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Autore: Prue786    19/04/2009    1 recensioni
Il sole, il mare, il relax... ci sono davvero tutti i presupposti per una splendida crociera, ma non è così che la pensa Nathan, in vacanza con i genitori. Sarà costretto a cambiare idea quando si ritroverà a scontrarsi con qualcosa che crede al di sopra delle proprie possibilità... e allora la noiosa crociera sarà solo un bel ricordo.
Genere: Generale, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 12- La fine della nostra avventura?

 

“Perché stai scappando?” Chiede una voce affannata alle spalle del ragazzo.

Nathan si sente gelare, si morde un labbro e mette una mano sulla testa di Isabel.

“Nathan…” sussurra la bambina cercando di alzare lo sguardo sul giovane, che rimane immobile.

“Tu! Girati… lentamente!” Esclama una seconda voce, con aria autoritaria.

Il ragazzo rimane fermo; con i piedi che sembrano esser diventati una cosa sola con il terreno.

“Ehi, hai sentito o sei diventato improvvisamente sordo?” La voce ancora lievemente affannata ritorna a farsi sentire.

“Nathan…” La voce di Isabel si abbassa ancora un po’.

Il ragazzo respira a fondo e muove un passo indietro prima di voltarsi, lentamente. Deglutisce e fissa i due uomini davanti a lui, i corpi che si stagliano come due macchie scure nella semioscurità della foresta. Lo sguardo saetta velocemente dai volti agli oggetti puntati contro di loro che mandano deboli luccichii alla luce della luna.

“Dove credevi di andare, tu?” Urla il tipo con la coda, avvicinandosi di scatto ai due e afferrando Nathan per un braccio; con un violento strattone lo fa cadere contro un albero.

Il giovane si limita a raddrizzarsi, poggiando la schiena contro il tronco e lanciandogli un’occhiata poco amichevole.

“Perché ti ha buttato per terra?” Chiede Isabel alzando di poco la testa: “Sono cattivi?... Loro hanno detto che mi portano da mamma…” Si allontana ancora di più da Nathan per cercare di guardare i due uomini: “È vero che mi portate da mam…”

“Basta…” Sibila il giovane con i capelli lunghi afferrando Isabel per i capelli: “La devi piantare, hai capito?”

Nathan reagisce senza pensare: si sposta in avanti e afferra di scatto il polso dell’altro: “Lasciala!” Urla fissando l’uomo che risponde stringendo ancora di più la presa mentre al bambina comincia a lamentarsi e gli occhi le si riempiono di lacrime.

“Ti ho detto di lasciarla!” Nathan serra ancora di più le dita; avverte le unghie entrare nella pelle dell’altro che, con una smorfia, lascia Isabel. Di rimando il ragazzo allenta la presa sul polso riuscendo a notare i segni rossi lasciati sulla pelle chiara.

“Idiota!” Urla l’uomo prima di colpirlo in pieno volto.

Il giovane, preso alla sprovvista, incassa il colpo senza riuscire a far nulla e sbatte con la testa contro il tronco.

“Cattivo!” Isabel nasconde il viso contro la maglia di Nathan e prende a singhiozzare mentre l’uomo le lancia un’occhiata avvelenata: “Piccola moccio…”

“Ehi, piantala!” L’altro uomo, che fino a quel momento ha assistito alla scena in silenzio, fa qualche passo in avanti e guarda il gruppo facendo oscillare distrattamente la pistola che ha in mano.

“Che cosa?” Ringhia il più giovane alzandosi e fissandolo con rabbia. 

“Ma non lo vedi che sono due sfigati?!” Alza le spalle ed indica Nathan ed Isabel con un cenno del capo.

L’altro si imbroncia e mugugna qualcosa spostando lo sguardo sulla sua arma.

“Eccovi!”

I due si voltano e l’uomo rasato esclama, in direzione dei due compagni che stanno arrivando: “Ce ne avete messo di tempo!”

“Già…” Ansima il tipo che ha ancora la sigaretta in bocca: “Ma…” si ferma, fa due tiri e poi riprende: “Non siamo giovani come voi…” Si volta a guardare il compagno dietro di lui che si limita ad annuire, con una mano poggiata ad un albero.

Nathan guarda i quattro e avverte un brivido lungo la schiena. Ha una voglia matta di piangere e non per il ceffone ricevuto, ma si limita a tenere più stretta a sé la bambina. Vede i quattro che si scambiano ancora qualche battuta; il tipo rasato ha cominciato improvvisamente  a parlare dei danni del fumo mentre i nuovi arrivati si sono poggiati a degli alberi a riprendere fiato. Il più giovane fra loro, invece, ascolta a braccia incrociate, apparentemente interessato alla vegetazione. Nathan si guarda intorno prima di ritornare a fissare i quattro che in quel momento guardano altrove.

“Forse potrei farcela…” Il pensiero folle gli attraversa la mente mentre un singhiozzo di Isabel gli fa abbassare lo sguardo su di lei. Nathan si morde il labbro inferiore e cerca di sistemarsi meglio contro l’albero; prova ad alzare leggermente una gamba dal terreno, lo sguardo che passa velocemente dai quattro uomini alla via di fuga fra gli alberi. “E se non riuscissi a correre abbastanza velocemente?” Si chiede con una nota di panico alla quale il corpo risponde immediatamente con un tremito.

I suoi occhi corrono automaticamente a cercare le pistole in mano agli uomini: “Ma se non faccio qualcosa…” Abbassa nuovamente lo sguardo sulla bambina che ha in braccio.

“Allora, cos’abbiamo qui?”

Le parole lo fanno sobbalzare e irrigidire di colpo. Continua a tenere lo sguardo basso mentre sente il rumore di passi che si avvicinano.

“Ehi, ragazzo, sto parlando con te!”

Nathan alza gli occhi e sbatte le palpebre mentre il fumo della sigaretta gli oscura per un attimo la vista. Trattiene il fiato fin quando l’uomo non si allontana.

L’altro mette le mani sui fianchi e lo fissa con un mezzo sorriso: “Perché sei scappato, ragazzo? Non volevamo fare niente a te e alla tua sorellina!”

Nathan rimane in silenzio a fissare l’uomo che giocherella distrattamente con la pistola, tenendola con entrambe le mani.

“Avanti, finiamolo!” Esclama di botto il giovane col codino, camminando nervosamente avanti e  indietro.

“Se c’è qualcuno che deve smetterla, quello sei tu!” Sbotta l’uomo rasato lanciando un’occhiataccia a tutti i presenti e incrociando le braccia al petto.

Nathan deglutisce stringendo un pugno.

“E va bene…” Sbuffa il tipo più vicino a lui, togliendo la sigaretta dalla bocca e lanciandola a terra. Porta una mano sulla tasca posteriore e ne estrae un oggetto cilindrico e nero non più grande di dieci centimetri.

Un nodo alla gola ferma il respiro di Nathan che spalanca gli occhi spostandosi in avanti: “No!... a-aspettate...” La sua voce è allarmata e leggermente stridula.

L’uomo inarca le sopracciglia.

“Aspettate!” Ripete il giovane respirando velocemente con un peso sempre più opprimente sul petto. Gli occhi non riescono a spostarsi dall’oggetto nero che il tipo sta avvitando alla bocca della pistola.

“Sì, certo!” è la laconica risposta dell’uomo che annuisce con un sorriso ironico in volto.

“No, vi prego, io...” Nathan guarda disperatamente gli altri tre uomini, in cerca di aiuto. La voglia di alzarsi e scappare è tanta, ma sembra che le forze lo abbiano abbandonato. Le gambe gli tramano e anche volendo non riuscirebbe ad alzarsi. Avverte Isabel che si stinge più forte a lui e istintivamente abbassa lo sguardo su di lei: “Vi prego…” Ritorna a parlare alzando nuovamente lo sguardo sull’uomo davanti a sé: “Lasciatela stare! Vi prego, è… è solo una bambina…” La voce si fa ad ogni parola più flebile: “È innocua…” Sussurra non riuscendo più a parlare con voce ferma: “Siamo tutti e due innocui…” Bisbiglia con voce impercettibile.

Lo scoppio di risa che segue alla sue parole gli fa accapponare la pelle. Fissa l’uomo davanti a sé senza riuscire a fare altro. Lo vede alzare l’arma contro di lui e non riesce più a tenere gli occhi aperti. Abbassa la testa e stringe ancora di più gli occhi le palpebre sente una voce calma esclamare: “Addio!”

Uno scoppio… un attimo di silenzio e poi un secondo scoppio e un terzo.

Nathan avverte il cuor battere all’impazzata; premere contro il petto quasi a fargli male. Avverte Isabel avvinghiata alla sua maglia; le sue braccia la circondano completamente. Ha gli occhi serrati e avverte qualcosa di umido farsi lago fra le palpebre abbassate. Rimane immobile, ma gli istanti passano e non avverte dolore; niente di niente.

“È… è già finita?” Pensa, incredulo, ma qualcosa gli dice che non è così. Sente qualcuno che mugugna vicino a lui, molto vicino, e la guancia sinistra è ancora indolenzita, là dov’è stata colpita. Avverte il respiro della bambina vicino a sé e si decide a socchiudere gli occhi. Prima di potersi rendere conto di quello che sta succedendo, viene afferrato per un braccio.

“Muoviti, alzati!” Una voce che sembra essere lontanissima.

Qualcuno lo tira su di peso e Nathan si ritrova a barcollare un attimo prima di poggiare la schiena all’albero; ha ancora le gambe che gli tremano e non capisce cosa stia succedendo. 

“Muoviti, avanti!”

Una mano lo afferra e lo strascina fra gli alberi.

Il giovane si gira indietro, ma non riesce a vedere nulla. Torna subito a guardare in avanti: un senso di nausea lo colpisce all’improvviso, non sa se per lo spavento, il sollievo o altro.

Un nuovo colpo di pistola, alle sue spalle, lo fa sussultare; l’unica cosa che vuole, ora è allontanarsi da quel posto. Ordina alle sue gambe di muoversi più velocemente, ma qualcosa non va per il verso giusto. Il giovane rallenta, incespica sul terreno ed è costretto quasi a fermarsi, respirando a fatica: “Merda!” Sibila stringendo i denti. La mano che l’ha trascinato via torna a serrarsi intorno al suo braccio. Nathan alza lo sguardo sul proprietario respirando affannosamente, con il sudore che, impietoso, gli imperla il viso. I suoi occhi incrociano per un attimo quelli scuri dell’uomo che ora gli è davanti. Socchiude le labbra, ma prima che possa fare altro, il tipo lo lascia andare e muove qualche passo tornando indietro.

Un nuovo colpo di pistola, più vicino.

Nathan rimane immobile a fissare le spalle larghe dell’uomo mentre quest’ultimo solleva la pistola e fa fuoco.

 

 

 

 

per Araluna: ciao!!! E dopo più di un mese rieccomi qui ^^ ritardo dovuto in parte alla laurea e in parte all’apatia che è sopraggiunta dopo ^___^

 Ehhh le cose non si mettono affatto bene, ma ho quasi finito di trattar male il povero Nathan (Isabel non la maltratto troppo…^^)... infatti mancano solo due capitoli alla fine (o almeno credo^^). Alla prossima! Baci baci!

   
 
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