fare a meno di osservarne la tenacia. 
 
Il modo in cui si aggrappava alla vita, nonostante il suo corpo fosse tanto danneggiato, nonostante il suo sangue ricoprisse la roccia come una spessa coperta cremisi, il suo respiro era flebile, interrotto... doloroso.
 
Eppure i suoi occhi seppure velati dal dolore scintillavano ancora determinati. 
 
 
Il Capitano Wesker si chinò e raccolse fra le sue braccia il suo fedele pointman, con una delicatezza che non avrebbe riservato a nessun'altro.
 
<< Ti renderò superiore, Chrisopher. Nessuno sarà come te, mio fedele pointman >>
Sussurrò al ragazzo che continuava a rimanere legato alla vita, per quanto debole fosse.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'Autore

In questa storia non è presente la coppia Chris/Wesker sebbene io abbia voluto essere un po' troppo ambiguo in quella scena di fronte alla finestra. Wesker era così vicino a Chris perché è così sicuro che Chris gli appartenga(anche se non in quel senso) che non crede necessario mantenersi ad una distanza normale dal suo pointman soprattutto mentre gli sta riferendo qualcosa che per lui è così fondamentale ed importante.

Piccola nota:
1)= "Separare il grano dal loglio" è un modo di dire che significa scindere il bene dal male, o in questo caso i più forti da i più deboli.
 
Ringrazio: Summer_Moon e Mattalara per aver recensito il capitolo precedente.
 
-Anthony Edward Stark
 
 
 
   
 
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