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Autore: EsseTi    19/04/2009    4 recensioni
A casa Cullen giunge la notizia che Bella è incinta ed edward comunica la propria decisione di voler uccidere la creatura. Rosalie prenderà una decisione che potrebbe causarle parecchi problemi e al ritorno a casa tuttavia, non tutti sono d'accordo, e l'atmosfera si fa calda. E' un attimo, soltanto uno: Edward è troppo distratto dal terrore sul viso di Bella, e tendo i muscoli scattando tanto velocemente che non mi vede nessuno. Salto verso il braccio di Edward, liberando la mano di Bella dalla sua morsa e mi fermo davanti a lei, in posizione di difesa, ringhiando. Edward si accuccia, ringhiandomi contro in risposta.[...]Sa che non mi importerebbe nulla di vederla morire pur di dar la vita a quel bambino: e, sarò egoista, ma ha ragione. Possono dire tutto di me: che sono egiosta, superficiale, egocentrica. Ma per un bambino, darei anche la vita dannata che possiedo. E questo è esattamente quello che mi guida nella mia decisione. - Vi proteggerò io, Bella..nello stesso istante in cui varcherai la soglia di casa, non mi staccherò mai da te... - Ho preso la mia decisione, non potrò mai avere un figlio. Ma non posso permettere che questo bambino non veda la luce.
Genere: Fantasy, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan, Rosalie Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia piccola, debole bambina


Tutto intorno a me, un pallone che mi circonda, tutto è ovattato. Non ci posso credere.

Ho sentito chiaramente la parola "incinta" provenire dall'altra parte del telefono che Carlisle sta stringendo convulsamente tra le mani. E sono più che sicura che quella fosse la voce di Bella. Bella incinta. Bella che ho odiato, Bella che ho invidiato...la stessa Bella, dopo aver ottenuto una cosa che non ero riuscita ad avere, l'attenzione di Edward, sta ottenendo la cosa che più ho desiderato e desidero al mondo. Un figlio. Un piccolo da cullare, da amare, da allattare, che magari avesse anche i riccioli neri e le fossette. Un figlio che non potrò mai avere. Ma lei si. E allora perchè adesso sono tutti così agitati? Perchè Esme non fa altro che passarsi la mano tra i capelli?
Perchè Alice si mordicchia nervosamente un dito mentre Jasper con una mano sulla sua spalla cerca di calmarla?
E perchè Emmett guarda i miei occhi, sicuramente vitrei e persi nel vuoto, e le sue labbra si muovono come se stesse parlando?
Deve esserci sicuramente qualcosa che non va: mi sforzo per riportare la mente alla realtà e distinguo la voce di Emmett.
- Rose, amore, mi ascolti? Dai, andiamo a caccia? -
Lo metto a fuoco, e per la prima volta leggo nei suoi occhi un'espressione preoccupata: il mio scimmione. Lo fa per me, vuole portarmi via da quella casa, via dalla notizia di una prossima felicità in famiglia, una felicità a me negata. Vorrei poter tappare le orecchie di Esme in questo momento. La mia sofferenza non posso impedirla, è una punizione, una dannazione: ma vorrei soltanto poter sottrarre lei dal ricordo di quel figlio perduto, portarla via, e dimostrarle così quanto bene le voglia. Con un gesto deciso allontano Emmett, mi concentro sulla voce di Carlisle.
- Passamelo - dice con fare professionale. Credo che voglia parlare con Edward.
E infatti dopo neanche un secondo, la voce di mio "fratello" esce dal ricevitore. Sono solo due parole: "è possibile?". E' teso, lo sento anche se non posso vederlo. Dovrebbe essere felice, saltare di gioia, essere con sua moglie a festeggiare invece di perdere tempo in sciocche telefonate. Ma guardando le espressioni di tutti, mi convinco di essermi persa qualcosa durante il mio trance, non è possibile tutta questa agitazione in condizioni normali. Carlisle mantiene sempre il tono professionale mentre illustra velocemente ad Edward la situazione.
- Si tratta di una situazione a dir poco unica, Edward..non credevo fosse possibile, come sai un vampiro e un'umana non arrivano mai a instaurare un rapposto fisico di questo tipo, quindi...beh, non è mai successo..ma da medico, i segnali sono chiari, Bella è incinta...tuttavia la cosa che mi preoccupa è che si trovi a uno stato di gravidanza già così avanzato, a quanto pare la creatura cresce più rapidamente del normale, deve essere dovuto al fatto che tu sia un vampiro, alla nostra natura...cresce più velocemente del normale, è probabile che nasca anche prima del normale..devo fare delle ricerche... -. Sempre un tono professionale,impassibile, ma alla fine della conversazione posso leggere una nota di...curiosità? La voce di Edward, di nuovo poche parole, si informa di quale sarà la sorte di Bella. E questa volta Carlisle fa una pausa, molto lunga, e sospira.
- Non lo so Edward, ma se la gravidanza continua di questo passo la creatura potrebbe raggiungere dimensioni eccessive per il suo corpo, potrebbe...farle del male...e del parto, non sappiamo nulla..è pur sempre in parte vampiro, non so quale potrebbe essere la sua..alimentazione. Per il bene di Bella, Edward, credo che sia meglio...bloccare il suo sviluppo, non so se mi capisci..naturalmente, sempre che voi siate d'accordo... -.
Una fitta allo stomaco, non credevo che sarei mai stata capace di provare una cosa del genere da vampira. Carlisle vuole liberarsi del bambino, ed Edward ha dato il suo assenso. Evidentemente anche Bella è d'accordo. Non ci credo. Teme per la sua vita a tal punto da liberarsi di suo figlio, della cosa più bella che una donna possa avere. Come può una madre fare una cosa del genere?
- Rose! -
Scrollo il capo, Emmett mi sta tenendo le braccia strette in vita. Sposto gli occhi in basso, seguendo lo sguardo di Esme che mi ha richiamata. Ho frantumato una parte del mobiletto attiguo alla parete, senza rendermeno conto.
- Rosalie, cara...cosa... - mi si rivolge Esme con fare materno. Ma ha frainteso, non mi importa nulla che Bella sia incinta adesso, la rabbia ha preso il sopravvento. Mi divoncolo dalla presa di Emmett, che finalmente mi lascia libera.
- Come può fare una cosa del genere? Un figlio è il dono più grande che una donna possa ricevere e lei se ne sbarazza così, senza pensarci! Lo ha sentito muoversi dentro si sè, lo ha concepito, e adesso lo toglie di mezzo soltanto per salvarsi la vita! Non posso tollerarlo! IO non avrei mai fatto una cosa del genere! -
Se solo potessi piangere, in questo momento i goccioloni scenderebbe con forza, spinti dalla rabbia, dalla tensione, dal rimpianto. Io mi odio, odio tutto quello che sono e odio Bella perchè preferisce vivere da sola per l'eternità piuttosto che provare la gioia dell'essere madre.
- Rose..non credo che Bella sappia della decisione di Edward, ma è necessaria..questa creatura, questa cosa, potrebbe... -. Non lascio finire Carlisle. Non dopo quello che ha detto.
- Questa cosa? Cosa? Diamine è un bambino! Una creatura vivente, come fate a chiamarla cosa? Il fatto che suo padre sia un vampiro, non vuol dire che non sia un bambino! Ha lo stesso diritto di vivere che abbiamo noi, anzi molto di più! Esme, non puoi lasciarglielo fare! - sbotto urlando. Non riesco più a fermarmi, se qualcuno dovesse avvicinarsi a me adesso lo sbranerei senza pensarci. Esme mi lancia uno sguardo dispiaciuto, ma scuote la testa, tenendo gli occhi bassi.
- Io non posso dire nulla, Rose, dobbiamo pensare alla vita di Bella..vedrai, non appena torneranno a casa e le diremo che la cosa migliore è...uccidere il bambino, lei capirà... -. Non ne è convinta neanche lei, lo so. Altrimenti non avrebbe mai parlato senza guardarmi negli occhi. Si vergogna a dirlo, ma tiene troppo a Bella per mettere in gioco la sua vita. Mi scappa una risata isterica.
- Davvero? Capirà, dite? Magari capirà davvero, chi lo sa..ma tra 40 anni, tra un secolo, non passerà giorno senza che rimpianga quello che ha perso irrimediabilmente, tutto per colpa vostra! E allora non avrete più il coraggio di guardarla in faccia! -
Abbassano tutti lo sguardo, sanno benissimo che ho ragione . Uno a uno, tutti loro, sanno cosa ho vissuto, cosa provo, sanno cosa ci fa quell'abito da sposa imbrattato di sangue nel mio armadio, e nessuno ha mai fatto domande. Ma io lo so, Bella non dimenticherà mai, rimpiangerà per sempre quello che ha perso e presto imparerà ad odiare Edward, considerandolo l'unica causa dei propri problemi. Ed odierà tutti noi, che non l'abbiamo aiutata. La nostra vità andrà a rotoli, la famiglia si dividerà, Edward rimarrà di nuovo solo. E non riesco a provare pena per lui, non dopo quello che ha deciso di fare. Si meriterebbe questo futuro che ho immaginato, si meriterebbe di bruciare all'inferno. D'altronde, lui lo dice sempre di essere destinato alla dannazione.
Ma prima non lo era, era soltanto un povero ragazzo solo che non accettava la propria condizione di vampiro. Ma adesso, oh se può dirlo! Adesso deve bruciare all'inferno, dovrà ricordarsi per l'eternità ogni singolo istante, dovrà bruciare nel ricordo di quello che ha distrutto. E all'improvviso, il suono del mio cellulare mi distrae: chi può essere? Nessuno a parte i menìmbri della mia famiglia possiede il mio numero di telefono. Ancora ansante, mi sporgo per prenderlo: è il numero di Edward. Cosa vuole? Il mio permesso di fondare il club: voglia di mamma?
Rispondo utilizzando il tono di voce più gentile e cortese che possiedo.
- Pronto? -
Ma sono stupita quando la voce che sento non è quella di Edward.
- Rosalie? Sono Bella. Ti prego. Devi aiutarmi. -
Bella. Bella che vuole il mio aiuto.
- Che c'è? -
Sono dura, acida, ma la rabbia non è ancora sbollita.
- Non ho molto tempo per parlare, Edward potrebbe tornare da un momento all'altro..vuole sbarazzarsi del mio bambino, Rosalie, non posso permetterglielo, io..io lo voglio questo figlio, più di ogni altra cosa al mondo..sono pronta a dare la vita per lui.. -
Non ci credo. No, non posso restare in questa casa. Stare qui a vedere Bella tornare, sentire le sue urla di protesta quando faranno del male al suo bambino, sentire l'urlo straziante di una madre distrutta..non posso. Deglutisco sonoramente.
- E io cosa posso fare? -
- Edward non si fermerà davanti alle mie richieste, farà di tutto per proteggermi da me stessa e io..io sono umana, non posso battermi con lui, basterebbe una sua sola mano per immobilizzarmi e fare del male al bambino..ho bisogno che tu mi protegga, Rosalie..so che io e te non siamo mai state ottime amiche, anzi non siamo mai state affatto amiche ma..ti chiedo, in nome del mio bambino, di proteggere il mio corpo affinchè possa crescere.. -
Mi sta implorando. Se non fosse stata una cosa importante, Bella non mi avrebbe mai implorato. Ho sempre creduto che avesse addirittura paura di me. Sa di non poterlo chiedere a nessuno se non a me: Esme si schiererebbe con Carlisle, ed Alice le vuole troppo bene per metterla in pericolo. Invece, sta sfruttando due cose contemporaneamente: il nostro cattivo rapporto e il mio rimpianto per quel figlio che non posso avere. Sa che non mi importerebbe nulla di vederla morire pur di dar la vita a quel bambino: e, sarò egoista, ma ha ragione. Possono dire tutto di me: che sono egiosta, superficiale, egocentrica. Ma per un bambino, darei anche la vita dannata che possiedo. E questo è esattamente quello che mi guida nella mia decisione.
- Vi proteggerò io, Bella..nello stesso istante in cui varcherai la soglia di casa, non mi staccherò mai da te... -
Ho preso la mia decisione, non potrò mai avere un figlio. Ma non posso permettere che questo bambino non veda la luce.

- Sei sicura di quello che stai per fare, Rose? Ti stai per mettere contro tuo fratello... -
Carlisle mi poggia una mano sulla spalla, ma mi divincolo facilmente, il rumore di una macchina inchioda nel vialetto. Il momento è arrivato, da adesso in poi non avrò occhi che per lei. Dopo la nostra telefonata, tutta la famiglia si era piegata alla mia decisione. E se non lo avessero fatto, non mi sarebbe importato nulla. Il bambino è l'unica cosa che importa. Loro non possono capire, nessuno può capire, neppure Esme. Lei ha potuto vivere la gravidanza, la gioia di portare dentro di sè un bambino. A me non è stato concesso neanche quello. Eppure, desideravo solo un bel bambino e una vita felice, nulla più. Ma il destino non ha voluto. Beh, è ora che il destino si pieghi al mio di volere. Mi sforzo di pensare alla bella giornata di sole nello stesso istante in cui la porta si apre. Si tratta di continuare la recita ancora per qualche minuto, poi tutto sarebbe stato spiegato.
- Edward! Bella! -
Questa volta è la voce di Esme a riportarmi alla realtà e metto a fuoco le figure davanti a me. Edward è sempre lo stesso, le occhiaie scure sotto gli occhi sembrano ustioni, ma a catturare lo sguardo sono sembra dubbio gli occhi, pozzi colmi di sofferenza. Se non stessi lottando per qualcosa di tanto importante, non oserei mai mettermi contro di lui. E poi guardo Bella: non è come me la ricordavo, le occhiaie sotto gli occhi sembrano quelle di una vampira. La trovo un pò più magra, e il suo addome più pronunciato del normale: Edward la sorregge, come se facesse fatica a camminare. Adesso capisco a cosa si riferiva Carlisle quando parlava di stato di gravidanza avanzato. Incrocio i suoi occhi, sono spaventati come quelli di un animale che vede la morte vicina: sfrutto il momento di distarzione di Edward per farle un cenno rassicurante. Non avrei permesso a nessuno di farle del male. E il suo sguardo, non ha fatto altro che incrementare la mia convinzione. Bella ama questo figlio, lo desidera profondamente e non permetterò a nessuno di infliggerle la stessa sofferenza che è stata destinata a me.
Aspetto che vadano tutti a salutarli: Alice, aggrazziata e veloce come un folletto, Carlisle, lento e paterno, Esme, preoccupata e nervosa, Jasper, cauto e infine Emmett, rigido come un tronco. Lo so, è preoccupato per me, ma paradossalmente è l'unico che può capirmi: c'era lui ad accarezzarmi quando per circa 20 anni non ho voluto fare l'amore con lui, c'era sempre lui quando perdendomi nei miei pensieri rivedevo quegli uomini che mi toccavano, e ancora era lui a offrirmi il suo corpo quando volevo sfogare la mia rabbia su quacluno. Era sempre lui, e gli sto facendo del male: ma non mi importa. Alla fine, avanzo anche io: raggiungo Edward, abbracciandolo, e infine Bella, stringendo stretta anche lei, in un gesto che vuole essere di conforto. E cala il silenzio.
Ormai manca poco, tendo i muscoli pronta a scattare al minimo problema. L'aria è tesa, tanto da poterla immaginare come una nebbia densa da poter tagliare con un coltello. E' Edward a rompere quell'atmosfera, avvicinandosi a Carlisle e a bisbigliarli qualcosa troppo velocemente perchè le orecchie di Bella possano coglierlo. E il suo cuore inizia a battere all'impazzata, spaventato: ma ci sono io, non permetterò a nessuno di farle del male. Carlisle la guarda con un sorriso affabile tendendole la mano.
- Vieni Bella...è il caso che ti visiti..sei un pò dimagrita.... -
Cerca di rassicurarla, non vuole che scoppi quello che sono certa è destinato a succedere, ma Edward non è dello stesso avviso: vede Bella arretrare, spaventata, e fraintende il suo smarrimento. Le stringe una mano tra le proprie.
- Bella, amore, non preoccuparti..vieni qui, tra poco Carlisle ti libererà di quella cosa.. -
Il suo tono vuole essere rassicurante: ho un attimo di smarrimento, sentirlo al telefono e guardarlo davanti ai miei occhi provare quell'odio profondo per il proprio figlio mi lascia sgomenta. Non posso credere che quello sia lo stesso Edward che ho visto silenzioso suonare il pianoforte da solo per anni, che si è battuto per salvare la vita della donna che ama da James, che aveva deciso di morire per mano dei Volturi quando gli avevo detto che la sua donna era morta, che sorrideva sognante e terrorizzato al proprio matrimonio. Quello non può essere lo stesso Edward. Il suo cuore non può essere tanto oscuro da desiderare la morte di una creatura innocente. Non posso crederci. E negli occhi di Bella, il puro terrore. Forse, solo adesso lo vede come un predatore.
E' un attimo, soltanto uno: Edward è troppo distratto dal terrore sul viso di Bella, e tendo i muscoli scattando tanto velocemente che non mi vede nessuno. Salto verso il braccio di Edward, liberando la mano di Bella dalla sua morsa e mi fermo davanti a lei, in posizione di difesa, ringhiando. Edward si accuccia, ringhiandomi contro in risposta.
- Edward! Rosalie! - urla Esme spaventata. Il ringhio di Emmett ci raggiunge, sonoro, ma non ce ne curiamo.
Edward mi mostra i denti, ma riesco a coprire del tutto l'esile figura di Bella dietro di me, tenendo d'occhio tutti gli altri affinchè non le facciano del male.
- Lascia stare mia moglie, Rosalie - sibila Edward irritato. Raddrizzo la schiena mettendomi in piedi, circondando Bella con le braccia. La sento poggiare la testa sulla mia spalla, finalmente sollevata. Noto le sue mani, sono corse istintivamente a proteggere il ventre: la rabbia mi monta di nuovo dentro. Non avrei permesso a nessuno di farle passare quello che sto passando io.
- Qui dentro non sono io quella che vuole farle del male, Edward - dico a denti stretti, cercando di calmarmi. Il profumo di Bella è tremendamente buono, averlo tanto vicino mi lascia scombussolata, ma non posso farle del male, ucciderei il bambino che porta in grembo.
- Che cosa intendi dire? - mi chiede lui con studiata lentezza. Stringo ulteriormente Bella a me, sentendola tremare. Forse sono troppo fredda per lei. Ma averla poggiata contro il mio petto fa si che non riesca a lasciarla.
- Ti sei preoccupato di chiederle cosa ne pensa? Hai mai pensato che probabilmente lei questo bambino lo vuole? No, Edward, ti sei preoccuato solo di te stesso! - gli urlo contro. Un altro ringhio. 
- Non ce n'è bisogno, Rose, Bella è d'accordissimo con me.... - mi dice in risposta. Ma nella sua voce c'è una punta di esitazione, deve aver percepito i pensieri di qualcuno.
- Se davvero lo fosse stata, non mi avrebbe telefonato implorandomi di proteggerla..da te. - rispondo tranquilla, stringendo il fragile corpo di Bella, che abbassa lo sguardo per non incontrare quello di suo marito. Edward avanza, ma non lo faccio avvicinare. Non mi importa se vuole parlare, ho promesso a Bella protezione. E questo implica nessun contatto con suo marito fino alla fine della discussione.
- Bella? Che cosa sta dicendo Rosalie? -.
E' solo una domanda retorica, Edward sa benissimo cosa ho detto e ha capito cosa è successo. Vuole soltanto sentirselo dire da sua moglie. Non gli stacco gli occhi di dosso mentre sento il corpo di Bella tremare e il suo capo alzarsi. Trema tanto che la voce le esce spezzata.
- Edward...mi dispiace, ma....per tutto questo tempo sono stata disposta a morire per te...ma adesso non sono più disposta a darti retta, ad accettare i tuoi compromessi..adesso in ballo c'è una posta più alta...io lo voglio questo bambino... -. Edward la fissa a occhi spalancati e adesso non so è più la furia, il dolore,  l'incredulità a far da maestro. E inizia a balbettare, a fremere, a camminare intondo scompigliandosi i capelli.
- Io....io..Bella, non puoi desiderare di morire! Cosa farò io se dovesse succederti qualcosa! Quella..cosa..potrebbe farti del male! Non essere sempre testarda! - sbotta poi all'improvviso. Bella nasconde il viso nel mio petto, la sento singhiozzare. Se per Edward questo è un possibile segno del suo cedimento, per me invece non è altro che una causa in più per combattere.
- Quella cosa, Edward? E' un bambino! Non una cosa! - urlo stringendo ancora Bella a me. Edward soffoca un ringhio per non spaventare sua moglie, ma non ce la fa.
- A te non importa nulla di lei, Rose! Non ti importa se morirà! -. Si, è vero. Ma ormai ho fatto una promessa.
- Non sono così superficiale ed egoista da non curarmi della sua vita, Edward..ma se tu adesso uccidi questo bambino, lei vivrà per l'eternità, si, come vuoi tu..ma vivrà nel rimpianto costante di quello che ha perso...e sarà tutta colpa tua.... - dico lentamente, sperando di colpire nel segno. E forse, almeno un pò ci riesco. Non voglio dargli tempo di pensare. - Le ho fatto una promessa..e non ho intenzione di romperla...sono disposta a tutto, anche a dare la vita.... - dico in un sussurro.
Ed è il colpo di grazia. Edward si volta a fissare Bella negli occhi. E nei suoi, neri come la pece, arde il fuoco dell'inferno.
- Bella.... - la implora.
- Scusami, Edward...ma te lo prometto, un giorno mi ringrazierai... - sussurra lei debolmente. Poi si avvicina al mio orecchio. - Rose...mi sento male, credo di aver bisogno del bagno... - mi dice piano. Annuisco, scortandola verso il piano superiore.
Tenerla stretta, avvertire il suo calore, sentirla così debole, mi fa sentire.....madre.
Per la prima volta, sono responsabile di una vita. Di un essere umano che dipende da me.
E mi convinco, che alla fin fine non lo sto facendo solo per il bambino.
No, lo sto facendo anche per me.
Perchè adesso mi sento madre.
Perchè per un pò..beh, Bella sarà la mia piccola, debole bambina.

   
 
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