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Autore: Eneri_Mess    02/07/2016    5 recensioni
Tre momenti nel tempo.
Passato (AU!Quest): “Il nostro breve passato non vale abbastanza, Iwachan?”
Presente (Canon): « Non ci vedremo, non ci vedremo » cantilenava Oikawa, risalendo pericolosamente con le dita la sua coscia. « Avrai le lezioni, e poi sarai occupato con il nuovo club di pallavolo, e qualcun altro guarderà il tuo fondoschiena al posto mio e- »
Futuro (AU!Distopico): « Rude, Iwachan! » frignò, lasciando andare davvero qualche lacrima. « Sei ferito, resta fermo »
« Tu piantala di darmi per spacciato! »
[Corsa delle 48 Ore - II Edizione]
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Challenge "La Corsa delle 48 Ore - II Edizione"
Prompt: Futuro
Parole: 600 (ups!)



 
 
Dalla trasmittente giungevano ordini urlati e silenzi improvvisi che non aiutarono Oikawa a mantenere la concentrazione. Tenne la testa bassa e finì di contare a mente i proiettili del caricatore nemico. Il problema era che aveva incespicato sul conto intorno al nono, e non si ricordava di aver considerato quello in canna. Nonostante la polvere di calcestruzzo gli imbiancasse i capelli e la tuta d’assalto, l’unica cosa che riusciva a vedere era la sua mano denudata dal guanto e premuta sull’addome di Hajime. Rossa di sangue caldo, che ancora pulsava sotto il palmo.
« Sedici » mormorò Iwaizumi a occhi chiusi.
Quelli di Oikawa erano fin troppo spalancati e febbrili, arrossati agli angoli nell’aver trattenuto un pianto dettato dal panico quando aveva visto Iwachan cedere alla ferita.
« Non sono sicuro » replicò con un filo di terrore. « Iwachan, ho perso il conto… » confessò come se fosse una colpa immane. Ogni cosa al momento gli procurava colpa; si domandò se chiedendo scusa per ognuna Iwachan si sarebbe salvato.
Hajime si sforzò di aprire gli occhi, non più verdi brillanti ma ottenebrati dal dolore. Aveva il viso di un pallore tale da mozzare il respiro.
« Spara Shittykawa » borbottò simulando dell’esasperazione lungi dal provare. Si sentiva totalmente intorpidito. « Spara e andiamocene a casa »
Tooru annuì come un ragazzino ubidiente. Una visione dai contorni grotteschi considerato che quando puntò l’arma verso i nemici in avvicinamento, straniti dal silenzio, li colpì con precisione millimetrica. Hajime udì cinque spari e non faticò a immaginare cinque centri in fronte.
Il restò fu il silenzio dei morti.
« Iwachan » chiamò Tooru, tirandoselo ancora più addosso per paura che gli scivolasse via.
Iwaizumi richiuse gli occhi e concentrò tutte le sue forze nella voce.
« Stanno arrivando » gli ricordò, riferendosi agli aiuti uditi per radio.
Oikawa annuì strusciando il mento sulla sua fronte.
« Mi fa male il petto » bisbigliò con il terrore che a dirlo qualcos’altro si sarebbe rotto.
Non seppe dove trovò la forza, forse un buon segno, ma Hajime riuscì a sollevare la mano, appoggiarla tra i capelli del suo compagno come una lieve carezza, e poi spingerla a cozzare con la propria fronte. Per un istante, il dolore della ferità sparì, rinfrancato dal mugugno di Tooru.
« Rude, Iwachan! » frignò, lasciando andare davvero qualche lacrima. « Sei ferito, resta fermo »
« Tu piantala di darmi per spacciato! »
Si sentì più vivo che mai, quando riaprì le palpebre e incrociò lo sguardo appannato di Oikawa. Pensò che anche ricoperto di polvere, tagli, con le scie delle lacrime sulle guance e il labbro sanguinante, fosse ancora l’unica cosa per cui valesse respirare.
Erano venuti al mondo per morire. Gente come loro, cloni di vite passate estratte da DNA sopravvissuti al tempo nelle macerie di civiltà scomparse, erano venduti al mercato nero come mercenari dal valore infimo in un secolo che sembrava dovesse essere l’ultimo per l’umanità. Destinati a una vita breve e dolorosa. La massima aspirazione era trovare uno o più compagni d’arme che un giorno avrebbero pianto il tuo ricordo, se fossero rimasti in piedi dopo di te. Il resto del mondo erano atomi d’aria.
Non aveva voglia di crepare, quel giorno. Non aveva voglia di lasciare Oikawa da solo, perché aveva idea che non avrebbe resistito a lungo.
« Oi » lo chiamò, conscio di uno scalpiccio lontano. I soccorsi stavano arrivano prima del previsto, e sperò fossero davvero loro. « Sei l’unico per cui ho voglia di avere un futuro, quindi smettila subito di piangere »
Tooru singhiozzò qualcosa di incomprensibile.

 
 
 
 
Ultima parte di Tre Istanti! (che titolo stupido)
Questa AU!FuturoDistopico doveva inizialmente riprendere l’ambientazione di una delle doujinshi IwaOi di Gusari (ode alla Somma), alla fine è andata per i fatti suoi, come ogni volta.
So che queste flashfic sono molto buttate a caso e non dicono nulla, meritano tre minuti scarsi di lettura… ma spero vi siano piaciute ♥
Qualsiasi nota, critica e suggerimento è ben atteso!
 
Nene ~
   
 
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