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Autore: Kira Eyler    03/07/2016    3 recensioni
[Crossover Corpse Party Tortured Souls-Dragon Ball]
[HORROR e SPLATTER]
Alcuni personaggi di Dragon Ball, nell'ultimo anno di liceo, decidono di fare un rituale per rimanere amici per sempre. Sfortunatamente sbagliano qualcosa e vengono trasportati all'interno di una scuola elementare: Heavenly Host Elementary School.
Tra fantasmi e mostri, chi ne uscirà vivo?
Riusciranno a placare la furia di Sachiko e gli spiriti dei tre bambini?
Genere: Avventura, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo di passaggio! ^-^ 

Shuryu

Goku si spostò velocemente dalla posizione in cui era, sorpassando le macchie di sangue a terra che continuavano a cadere in continuazione.
Alzò di nuovo lo sguardo, stringendo i denti e i pugni terrorizzato e preoccupato. Era successo per colpa sua: non era riuscito a portare fuori tutti in tempo! Era troppo tardi, ora. Con orrore, per ciò che stava pensando, vide  la piccola sagoma scendere dal soffitto con un salto e una capriola in aria; nonostante le piccole dimensioni, riuscì ad atterrare sulle gambe come un agile felino.
Dal volto, nascosto dai corti capelli castani che coprivano gli occhi, gocciolava del sangue man mano che il suo sadico sorriso si allargava.
Goku lo sentì ridere e fece un passo indietro, spaventato. Deglutì sonoramente e iniziò a sudare freddo, sempre più preoccupato.
La figura spalancò le forbici che stringeva in una mano... una mano da bambino. Alzò lo sguardo e puntò gli occhi castani su Goku, il quale chiuse subito i suoi per non essere paralizzato da Ryou, il bambino che prima avevano placato e che per causa sua si ritrovava di nuovo posseduto dall’oscurità e dalla sadicità.
-Ora dobbiamo dirci addio, Onii-chan!- esclamò Ryou, con la voce spaventosa e crudele che aveva prima di essere placato.
Goku scosse la testa in segno di negazione, incredulo, sperando di riaprire gli occhi e di trovare un Ryou buono, oppure, molto meglio, di non trovarlo affatto. Un’idea gli balenò in mente, facendolo sentire ancora più male per i sensi di colpa: se Ryou si trovava così, significava che anche Tokiko e Yuki erano tornate ad essere dei fantasmi senza pietà. Tutti i loro sforzi erano quindi stati vani: stavano morendo altre persone.
Aprì gli occhi d’istinto, passandosi una mano tra i capelli corvini e lasciandola cadere lungo un fianco subito dopo, senza guardare Ryou. Abbassò lo sguardo ed ecco lì il bambino: si era teletrasportato davanti a lui e quando il giovane aveva abbassato lo sguardo aveva incrociato i suoi occhi. Per quanto Goku detestasse ammetterlo, Ryou era diventato più astuto e preparato in fatto di omicidi e sadismo.
Un brivido gelido gli attraversò la schiena, seguito da altri brividi che gli attraversavano come fiumi tutte le fibre del corpo. In poco tempo non riuscì più a muovere le parti del corpo e Ryou, come se non bastasse, continuava a guardarlo con un ampio sorriso sul volto e gli occhi sgranati, che sembravano voler uscire dalle orbite. Goku provò a chiudere gli occhi, ma non ci riusciva; riusciva solo a muovere le pupille nere. Anche la lingua e la bocca erano paralizzate: provò ad urlare, ma senza successo.
Ryou fece un balzo indietro, spostando una grande quantità di aria, caricando le forbici, pronto a scattare in avanti e a colpire il ragazzo davanti a lui. Alla fine scattò, emettendo una sonora risata diabolica.
Goku tremò.
-RYOU!- riuscì ad urlare Goku di botto, senza nemmeno sapere come, chiudendo gli occhi; si preparò a ricevere il colpo che lo avrebbe ucciso, ma non accadde niente.
Confuso, decise di provare ad aprire gli occhi: se prima la sua confusione stava nel non aver ricevuto il colpo, ora stava nel fatto che era riuscito ad aprire gli occhi. La prima cosa che fece fu muovere la testa, poi una mano e infine fece un passo in avanti; sorrise e i suoi occhi si illuminarono: riusciva a muoversi! Puntò lo sguardo davanti a sé e vide Ryou con il corpo da “fantasma placato”.
Il bambino fantasma gettò le forbici a terra con terrore e indietreggiò di qualche passo; gli occhi castani erano lucidi e prossimi a lacrimare, mentre le labbra erano strette tra loro per impedire il suono dei singhiozzi. Goku gli si avvicinò lentamente e si abbassò alla sua altezza, mettendogli le mani sulle spalle; lo guardò negli occhi.
-No... Non so cosa mi è successo...- sussurrò in risposta il bambino. Quando spalancò le labbra, i singhiozzi fuoriuscirono insieme alle parole come fiumi in piena.
-Non è colpa tua, piccolo- gli disse Goku con l’intento di tranquillizzarlo.
Il ragazzo si rimise in piedi, spostandosi di poco da Ryou, e quest’ultimo si asciugò con le mani le lacrime che gli solcavano le guance. Il pensiero di Goku andò a Vegeta e al resto dei suoi amici: se avessero incontrato Tokiko e Yuki sarebbero di sicuro morti, specialmente Vegeta. Doveva sbrigarsi per trovare Sachiko e fuggire di lì.
-I tuoi amici sono in pericolo- disse Ryou d’improvviso, facendosi guardare da Goku -e non perché hanno incontrato le mie amiche.-
Il bambino sparì prima che Goku potesse chiedergli qualsiasi cosa. Scosso e terribilmente preoccupato, ricominciò a correre da dove si era interrotto... sperò che quel pericolo non significasse “aver incontrato Sachiko”.
 
I tre ragazzi, nel frattempo, stavano correndo  per cercare Goku o, almeno, andargli in contro. Anche loro erano preoccupati e Flame lo era anche per Vegeta: tutto ciò, l’aver perso Goku e l’aver impedito a Vegeta di andare insieme a loro, era successo a causa sua. Si consolava pensando al fatto che il rituale non era stato opera sua, ma di altri compagni di classe.
A proposito del rituale, delle domande le frullavano in testa da un bel po’: come faceva un rituale così pericoloso a trovarsi ancora su Internet? E chi l’aveva messo? Chi aveva potuto fare una cosa così crudele che aveva causato la morte di milioni di persone?
Improvvisamente, i tre non riuscirono più a muoversi: erano come bloccati da una forza sovrannaturale. Riuscivano a muovere solo la testa e gli occhi.
“Non avremmo incontrato Ryou nuovamente cattivo...” pensò Tenshinahn, mentre il cuore iniziava a martellargli nel petto per la paura.
Una risata da bambina ruppe il silenzio che si era venuto a creare in quella zona. Il tempo di voltare la testa di lato ed ecco che videro la causa della loro paralisi: una bambina fantasma, che non assomigliava per niente a Yuki, Tokiko e Sachiko, aveva una mano allungata in avanti e lo sguardo basso, per non far vedere gli occhi: questo perché i capelli biondo-cenere li nascondevano. Con quella mano tesa in avanti era stata lei a bloccare i giovani, grazie ad un suo potere sovrannaturale.
Dietro di lei apparve Naho che, sorridendo sadicamente, accarezzò la bambina sulla testa per poi mettere la mano sulla spallina del suo vestitino nero. Guardò poi i tre ragazzi, aggiustandosi gli occhiali con l’altra mano.
“Maledetta...” fu l’unico pensiero di tutti i presenti.
Naho non rivolse nemmeno una parola ai tre, concentrandosi solo sulla bambina, che sembrava avere poco più cinque anni.
-Megumi,- la chiamò -attaccali alla parete come se fossero adesivi-
Alle parole “attaccali alla parete” tutti sussultarono. Flame tentò di stringere il diario al petto per cercare di rassicurarsi, ma vedendo gli sguardi terrorizzati dei compagni  la sua paura crebbe.
-Perché ce l’hai con noi!?- urlò la ragazza, sul punto di piangere per la paura e per la rabbia.
-Non ti abbiamo fatto niente!- esclamò Lapis, facendo eco alla compagna.
Naho scoppiò a ridere con una fragorosa risata, seguita anche dalla bambina fantasma. Quando smisero, tutti poterono notare il terribile aspetto di Naho: i suoi occhi indaco sembravano stessero per fuoriuscire dalle orbite, sorrise in un modo inquietante e strinse le braccia sotto il seno prosperoso. Dondolò un po’ e le gote le si tinsero di un rosso vivo.
-Faccio questo solo per difendere il lavoro del maestro Kibiki- rispose con la massima sincerità, piegando di lato la testa per un attimo.
-Il lavoro? Che intendi?- le chiese Tenshinahn, cercando di rimanere calmo.
Naho lo guardò con rabbia e le guance persero il colore rosso. Lasciò ciondolare le braccia lungo i fianchi adirata, come se non volesse sentirsi fare quella domanda... e infatti non rispose, guardando tutti con sguardo omicida.
Flame sgranò gli occhi lucidi: un brutto pensiero le balenò in mente. E se con “lavoro” si riferiva all’espandere la maledizione del rituale di Sachiko? Se fosse stata lei, senza contare quel Kibiki, ad aver creato il blog in cui moltissimi ragazzi avevano trovato quel rituale maledetto?
Megumi intonò un piccolo motivetto a tutti sconosciuto, annoiata. Naho le rivolse un breve sguardo e poi tornò ad osservare le sue tre prossime vittime: avrebbe potuto giocare un po’ con la loro sanità, già deformata a causa degli orrori che avevano vissuto, prima di ucciderli definitivamente.
-Vi uccideremo io e Megumi- annunciò con un tono per niente triste, chiudendo gli occhi –Tanto morirete comunque!-
-Non puoi dirlo!- sbottò Tenshinahn, disperato e adirato con quel fantasma che continuava a perseguitarli. Non sarebbero morti, sarebbero usciti: ne era certo.
Megumi piegò la testa di lato, interessata alla vicenda che si stava venendo a creare. Abbassò la mano, liberando così i tre ragazzi dalla paralisi, i quali subito osservarono Naho con uno sguardo pieno d’odio.
-Invece sì!- urlò furiosa Naho.
L’oscurità iniziò ad avvolgerla nello stesso momento in cui una scossa di terremoto, da lei creata, fece cadere a terra i tre giovani. Naho riprese lo sguardo spaventoso che aveva poco prima, con gli occhi sgranati in un modo inumano e un sorriso inquietante a trentadue denti; nessuno però voleva darle ragione, perché sapevano che Goku aveva trovato il rituale per tornare a casa. Loro si sarebbero salvati e l’avrebbero fatto per tutti i loro amici deceduti.
Naho era un personaggio singolare: nessuno poteva prevedere le sue azioni. Infatti, ad un certo punto, fece crollare parte del soffitto aumentando l’intensità della scossa, sotto lo sguardo spaventato dei tre. Quando quella parte di soffitto cadde, riuscirono per miracolo a salvarsi gettandosi di lato. Fu allora che Megumi li paralizzò nuovamente, impedendogli, questa volta, anche di urlare.
-Io ho messo in rete il rituale...- iniziò, facendo crollare un’altra parte di soffitto. Fece una pausa per osservare le macerie cadere e continuò successivamente, esclamando: -... e solo io conosco il modo per tornare nel vero mondo!-
-FERMATI NAHO!-
Aveva urlato una voce maschile. Dopo questa voce, le grosse e pesanti macerie ricaddero sulle povere vittime che nulla poterono fare per salvarsi la vita. Naho si voltò verso la direzione da cui proveniva la voce; soddisfatta del suo operato, fece cessare la scossa di terremoto e ordinò alla piccola Megumi di sparire. Quest’ultima, però, non si mosse: osservò insieme a Naho il ragazzo che aveva urlato.
Goku si trovava a terra, seduto sulle ginocchia, con lo sguardo basso e i pugni stretti sui pantaloni. Si malediva per non essere riuscito a salvarli e per non essere arrivato in tempo.
Megumi allora sparì disgustata: si aspettava di sentire urla, pianti, imprecazioni contro di lei e contro Naho... e invece, prima di sparire, oltre al silenzio aveva udito solo le sonore risate di Naho. Quest’ultima alla fine si fermò, tenendosi la pancia che le doleva per le risate con una mano; osservò Goku e pensò bene di abbassare ancora di più il suo morale:
-Anche se scoprissi come tornare a casa, ora non potresti più farlo!- gli disse, con il suo solito sorriso inquietante e il tono di voce misto ad un tono allegro e ad un altro con sarcasmo, -Servono minimo due persone per farlo correttamente!-
Goku scosse la testa e i capelli corvini ondeggiarono. Naho aveva ragione.
“Non potrò tornare a casa...” pensò, tristemente. Poi, come se un fulmine avesse illuminato il vuoto nella sua mente, ricordò una persona... l’unica persona che non era potuta venire con loro, e l’unica persona che Naho sembrava aver dimenticato: Vegeta. Avrebbe solo dovuto placare Sachiko e trovarlo prima che morisse dissanguato; non poteva perdere altro tempo con Naho!
Lo spettro aveva blaterato altro, ma Goku non aveva ascoltato.
Si alzò in piedi e le rivolse un’occhiata di puro odio, per poi proseguire verso l’ufficio del preside da solo. Naho rise sommessamente prima di sparire.
 
Senza Flame, ci impiegò un po’ di tempo a trovarlo, ma alla fine ci riuscì: osservava ora la porta marrone ricoperta di sigilli fatti con il nastro adesivo, e il pensiero andò a tutti gli amici che aveva perso. Strinse i denti, poggiando la mano sulla maniglia della porta: doveva farlo per loro, non poteva mollare proprio in quel momento!
Abbassò la maniglia e spinse la porta per rompere lo scotch che la bloccava; alla fine la aprì, anche perché lo scotch era abbastanza vecchio.
La stanza era la più tetra e inquietante che aveva, forse, visto fino a quel momento. Si guardò intorno con gli occhi e la bocca spalancati in un’espressione di pure stupore, entrando e percorrendo qualche passo al suo interno: sui muri, sulle sedie, sulla grande finestra di quella stanza, sulla scrivania del preside e persino sugli armadietti vi erano gli stessi sigilli che poco prima c’erano sulla porta.
“Flame mi aveva detto che la porta non si apriva, eppure ora si è aperta subito” rifletté Goku, chiudendo la bocca e assumendo un’espressione curiosa. Si sedette sulla sedia e poggiò i gomiti sulla scrivania, sospirando pesantemente; il suo pensiero si rivolse ad un’altra cosa: “Cosa devo fare qui? Non c’è niente, solo sigilli.”
Si alzò, pensando subito dopo che forse doveva controllare meglio in ogni angolo della stanza: se prima non si apriva, doveva esserci qualcosa di importante.
Controllò per prima cosa dietro gli armadietti in legno rovinati e impolverati e poi, notando che dietro di loro non vi era niente, tolse i sigilli e li aprì: nemmeno al loro interno vi era niente, se non vari fogli stropicciati e insanguinati e un martello e una pala. Goku afferrò la pala, guardandola: cosa ci faceva in un armadietto? Possibile che un folle appartenente ad uno spazio chiuso, prima che crollassero, era riuscito ad entrare e a nascondere la pala e il martello?
La cosa che distolse Goku dal pensiero che ad utilizzarli fosse stato un folle era che le due armi non avevano tracce di sangue: un folle le avrebbe usate per uccidere e almeno il martello sarebbe dovuto essere sporco di sangue!
Mise la pala al suo posto e chiuse l’armadietto.
Si spostò verso la finestra: per sua sorpresa era mezza aperta, ma non permetteva a nessuno di uscire. Solo un bambino sarebbe potuto passarci!
-Non c’è niente qui dentro- sussurrò ad alta voce, per rompere il terribile e assillante silenzio che si era creato da quando era entrato.
Fece per andarsene, voltandosi e camminando verso la porta a passo lento e spedito... ma si bloccò affianco alla scrivania. Voltò il capo verso essa e la fissò per alcuni secondi: forse c’era qualcosa dentro uno dei cassetti della scrivania! Immediatamente corse a rompere i sigilli, dal basso verso l’alto; aprì un cassetto dopo l’altro, trovandoli sempre vuoti. Quando gli restava da controllare solo un cassetto, quello in cima agli altri, venne preso dallo sconforto: era possibile che non trovasse niente nemmeno lì.
-Tanto non troverò niente, perderò solo tempo restando ancora qui...- si disse.
Osservò prima la porta e poi di nuovo il cassetto: cosa gli costava dopotutto controllare un attimo?
Lo aprì: non si aspettava di trovare delle forbici e un sacchetto insanguinati uno affianco all’altro. Quel sacchetto gli ricordava in modo ossessivo il sacchetto che conteneva l’occhio e la lingua di Yuki quando l’aveva placata: possibile che vi fosse la lingua o altre parti del corpo appartenenti ad un altro fantasma?
“Sachiko!” pensò d’istinto.
Prese il sacchetto e lo aprì, facendosi coraggio per compiere la seguente azione: prendere in mano ciò che c’era nel sacchetto. Avvicinò la mano tremante al sacchetto e la infilò al suo interno, afferrando qualcosa; tirò fuori quel “qualcosa” e, deglutendo, lo guardò: era una lingua. Un’altra lingua. Ed ecco che, come una stregoneria, sul sacchetto apparve il nome di “Sachiko Shinozaki”.
Goku non riuscì a trattenere un urlo di sorpresa e di orrore: Sachiko non era solo stata strangolata, aveva subito anche una mutilazione come gli altri bambini!
Appena rimise la lingua nel sacchetto, chiudendolo e stringendolo in una mano, ecco che una parte del muro della stanza crollò, facendolo sobbalzare e chiudere gli occhi. Quando li riaprì, guardò quella parete crollata; vi si avvicinò titubante, mettendo il sacchetto in una delle tasche della tuta, e vi guardò all’interno: vi era una scala che portava in un seminterrato, coperto dal buio e dall’oscurità.
Potevano ora esserci due spiegazioni a quell’accaduto: o era una trappola di Naho, o portava da Sachiko. Goku decise di rischiare scendendo a vedere cosa vi fosse.
La scala non era per niente sicura: emetteva rumorini che non tranquillizzavano l’animo già spaventato del giovane, che scendeva tenendo lo sguardo verso il basso e facendo molta attenzione. Stava ben attento a  non far rimanere un piede troppo tempo su uno scalino, con la paura che questo potesse rompersi e farlo cadere a terra per lo spavento, uccidendolo di colpo. Dopo tutta la strada che aveva fatto, dopo tutti gli amici perso e dopo tutte le cose che aveva scoperto, di morire in quel modo non gli andava giù.
Quando finalmente arrivò coi piedi per terra tirò un sospiro di sollievo e un sorriso si dipinse sul suo volto, seppur per pochi secondi. Infatti, successivamente iniziò a guardarsi intorno con il cuore che gli batteva forte nel petto: il luogo in cui era finito non gli piaceva affatto; avrebbe preferito tornarsene di sopra piuttosto che rimanere ancora lì. Le pareti, di color giallo accesso, con qualche crepa qua e là, erano macchiate di sangue secco e anche recente; per non parlare del pavimento! Vi erano strisce di sangue che portavano sempre verso la stessa direzione, come se vi fosse stato trascinato qualcuno.
Goku notò che quel corridoio, ad un certo punto, si divideva in altri corridoi: pensò di essersi messo in una trappola mortale da solo. Fece qualche passo in avanti un po’ titubante, tenendo sempre lo sguardo fisso davanti a lui... fino a quando non si bloccò a causa di una vocina che lo chiamò.
-Goku!-
Si fermò di colpo, spalancando gli occhi dalla sorpresa e sbattendo ripetutamente le palpebre, prima di guardarsi intorno per cercare chi lo avesse chiamato. Riguardando davanti a lui, notò che una forte luce stava iniziando a formarsi e a crescere sempre di più; indietreggiò di un passo, fermandosi quando vide la sagoma di Yuki.
-Sono felice di vederti qui!- esclamò la bambina fantasma con un sorriso in volto -Pensavo saresti morto!-
-Yuki! Anche io sono contento di essere arrivato fin qui, però...- iniziò Goku. Dapprima aveva un sorriso sul volto, ma poi si bloccò ed assunse un’espressione malinconica, abbassando anche lo sguardo.
Yuki capì al volo ciò che stava per dire Goku: era triste per aver perso tutti i suoi amici e preoccupato per il suo unico compagno ancora in vita. La bambina strinse i pugni sulla gonna arancione, mentre gli occhi luccicarono per la tristezza e per il dispiacere: era stata anche lei, dopotutto, ad aver ucciso gli amici della persona che l’aveva poi placata. Ora voleva cercare di rimediare a tutti i crimini che aveva commesso cercando di aiutare Goku, ma non sapeva come!
-Yuki, cosa c’è più avanti?- chiese Goku, rialzando lo sguardo.
Yuki aprì i pugni, lasciando ciondolare una mano lungo il fianco; l’altra la strinse sul petto. Sorrise per un attimo: era riuscita a trovare il modo di aiutarlo.
-Da quella parte c’è il luogo in cui riposa il corpo di Sachiko- disse Yuki, indicando uno dei tanti corridoi in cui si divideva quello in cui si trovavano –Ma né io, né gli altri spettri possiamo entrare lì. C’è troppa energia negativa-
Goku annuì: era comprensibile tutto ciò. Anche se Yuki non poteva più aiutarlo, avrebbe continuato da solo e avrebbe sfidato Sachiko. Ringraziò la bambina fantasma e fece per proseguire con un sorriso determinato sul volto, ma questa lo bloccò, mettendogli una mano davanti in segno di stop. Gli sorrise di nuovo, con gli occhi azzurri che ‘sta volta brillavano di gioia.
-Posso teletrasportarti vicino al luogo in cui riposa, così riuscirai a tornare a casa insieme al tuo amico...- annunciò Yuki, unendo le mani in modo gioioso davanti al petto.
Goku esclamò un “E’ grandioso!”, facendo un salto sul posto e assumendo un sorriso super allegro. La sua felicità, però, non sarebbe durata ancora a lungo... Yuki, difatti, non aveva ancora terminato di parlare. Vedendo la felicità di Goku, provò un enorme dispiacere nel continuare, ma era consapevole di non poter fare altrimenti: l’avrebbe ingannato, se non gli avesse detto tutta la verità.
-... Ma...- iniziò.
Solo a sentire il “ma” di Yuki, tutta la felicità di Goku venne prosciugata via, lasciando spazio ad una grande paura e preoccupazione. Cos’altro c’era da sapere? Sarebbe stata di sicuro un qualcosa di spiacevole! Sospettava che era fin troppo facile placare Sachiko in quel modo.
-... dopo non potrò aiutarvi a scappare. Non potrò aiutarvi più- concluse, diventando dispiaciuta.
Goku strinse i denti; però, lo fece più per la frase “non potrò aiutarvi a scappare”, che per altro. Significava che dopo sarebbe stato in pericolo, pur avendo placato tutti gli spiriti? Cosa doveva fare? Usare l’aiuto di Yuki adesso o dopo aver placato Sachiko?
Il tempo scorreva e sapeva che Vegeta aveva bisogno di uscire da quel posto immediatamente. Non poteva perdere altro tempo! Accettò così di essere teletrasportato, pur restando in pensiero per le parole della bambina fantasma.
La bambina lo toccò con una mano e chiuse gli occhi: un’abbagliante luce bianca illuminò il corpo del giovane, che non riuscì a trattenere un’esclamazione di stupore mentre spariva lentamente, diventando man mano sempre più trasparente insieme a Yuki.

Angolo Autrice:
Capitolo di passaggio... sì. Avevo pensato di concluderlo tutto, ma poi: 13 pagine e 6382 parole! O_O Così l'ho diviso e domani pubblicherò l'ultima parte, che sarà anche l'epilogo: e vi farò emozionare tanto X-3 
Shuryu significa "Fine", in kanji, ma anche "Dolore", se si scrive in hiragana (due scritture giapponesi). Megumi è un fantasma apparso nella versione america e ha quasi ucciso Seiko; l'amo troppo e ho voluto inserirla <3 Ho ucciso tre persone in un botto e Vegeta sta morendo: ce la farà Goku a salvare quest'ultimo e a tornare a casa? Lo scopriremo nel prossimo chappyyy! A domani (o a presto), 
vostra odiatissima Kira.

 

 

 

   
 
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