Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: kirarachan    19/04/2009    1 recensioni
Era ormai un mese che vedeva solo le tenebre, i paesaggi erano totalmente differenti se visti nella notte; tristezza, angoscia e solitudine gli si mischiavano dentro scuotendo il suo l’animo. Sentì una mano sulla spalla. [...]
«Non ne posso più del buio, rivoglio la luce».
L’uomo lo guardò male. «La luce non è per i peccatori».
«Io non VOGLIO essere considerato un peccatore! Io volevo solo la pace eterna!»
Il barista pose il boccale che stava pulendo sul bancone. «Tu non avresti mai ottenuto la pace eterna! Eri, sei e resterai per sempre un’anima dannata!».

[questa storia è arrivata 2* al concorso 1^EDIZIONE SENTIRE LE STAGIONI SULLA PELLE:è in arrivo la primavera indetto da Hikaru_Zani]
Genere: Malinconico, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
capitolo IV

Capitolo IV. Epilogo.

 

Il sole si stava alzando all’orizzonte e lui lo guardava da in cima ai torrioni del castello presso il quale viveva.

Gli alberi si coloravano del loro verde brillante, il cielo passava dall’azzurro pastello del mattino al rosso dell’alba, le nuvole più basse si coloravano con esso, come se stille di sangue le macchiassero con la loro tonalità carminia.

Si sentiva gli occhi lucidi, quella era la penitenza che doveva subire per il suo peccato. Era giunto il suo momento.

Il cielo si schiariva velocemente e lui attendeva che fosse alto nel cielo per compiere la sua opera.

La pelle iniziava a dargli molto prurito e avrebbe voluto cavarsela tant’era divenuto insopportabile, gli occhi non riuscivano più a reggere la luce e dovette tenere una mano a fargli ombra, voleva vedere la primavera, la sua ultima primavera...

Il bosco aveva tonalità che andavano dal verde smeraldo al verde scuro, i prati al di là della foresta erano costellati da puntini bianchi e l’aria odorava di terra appena arata e polline. Ora che ci guardava meglio sugli arbusti vi erano numerosi puntini colorati. «Fiori».

Il suo fine udito sentiva un ronzio continuo e quasi fastidioso, dovevano essere le api.
A tutto quel coro iniziarono ad accompagnarsi anche dei cinguettii e i versi degli animali che abitavano le campagne tutt’intorno.

Si sentiva terribilmente stupido ad aver commesso quel gesto che solo in quel momento gli faceva capire la reale gravità. Lui di certo non immaginava di essere caduto nel mirino di un vampiro e di certo non si immaginava di avere rimpianti simili però tutto gli era cascato addosso e ora ne pagava le conseguenze.

Le parole del barista lo colpivano come numerose pugnalate, era vero, era lui l’unico peccatore che si era arreso di fronte alla vita e aveva voluto farla finita, era stato uno stupido e ora ne pagava le conseguenze.
Si portò il braccio all’altezza del viso e vi vide espandersi una grossa chiazza scura che bruciava come fuoco vivo. Strinse il pugno e si morse un labbro per soffocare il dolore crescente.

Alzò gli occhi al cielo, riusciva a tenerli spalancati sebbene la luce fosse accecante per lui.

«DAI FORZA! FAI DEL TUO MEGLIO!! FAMMI ARDERE COME FAI ARDERE LE ANIME DEI PECCATORI! FAMMI PATIRE I DOLORI INFERNALI! MA IO VIVRO’ QUESTE ORE DA UMANO QUALE ERO!».
L’urlo selvaggio si propagò nell’aria mattutina, una folata di vento gli fece scompigliare i capelli corvini. Rise con un tono forte e potente.

Anche l’altro braccio si stava annerendo e il dolore si intensificava attimo dopo attimo strappandogli gemiti di dolore.

Il ragazzo si inginocchiò a terra, la faccenda si presentava più atroce di quello che aveva pensato.
Sentiva le forze venirgli meno e la pelle bruciargli sempre di più, non riusciva nemmeno a reggersi in piedi ormai.
Steso sul freddo tetto di pietra di quel castello attese che la nera signora venisse a trovarlo una volta per tutte.

...

...

...

Non sapeva quanto fosse passato, ma ora sentiva tutti i muscoli rilassati.

Si sentiva in pace finalmente, una lieve frescura lo pervadeva, tutto intorno a lui era buio tranne una lieve luce proveniente da una fonte a lui sconosciuta. Una dolce nenia gli rapiva i sensi, era la musica di un violoncello, la musica era dolce e profonda. Provò ad alzarsi e ci riuscì.

Appena vide ciò che lo circondava il panico lo travolse.

«NO!» Si sporse alla cornice di pietra davanti a lui. «NO! Non può essere!»

Si toccò il viso, si guardò le braccia, guardò il cielo notturno.
Una voce lo fece voltare.
«Vladimir questo tuo gesto è certamente il più sconsiderato».
Il giovane sentiva il tono dell’uomo che era un misto fra il rattristato e il furioso.
«Non capisco cosa ti diverta a compiere atti così autolesionistici! Non ho mai sentito di un vampiro che ha tentato il suicidio sai?».

Vladimir ghignò. «La mia non è sconsideratezza, ma semplicemente umanità una cosa che a te è sconosciuta ormai, nevvero?»
Sentì una guancia bruciargli, Leopold doveva aver perso le staffe.
«Tu isolente! Non sarai mai più umano! Nel tuo essere l’umanità non è più considerata!».
Gli occhi dell’anziano brillarono iracondi.
«Vlad, in quanto vampiro tu non morirai mai più! Il giorno ci è fatale solo in determinate circostanze... Per il resto riusciamo a sopravvivere anche se allo stremo delle forze. Rassegnati anima suicida, dovrai vivere per l’eternità la tua vita nell’oscurità».

Queste parole colpirono il giovane che mai avrebbe desiderato udirle. Il vampiro gli si avvicinò e gli sussurrò all’orecchio. «La peggior punizione per un suicida è l’immortalità!».

 

Fine






ed ecco qua l'epilogo ^^ spero vi sia piaciuta.
kirarachan
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: kirarachan