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Autore: ChibiMorag    07/07/2016    2 recensioni
DALLA STORIA:
I miei pensieri sono bloccati da un turbinio di verde e rosso che mi fa abbozzare subito un sorriso. Lily Evans. Lei è la figlia dei vicini, ha nove anni come me e i capelli lunghi e rossi. Non le ho mai parlato in vita mia, anche se so tante cose di lei.
[...]
Restiamo un po’ in silenzio, poi lei si volta, dicendo “sono Lily, comunque…” Lo so, vorrei dire, ma poi mi trattengo e rispondo “Ciao Lily, io sono Severus” e sorrido anch’io.
Salve a tutti, sono tornata!
Questa sarà una piccola raccolta di One Shot sul rapporto di Lily e Severus. Penso che la loro sia una delle storie più tristi della saga di Harry Potter, ma allo stesso tempo tra le più belle. Non so precisamente quante saranno le storielle che pubblicherò su di loro, dipende da quello che la mia testolina bacata riuscirà ad architettare... Beh, bando alle ciance, vi lascio alla storia, con la speranza che vi possa trasmettere qualche emozione... Enjoy!
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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Me la pagherà, quello stronzo. Fare una cosa del genere davanti a tutti, davanti a LILY! Non posso crederci. Ma giuro me la pagheranno, tutti dal primo all’ultimo.
Li sento ancora ridere, chiamarmi con quel soprannome, Mocciosus, Mocciosus, Mocciosus. Eppure… no, non possono saperlo, loro non devono sapere niente, niente! Non sanno di mio padre, di quando mi apostrofava in modo così dolorosamente simile prima di pestarmi, vieni Moccioso, vieni qua, prima che il primo pugno volasse.
Non sanno di quanto ho sofferto per questo nomignolo, ma non significa che siano innocenti. Sono dei bastardi, ecco che sono. E Lily! La mia dolce Lils che ridacchiava imbarazzata mentre diceva loro di smetterla, anche lei in fondo divertita dalla mia umiliazione.
"Chi vuole vedere le mutande di Mocciosus?" James, oggi ero vestito solo della tunica perché a differenza tua io una ricca perfetta famigliola felice me la sogno la notte e se mi manca qualcosa devo rimboccarmi le maniche, non come te e quel branco di trogloditi dei tuoi amichetti. Io oggi ero conciato così perché i miei vestiti vengono da un mercato dell’usato e non dalle sfavillanti sartorie per purosangui. Quindi stai zitto, se non sai di che parli.
Sono così nervoso che tutto quello che riesco a fare è continuare a correre e correre, anche se i polmoni e le gambe mi bruciano da morire, continuo ancora e ancora, senza mai fermarmi, fino a perdermi nella Foresta. Qui almeno c’è silenzio. Mi accascio a terra, il fiato spezzato dalla fatica e dalle lacrime che iniziano ad uscire sempre più abbondanti. Sono dannatamente arrabbiato, sarei capace di qualsiasi cosa in questo momento. Quanto vorrei che per un giorno, per un solo dannatissimo giorno quel maiale potesse vivere la mia vita, per scoprire come ci si sente a passare l’esistenza così. Ma no, non è nemmeno questo che voglio. Non ho bisogno della sua compassione, né di quella di nessun altro. Sarà il tempo a farmi giustizia.
Lentamente mi calmo e mi asciugo gli occhi, guardandomi attorno. Cavolo, è già notte. Ora sarò nei guai con il preside, e tutto per colpa di quei cretini di Potter e Black! Mi incammino verso il Castello cercando di orientarmi quando sento un rumore, anzi no, delle voci. Ma guarda guarda… sono proprio loro, e c’è anche Lupin! Davvero non capisco cosa ci faccia con loro quel ragazzo, bah.
Subito mi infilo in un cespuglio nascondendomi e osservo cosa stanno facendo. Black ride rumorosamente per qualcosa aggrappandosi col braccio al collo di Lupin, che sorride e scuote la testa, rosso in viso. Potter nel frattempo sembra strano, concentrato. Se ne sta semplicemente fermo ad occhi chiusi, come aspettando qualcosa. Ma che sta facendo?
Improvvisamente lo vedo. Con una luce abbagliante sparisce e… compare un cervo! Cazzo, Potter è un animagus non registrato! E anche gli altri, scommetto.
Scappo via, con l’intenzione di dirlo al Preside e metterli tutti nei casini, ma poi mi blocco, ghignando. Non so ancora come, ma quest’informazione potrebbe tornarmi presto utile.



Lo so, lo so che è davvero corto, ma sto scrivendo in treno, incazzata col mondo, quindi non potevo che partorire una cosa incazzata e di poche parole. Spero solo sia incisivo e non sia uscito troppo male, in tal caso non esitate a dirmelo e vedrò di rimaneggiare il tutto. Non l’ho nemmeno riletta bene, quindi scusatemi gli Orrori.

Un grosso bacio,
Ve se ama,
A. ☆
   
 
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