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Autore: coux    19/04/2009    2 recensioni
cosa succederà dopo? che fine faranno i nostri personaggi dopo Beaking down? e Renesmee? mi sono sbizzarrita con la fantasia... p.s: la trama mi ha aiutato a scriverla la mia amica Giulia, quindi un grazie enorme per il suo splendido aiuto!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Iproblemi fioccano a migliaia

I problemi fioccano a migliaia

 

Eccomi con un nuovo capitolo!!! Spero vi piaccia. Questo è uno dei capitoli più importanti della mia fic, soprattutto per la fine. Inoltre è l’ultimo capitolo visto dal punto di vista di Renesmee. Non vi resta che leggere, e magari lasciare un commentino…. Buona lettura…

Ah, dimenticavo i ringraziamenti a chi ha messo la mia storia tra i preferiti! Eccoli qui:

1 - antimarella94 
2 - aras95 

3 - Aurora_Cullen 

4 - bellemorte86 

5 - bizzo

6 - cesarina89 

7 - Confusina_94 

8 - dahlia3vFA 

9 - damaristich 

10 - elis_cullen 

11 - fedev82 

12 - franci_cullen 

13 - Gio_Cullen 

14 - giugiu182 

15 - kira988

16 - lalla22 

17 - lilly3 

18 - Lithia del Sud 

19 - Lucky_Didi 

20 - Manyu

21 - Mapi 

22 - NIKEHOPE90 

23 - Padfoot_07 

24 - patu4ever 

25 - rebby 

26 - sara2087 

27 - SaraMasenCullen 

28 - scimmietta95

29 - sexy_eclipse 

30 - skater4ever 

31 - tuxe 

32 - valeEfla 

33 - veliva 

34 - _ki_ 

35 - _Nessie_ 

 

E a chi ha messo la storia tra le seguite:

bizzo


Un grazie particolare a chi recensisce ( non smettete di farlo, quindi lasciate un commentino) e a chi mi segue fin dall’inizio.

Buona lettura!

 

 

Erano già passati due giorni dalla partenza di Alec, e di loro nessuna notizia. I telegiornali continuavano a parlare di quegli omicidi, ma non erano ancora riusciti a capire chi o cosa fossero i cadaveri.

Io ero a pezzi, non avevo fame, non avevo sonno, non avevo voglia di compagnia, non avevo voglia di niente. Avevo solo voglia di rivedere Alec. Alec…al solo pensiero il mare di acqua salata ricominciava a sgorgare dai miei occhi. Rimasi sorpresa pure io dal fatto che non avevo ancora terminato tutte le lacrime.

Mi rintanai nella mia stanza, dopo aver passato due ore di silenzio con Seth. Volevo stare sola con i miei pensieri, con le mia paure. Dopo un po’, la solitudine ti si fa amica, e cominci a starci bene. E alla fine, impari ad amarla e a rispettarla, senza temerla. Ma io ero ancora agli inizi, e la prospettiva di rimanere sola per sempre, mi attanagliava lo stomaco. In quei momenti, c’era Jacob con me, lo sapevo meglio di chiunque altro. Lui non mi lasciava mai quando era vivo, non mi lascerà sola ora che è morto.

Girai tra le mie cose, senza sapere bene cosa volevo fare. Leggere? No. Guardare la Tv? Assolutamente no. Ascoltare la musica? Un suicidio. Non mi sarei mai sottoposta al supplizio di ascoltare i lamenti dei cantanti per un amore perso o ritrovato, almeno non nello stato in cui mi trovavo.

Che fare? Aspettare. Non è male come idea. Si passa la vita ad aspettare, e questo era un buon momento per attendere. Ma che cosa? Il ritorno di Alec? No, quello non era da attendere, ma da pretendere. La morte? Direi proprio di no, nel mio e nel suo caso. Oddio, se si vuole essere pessimisti, nel suo caso potrebbe essere… ma che dico? No, nessuna morte. Devo ancora uscire da quella di Jake. Un filo di speranza? Questa mi piace. Penso proprio che attenderò la speranza. Di che?

Basta, questi ragionamenti rischiano di friggermi il cervello. Aspetterò, una qualsiasi cosa, solo per poter ingannare il tempo che ancora mi tiene lontana da Alec.

<< posso? >>

Cosa? Ma come…? Lei no! Sto già da schifo e lei viene a girare il coltello nella piaga! E non lo gira poco, ma li fa fare un bel giro 360°!

<< si, entra… >> mi ritrovai a dire. Non sono stata io! La mia bocca si è alleata con le mia corde vocali! Stanno mettendo in atto un complotto contro di me! Non sono più sotto il mio controllo…

<< allora, che fai di bello? >> chiese Jane.

<< niente… >>. almeno qualcosa che giocasse a mio favore e non contro di me. Adesso, dato che non sto facendo niente, la conversazione si concluderà amichevolmente e se ne andrà… spero.

<< bene, perché vorrei parlarti. >> disse lei, sorridendo.

Sorriso malefico! Sono in trappola. Il complotto è perfettamente riuscito. Ora capisco cosa provò Giulio Cesare. E forse a lui andò relativamente meglio di come andrà a me.

<< di cosa? >>. Oddio! Avrei dovuto dire che non avevo niente da dirle, così se ne sarebbe andata! Alec? Amore? Torna presto, ti prego! Se no va a finire che non ci rivediamo più… comunque la cosa è sleale: lei una vampira, io lo sono solo per metà! E mo’ che faccio?

<< so bene che tra di noi non corre buon sangue… anzi, direi veleno. Ci tenevo solo a dirti che voglio bene a mio fratello, e so che anche te gliene vuoi. Quindi, mi impegnerò a volere bene anche a te >> disse lei, senza respirare.

Eh? Sta scherzando, ne sono sicura… magari ha battuto la testa violentemente e ora ha qualche problema… direi che questa è l’ipotesi più accreditata.

<< che c’è? Perché mi guardi così? >> chiese lei, notando la mia espressione.

<< e me lo chiedi? Insomma, entri in camera mia, mi fai notare che tra di noi non corre buon… veleno, e infine mi dici che ti impegnerai a volermi bene… secondo te dovrei annuire come niente fosse o ho pure il diritto di sconvolgermi? >> dissi, quasi urlando.

Lei non disse nulla, ma annuì leggermente con la testa.

<< perché? >> le chiesi.

<< cosa? >> chiese a sua volta.

<< perché mi hai detto quelle cose? >>

<< perché è stato Alec a chiedermelo. Direi che più che altro me lo ha fatto capire… che avevo torto. Pensavo che tu fossi una di quelle ragazze che parlano come le galline e che si comportano come oche. Insomma, una specie di ibrido. >> disse lei, abbassando la testa in segno di vergogna per ciò che stava dicendo.

<< bè, ci sei andata molto vicina: umana e vampira… un ibrido… te lo ha detto prima di partire? >> chiesi, tanto per fare una domanda, e non per vero interesse.

<< no, pochi minuti fa >> rispose lei, con un’alzata di spalle.

<< che cosa? >>

<< me lo ha detto qualche minuto fa… >> ripeté lei.

<< è tornato? >> chiesi con un filo di voce.

<< si, circa venti minuti fa. Per il momento abbiamo accesso alla sua camera solo noi Volturi e Carlisle. È conciato male… >> spiegò lei.

<< ma sta bene, insomma? >>.

Dire che ero agitata sarebbe stata la bugia del secolo: ero più che agitata. Nello stomaco mi sentivo uno stormo di colibrì impazziti, il cuore leggero come una piuma, la mente che andava a mille…

<< voglio vederlo >> dichiarai, non ammettendo repliche.

<< ma… >>

<< niente ma >> la interruppi io << voglio vederlo >>

E così dicendo, uscii dalla stanza. Mi diressi velocemente alla sua stanza ed entrai senza bussare.

Si voltarono tutti verso di me. Tanto se mi mandano fuori rientro.

<< vieni, entra >> mi disse Athenodora.

<< non mi mandate fuori? >> chiesi sorpresa.

<< nessuno ti manderà fuori, cara. >> mi rassicurò lei.

<< piuttosto usciamo noi. >> aggiunse Carlisle.

Gli sorrisi, mentre uscivano. Quando l’ultimo si fu chiuso la porta alle spalle, il mio sguardo guizzò verso il letto. Mi avvicinai, senza staccare gli occhi dal volto di Alec. Un volto sporco di veleno e terra, devastato dal dolore e dalla paura. Doveva esserci stata una battaglia, o qualcosa del genere.

<< amore… >> sussurrò lui, quando mi sedetti sul bordo del letto.

<< shh… tranquillo. So che non puoi dormire, ma cerca comunque di riposare, ne hai bisogno. >> dissi io dolcemente. Avremmo avuto dopo il tempo per parlare.

<< ti amo >> disse lui, prima di chiudere gli occhi e abbandonarsi ad un sonno apparente.

 

Erano due giorni che era tornato Alec, ed erano due giorni che a casa c’era un trambusto degno di un matrimonio. Peccato che non c’era nessun lieto evento da festeggiare.

<< hey >> mi salutò zia Rose, andandosi a sedere vicino a me, sull’erba.

<< hoi >> la salutai. Che grande conversazione!

<< come stai? >> chiese lei, dopo vari secondi di silenzio.

<< bene >> risposi.

<< sicura? >> chiese lei, guardandomi con fare apprensivo.

<< sicuro. Sono solo un po’ confusa, e a quanto pare nessuno vuole darmi delle risposte >> dissi io, amareggiata fino al midollo.

<< io posso risponderti >>

<< davvero? >>

Lei non rispose, ma mi guardò come per dire: “mettimi alla prova”.

<< cosa sta succedendo? Cosa è successo a Volterra? Perché è tornato solo Alec? >>. E queste erano solo le più importanti di domande che mi assillavano.

<< una cosa per volta. Allora, primo. Sai bene che ci sono dei mannari che danno la caccia ai Volturi. Sospettiamo che sia una specie di vendetta contro Caius, in particolare. Per il momento, nemmeno noi sappiamo altro. Secondo. A Volterra i poliziotti hanno ritrovato i cadaveri dei vampiri scomparsi. La squadra A doveva andare a fargli sparire e a recuperare i campioni prelevati dalla scientifica. Ci sono riusciti, ma mentre stavano per tornare, i licantropi li hanno sorpresi. È stata una strage. Alec è riuscito a salvarsi a pelo grazie al suo potere. E con questo, credo di aver risposto a grandi linee alle tue domande.

<< passiamo al secondo round. Perché mi sento strana con Alec? >> chiesi, in pieno imbarazzo.

<< in che senso? >> chiese lei, confusa.

<< non lo so. È solo che mi sembra di starci insieme da una vita. O meglio, mi sembra che i nostri sentimenti siano stati coltivati per anni, e ora sono fortissimi. Il problema è che sono passate solo alcune settimane. >> ora mi sentivo come un peperone, e sicuramente il colorito che mi invadeva la faccia non faceva trasparire che vergogna.

Lei mi guardò per un attimo, poi scoppiò a ridere. Ecco, lo sapevo: sono matta.

<< è normale. I vampiri solitamente hanno questo tipo di emozioni verso il compagno. Come sai, noi rimaniamo uniti al partner per tutta la vita, fino alla morte. Ed è rara la volta che dopo la morte di uno, ci si trovi un nuovo compagno o compagna. Il sentimento è forte perché tu e Alec probabilmente siete fatti l’uno per l’altra, per l’eternità. >>

Eternità? Che strana parola… non suonava per nulla bene nelle mie orecchie…

<< bè, se non c’è altro, io andrei da Emmett… >> disse lei, sorridendo.

<< grazie della chiacchierata… >> dissi, sorridendo a mia volta. Ma il mio sorriso era più forzato del suo: per me, non c’era nulla da ridere.

Paura Renesmee? Chiese una vocina acida nella mia testa. Paura di dover passare un’eternità con Alec?

Cercai di ignorarla, concentrandomi sui fili d’erba che mi circondavano. Scorsi delle formiche alla ricerca degli ultimi granelli di cibo, per superare l’inverno. Per loro era tutto facile. Nascevano, mangiavano, lavoravano, dormivano, morivano. Niente relazioni particolari, niente problemi.

D’altro canto, i problemi erano l’essenza che avevano formato la mia infanzia poco vissuta e tanto veloce. Ripensai a tutta la mia vita, la mia breve vita, a Jake, a Leah, ai licantropi, alla mia famiglia. Di problemi ne avevo sempre avuti, ma mai così tanti da quando era morto Jacob. Mai.

Decisi di tornare in casa, anche se non ero certa di come passare il tempo. Probabilmente avrei fatto una partita a qualche cosa, ingannando il tempo.

Una cosa sola era certa: meno avrei visto Alec, meglio i problemi se ne stavano rintanati in un angolino, senza fare capolino nella mia mente. Avevo bisogno di non vederlo, così non avrei pensato alla parola che rimbombava nella mia testa. Eternità. Era come la miniera dei sette nani, e tutti quanti lavoravano colpendo le pietre nella mia testa, senza mai fermarsi. Eternità Eternità Eternità Eternità Eternità Eternità Eternità. Basta. Al diavolo i sette nani! Vi mando in pausa pranzo, o cena, data l’ora…!

 

Non avevo azzaccato con quello che avrei fatto: Seth era già andato a dormire. Secondo Carlisle gli era salita la temperatura del corpo, facendogli usare un bel po’ di energie. Mai saputo che i licantropi per mantenere la temperatura elevata utilizzavano energie. Va bè, ora lo sapevo. Ora però mi sorge un dubbio. È per questo che i freddi sono sempre riposati e non dormono: perché non hanno temperature alte del corpo?

Salii le scale, volevo stare un po’ con zio Jazz. Era da un po’ che non parlavamo, dalla famosa pizza al parco. Avevo bisogno di stare con lui e sentirmi meglio, anche senza dover spiegare nulla: bastava il suo potere. E che potere! Mentre salivo incontrai Alec, che piano piano scendeva al piano di sotto: era ancora debole e ferito. Strano che le ferite non si fossero ancora rimarginate. Mi guardò sorridendo; risposi con un mezzo sorriso.

<< Renesmee, stasera stiamo un po’ insieme? Magari ci guardiamo un film. >> chiese lui, arrivando un gradino sopra di me.

<< mi spiace, ma sono molto stanca. Preferisco andare a dormire. Magari un’altra volta >> e gli stampai un bacio veloce sulla guancia.

Eternita Eternita Eternita…

Sta zitta! Urlai nella mia testa alla vocina. E più ci pensavo, più quella voce assomigliava a quella di Jane. Magari mi sbagliavo…

Arrivai all’inizio delle scale in un batti baleno, senza voltarmi a guardare Alec: l’unica cosa che sapevo era che era rimasto fermo, visto che non l’avevo sentito scendere le scale.

Entrai in camera di zio Jasper e zia Alice. Se fosse stata la camera degli altri due zii, mi sarei preoccupata di bussare prima, ma in questo caso non ce ne era bisogno. Trovai zio a leggere un libro di filosofia… indiana?... e zia che si provava dei vestiti, gettandoli poi sulla sedia se non erano di suo gusto, appoggiandoli poi sul letto ordinatamente se erano di suo gusto. Mi misi sul letto vicino allo zio, appoggiando la testa sulla sua spalla fredda e muscolosa. Intravidi alcune parole del libro, che messe assieme erano senza senso, per me, e la vista piano piano cominciava a incrociarsi, facendo diventare le pagine bianche con ghirigori grigi e neri.

<< NO! >> urlò zia Alice, lasciando cadere tre abiti blu di seta, Coco Chanel.

In un battito di ciglia zio Jasper era già vicino a lei, lo sguardo della vampira immerso nel vuoto. Aveva una visione, e non doveva essere molto piacevole.

Appena tornò in se, guardò profondamente negli occhi il compagno, e se avesse potuto piangere, avrebbe allagato la stanza di lacrime salate.

Poi, confusa più che mai, si allontanò e disse:

<< devo fare una cosa, non aspettatemi >>

<< ma >> cominciò di Jasper, ma non riuscì a finire che Alice si stava già allontanando dalla casa, e la sentii correre tra la foresta, veloce e silenziosa.

  
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