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Autore: Ray TD    07/07/2016    2 recensioni
Il sequel non ufficiale fanmade di Soul Eater.
Gli Spartoi dovranno di nuovo affrontare una grave minaccia.
Cosa accadrà a loro? Quale sarà la grave minaccia?
Rating Arancione per riferimenti violenti nel secondo capitolo.
Attenzione: La fic può contenere alcune tracce di horror/splatter.
Soul/Maka, Black*Star/Tsubaki e Kid/Liz.
Questa fic precede la fic "5 years later..." e vengono spiegati gli avvenimenti presenti all'interno della fic sopracitata.
Interrotta fino a data da destinarsi
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Soul Eater: After the manga'
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Il gruppo Spartoi fu abbastanza stupito da quello che aveva visto. Il Luna Park abbandonato aveva un’aria sinistra e decadente. La ruota panoramica era arrugginita e aveva un colore rosso acceso con sfumature arancio. Il carosello con i cavalli era oramai più color legno con pittura bianca al posto dei classici colori variopinti. Gli autoscontri avevano la griglia del soffitto che era parzialmente distaccata e stava toccando il pavimento e le automobiline avevano la pittura che si stava lentamente scrostando. Le montagne russe erano ormai ridotte ad una triste struttura di metallo senza colore, dalle luminarie rotte e dai vagoni stinti. Tutto in quel posto aveva sinistre rimembranze del parco divertimenti dove Kid aveva trovato la chiave di Eibon e della città fantasma di Pripyat in Ucraina.
In mezzo a tutto ciò, spiccava un capanno interamente in legno, che sembrava non aver sofferto del peso del tempo, appena sotto la ruota panoramica.
Ciò insospettì i ragazzi che si avvicinarono al capanno con discrezione e, non notando alcun intruso, decisero di entrare all’interno per esaminare la situazione.
Aperta la porta, si trovarono in una stanza quasi completamente buia. La poca luce proveniva dalle finestre ma era come se queste fossero appannate da qualcosa di incrostato che non riuscirono ad identificare sul momento.
Non avendo torce elettriche si dovettero arrangiare con la tenue luce della stanza. Lì per lì non trovarono altro che un tavolino, una poltrona, una cassapanca e un leggio. Black*Star si diresse assieme a Soul nella stanza di fronte alla stanza dove le ragazze erano presenti. Questa aveva le sembianze di un cucinino vero e proprio. Era di un azzurro pallido dato dalle piastrelle della stanza che era abbastanza illuminata e ben pulita. Il ninja si trovò di fronte ad una visione che lo estasiò: Un frigorifero. Lo aprì e si trovò di fronte ad una visione ancor più celestiale: Una montagna di carne stipata in ogni dove.
“Il nostro amico non è un amante delle verdure…” commentò la falce in modo ironico.
“Chissenefrega! Io ho voglia di mangiare carne!” replicò l’amico affamato.
Appena quest’ultimo prese quello che sembrava un cosciotto con tutta la cotenna, l’albino lo fermò: Quella carne non lo convinceva per niente.
“Non ti sembra troppo rosea come carne?” disse all’assassino.
“Sarà maiale!” replicò questo.
“Un maiale con una selva di peli così fitta?”
“Il maiale ha le setole, lo sanno tutti!”
“Si, ma questo mi sembra più un cinghiale che un maiale dati i suoi peli.”
Osservando meglio il cosciotto, Soul notò che era fin troppo magro per essere di un maiale, anche il più giovane. Controllando attentamente il frigo, notò qualcosa che lo gelò sul posto e lo fece gridare di terrore.
Non toccate niente!

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Maka e Tsubaki esaminavano quello che sembrava il salotto e la prima cosa che risaltò alle loro indagini fu la sensazione liscia che avevano quei mobili foderati di cuoio.
“Non ho mai visto un mobile così liscio e vellutato!” commentò allegra Maka toccando la cassapanca.
Tsubaki notò una lampada dal manico bizzarro sul tavolino vicino alla poltrona, anch’esso foderato in cuoio.
“Arte moderna?” pensò la camelia perplessa mentre passava la mano sulla poltrona, notando che pure questa era dello stesso cuoio degli altri mobili.
Maka si avvicinò al leggio e notò che c’era un libro rilegato in una maniera che solo Stein in persona troverebbe elegante: Aveva quattro cuciture lineari di 12 centimetri in corrispondenza dei quattro punti cardinali. Al centro c’era un simbolo che la meister non riconobbe. Fece per toccarlo quando sentì il grido di Soul dalla cucina.

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Nel frigo c’era quello che nessuno della Spartoi o dell’intera Shibusen si sarebbe mai immaginato: Un avambraccio umano mozzato in corrispondenza del gomito. Black*Star mollò subito la coscia che teneva in mano come se fosse fatta d’api.
Al grido, le due ragazze non capirono il perché di questo gesto e chiesero spiegazioni.
“Maka, abbiamo appena visto un braccio e una coscia umane mozzati in quel frigorifero!” spiegò la giovane falce della morte ancora incredulo.
Appena il cielo si schiarì leggermente dalle nubi che prima lo coprivano, si notò la stanza in tutto il suo “splendore”:
Tutti i mobili erano foderati di pelle umana cucita. Nessuno escluso.
Le pareti erano tappezzate di macchie di sangue ormai secco come una macabra imbiancatura.
Il libro sul leggio era rilegato con pelle umana, così come i mobili, e aveva una dicitura incisa indecifrabile sul momento.
Pure la finestra era ricoperta di sangue secco, dando all’intera stanza una sinistra luce rossastra.
E la lampada sul tavolino aveva il manico ricavato da una colonna vertebrale umana.
I ragazzi non ebbero alcun dubbio: La casa era di un maniaco cannibale e omicida. Maka prese con sé il libro dal leggio e, assieme ai suoi amici, fuggirono via da quel capanno degli orrori per tornare a casa e riferire a Kid l’esperienza terribile.

 
Un’ora dopo, una figura sarebbe rientrata nel suo capanno e avrebbe trovato solo una cosa che mancava all’appello: Il suo libro sul suo leggio. Prese dalla sua tasca un piccolo carillon a molla e lo caricò tra le sue mani con un diabolico sorriso raggelante sulle sue labbra.

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Salve!
Come avete potuto vedere...mi sono sbizzarrito nella descrizione dell'ambiente della figura misteriosa.
Ecco, come di consueto, il mio FAQ anticipato per evitare le domande nelle recensioni:
1) Cosa è Pripyat?
Domanda interessante. Pripyat è un paesino fantasma situato vicinissimo a Chernobyl. Capirete pure voi il perché sia fantasma. Fatto curioso: C'era un luna park che doveva essere inaugurato per una festa, ma non è mai stato inaugurato per via dell'incidente.
2) Perché solo la cucina è illuminata?
Semplice: Il proprietario ha lasciato la luce accesa. Nulla di stupefacente.
3) Il libro rilegato con la pelle umana da dove l'hai preso?
Avete presente il Necronomicon? Quello. Ma non è il Necronomicon, giuro.
4) Perché fuggire via?
Fuggireste pure voi in una situazione del genere.
5) Quali problemi ti affliggono per aver partorito un killer del genere?
Nessuno. Mi sono ispirato pesantemente ad Ed Gein, il macellaio di Plainfield (Guardate il video sul canale "Fuoco di Prometeo" che merita), per la figura misteriosa. Ah, la lampada fatta con la colonna vertebrale esiste veramente ed è stata fatta dallo stesso Gein. Non era un killer per stomaci deboli.
Grazie per aver visto la fic, ci vediamo al prossimo capitolo!
Lascerò il rating arancione salvo diverso avviso nelle recensioni.
Probabilmente questa fic potrebbe pure avere un rating rosso.
Se i contenuti non sono idonei, fatemelo sapere sempre con una recensione e provvederò alle opportune modifiche.
Ricordate di recensire questo capitolo!
Ciao!
Ray

 
  
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