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Autore: Demon CRI    05/07/2016    1 recensioni
Il Moulin Rouge.
Un locale notturno, una sala da ballo e un bordello, dove imperava il Conte del Millennio.
Un regno di piaceri notturni in cui i ricchi e i potenti venivano a divertirsi con giovani e belle creature di malaffare.
E la più bella tra tutte quelle creature…era lui.
Allen...un ragazzo che vendeva il suo amore agli uomini…
Era lui la stella del Moulin Rouge.
(Non vi spaventate per il prologo please, non pensate subito male...davvero, continuate a leggere, per favore XD Vi dico solo che sono una da lieto fine XD)
Genere: Erotico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Allen Walker, Tyki Mikk, Un po' tutti | Coppie: Rabi/Kanda, Tyki/Allen
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Lisbona,1899


Lì. Nella periferia più povera dell’affascinante, colorata capitale portoghese…viveva un uomo.
Uno scrittore squattrinato per la precisione, dalla pelle scura, tipica dei portoghesi, coperta da una maglia chiara, larga e ormai sgualcita dal tempo, e da dei pantaloni lunghi, anch’essi larghi e sporchi.

Nonostante la luna fosse già alta nel cielo, egli sedeva scomposto su una sedia davanti alla sua macchina da scrivere, a fissarla con talmente tanta insistenza che, se non ci fossero state le spesse lenti degli occhiali a coprire i suoi occhi, a quest’ora il macchinario sarebbe un mucchietto di cenere.
Voleva scrivere.
Le dita fremevano dalla voglia di viaggiare sui tasti di quell’affare grazie al quale aveva scritto così tanti versi, grazie al quale aveva espresso così tante emozioni...
Intorno a lui i fogli avevano ormai sostituito ciò che era il pavimento, riempiendolo di frasi che fino a poco tempo prima scorrevano a fiumi dalle dita dell’uomo.

Scrivere lo esaltava. Ne andava pazzo.
Con la scrittura si può esprimere qualsiasi cosa, sfogando con l’inchiostro sulla carta tutta l’angoscia, la rabbia, la paura…il desiderio…Senza freni o inibizioni.
Lui era fatto così: non aveva freni o inibizioni e cercava sempre qualcosa che lo facesse divertire.

Ed era proprio per quello che viveva come un emarginato nel quartiere più povero della città; certo non nuotava nel lusso, ma i soldi per mangiare li trovava lavorando come minatore e… giocando a poker, ovviamente.
Era divertente vedere quelle facce sfrontate e sicure di sé dei giocatori che lo sfidavano certi di batterlo, venire sfigurate dallo sconcerto più totale quando li lasciava in biancheria intima…
Mai giudicare un libro dalla copertina.
Provava un piacere perverso a privare quegli stolti di ogni loro avere per poi osservarli mentre, disperati, chiedevano pietà ai suoi piedi...
Lo divertiva quella sensazione di superiorità di fronte a esseri del genere.
 

In quel momento però il problema era un altro.
Voleva scrivere…Ma non riusciva a pensare a nulla di decente da giorni!

Muoveva nervosamente la sigaretta accesa tra le labbra piene continuando a pensare…
Quei “blocchi”, negli ultimi mesi, erano sempre più frequenti e cominciava a credere di dover cambiar vita: ormai non si divertiva più nemmeno nei vicoli della sua città a intrattenersi con giovani fanciulle in modi non propriamente casti  e innocenti ! E dire che era una delle cose che preferiva fare in assoluto..
 

Stava quasi per abbandonare l’idea di scrivere per quella sera, quando sentì bussare alla porta della sua casa…se così poteva chiamata una catapecchia decadente e maleodorante di cui si era salvata, almeno per il momento, solo la stanza in cui sedeva l’uomo…
Beh, salvata per modo di dire: le crepe nelle pareti che sembrava formassero una ragnatela e il buco nel soffitto diciamo che non erano esattamente incoraggianti.

Si alzò controvoglia dalla sedia aspirando dalla sua sigaretta oramai quasi finita.
Camminava lentamente nel corridoio verso la vecchia porta d’ingresso di legno, rimirando quella vecchia casa di cui ormai conosceva ogni singolo granello di polvere.
Abbassò piano la maniglia della porta e non appena vide chi c’era sull’uscio ghignò e si appoggiò allo stipite dell'ingresso.
“E’ arrivata la mia salvezza…E' ingrassato per caso?” lo salutò spegnendo la sigaretta contro il muro lì di fianco.
“No, per tua sfortuna sono addirittura dimagrito...” rise il corpulento uomo con un sorriso poco rassicurante ad adornargli il viso mentre entrava senza aspettare risposta, dirigendosi direttamente alla stanza dello scrittore.
L’altro scosse la testa, chiuse la porta e seguì l’uomo in frac.
“…Oh cielo! Sembra proprio che il tuo senso dello stile non sia più come ai vecchi tempi, nipote caro…” sorrise derisorio l’ospite, guardando il materasso lasciato a marcire in un angolo e la vecchia scrivania con sopra l’adorata macchina da scrivere del ragazzo, affiancata da una singola sedia di legno che minacciava di rompersi da un momento all’altro. “Una piccola ristrutturazione non guasterebbe sai?” cominciò a muoversi lentamente per la stanza, sentendo il pavimento scricchiolare a ogni suo passo.
“Non dica sciocchezze Conte…Non è venuto qua solo per darmi consigli sull’arredamento giusto?…Vuole che partecipi di nuovo ad uno di quegli stupidi eventi…” ribattè l’interpellato sedendosi di nuovo sulla sedia, annoiato.
“Che perspicacia…” rispose sarcastico. “Quello…e qualcos’altro che credo ti divertirà molto…” ghignò fiducioso, ammiccando a fatti che il moro conosceva bene.
Alle parole del Conte, sul viso del portoghese comparve un ghigno sadico, mentre si toglieva gli spessi occhiali e li poggiava sul tavolo scheggiato.
“Chi è l’obbiettivo…?” chiese senza indugiare, alzandosi con calma e affacciandosi distrattamente al davanzale della finestra.
“Tutto a suo tempo. Prima per favore, cambiati. Non ti lascerebbero entrare nemmeno al circo vestito così.” Lo indicò quasi schifato facendo scoppiare a ridere il ragazzo che si voltò verso il corridoio, incamminandosi poi verso un punto preciso della casa...
 
 
In quella che precedentemente poteva essere la camera da letto, vi era un piccolo armadietto di legno a due ante. Lo aprì lentamente rimirando il suo contenuto, nostalgico.
Si tolse la maglia e i pantaloni lasciando scoperto il muscoloso corpo ambrato, pronto a....cambiare vita.

 
Il Conte nell’altra stanza, intanto, aspettava paziente che il nipote si cambiasse, leggendo alcuni dei versi scritti sui fogli abbandonati a terra come era abituato a fare sin da quando il ragazzo era più piccolo.
Quel giovane aveva talento...ma aveva bisogno di qualcosa che lo spronasse, che lo ispirasse!
Qualcosa...o qualcuno…
Ghignò facendo roteare il proprio bastone per aria. Aveva in mente proprio una bella sorpresa per lo scrittore…
“Conte! Possiamo mangiare prima?”
I pensieri dell’uomo furono bruscamente interrotti dalla richiesta del moro sulla soglia della camera.
Si girò verso di lui e lo guardò.

Davanti a lui si ergeva un elegante nobiluomo di tutto rispetto: la giacca nera a doppio petto aperta lasciava intravedere il delicato panciotto di piqué nero sull’elegante camicia bianca, accompagnata da un leggero jabot bianco legato dolcemente al collo e infilato nel panciotto. I lunghi pantaloni neri avvolgevano alla perfezione le gambe toniche dell’uomo e le scarpe di vernice nera completavano l’abito.
I capelli tirati all’indietro ormai non nascondevano più il viso del ventiseienne: i magnetici occhi dorati dell’uomo sembrava quasi che scrutassero ogni segreto più recondito del tuo essere e le labbra piene davano l’impressione di esistere solo per essere baciate. Non vi era alcuna imperfezione, eccetto una, se così poteva essere chiamata: un piccolo neo sotto l’occhio sinistro che rendeva quel volto caramellato ancora più affascinante e sensuale.
L'uomo lo guardò, compiaciuto di quel cambiamento e gli rispose tranquillo.
“Potrai mangiare quanto ti pare al ricevimento.”
“Ah menomale, sto morendo di fame!” esclamò mettendosi il soprabito scuro e i guanti di velluto bianchi, recuperando il cilindro scuro dalle mani del conte.
“Veda di moderare il linguaggio… Conte Tyki Mikk.”
“Si, si.” rispose superficiale mettendosi il cappello. “Come desidera, Conte del Millennio.”
 
 
 
Usciti dall’abitazione, usufruirono della carrozza che il Conte del Millennio aveva usato per venire da lui e si diressero verso uno dei castelli più famosi di Lisbona, luogo in cui Lord, conti e duchesse adoravano spendere tempo e denaro: il Castello di São Jorge.

“Adesso Conte, potrebbe dirmi per favore cosa dovrei fare stasera?” chiese sospirando il ragazzo guardando lo stravagante uomo seduto davanti a lui.
Definirlo eccentrico era un eufemismo: vestiva una giacca simile alla sua gialla e indossava sotto di essa una camicia verde abbinata ad una cravatta color panna, e nonostante ciò, l’uomo riusciva stranamente ad apparire affascinante per gran parte delle donne dell’Alta Società. Ovviamente anche il bel volto maturo dell’uomo faceva la sua parte: gli occhi simili a quelli del moro, un accenno di barba e baffi che circondavano le labbra dell’uomo, curvate perennemente in un sorriso ammaliante che non prometteva nulla di buono, ma che piaceva particolarmente al gentil sesso.

“Nulla di differente dai soliti ricevimenti. Saluta le persone più importanti, balla con qualche dolce donzella...” cominciò a elencare tranquillamente il Conte rispondendo alla domanda del moro.
“Sa benissimo che non intendevo questo...” sospirò di nuovo rassegnato.
“Oh, quello!” fece il finto tonto.
”Come sei rude Tyki-pon!” sorrise assottigliando lo sguardo.” E’ solo una giovane donna con la quale ho avuto diciamo...delle divergenze artistiche, e avrei bisogno che tu le faessi cambiare idea... Sai, non vorrei che potesse interferire con i miei piani…” rise facendogli l’occhiolino.
Il ragazzo sorrise furbo togliendosi il cappello, prendendolo in giro “Non ho scelta... se è un ordine del Conte...”
Si prospettava una serata molto divertente...




 
 ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~


Eccoci qua! Ciao a tutti.
Questo è il primo capitolo della mia prima fanfiction quindi, vi prego, siate clementi!

Passiamo al capitolo: non sapevo bene come introdurre Tyki, per cui inizialmente volevo riprendere la scena dell'anime dove viene chiamato dal conte subito dopo l'incontro con Allen, con la trasformazione da barbone a conte e tutto il resto; però poi l'idea di lasciare i poteri Noah non mi piaceva molto per questa storia, così ho cercato un modo alternativo, senza Ease e amici vari, anche se il bimbo è proprio pucci <3
Comunque, se volete recensite e ditemi che ve ne pare.
Grazie a tutti <3
Demon Cri
  
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