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Autore: Lya    19/04/2009    3 recensioni
"Siamo gentili, arroganti, codardi e coraggiosi. Siamo unici e irripetibili, ma incredibilmente simili... Chi per orgoglio, chi per sacrificio, chi per sbaglio, o per amore... chi perchè non può fare altro. Siamo diversi, certo. Ma quando hai perso l'appiglio che avevi, o non sei mai riuscito a trovarlo...siamo tutti cuori sperduti..."
ULTIMO CAPITOLO: La Rosa e il Papavero :"Dovrai attirarla, confonderti tra la folla e allo stesso tempo emergervi. Per tutta quella gente non sarai altro che uno degli invitati... ma per Lei... devi essere l'unico papavero nell'immenso e monotono campo di grano..."
Fanfic dedicata alla mia coppia preferita, HidanxHinata.
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Akatsuki, Hidan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo2 Rieccomi con il terzo capitolo. Ringrazio tutti quelli che seguono la mia Fanfic, nonostante ci metta così tanto tra un capitolo e l'altro, anche "gli amici miei" che seguono anche senza recensire XD (un commentino potreste farlo però!! XD) eccovi la seconda parte de "il bianco e il nero" ...spero davvero di essere all'altezza delle aspettative! correggetemi pure, se ho fatto qualche errore. Buona lettura!


  CUORI SPERDUTI


     Capitolo 3:

Il bianco e il nero .2





Un piccolo passo indietro, sorriso, inchino.
"Hyuuga Hinata. Piacere di conoscervi."
E qui un altro sorriso.

Era la quindicesima presentazione, ed erano solo ad inizio serata.
Hinata si chiese se sua padre avesse davvero l'intenzione di presentarla ad ogni signolo signorotto presente alla festa...
Ma infondo, cosa pretendeva? Il Ballo dei Gigli consisteva proprio in questo. E il fatto che ci fossero state così tante persone degne di conoscenza, era positivo. Così, nel caso fosse stata costretta a scegliere uno di loro...
No, non voleva pensarci.
Sarebbe stata davvero in grado di sposare e amare qualcuno di cui non conosceva che il nome e lo stato sociale?
Non osò rispondere alla sua stessa domanda.

Hinata passò buona parte della serata con il padre, facendo la conoscenza di tutti i capoclan presenti e i rispettivi figli, o figlie. Incrociò per caso Ino, elegantemente vestita di un attillato abito bianco e con i capelli acconciati in una lunga e sinuosa treccia. Le parve di vedere Shikamaru e persino Shino, ma il padre non ritenne di presentarla alle loro famiglie, e Hinata dovette limitarsi ad un amichevole cenno con la mano.
La giovane era stanca, annoiata e anche un po' delusa. Il Ballo dei Gigli si prospettava meno emozionate di quanto avesse mai immaginato.

Ricevette numerosi regali da parte di molti ragazzi. Cercavano di farsi notare.
Era lei stessa o piuttosto il suo casato, ad attrarli?
Sorrise ad ognuno di loro, cordiale, e consegnò i vari gioielli e ninnoli al padre.
Si sentiva osservata. Molti di loro la fissavano, avvertiva curiosità, interesse, invidia.
Percepì lo sguardo di qualcuno, più lontano.
Vide un ragazzo dall'aspetto curioso, i capelli chiari e gli occhi di un singolare viola acceso. Il suo sguardo aveva un che di diverso da quello degli altri giovani... Hinata ebbe l'inquietante sensazione di potervi sprofondare.
Si voltò un istante, e quando girandosi lo cercò con lo sguardo, il ragazzo era già sparito nella folla di convitati.

Un ometto basso e grassoccio richiamò l'attenzione dei presenti, arrampicandosi faticosamente sul palco.
Si schiarì la gola e con voce stentorea invitò le ragazze ad avvicinarsi alla pista da ballo...là avrebbero annunciato il proprio nome ed il clan di appartenenza e, finalmente, sarebbero iniziate le danze.
Hinata, con il cuore in gola e le ginocchia tremanti, si avvicinò all'illuminato spiazzo di marmo faticando a ricordare il proprio nome.

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"Bersaglio individuato. " pensò il biondo tra sè. Cosa diceva il piano a questo punto?
Ci pensò su, ma non gli venne in mente nulla. Kakuzu non gli aveva spiegato esattamente cosa fare, una volta imbucatosi alla festa e individuata la ragazza. Doveva pensare da solo ad un modo per passare alla fase successiva.
Niente di più divertente.

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Non fu facile per Hinata presentarsi alla folla senza lasciarsi influenzare da tutti quegli sguardi.
Fece un inchino e per qualche istante osservò le altre ragazze, mentre, una per volta, facevano il loro ingresso sulla pista da ballo, presentandosi con voce suadente.
Così facevano anche molti giovani, Hinata li osservò curiosa.
Sua madre e suo padre si erano conosciuti esattamente in quelle circostanze... una parte di lei fremeva al pensiero che in qualsiasi momento avrebbe potuto posare lo sguardo sull'uomo che avrebbe più di tutti fatto parte della sua vita.
"Che inguaribile romantica" si rimproverò. Non era il momento di pensare a certe cose.

Il primo che le si offrì per un ballo fu Ian, un ragazzo alto e magro la cui madre le era stata presentata poco prima...le si avvicinò spavaldo, e non appena i musicisti cominciarono ad intonare una vivace melodia, cominciò a volteggiare in un tumultuoso quanto sfibrante valzer allegro, trascinando Hinata nei suoi spericolati passi di danza.
Piroettarono senza sosta per tutta la pista, a volte pestandosi i piedi, a volte urtando le altre coppie danzanti.
"Non credete anche voi che siamo una splendida coppia di ballerini?" chiese ad un certo punto, troppo indaffarato a ballare per dire altro.
Hinata gli sorrise cauta, evitando di rispondere...se la musica non sarebbe finita in fretta, avrebbe finto uno svenimento pur di sottrarsi al ballo successivo.

"Mi scusi..."
Una mano si posò cordialmente sulla spalla di Ian, costringendolo a fermarsi.
"Permette?"
La mano apparteneva ad un ragazzo alto, longilineo, con capelli biondi pettinati all'indietro e due ammalianti occhi violacei.
Hinata si sentiva girare la testa, e quella sosta fu per lei un vero e proprio sollievo...alzò il viso.
Quegli occhi, quello sguardo risoluto. Era lo stesso ragazzo che aveva notato poco prima, in mezzo alla folla.

"A dire la verità..." tentò di opporsi Ian, senza successo: il ragazzo prese con fermezza il suo posto e Hinata riprese a danzare, accompagnata dal nuovo cavaliere.
"Giovanotto, non ti sei presentato...!" protestò in tono di rimprovero l'ometto grassoccio. Vedendosi ignorato, rinunciò stizzito ai propri propositi, maledicendo la nuova generazione di ragazzi impusivi e sprezzanti delle norme di società.

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Hidan scosse la testa... si muoveva lentamente, nel tentativo di ricordare i passi.
Ma come diavolo gli era venuto in mente di esporsi così tanto?
Non era esattamente il divertimento a cui aveva pensato. Immaginava già la sfuriata di Kakuzu, dopo il termine della missione.
Avrebbe detto, con voce severa: "è stata un'azione molto pericolosa...avresti potuto mandare all'ara tutto quanto, lo sai?"
Maledetto uomo nero...
Rivolse lo sguardo alla ragazza.
Lei, immediatamente, distolse il suo.  Che carina! è timida.
Sogghigò tra sè.
Anche lei lo stava osservando. Cercava di non darlo a vedere, ma lo scrutava, curiosa, pensierosa...
Come se si aspettasse qualcosa da lui.

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"Come ti chiami?"
Ebbe finalmente il coraggio di chiedere Hinata.
Solitamente erano i ragazzi a presentarsi per primi,  vantando il proprio nome come una specie di titolo nobiliare.
Il biondo, invece,  non aveva fatto altro che osservarla in silenzio. Il suo sguardo era freddo e invadente. Aveva persino sorriso in un modo strano, ad un certo punto, un po' sinistro. Ma di certo era semplicemente stata una sua impressione...La testa le girava ancora.
Alla sua domanda, il ragazzo risposte istantaneamente
"Non sono di certo uno di questi insulsi cascamorti, se è quello che pensate!" nei suoi occhi comparve un cipiglio stizzito, quasi indignato.
Il tono seccato del ragazzo la infastidì "E allora, di grazia, come vi siete permesso di...?" il tono della sua voce era meno altero di quanto avrebbe voluto.
"Scusate, Madamigella, forse avreste preferito un altro ballo in compagnia del signorino-piede-veloce, o sbaglio?"
Hinata lo osservò per un istante, sorpresa.
E ancora più sorpreso parve essere il ragazzo di fronte a lei, quando Hinata scoppiò a ridere di gusto.
Incredibile, in tutta la serata, ci era voluto quello strano personaggio e la sua impudente ironia perchè finalmente si divertisse.
Sì, si stava divertendo.
Infondo, questo Ballo dei Gigli non sarebbe stato poi così deludente.

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Hidan osservò sorpreso quella ragazza. La sua risata era sincera, limpida...
I ricchi sono davvero tutti molto strani.
Improvvisamente, avvertì un fremito nella tasca del suo abito.
La ricetrasmittente! Ma come era venuto in mente  a quel maledetto di Kuzu di chiamarlo nel mezzo dell'azione?? Gli si era annerito pure il cervello? Portò una mano alla tasca e spense il piccolo apparecchio. Fortunatamente, nessuno si era accorto di nulla...
"In effetti," cominciò la giovane una volta smesso di ridere "non c'è nessuno qui molto diverso da quel rampollo..." la sua voce assunse una lieve sfumatura di amarezza.
Strano. Hidan aveva pensato che tipi come quello fossero molto apprezzati tra le ragazze come lei. Del suo ceto, cioè...
Lei gli rivolse un sorriso, senza che quell'amarezza svanisse dalla sua espressione " bhè, ovviamente...tranne te." e rise debolmente.
"Ma che importanza ha..." disse ancora, quasi in un sussurro.
Hidan non sapeva esattamente cosa fare. Avrebbe dovuto dire qualcosa? Oppure rimanere in silenzio...?
Lo sguardo gli cadde oltre le spalle di lei, fuori dalla pista.
Altri due occhi color lilla lo osservavano. Gli stessi identici misteriosi occhi. No, no. Non erano per niente gli stessi...
Duri e freddi, profondamente autoritari. 
Dal bordo della pista da ballo, un uomo alto e austero lo squadrava...
Era il capofamiglia degli Hyuuga, uno dei più improtanti e influenti uomini di quella società.
E lui stava ballando con  sua figlia.

Ok, ok. Niente paura. Non era successo nulla...ancora. Per quanto potente e importante e ricco fosse...era improbabile che potesse riconoscerlo. Doveva solo fare attanzione. E andarsene, per il momento...
O avrebbe potuto cercare informazioni su di lui. Nessuno lo avrebbe riconosciuto, ovviamente, e si sarebbero accorti del suo non esattamente certificato permesso di partecipazione al convito... sì. Meglio sparire, per ora.

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"Devo andare." disse in fretta
Hinata lo guardò spalancando gli occhi. Fece per dire qualcosa, ma rinunciò: ovvio che avesse altro da fare. Lo aveva detto lui stesso proprio poco prima...lui non era certo lì per questo. Chissà chi era?
Fece un inchino, e lo salutò con un formale "arrivederci".
Il ragazzo indugiò ancora.
Sembrò dubbioso. Si chinò su di lei e le sussurò: "Incontriamoci più tardi, ti va? Al muretto con i fiori. Se verrai, ti dirò il mio nome."
E a quel punto fece un leggero inchino e se ne andò.
Le aveva parlato dandole del Tu. Le aveva dato un appuntamento, sussurrandole all'orecchio.
Hinata non aveva dubbi sulla risposta. Ci sarebbe stata.

Un altro cavaliere prese subito il posto del ragazzo, le danze ripresero, e la musica continuò imperterrita a suonare quella lenta melodia... a dispetto di Hinata, che a stento riusciva a controllare il furioso ritmo del suo cuore.




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EEEEH, ancora niente. Si conclude così la seconda parte de "il bianco e il nero"...spero di essere stata all'altezza delle aspettative XD
Sono ormai in agghiacciante ridardo, non smetterò mai di scusarmene... SCUSAAAAATE *si inchina profondamente*
La storia va avanti per le lunghe, lo so... ma che ci posso fare, mi piace tenervi in *suspence*... no non è vero sono lenta e basta XD
So già come continuare, non ci metterò molto a finire il prossimo capitolo :D tranquilli. Per ora grazie tante e ciao! alla prossima ;)

  
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