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Autore: kiliaduicaps    05/07/2016    1 recensioni
(...) vorrebbe chiedergli se ricorda di tutte le volte che ha desiderato per lui una fine migliore per un Angelo del signore. Se ha mai trovato l’album pieno zeppo di suoi ritratti. Raccolta Destiel!Stucky senza né come né perché.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Dipingimi distorto come un angelo anormale, che cade 
Fandom: Captain America 
Personaggi/Pairing: Sam Wilson, Bucky Barnes, Steve Rogers; Steve/Bucky 
Genere: Comico!!! Wow raga erano secoli che non scrivevo qualcosa di divertente. Is this real life? Is it just fantasy? 
Avvertimenti: dopo svariate sudate per convincermene... Dean!Steve, Cas!Bucky (e Sam!Sam \o/ Solo io trovo divertentissima la cosa?)
Parte: 3/?
Rating: Giallo 
Conteggio Parole: 458
Riassunto:  (...) vorrebbe chiedergli se ricorda di tutte le volte che ha desiderato per lui una fine migliore per un Angelo del signore. Se ha mai trovato l’album pieno zeppo di suoi ritratti. Raccolta Destiel!Stucky senza né come né perché.
Note: Spoiler ahead per chi non avesse capito la fanfiction, evidenziate per leggere:
Sam pensa che le mutandine ritrovate appartengano ad un presunto flirt di Steve, che però ha una relazione sana ed equilibrata con Bucky, perciò pensa che lo stia tradendo – le mutande sono in realtà un kink del nostro Cap preferito. E di Dean Winchester.
Ho scritto qualcosa di leggero dopo una vita e mezzo che non lo facevo e mi sono ricordata perché usavo scrivere prevalentemente ff comiche. I’m back, bitches. (Disse, mentre aveva una Stucky orribilmente angst in canna.)
Titolo ironico riferito a quella canzone di Shakira che manco vi linko.
Buona lettura \o/

 

Dipingimi distorto come un angelo anormale, che cade


3 – hips do lie



Sam le trova mentre tira fuori i colorati dalla lavatrice, fra uno sbuffo e l’altro. Hanno accumulato così tanti vestiti da pulire che si complimenta con se stesso per essere stato capace di farceli entrare tutti insieme; il problema è la violenza con la quale precipitano fuori e cadono sul pavimento una volta finito il lavaggio e aperto l’oblò.

Sono bianche, anzi, lo erano: il paio di mutandine finito in mezzo al resto dei panni è ora di un delicato rosa, che ne accentua la delicatezza del tessuto di pizzo. Sam le raccoglie da terra e si gratta la testa. Poi immagina la conquista di turno di Steve avere tanta fretta di andarsene da dimenticarsi il proprio intimo.

Gli viene da ridere solo finché non si ricorda di Bucky.

Quando raggiunge la loro stanza li trova seduti al tavolo. Steve è frustrato dalla sua incapacità di giocare a scacchi, come suggerisce l’intensità con la quale sta fissando il re dell’ex angelo e il sorriso divertito che curva le labbra del suo avversario. Sono talmente concentrati – Steve è talmente concentrato che lo saluta con un grugnito, prima di farsi mangiare l’ennesima pedina e provocando in Bucky una risata malcelata. Sam scosta una sedia e si unisce a loro.

Quindi butta le mutandine sulla scacchiera.

“Bucato interessante, no?” Suo fratello è sbiancato. Sam sospira e si porta una mano alla fronte, stanco ancora prima di aver iniziato a parlare. “È che non capisco. Non capisco perché devi sempre rovinare le cose buone che ti ritrovi fra le mani. Perché lo hai fatto? Pensavo fossi felice, con lui.” Scuote la testa. “Non c’è limite alla delusione, a quanto pare.”

Bucky continua a rigirarsi l’indumento fra le mani. “Hmmm,” borbotta. “Quando le ho indossate io erano bianche.” Le rimette sul tavolo, imperturbabile. “A cosa ti riferisci? Scusa, non stavo ascoltando.”

Il suo interlocutore lo fissa. Non si fida della sua faccia da poker. “Indossate tu?”

“Sì. Steve era... ispirato.”

Amico,” lo avverte Sam, guardandolo per un’ultima volta sia lui che il fratello e uscendo dalla stanza. È sicuro del fatto che gli stiano nascondendo qualcosa, ma preferisce lasciarli stare. “Troppe informazioni. Troppe.”

“Stava dipingendo.”

"È così che si dice, ora?"






Qualche ora dopo, Bucky sta accarezzando i fianchi di Steve e meditando di levargli di dosso il paio di mutandine che indossa, quando lo sente mormorare: “Figlio di puttana.”

Si ferma, alzando la testa per vedere la sua faccia. “Sei così bravo a fingere che stavi abbindolando perfino me.” Ha la bocca allargata in un sorriso quasi inquietante e una scintilla maniacale nello sguardo, come se non credesse alla persona che ha davanti. “Ora sarò costretto a dipingerti sul serio, dannazione.”

“Te lo faccio vedere io, il costretto,” gli risponde, e lo fa.

   
 
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