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Autore: piglet    07/07/2016    6 recensioni
Inghilterra di fine ‘700, regno incontrastato dei pirati.
Una serie di coincidenze porterà nientepopodimeno che Daphne Greengrass, la figlia del potentissimo commodoro e la sua fidata dama da compagnia Hermione Granger a bordo de La Fenice, il Galeone pirata più famoso dei mari del nord. Resisteranno le due belle fanciulle in balia dei terribili pirati? E com’è che a Capitan Malfoy quella ragazza così saccente e petulante sembra tanto familiare?
Mappe del tesoro, battaglie all'ultimo sangue e canti pirateschi caratterizzeranno un’avventura che li trascinerà per tutti gli oceani.
[Pairing: Draco Malfoy/Hermione Granger; Blaise Zabini/Daphne Greengrass]
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Land Again
- Di nuovo a terra -




 
Quella mattina il cielo era contornato da minacciosi nuvoloni neri che non promettevano nulla di buono, e il vento che soffiava da ovest cullava tra le onde il vecchio galeone pirata che procedeva, lento ma inesorabile, verso l’isola di Hogwarts.
Il Capitano della Fenice si svegliò di buon’ora, e fu estremamente sorpreso quando allungato il braccio sinistro, non trovò nessuno a cui rubare le coperte. Accese la candela sul comodino, appoggiò meglio la schiena al cuscino per tirarsi su e si guardò intorno, ma della Granger nemmeno l’ombra. In men che non si dica una sgradevolissima sensazione lo invase – delusione, avrebbe sicuramente diagnosticato Blaise, ma fortunatamente per lui, il suo Comandante non era a portata d’orecchio –.
Perché avrebbe dovuto aspettarsela ancora al suo fianco, dopo tutto? Non che avessero un accordo o qualcosa di simile, no? Doveva essersene andata quando lui dormiva profondamente, perché non si era reso conto di nulla. Probabilmente aveva preferito tornare a dormire in camera con Daphne.
Quante volte aveva voluto – letteralmente sperato – che le donne con cui aveva passato la notte, il mattino seguente scomparissero senza tante storie. A volte era anche successo, e l’unica sensazione che ricordava di aver provato era sollievo. Gratitudine, forse. Ma mai quel pungente fastidio.
Cioè, lui le offre il suo letto, posto che donne di mezzo mondo pagherebbero per occupare, e lei non solo gli dà a stento il bacio della buonanotte, ma se ne va pure di straforo? Inaudito!
Ben deciso a ripagarla con la stessa moneta, fece per alzarsi dal letto, ma in quell’istante qualcuno entrò nella stanza.
“Oh bene, sei già sveglio” lo salutò Hermione con voce allegra chiudendosi la porta alle spalle, non più attenta a non far rumore “ero andata a prendere delle bende per cambiare la fasciatura” continuò, sventolando nella mano sinistra le bende in questione. Il Capitano, che nel momento stesso in cui l’aveva vista entrare aveva deciso di riservarle solo indifferenza, a suo avviso l’acerrima nemica di tutte le donne, si trovò suo malgrado a fissarla senza sapere bene cosa dire.
Non gli era passato nemmeno per l’anticamera del cervello che potesse essere andata anche solo in bagno. No, per lui doveva per forza essersene andata, scappando di notte come una ladra pur di non stare più lì con lui. Malfoy si trovò a pensare che forse in fondo aveva ragione Zabini, e che lui era giusto un pochino paranoico. Registrato il pensiero, fu grato per la seconda volta nell’arco di pochi minuti che il Comandante fosse intento a fare tutt’altro, perché mai gli avrebbe dato la soddisfazione di dargli ragione, non su quel frangente per lo meno.
Hermione nel frattempo era rimasta in attesa di un qualche segnale che le indicasse la recezione del messaggio da parte del suo interlocutore, e stava cominciando leggermente a scocciarsi di stare lì ferma con le bende in mano come un’idiota.
“Malfoy, hai per lo meno sentito quello che ti ho detto?” domandò allora la ragazza. Che il capitano in realtà stesse ancora dormendo? Forse era sonnambulo.
“Sì…sì scusa Granger…è che…mi hai sorpreso, ecco” rispose Draco, riportato alla realtà dalle sue parole.
“Sono io ad essere sorpresa, adesso.” Esclamò sgranando gli occhi “Il grande Capitan Malfoy che chiede scusa? E prima delle otto del mattino!” rise in risposta allo sguardo confuso del giovane.
“Ecco appunto, vedi di non abituartici” ribatté lui con un sorriso impertinente stampato in volto.
“Ora ti riconosco già di più” commentò lei, prima di avvicinarsi per cambiargli la fasciatura.
 
Poco prima dell’ora di pranzo, la vedetta annunciò l’avvistamento dell’isola, e nel primo pomeriggio la nave riposava a Gryffindor Bay, pronta per essere rimessa in sesto.
Tutta la ciurma, che non scendeva dalla Fenice da parecchio tempo, fu ben lieta di mettere di nuovo piede sulla terra ferma, e non appena fu loro possibile, gran parte dei pirati sparì tra i viottoli del paesino nei pressi del porto.
“Bentornati a casa, ragazzi” disse Blaise colmo di felicità in piedi sul ponte tra Draco e Theo, accarezzando con gli occhi quel panorama così dolcemente familiare.
Hermione non fece fatica a immaginare la felicità dei pirati. Malfoy le aveva spiegato che quella piccola isola in mezzo al mare del Nord era uno dei pochi posti sicuri per loro. Essendo ricercati in gran parte del vecchio continente, quello era l’unico luogo in cui potevano tornare. Col tempo era diventato casa loro, e doveva essere bello tornare a casa dopo così tanto tempo.
Spinte dal vento, le nuvole si muovevano veloci sopra di loro, e le onde s’infrangevano prepotenti sui numerosi moli del piccolo porticciolo. Con gli altri già rifugiati nelle varie taverne, erano rimaste le tre ragazze, i gemelli, Draco, Theo e Blaise, insieme a Anthony e Neville.
“Questa, fanciulle, è Hogsmade” disse Blaise rivolto alle ragazze mentre attraversavano il paesino sicuramente di origine medievale.
Le strette vie ricoperte di ciottoli si diramavano in ogni direzione, e mentre l’allegro gruppetto camminava chiassoso, Blaise e Ginny facevano da Ciceroni alle fanciulle, mostrando loro tutto ciò che ritenessero degno di nota. Fu così che una mezzora scarsa, e qualche chilometro più tardi, le ragazze avevano scoperto che il rum migliore dell’isola lo si trovava alla Testa di Porco, che i dolci più prelibati erano quelli di Madama Piediburro e che per una bevuta tranquilla, I Tre Manici di scopa era l’ideale. Prima di proseguire, i gemelli si dovettero fermare da Zokno, un’apparentemente innocua bottega, ma ideale per i rifornimenti di armi e polvere da sparo.
Mentre gli altri erano fuori ad aspettarli, un gruppetto di cinque giovani ragazze passò loro accanto. Blaise dovette essersi reso conto solo in quell’istante della bellezza e della particolarità del selciato, dato che si mise a contemplarlo con insistenza, ma le fanciulle, che lo riconobbero senza troppe difficoltà, lo chiamarono a gran voce
“Zabini, caro!” lo salutarono in coro “Era tanto che non passavi a salutarci. Ci manchi, sai? Cos’è, ti sei forse dimenticato di noi?” domandò la più vicina.
“Hem, sono stato molto impegnato, fanciulle” rispose il comandante – sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori – ben attento a non guardare in direzione di Daphne, percependo chiaramente uno sguardo perforargli la nuca, mentre il resto del gruppo, accortosi della situazione, sogghignava di nascosto.
“Vi fermate qualche giorno, Capitan Malfoy?” chiese un’altra rivolgendosi al biondo.
“Sì, giusto il tempo di rimettere in sesto il galeone e ripartire” rispose lui con voce piatta.
“Potreste venire a trovarci una di queste sere, allora” continuò la ragazza ammiccando.
Ben deciso a mettere fine a quella scomoda – soprattutto per lui – situazione, il comandante intervenne “Temo sarà a dir poco impossibile, signorine. Ma non temete! Il giovane Goldstein e i suoi compari saranno più che felici di passare a trovarvi! Dico bene, Anthony?” esclamò prendendo Anthony sotto braccio, come per mostrarlo alle fanciulle.
“Hem, sì certo! Molto volentieri” rispose il ragazzo parecchio in imbarazzo tra i risolini generali.
“Allora è deciso!” concluse allegro il Comandante, giusto mentre i gemelli uscivano dalla bottega, e ben deciso ad allontanarsi da lì riprese il percorso, tallonato da un Theo che riusciva a stento a trattenere le lacrime.
Malfoy prese mentalmente nota di offrire da bere al suo Comandante, sempre che riuscisse ad arrivare vivo a sera, cosa che osservando l’espressione di Daphne, non era assolutamente da dare per scontata.
Continuando a camminare verso la loro meta, il Capitano rifletteva divertito. Guarda come si era ridotto Blaise. L’ultima volta che erano stati lì non lo aveva visto per giorni, impegnato com’era a salutare le sue numerose amiche. Ed ora eccolo lì, con la faccia di un condannato a morte a provare a calmare la cara Daphne, che gli stava lanciando addosso epiteti che avrebbero fatto arrossire il più infimo dei pirati – “Ma Daphne, Tesoro” “Tesorolo dici a quelle gran figlie di buona donna!” –.
Era certo che il suo caro Comandante quelle signorine non le avrebbe viste per un po’ di tempo.
E lui? Gli chiese quella dannata vocina (che quella volta non gli risuonò come quella di Blaise, evidentemente impegnato a risolvere i propri di problemi).
Lui, che in passato aveva avuto modo di conoscerle tutte a fondo, alcune bene quanto il Comandante, non le aveva degnate nemmeno di uno sguardo. Era come se non le avesse neanche viste.
Questo, caro mio, vuol dire che sei fregato!
La voce era tornata ad essere quella di Blaise, evidentemente riuscito a mettersi in salvo su un qualche albero.
La vista di un imponente castello lo sottrasse ai suoi pensieri.
“Questo è il castello di Hogwarts” stava spiegando Ginny a una Hermione particolarmente affascinata “Albus Silente, il pirata di cui vi parlavo, l’ha trasformata in una scuola”
“In una scuola?” chiese sbalordita Hermione “ma è fantastico!”
“Sì, da qualche anno funge da scuola per i figli dei pirati. In questo modo possono imparare a leggere e scrivere, oltre che a maneggiare una spada e a ricaricare un cannone. E poi così i ragazzi che rimangono senza genitori hanno un posto dove stare, magari prima di entrare a far parte di qualche ciurma”.
Incredibile, si trovò a pensare Hermione. Era tutto perfettamente logico, e apparentemente funzionava anche meglio del sistema scolastico inglese!
 
Il gruppo raggiunse l’entrata principale del castello. Il capitano bussò tre volte al pesante portone, una voce dall’altro lato rispose qualcosa di incomprensibile alle orecchie delle ragazze, e dopo un breve scambio di battute tra Malfoy e la voce misteriosa, l’elaborato e pesante portone si aprì.
“Cuginastro! Quanto tempo!” esclamò nuovamente la voce. Un uomo sulla quarantina, decisamente affascinante, molto alto e ben piazzato. Con il Marchio Nero ben in vista sull’avambraccio, e i lunghi capelli castani che cadevano ribelli sulle spalle. Il viso, che un tempo doveva essere stato di una bellezza disarmante, era segnato da qualche cicatrice, che si scorgeva nonostante la barba incolta. L’uomo accolse Draco con un abbraccio, e sorrise allegramente al resto del gruppo. “Ciao Sirius!” lo salutarono allegri Theo e Blaise, insieme al resto della ciurma.
“Ragazzi, ma che bella sorpresa, era una vita che non vi vedevo!”
“Hai proprio ragione, pensa che lo dicono anche le amiche di Zabini” commentò divertito Theo, beccandosi una gomitata da parte di Blaise. Sirius li guardò confuso, mentre il Comandante gli faceva segno di ignorare la cosa.
“A proposito di amiche…” continuò Sirius.
Zabini gli lanciò un’occhiata disperata.
“Chi sono queste due dolci fanciulle che non ho mai visto prima?” domandò curioso il pirata – Blaise riprese a respirare – guardando in direzione di Daphne e Hermione.
“Loro sono Daphne Turner e Hermione Granger” rispose prontamente Theo. Un’ombra rabbuiò per un istante lo sguardo di Sirius, ma prima che qualcuno potesse accorgersene, Theo continuò “e non sai che storia interessante le riguarda!”.
“Sì Sirius, rimarrai sorpreso da una grande notizia, ma prima andiamo da Silente, così non dobbiamo raccontare tutto due volte” s’intromise Draco, riprendendo la guida del gruppo.
 
Percorsi diversi corridoi dell’immenso castello, in cui incrociarono orde di ragazzini urlanti, raggiunsero quello che doveva essere lo studio di Albus Silente. Sirius bussò rumorosamente alla porta, e senza attendere risposta, l’aprì dicendo “Albus, ci sono visite!”.
Un uomo molto anziano, con una lunghissima barba bianca era seduto a una scrivania. Alzò lo sguardo verso la porta. Da dietro dei piccoli occhiali a mezzaluna appoggiati sul naso adunco, due occhi di un azzurro intensissimo sorrisero ai nuovi arrivati.
“Draco, ragazzo mio! Ma che piacere!” esclamò andandogli incontro.
“Ciao Albus, come stai? Ti trovo in gran forma” lo salutò Draco, una volta sciolto l’abbraccio in cui il vecchio pirata lo aveva avvolto.
“Non c’è male grazie, anche io ti trovo bene…”
“Ti prego, non dire che è tantissimo che non ci vediamo, che poi a Zabini prende un colpo” continuò Draco, intuendo quali sarebbero state le prossime parole del pirata.
“Se avete finito coi convenevoli potremmo passare alla parte interessante, quella in cui ci raccontate la grande notizia. A meno che non preferiate tè e pasticcini” s’intromise Sirius fingendosi scocciato.
“Per me alla panna, grazie” rispose prontamente Blaise, che due pasticcini se li sarebbe mangiati più che volentieri.
Draco alzò gli occhi al cielo.
“Possiamo accomodarci da qualche parte, magari in Sala Grande? La storia è piuttosto lunga”
“Eccolo subito che vuole mettersi comodo. Non è che questa storia del Capitano ti ha dato alla testa, eh Draco?” lo prese in giro Sirius “e poi ancora una volta, non avete presentato queste due bellissime fanciulle” continuò il pirata.
“Oh come la fai lunga, Sirius!” si lamentò il capitano, con una punta di divertimento nella voce.
“Albus, queste sono Daphne e…”
“Hermione” concluse per lui Silente.
Per un’istante il piccolo studio cadde in un silenzio irreale, poi il vociare riprese più forte che mai. Daphne e Hermione si scambiarono uno sguardo preoccupato, poi la ragazza guardò d’istinto verso Draco, che passava lo sguardo confuso tra lei e Silente.
“Ma come diavolo...?”
“C-come fate a sapere il mio nome?” chiese Hermione dopo quella che le parve un’eternità.
“Molto semplice mia cara” le rispose sereno il pirata, mettendola subito più a suo agio con il suo sguardo gentile “Perché sei identica a tua madre”.
Se le braccia di Malfoy, comparse dal nulla, non fossero state lì a sorreggerla, probabilmente sarebbe finita a terra.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note alla storia:
 
TA DAAAN!
*Spera che questo finale a effetto stordisca il lettore (sempre che esista ancora) a tal punto da fargli dimenticare il ritardo disumano con cui il capitolo è statp pubblicato*
 
Scherzi a parte, buonasera! Sono tornata! O meglio, La storia è tornata. Io sono sempre stata qui, a buttare un occhio su EFP non appena potevo. Che dire, l’ho trovato un po’ “mortino”, con pochissimi aggiornamenti (vedi la sottoscritta) e nuove storie…Ma forse è solo una mia impressione.
Alors, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Ero tentatissima di concluderlo più avanti, ma tra le spiegazioni della ciurma, e soprattutto quelle di Silente veniva troppo lungo, quindi da brava sadica ho interrotto tutto proprio sul più bello. Tranquilli, nel prossimo – che si chiamerà “The Pirate’s tale” per l’appunto –verranno risolti tutti i vostri dubbi (o quasi).
E poi.....avete visto chi abbiamo incontrato?? Non me la sono sentita di lasciarli a casa ;)
Forza e coraggio gente, ormai mancano 3 capitoli più l’epilogo, tenete duro!!
Vi abbraccio,
Piglet
 
NB: Come mi ha prontamente fatto notare Krys, nello scorso capitolo mi sono confusa e ho scritto “Greengrass” al posto di “Turner”. In questo modo sembrava che Draco conoscesse il vero cognome di Daphne. Ne approfitto per ringraziare ancora una volta Krys, e per specificare che si è trattato di un errore: a bordo solo Hermione e Daphne conoscono il vero cognome di quest’ultima.
Comunque il vecchio capitolo era stato corretto appena l’errore era stato segnalato.
  
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