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Autore: lyrapotter    19/04/2009    13 recensioni
Cosa succederebbe se Ted e Andromeda, in procinto di partire per una vacanza romantica, decidessero di affidare Dora allo scapestrato cugino Sirius? E se quest'ultimo coinvolgesse anche i suoi migliori amici? E se Dora contribuisse in qualche modo nella conquista di una certa fanciulla dai capelli rossi e gli occhi verdi di nostra conoscenza?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, I Malandrini, Lily Evans, Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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BABYSITTER PER CASO

CAPITOLO XI

Mamma mia, che mal di testa! James non ricordava di essere mai stato così male in vita sua… E dire che si era ubriacato parecchie volte nella sua breve, ma densa esistenza; tuttavia, stavolta aveva davvero superato ogni umano limite. Promemoria: gelato al cioccolato e Whisky NON vanno mischiati. Mai più!

Aprì lentamente gli occhi, rimanendo accecato dal sole mattutino che filtrava dalla finestra. Ma quanto accidenti era stato fuori combattimento? L’ultima cosa che ricordava con una certa precisione era una folla di Elfi Domestici che gli si accalcava intorno carica di bottiglie, ed era certo che fosse pomeriggio in quel momento… Dopo diventava tutto un massa di avvenimenti confusi: neve, freddo, urla, risate, diversi volti furibondi, un paio di mutande… Mutande… si rigirò quella parola nel cranio per alcuni minuti: era più che sicuro che fosse successo qualcosa di spaventosamente grave, il giorno prima, che c’entrava con un paio di mutande: ma cosa? Non riusciva a ricordare…

Decise di rimandare a un secondo momento, quando la sua mente fosse stata un po’ più snebbiata. Riaprì gli occhi e stavolta riuscì a sopportare la luce. Si tirò lentamente a sedere e si rese conto di essere sul letto sbagliato: per chissà quale oscura ragione, era finito sul letto di Remus. Forse perché era il più vicino alla porta…

La seconda cosa di cui si rese conto era che, sempre per motivi a lui ignoti, aveva perso i pantaloni e indossava un maglione a quadri che era più che sicuro non fosse suo, anche perché gli stava un po’ stretto. Dallo stile, probabilmente era di Remus pure quello.

Ma che diavolo ho combinato ieri?, si chiese incredulo tre secondi dopo, quando la sua attenzione fu catturata dal resto della sua stanza. O meglio quello che ormai ne restava: un letto era mezzo distrutto, con le tende del baldacchino che pendevano mestamente da un lato; un altro materasso giaceva nel centro della stanza, circondato da un lato da qualcosa che riconobbe vagamente come l’intero guardaroba di almeno un paio di malandrini, ammonticchiato come a formare una specie di muraglia, o una trincea, e dall’altro dai loro quattro bauli, completamente svuotati; tutto il resto degli averi suoi e dei suoi compagni di stanza (dubitava che sarebbero rimasti ancora suoi amici dopo tutto questo) era sparpagliato qua e là sul pavimento, quasi nulla ancora completamente integro.

E il lato migliore era che James non aveva la più pallida idea di come lui da solo avesse potuto combinare tutto quel casino. Gigantesco promemoria: mai più gelato al cioccolato e Whisky. Sono l’accoppiata più pericolosa nella storia delle accoppiate più pericolose!

"Ah, bene di sei svegliato! Temevo di doverlo fare io!".

Per un alcuni secondi, James pensò di essere ancora sbronzo, o in preda a una perfida allucinazione creata dalla sua testa in cerca di vendetta: insomma, era razionalmente impossibile che Lily Evans fosse lì, nella sua stanza sull’orlo del collasso, a parlargli in tono gentile per la prima volta da che si conoscevano. E ancora più impossibile era che tenesse tra le braccia un vassoio carico di cibo. Ok, ora lo so: sono morto e questo è il paradiso!

Lily gli rivolse un’occhiata perplessa. "Che hai da guardarmi con quella faccia? Non hai fame? Come va la testa?".

Quest’ultima decise di approfittare proprio di quel momento per ricordagli che era molto arrabbiata con lui, mandandogli una tremenda fitta in mezzo alla fronte. Ok, non posso essere in paradiso: la mia testa non mi farebbe così male. Ma allora cosa ci fa Lily qui? E non avrei voglia di rimettere perfino le viscere!

"Che ci fai qui?" chiese dunque, per fugare ogni dubbio sulla sua sanità mentale.

"Ti ho portato la colazione, mi pare ovvio" rispose lei. "Anche se forse non avrai fame. Ti preparato anche un veloce rimedio antisbornia". Sistemò il vassoio in precario equilibrio sulla muraglia di bauli e gli mostrò una boccetta piena di liquido verde acido, dall’aspetto tutt’altro che invitante. "Tieni, prode Grifondoro: bevi. Ti farà star meglio".

James prese la fialetta e la annusò sospettoso: sapeva di uova marce. "Cosa mi garantisce che non sia veleno?".

"Nulla. Ma nulla ti obbliga a berla. Tieniti pure il mal di testa, sai quanto mi importa… Ma le lezioni cominciano tra meno di un’ora e non credo che adesso come adesso tu riusciresti ad affrontarle!".

James fece una smorfia e dovette ammettere che la ragazza aveva ragione: si sentiva un schifo. Così si tappò il naso e buttò già la pozione tutta d’un fiato. Il sapore era perfino peggio dell’odore, ma l’effetto fu quasi immediato: il mal di testa si affievolì fino a un vago martellio nella parte interna della scatola cranica, la luce smise di dargli fastidio e lo stomaco di fare le capriole come se non vedesse l’ora di esplorare il mondo esterno. E cosa importante, il profumo di uova strapazzate e pancetta smise di ripugnarlo e gli fece salire l’acquolina in bocca.

"Evans, penso che erigerò un altare in tuo onore" la ringraziò. Poi si rese conto che comunque la presenza di Lily lì non era ancora giustificata: per quale motivo c’era lì lei e non i Malandrini? "Perché fai questo? Dove sono gli altri?".

Lily lo guardò stranita. "Non ricordi nulla di quello che è successo ieri?". Al pacato scuotere del capo di lui, la ragazza sospirò, mentre gli allungava il vassoio. "Certo non dovrei sorprenderei: era più ubriaco di una zampogna. Vuoi che ti faccia un rapido riassunto di tutto quello che è hai combinato in meno di ventiquattro ore?".

"Sì, ti prego. Comincia col dirmi che ci fai qui…".

"Eseguo l’ingrato affidatomi dal mio ex migliore amico Remus Lupin, che ieri verso le tre mi ha chiesto di tenerti d’occhio, mentre lui andava a cercare la cugina di Black, a cui, da quel che ho capito, tu stavi badando quando hai avuto la bella idea di ubriacarti. Quella è stata l’ultima volta che ho visto lui o qualunque altro essere semisenziente che avrebbe dovuto subentrare al mio posto: adesso sono le otto e un quarto del mattino, se ti interessa".

"E perché Remus ha chiesto a te di badare a me? Ok, Sirius è in infermeria, ma Peter?".

"Minus l’hai messo in fuga tu stanotte verso le undici, quando hai cominciato a tirarlo addosso libri di testo, calamai e qualunque cosa ti capitasse a tiro urla dogli qualcosa come ‘pantegana amorfa, sparisci dalla mia vista’. Da quel che ne so, ha passato la notte nella Sala Comune a piagnucolare. E io sono qui perché tu hai avuto la bella idea di metterti a fare la serenata sotto la finestra del mio Dormitorio. Quando Remus è arrivato, ti avevo appena riportato qui".

"Sei rimasta con me? tutta la notte?" domandò James incredulo: perché l’aveva fatto?

Lily annuì. "La notte più lunga della mia vita, se mi permetti. Sei crollato solo verso le quattro del mattino, dopo aver vomitato tutto quello che c’era di espellibile nel tuo corpo e anche di più. L’alcool ti rende pericolosamente iperattivo, Potter, sai?".

"Sì, me l’hanno detto" disse James, mentre l’inquietante flash-back di lui aggrappato alla tazza di un water si faceva strada dentro di lui. Represse un brivido: certe cose era meglio rimuoverle!

"Che cos’altro ho fatto?".

"Hai lanciato un Incantesimo alla McGranitt, facendola finire a gambe all’aria con la gonna completamente sollevata: ti aspetta nel suo ufficio per discutere della punizione più consona a tale infrazione" riferì Lily come una perfetta telecronista.

"Che cosa ho fatto?!" strillò James, rischiando di strozzarsi con il succo di zucca. "Ho davvero… Non riesco a crederci…Oh, Merlino, mi ucciderà!".

"Sì, penso ti avrebbe ucciso volentieri: però chissà, magari una notte di sonno l’ha sbollita un po’".

James le rivolse un’occhiata scettica: dopo un’umiliazione del genere, non sarebbero stati sufficienti un paio di ere geologiche per farla sbollire!

"E cosa è successo a questa stanza: sembra ci sia esplosa una bomba!".

"Sì: la bomba Potter!" confermò Lily. "Una potente arma di distruzione di massa, se vuoi il mio parere: ho avuto il mio bel da fare a evitare che facessi troppi danni. Credo di aver miseramente fallito. Comunque il grosso l’hai tirato fuori per cercare di abbattere la porta, dopo che io l’aveva chiusa a chiave per impedirti di uscire".

"E quella specie di trincea?" chiese James, indicando il materasso in terra circondato da muraglie di vestiti e bauli.

"Per difenderti dall’invasione aliena di locuste atomiche" lo informò Lily, in tono tranquillo, come se le capitasse tutti i giorni di doversi difendere da un’invasione di locuste atomiche. "O almeno, questo è quello che dicevi tu stanotte, mentre mi trascinavi lì dietro e bombardavi l’aria con qualunque cosa ti arrivasse a tiro".

"E i pantaloni? E il maglione?".

"I vestiti te li sei tolti da solo mentre ti esibivi in un’improbabile imitazione di Tarzan re della giungla" comunicò Lily. "Il maglione te l’ho messo io dopo che ti sei addormentato, per evitare che prendessi troppo freddo".

"Grazie" rispose semplicemente James, sorpreso per quel gesto, così inaspettato da parte di Lily. "Ascolta, forse preferisco non sapere cos’altro ho combinato ieri sera: meglio restare nella beata ignoranza…".

La ragazza sembrò sul punto di obiettare in qualche modo, ma all’ultimo parve ripensarci e si limitò a sorridere. "Come vuoi. Mi sento però obbligata a dirti che con tutta probabilità i tuoi amici tenteranno di ucciderti. Per qualunque cosa sia successa alla cuginetta di Black…".

Già, Dora… fino a quel momento non si era troppo preoccupato della bambina, rifletté James, mentre mangiava gli ultimi bocconi. Chissà dov’era finita, se Sirius era in Infermeria, Remus era sparito, Peter era meglio non considerarlo neppure e lui stava così. Poi un lampo un altro flash-back, molto più nitido: quello di una bambina che attaccava una porzione di gelato al cioccolato quasi più grande di lei. "PORCA PUPAZZA EVA!!!!!!!" strillò, talmente forte e all’improvviso che Lily per poco non fece cadere il vassoio che stava premurosamente allontanando dal letto.

"Ma che ti urli?" sbraitò lei. "Hai annegato i pochi neuroni ancora intatti che avevi?".

"No" rispose James. "Beh, può darsi. Ma non è questo il punto: ho appena realizzato che ce l’avevo io Dora quando mi sono ubriacato".

"Te l’ho detto anch’io, prima!".

"Sì, ma non avevo realizzato: l’ho persa! L’ho persa di nuovo: Sirius mi scuoierà e userà la mia pelle per farci un tappeto!".

"Non credo che i gusti di Black cadano tanto nel macabro, sai, James…" obiettò Lily. "E magari Dora sta bene, anche se Remus è sparito a cercarla più o meno diciotto ora fa!".

"Questo non è proprio un buon segno, sai, Lily. O per le argentee sottane di Morgana, sono già praticamente morto, sono un uomo finito, distrutto, destinato all’oblio…".

"Per nulla tendente al melodrammatico" mormorò Lily a bassa voce, più a sé stessa che a James.

"… Il mio cadavere farà da nutrimento alla piovra gigan-… Aspetta un momento: tu mi hai chiamato James!".

"E allora: è il tuo nome. Come dovrei chiamarti, Ermenegildo?".

"Ermenegildo?! Secondo te, ho la faccia da Ermenegildo? Un nome più brutto non potevi trovarlo nemmeno impegnandoti…".

"Oh sì, invece: Teodosio, Guiscardo, Aniceto, Agilulfo, Teofilo…".

"Ok, ok, hai reso il concetto: i tuoi figli saranno molti fortunati. E non tentare di svicolare: tu mi hai chiamato per nome!".

Lily arrossì violentemente, vistosamente in imbarazzo. Tentò di balbettare qualcosa, mentre James la guardava perplesso: e adesso che diavolo le prendeva? Certo che quella era la mattina delle stranezze: prima Lily Evans che si comportava in modo gentile con lui, che lo accudiva come la più provetta mamma chioccia, che perfino scherzava con lui e adesso… aveva il viso talmente rosso da far concorrenza ai suoi capelli!

A salvare Lily d’impaccio ci pensò la porta, che si aprì in quel momento per lasciar entrare una piccola e piuttosto pimpante Dora. A quanto, nemmeno un’indigestione e una mezza ubriacatura riuscivano a mettere fuori combattimento quel piccolo mostriciattolo per più di sedici/diciassette ore…

"James!" trillò la bambina eccitata, vedendolo. "Lo sai che ho dormito in Infermeria? Poppy dice che ho mangiato troppo gelato: ho avuto un’ ‘andigetione’, ha detto…".

"Semmai ‘indigestione’" la corresse James, sollevato nel vedere che la bambina stava anche troppo bene.

Dora si guardò intorno, osservando il totale sfacelo in cui versava la stanza e assumendo un’espressione metà stupita, metà offesa. "Ma che cosa è successo? Anch’io volevo giocare: perché non lo fate quando ci sono anch’io?".

Perché Remus ci triturerebbe in un milione di pezzettini… Cosa che probabilmente farà, quando vedrà questo disastro! Si esibì in un sorrise tirato. "Non era un gioco, diciamo che…" si bloccò: come spiegare cosa era successo a una bambina di quattro anni?

Cercò lo sguardo di Lily, in cerca di aiuto, ma la ragazza si limitò a stringersi nelle spalle, riflettendo un istante, prima di dire: "Dora, non mi dirai che sei venuta qua da sola dall’infermeria?".

La bambina le rivolse un luminoso sorriso. "Oh, ciao, ragazza di James" la salutò, facendo arrossire lei e desiderare di sprofondare lui. "Non ti avevo vista. Comunque no, Sirius mi accompagnava, ma camminava così lento: gli fa male il didietro, dice. Così io sono andata avanti, anche se lui mi urlava di aspettarlo: è divertente sentirlo urlare. Ma tu hai dormito qui, ragazza di James?".

James si stava chiedendo perché non si fosse ancora aperta una voragine che lo inghiottisse: sarebbe stato un destino più misericordioso di quello di sentire Dora definire Lily "la sua ragazza". Anche perché Lily non era certo stupida: avrebbe intuito che, se Dora la chiamava così, era perché aveva ascoltato i discorsi dei Malandrini e ne aveva tratto le sue conseguenze. E a quel punto, quel poco che ancora restava della sua dignità sarebbe allegramente andato a farsi

benedire!

Lily, dal canto suo, arrossì ancora di più: si stava sul serio facendo mettere sotto torchio da una bambina? Allora, aveva davvero toccato il fondo.

"Mi chiamo Lily" disse la ragazza, cercando di riprendersi: non poteva negare che sentirsi definire "la ragazza di James" le facesse un certo effetto, anche se detto innocentemente da una bambina di quattro anni. "E non sono la sua ragazza".

"Oh, non ti preoccupare" la rassicurò Dora. "A lui piacerebbe tanto: dice sempre che vorrebbe sposarti!".

"Ma davvero?" fece Lily, osservando di sottecchi James, il cui volto faceva ormai a concorrenza con le tende del letto.

"Ma certo che non è vero" cercò di difendersi, con ben poco successo. "Non dare retta a quella piccola mostriciattola: una ne dice e cento ne pensa!".

Dora si voltò verso di lui, arrabbiata: i suoi capelli erano diventati di un inquietante nero temporalesco. "Sì che è vero, bugiardo: l’hai detto tu!".

"No, non l’ho fatto!".

"Sì, invece!".

"No!!!"

"Sì!!!".

"NOOOO!!!!".

"SÌÌÌÌ!!!!!!".

"POOOOTTEEEEER!!!!!!!".

L’ultimo urlo, gridato dalle scale, distolse l’attenzione dei tre dalla lite. Ecco, è arrivato il mio angelo della morte personale: Sirius Black sul palco, signore e signori!

Mentre arrancava, piuttosto lentamente, su per le scale a causa della chiappa ancora in via di guarigione, Sirius continuò allegramente a sbraitare, a toni talmente alti che di certo lo sentivano anche all’altro capo del castello. "Non ti credere, Potter, sto arrivando. Lentamente, ma sto arrivando. Dì le tue preghiere, cervide dei miei stivali, perché quando ti avrò tra le mani avrai più o meno tre secondi prima di andare a far la conoscenza del Padre Eterno! Ah, vedrai cosa ti faccio: ti uccido, ti trito, ti distruggo, ti schiaccio… Giuro su Merlino, userò la tua schifosa pellaccia per farci un tappeto e appenderò la tua cornuta testa a mo’ di trofeo sopra il caminetto, così quando mi verrà un attacco di bile, avrò il tuo brutto muso da cervo spelacchiato da prendere a sberle! Ma come diamine ho fatto a diventare amico di un tale deficiente: nella tua famiglia deve esserci una qualche tara genetica di proporzioni megagalattiche! Ubriacarti mentre fai il babysitter, Potter? Sei il più grande, gigantesco…".

James non scoprì mai con quale delizioso appellativo il suo migliore amico volesse definirlo, perché in quel momento il ragazzo comparve sulla soglia e vi rimase congelato per un paio di secondi, con la bocca spalancata. "MA CHE HAI COMBINATO, PER MERLINO E PER MORGANA?!" urlò infine, così forte da far tremare le pareti, fissando incredulo quella che una volta era la sua camera da letto. "Come è possibile che tu abbia fatto tutto questo da solo in meno di ventiquattro ore? Nemmeno ai nostri festini peggiori abbiamo mai ridotto in questo stato il dormitorio! Manco a quella festa di Natale del quinto anno… Sembra sia scoppiata una guerra mondiale nella nostra camera…".

James incassò la testa nelle spalle, sperando di assumere un’espressione sufficientemente contrita da salvarlo dal macello, mentre Dora osservava con un ghigno divertito lo spettacolo: quella bambina aveva un senso del divertimento decisamente discutibile!

"Si è molto impegnato, credimi" intervenne invece Lily. "E chissà cosa sarebbe successo se non ci fosse stata io a evitare i danni peggiori…".

"Peggio di questo?" sbraitò Sirius, prima di realizzare in pieno con chi stava parlando. "Che ci fai tu qui, Evans?" domandò poi, sorpreso.

"Badavo che il tuo stupido amico non si facesse troppo male. A questo proposito, mi dovete come minimo una decina di sedute dall’analista, dopo aver dovuto sopportarlo tutta la notte! E ricordami di dare un bel calcio negli stinchi a Remus quando lo vedo… Per curiosità, perché gli stavi dando del cervo, di grazia?".

Sirius aprì la bocca per replicare e la richiuse subito, rendendosi conto del madornale scivolone che aveva appena commesso. Dopo alcuni secondi di pensata veloce, optò per fare il finto tonto. "Quale cervo, scusa?".

Lily lo osservò stranita. "Poco fa, tra le tanti cose che gli hai urlato contro, c’era anche un ‘cervide dei miei stivali’ e un ‘cervo spelacchiato’…".

"Chi, io? No, ti stai sbagliando, Evans…".

"No che non mi sbaglio: sono sicura di quello che ho sentito, non cercare di fregarmi!".

"Ma chi cerca di fregarti? Sul serio non ho idea di cosa stai parlando…".

"Tu l’hai chiamato cervo" insistette Lily. Poi parve riflettere alcuni istanti e aggiunse, stavolta rivolta a James: "E ora che ci rifletto, cosa intendevi dire ieri, quando c’era Remus? Hai parlato di un ‘ciclo’, di un ‘piccolo segreto peloso’ o qualcosa del genere…".

James perse colore veloce come l’aveva guadagnato. Dannazione alla sua linguaccia! "Ma dai, mi hai dato retta?" cercò di difendersi. "Ero ubriaco…".

"Non eri solo tu: Remus era vistosamente a disagio…". Lily si bloccò, passando in rassegna i due malandrini da capo a piedi, con uno sguardo scrutatore spaventosamente simile a quello della McGranitt. "Che cosa state nascondendo, voi quattro? Ne state macchinando un’altra delle vostre?".

James era più che certo che gli interrogati dalla Santa Inquisizione si sentissero esattamente come si sentivano lui in quel momento. E a giudicare dall’espressione, nemmeno Sirius stava tanto meglio. Avevano appena dato a Lily tutte le armi possibili per scoprire il segreto di Remus, il loro segreto… Dannazione alla loro linguaccia!

"Ascolta, Evans" intervenne Sirius, con la faccia più convincente che riuscì a mettere in piedi, "è meglio se non ti impicci in questa storia". Le si avvicinò, circondandole le spalle con un braccio e avviandosi lentamente verso la porta. "Fidati, non vuoi davvero saperlo. E noi non vogliamo parlarne. Inoltre a dirla tutta…". Erano giunti davanti alla soglia: Sirius si bloccò, Lily lo osservò sospettosa. "Non sono nemmeno affari tuoi!" e la spinse rudemente di fuori, chiudendole la porta in faccia.

"Ehi, Black! Fammi entrare!" urlò la ragazza, tempestando la porta di pugni, mentre Sirius la serrava magicamente e già che c’era insonorizzava la stanza.

Poi vi si appoggiò contro pesantemente, sbuffando. "Che dici, mollerà la presa?".

"Sinceramente? Ovvio che no: ormai le abbiamo messo la pulce nell’orecchio. Non mollerà finché non scoprirà cosa nascondiamo".

Sirius annuì, passandosi una mano tra i capelli. "Proprio quello che temevo… Detesto la tua fidanzata!".

"NON è la mia fidanzata!".

"Ma ti piacerebbe… E poi che cosa ci faceva qui? Potevi mettere un cartello, così magari evitavo qualche geniale uscita!".

"Non ne ho idea. La cosa più strana è che mi parlava in tono gentile: mi ha perfino preparato una pozione contro la sbornia!".

"Ah, ecco perché sei così in sagoma. Da quello che mi ha detto Remus, pensavo di trovarti vegetante attaccato alla tazza del cesso!".

"Più o meno era così che mi sentivo… ma Remus dov’è?".

Sirius lo guardò, perplesso e stupito. "Hello, terra a James! Ti ricordi che giorno è oggi? Ha dormito anche lui in infermeria, stanotte c’è il ple-… il tu-sai-cosa" si corresse all’ultimo, ricordandosi all’ultimo della presenza di Dora nella stanza. La bambina, finita la sfuriata, si era data all’esplorazione delle macerie lasciate dal tornado Potter. Sirius la guardò in silenzio alcuni secondi, poi la sua furia esplose di nuovo. "Ma cosa accidenti hai fatto? Ci vorrà un secolo per rimettere tutto in ordine!".

"Accidenti, speravo ti fossi dimenticato…".

"Non che non l’ho fatto. Si può sapere che cosa ti è saltato in testa? Quando te ne se andato dall’Infermeria stavi bene…".

"Lo so, sono stato un cretino" si scusò James. "Mi dispiace per quello che è successo a Dora, non era mia intenzione farla stare male. Solo, ho visto una cosa che mi ha lasciato piuttosto sconvolto…".

"Non dirmi che c’entra la Evans, o giuro che ti uccido, quant’è vero che mi chiamo Sirius Black!".

"Ok, allora è meglio che mi fermi qui".

Sirius lo guardò come se desiderasse ardentemente strozzarlo, poi si lasciò cadere sul materasso in terra. "Oh, Prongs, non è possibile. Non puoi prendere e ubriacarti ogni volta che quella ti manda a quel paese: la cosa sta diventando un problema!".

"Credi che non lo sappia? Non posso farci nulla, è più forte di me. Quando ti innamorerai di qualcuna, capirai come mi sento…".

"Allora, temo che non ti capirò mai: non sono fatto per le relazioni serie: la mia mappa cromosomica non è programmata per questo. Ma ti do un consiglio: la Evans faresti meglio a togliertela dalla testa, ti stai solo portando all’autodistruzione in questo modo, perché se non ti uccide l’alcool, ti uccideremo io e/o Remus per le stupidate che farai".

"Ok, ho capito. Dubito di poterlo fare, ma ho recepito il messaggio. E mi dispiace sul serio per quello che è successo…".

"Già, dillo anche a Silente e alla McGranitt quando andremo ad ascoltare le loro ramanzine: la Chips ha fatto la spia!".

Il solo nominare l’insegnante di Trasfigurazione fece tornare la nausea a James: si era appena ricordato che con tutta probabilità lo attendeva la peggior punizione nella storia di Hogwarts. Oltretutto, aveva la fastidiosissima sensazione di essersi dimenticato qualcosa, qualcosa di grandissima importanza….

******

Dopo alcuni vani minuti a picchiare con furia contro la porta del dormitorio, Lily si arrese: era evidente che in quel modo non avrebbe concluso assolutamente nulla. Oltretutto, non riusciva nemmeno a sentire di cosa stavano parlando i due Malandrini, perciò dovevano aver insonorizzato la stanza. Sbuffò, seccata: si era fatta fregare come una bambinetta! Vabbè, potete anche aver vinto la battaglia, ma siete ben lontani dal vincere la guerra! Scoprirò cosa mi state nascondendo, fosse l’ultima cosa che faccio!

Si rese improvvisamente conto che sicuramente in quel momento si trovava in uno stato abbastanza pietoso: non aveva quasi dormito quella notte, cascava dal sonno, e non si era nemmeno cambiata d’abito. Sarà meglio andare nella mia stanza a darmi una sistemata, prima di andare a lezione: una sciacquata alla faccia, una veloce pettinata e un cambio di divisa, tanto per rendermi vagamente presentabile!

Sbadigliando, si incamminò giù per la scala a chiocciola e poi verso i dormitori femminili. Non fece nemmeno in tempo a entrare nella sua camera, che Melanie l’accolse con un grido, balzando verso di lei. "Eccoti qua, finalmente. Alice, è tornata".

Dal bagno spuntò anche l’altra ragazza: entrambe erano visibilmente sollevate nel vederla. Lily si rese improvvisamente conto che si era completamente dimenticata di loro: chissà cosa erano andate a pensare non vedendola tornare per tutta la notte…

"Ragazze…" cominciò, ma Melanie la interruppe, mentre il sollievo faceva posto alla rabbia: "MA SI PUÒ SAPERE DOVE ERI FINITA, PER MORGANTE!? TUTTA LA NOTTE, LILY! TUTTA LA NOTTE! ERO FUORI DI ME DALL’ANGOSCIA. ERAVAMO PREOCCUPATE A MORTE: PENSAVAMO TI FOSSE SUCCESSO QUALCOSA DI GRAVE!".

"Mel, lasciala spiegare" intervenne Alice, cercando di mitigare gli animi. "Sono sicura che Lily ha un’ottima spiegazione…".

"NON MI INTERESSANO LE SUE SPIEGAZIONI! COSE DEL GENERE NON DEVE FARLE, PUNTO!" urlò Melanie. Poi veloce come era comparsa, la sua furia scemò, lasciandola ansimante nel centro della stanza. "Cosa ti è capitato, comunque? Sembri uno zombie…".

"Ho dormito poco stanotte" rispose Lily. "Mi dispiace di avervi fatto preoccupare, ragazze: con tutto quello che è successo mi sono completamente dimenticata di avvertirvi…".

"Cosa è successo?" chiese Alice, curiosa. "Nulla di grave, spero…".

"Beh, dipende. Quanto grave consideri James Potter ubriaco fradicio che urla a squarciagola sotto la nostra finestra?".

Gli occhi delle due ragazze si accesero di vivo interesse. "CHE?" fecero in coro, fissando Lily a bocca aperta. "Spiegare, spiegare…".

Cominciando a cambiarsi, Lily si lanciò in un veloce riassunto di tutto quello che le era capitato il giorno prima, dalla litigata con la Parker passando per le mutande della McGranitt, le locuste atomiche e Tarzan delle Scimmie fino all’arrivo di Dora quella mattina e la sfuriata di Sirius Black.

"Però!" commentò alla fine Melanie. "Certo che quando James si ubriaca fa le cose in grande!".

"Lo dici a me?" fece Lily. "Non sei tu che hai dovuto impedirgli di saltare dalla finestra in un improvviso tentativo di imitare gli uccelli!".

"Posso farti una domanda: perché sei rimasta? Dopo un po’, avresti potuto tranquillamente dargli una botta in testa e andartene…".

Lily si strinse nelle spalle. Ecco, lo sapeva, stava arrossendo di nuovo, come tutte le volte in cui aveva ripensato al bacio che James le aveva dato, il bacio che lei aveva ricambiato. "Non so, forse mi ha fatto pena…".

"Oh, guarda com’è diventata rossa!" commentò Alice, ridacchiando. "Mel, pensi anche tu quello che penso io?".

"Che la nostra Lilluccia ci sta nascondendo qualcosa? Avanti Evans, sputa il rospo!".

Lily fece saettare gli occhi dall’una all’altra: non le piaceva il modo in cui la stavano fissando, sembravano due tigri pronte a saltare addosso alla preda. "Non so a cosa vi riferiate…" cercò di svicolare.

"Oh sì che lo sai" ribatté Melanie, con un ghigno malefico. "Forza, forza, tra amiche ci si dice tutto".

"Avanti, parla" rincarò la dose Alice.

Lily resistette ancora tre secondi netti prima di cedere alla pressione di quegli sguardi. "Ok, ok, ve lo dico, ma voi smettetela di fissarmi in quel modo. Noi…".

"Voi?".

"Noi… ci siamo… beh, insomma… ci siamo baciati". L’ultima parola la borbottò a bassa voce, non abbastanza perché comunque sfuggisse all’udito da pipistrello delle due impiccione.

"AH!" esclamò Melanie, trionfante. "Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo! Lo sapevo che alla fine avresti usato la testa nel modo giusto!".

"Era pure ora" commentò Alice. "Sono davvero contenta per voi…".

"Ehm, mi sa che state correndo un po’ troppo" balbettò Lily. "Ci sarebbe un piccolo problemino…".

"E sarebbe?" domandarono in coro Alice e Melanie.

"Lui non si ricorda nulla".

"Lui non si…" ripeté incredula Melanie, fissandola a bocca aperta. "E perché non glielo hai detto, tonta?!" gridò poi.

"Già, sai che bello? ‘Ehi James, c’è anche un'altra cosa: mi ha baciato. E non mi è fatto dispiaciuto’. Andiamo, non sa neppure che mi piace: pensa ancora che lo detesti".

"Beh, in fondo non è che tu gli abbia dato tanti motivi per credere il contrario, Lily. Ma ribadisco che dovresti dirglielo: non potrà mica andare peggio di così, no?".

"Non ci penso proprio" protestò Lily a viva voce. "Oltretutto, sono sicura che mi stia nascondendo qualcosa, lui e i suoi amici…".

"Dove sarebbe la novità scusa?" fece Alice. "Quei quattro sono sempre dietro a combinarne una. Staranno organizzando l’ennesimo scherzo. Ed è ovvio che non vogliano parlarne con te: sei Prefetto e Caposcuola".

Lily scosse il capo con decisione. "No, è qualcos’altro: non è un semplice scherzo. Non vi rendete conto perché non li avete visti: erano a dir poco terrorizzati. Remus è praticamente sbiancato… a proposito, sapete dov’è finito? Non lo vedo da ieri pomeriggio…".

Entrambe scrollarono le spalle. "Non c’era ieri sera a cena" comunicò Melanie. "Ma ieri mattina a lezione non aveva l’aria particolarmente vispa, anzi, sembrava abbastanza un moribondo…".

"Si sarà ammalato di nuovo" osservò Alice. "Quel ragazzo ha la salute più cagionevole di un passerotto, avete notato? È in Infermeria almeno una volta al mese…".

"Già, non ci avevo mai fatto molto caso, ma hai ragione" commentò Lily, finendo di pettinarsi. "Oggi andrò a trovarlo per vedere come sta".

"E magari chiedergli qualcosa sul misterioso segreto dei Malandrini?".

Lily ci rifletté sopra un attimo. "No, non sono così senza cuore. Aspetterò che si sia rimesso prima di fargli domande. Ciò non toglie che nel frattempo potrei torchiare gli altri tre…".

"Comincia da Minus, allora" le consigliò Melanie. "È senza dubbio l’anello debole del branco…".

Lily annuì, prima di prendere la borsa, darsi un’ultima occhiata allo specchio e poi avviarsi con le sue amiche. Decisamente i Malandrini avevano ragione: Lily non aveva la minima intenzione di mollare l’osso troppo presto. Chissà con quali conseguenze…

LYRAPOTTER’S

Ma perché faccio pronostici, quando ormai dovrei aver imparato che poi non riesco a mantenerli? Vabbè, alla fine sono arrivata in ritardo solo di un paio di giorni sulla tabella di marcia… Piaciuto il capitolo? Lo so che di fatto ci succede ben poco, la verità è che questa doveva essere solo una parte del capitolo che avevo previsto, ma mi sono lasciata prendere un po’ troppo dall’entusiasmo e mi è venuto lungo abbastanza per un capitolo a sé, così ho deciso di spezzare il tutto in due. Intanto, come vedete, Dora si è ripresa, James per il momento è sopravissuto alla furia omicida dei suoi amici (ma deve ancora fare conti con Remus) e Lily si è messa in caccia…

Grazie a:

LadyMorgan, mamma mia, che recensione infervorata! Ovvio che si caccino nei pasticci più idioti, questa fiction è l’apoteosi della mia vena comica, esattamente come MW lo è della mia vena tragica. Ti anticipo che nel prossimo capitolo apriremo la salumeria, staremo a vedere con che risultati. E temo che al momento Remus sia sul serio troppo vecchio per Dora (peccato però, quei due insieme li adoro)!!!!!!!

Alohomora, cinque recensioni una dietro l’altra, me onoratissima!!!!!!! Nell’ordine: 1. Dora è Dora, sono molto orgogliosa del piccolo mostro che ho creato; 2. Eh, eh, peccato che ci vorrà ancora qualche annetto; 3. Dora, per quanto casinista, si rivelerà molto utile alla loro causa… 4. Quello è uno dei pezzi di cui vado più fieri, mi mettevo a ridere da solo mentre ci pensavo! 5. Beh, questa non è ancora la dichiarazione ufficiale, anche perché James da bravo tonto se l’è scordata. Prometto più romanticismo per il futuro!!!!!

Inu_p, la salumeria aprirà presto i battenti, si prospettano buoni affari!!!!! Non ti preoccupare, le attese stanno per finire, ancora un po’ di pazienza!!!!!!

Hermy101, povera McGranitt sul serio, con lei sono stata davvero malvagia! Per il momento James è sopravvissuto, vedremo come se la cava con Moony…

NemoTheNameless, sintesi perfetta della storia. In questi capitoli mi sono impegnata a fargliene di tutti i colori, ma rimedieremo presto… con Peter ho un problema serio, vorrei inserirlo, ma proprio non mi riesce, lo odio troppo!

_Mary, grazie anche a te, stavolta mi sono contenuta coi tempo! Per quanto riguarda la McGranitt, ci credi se ti dico che mentre scrivevo la scena ridevo tra me e me come una scema?

Julia Weasley, 1. Gli uomini, si sa, sono tonti e tendono a non vedere quello che hanno sotto il naso: il nostro baldo Padfoot non fa eccezione… 2. Lily non poteva tirarsi indietro, ormai è irrimediabilmente partita! 3. Dora ha capacità di ripresa invidiabili come puoi vedere! James pagherà, tranquilla! Grazie di tutto, a presto!

E in ultimo alla mia fedele Laura, senza cui questa fanfiction non esisterebbe, grazie infinite!!!!!!!

Ora me ne voi al letto, che è tardissimo. A presto, bacibaci!!!!!!

   
 
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