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Autore: Tada Nobukatsu    07/07/2016    2 recensioni
Il colibrì è l'uccello più piccolo del mondo. Ha spiccata aggressività, rapidità nel volo e nelle acrobazie, stupendi colori e per questo le antiche civiltà americane lo consideravano la reincarnazione di valorosi guerrieri caduti in battaglia. Il movimento delle ali può raggiungere la sorprendente velocità di 70-90 battiti al secondo. Nessun altro uccello vivente sul pianeta può battere le ali tanto velocemente. In proporzione, la dimensione del loro cuore, rapportata all’uomo, è più grande di 5,6 volte e la frequenza cardiaca dei battiti può raggiungere 1260 pulsazioni al minuto.
Tutte cose molto belle, ma la vera domanda è... che diavolo ci fa in mezzo ai corvi, ai gatti e ai gufi?
Ma soprattutto... Cosa c'entrano in tutto questo i biscotti di Kageyama?
Genere: Comico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ho un numero anche io!


«Allora, come vanno le sessioni di studio con Chiyo-chan?» chiese Sugawara. Il viso di Tanaka espresse tutto il suo sconforto e nel sentire quel nome parve morire dentro.
«Estenuanti!» mugolò.
«Vi fa studiare così tanto?» chiese Sugawara, sconvolto.
Tanaka annuì. «E se non rispondiamo giusto alle sue domande, ci costringe a un giro di corsa intorno a casa con lei sulle spalle. Diventa sempre più pesante, giro dopo giro. Secondo me è anche colpa di tutto quello che mangia! L'hai mai vista? Non pensavo che in una cosetta così piccola potesse starci così tanto cibo.»
Sugawara scoppiò a ridere, divertito dall'immagine che Tanaka gli aveva reso, ma l'alzatore non fu l'unico a udire quelle parole.
«Ti ho sentito!» stridulò Chiyo, raggiungendo i due a grandi passi, rimboccandosi le maniche. «Dopo tutto quello che faccio per te, Tanaka-san! Come puoi parlare così alle mie spalle?!»
Tanaka ebbe come un brivido nel vederla arrivare: gli occhi come infuocati e il viso corrucciato facevano quasi più paura di Daichi quando si arrabbiava.
«Ti preferivo quando eri dolce e innocente!» ammise, terrorizzato.
«Io sono ancora dolce e innocente!» gridò lei, contrariata, afferrandolo per il collo e costringendolo a piegarsi in avanti, sottomesso alla sua presa. Nonostante la statura, dimostrava molta più forza di quanto si fosse potuto immaginare. Tanaka si dimenò, cercando di liberarsi, ma Chiyo gli saltò sulla schiena e lo costrinse a restare chino in avanti, domandolo come un cavallo.
«Non puoi fare questo al tuo Senpai!» gridò lui.
«Lo faccio per te! Verrai a Tokyo con noi, Senpai! Te lo giuro!»
«Sì, ma vorrei arrivarci intero!» continuò lui, agitandosi come un anguilla per togliersela di dosso, ma alla fine perse l'equilibrio, cadendo di faccia a terra, e Chiyo venne scaraventata poco più avanti.
«Piantatela!» gridò Daichi, sempre pronto a riprenderli. Quei due erano ingestibili, certe volte.
Chiyo, stesa a terra dopo il ruzzolone, aprì gli occhi e si trovò davanti al naso dei piedi. Alzò lo sguardo e scoprì che appartenevano a Shimizu, ma che dietro di lei c'era anche un'altra ragazza. Sembrava terrorizzata ed era estremamente piccola, forse anche più di lei. Non sembrava molto a suo agio, dato che restava dietro la schiena della Senpai, guardandosi attorno con gli occhi sbarrati.
«Avete un attimo?» chiamò Shimizu e al sentire la sua voce anche Tanaka si sollevò di colpo, nonostante il sangue che colava dal naso per via della botta.
«Allora hai trovato qualcun'altro!» esultò Hinata.
La ragazza nuova sembrò rabbrividire dalla paura e si nascose ancora più dietro Shimizu, mentre la squadra si riuniva rapidamente intorno a loro.
«Cosa? Cosa? Che succede?» chiese per primo Nishinoya.
«Ecco...» cominciò Shimizu, voltandosi verso la ragazza con un sorriso. «Si unirà a noi come manager in prova.»
«Mi chiamo Yachi Hitoka!» disse lei meccanica, balbettando e tremando.
«Davvero?» chiese Sugawara in risposta all'affermazione di Shimizu. «È fantastico!»
«Shimizu-senpai, sei stata bravissima!» si illuminò Hinata.
Asahi si avvicinò a Yachi e si chinò leggermente in avanti, per abbassarsi un po' alla sua altezza. «Sei del primo anno?» chiese con tono greve, forse nel tentativo di non spaventarla oltre, ma risultando in realtà ancora più minaccioso.
Yachi rabbrividì così tanto che poterono sentire addirittura tremare il pavimento.
«Asahi-san, sei terrificante!» borbottò Chiyo, ancora seduta a terra.
«Asahi, sta' indietro!» disse Daichi, spingendolo, e Asahi parve rabbuiarsi, dispiaciuto e probabilmente anche ferito nell'essere trattato come un mostro spaventoso.
Chiyo saltò poi in piedi e afferrò le mani di Yachi, facendola sobbalzare ancora. «Verrai a Tokyo con noi?»
«A dire il vero non ha ancora fatto l'iscrizione. Gliel'ho chiesto oggi all'improvviso, ora è solo venuta a dare un'occhiata» spiegò Shimizu.
«Davvero?!» chiese Chiyo, con un velo di tristezza negli occhi. Le piaceva l'idea di avere un'altra ragazza nella squadra, anche se lei era l'unica a giocare.
Yachi annuì vigorosamente, poi chiese, titubante: «Sei una manager anche tu?»
Il sorriso di Chiyo si allargò più di quanto le fosse possibile, era ovvio che la cosa la riempiva d'orgoglio, e disse: «No, io gioco.»
«Eh?!» strillò Yachi, tornando a piegarsi e inchinarsi: «Scusami! Sono saltata a conclusioni affrettate! Mi dispiace!»
«Ma no! Non è colpa tua! Sai...» e si avvicinò a lei, mettendosi una mano vicino alla bocca, come a rivelare un segreto. «Io sono l'asso nella manica.»
«Vacci piano, piccolo asso nel taschino» la punzecchiò Tanaka. «Anche tu sei ancora in prova.»
«Eh? No, non è vero! Sono ufficialmente parte della squadra!»
«Che? E da quando?»
«Il preside ha visto che da quando Chiyo ha cominciato a giocare con voi i suoi voti sono saliti esponenzialmente e questo l'ha convinto a lasciarla qui» spiegò il professor Takeda.
«Eh? Quindi è ufficialmente l'asso nella manica?» chiese ancora Tanaka, sorpreso.
«Già!» esultò lei, ma Ukai le parlò sopra: «No.»
«Cosa?» lo guardò sbarrando gli occhi.
«Hai appena cominciato e se non corri ad allenarti smetterai anche presto!»
Chiyo saltò, spaventata, e corse verso il centro del campo urlando: «Sono pronta!»
«Nishinoya, vai insieme a lei! Kageyama e Sugawara alternatevi nelle alzate, voi altri schiacciate, poi correte a murare dall'altra parte il compagno successivo.» E continuò a dare ordini, fintanto che tutti non furono pronti.
«Forza! Fatemi vedere dei begli attacchi e delle belle difese!»
«Sì!» urlarono in coro, prima di correre come saette ognuno ai propri posti.
Tanaka schiacciò la prima palla, ma Tsuskishima riuscì a murarlo. La seconda non tardò ad arrivare da parte di Asahi, palla che il muro, come sempre, non riuscì a trattenere.
«Mia!» urlarono in coro Chiyo e Nishinoya, lanciandosi entrambi in avanti, ma non riuscendo a coordinarsi e decidersi finirono testa contro testa.
«Ahi!» lamentarono entrambi, a terra, tenendosi la testa tra le mani e fulminandosi a vicenda.
Yachi, da bordo campo, lanciò un urlo spaventata, ma lei fu l'unica a preoccuparsi. Non era la prima volta che Chiyo, presa dall'impeto di correre dietro a una palla, andava a schiantarsi contro qualcuno. Era veloce e precisa, ma aveva il terribile vizio di non guardarsi attorno.
«Insomma! Che combinate?» li richiamò Ukai. «Chiyo-chan!»
«Avevo chiamato palla!» lamentò lei, massaggiandosi il punto colpito.
«L'avevo chiamata io!» rispose Nishinoya.
«Era dalla mia parte di campo!» brontolò Chiyo.
«Chiyo-chan!» ringhiò Ukai. «Al prossimo scontro che causerai prometto che non ti permetterò di giocare nessuna delle partite di Tokyo!»
Chiyo saltò in piedi, terrorizzata, e cominciò a inchinarsi verso chiunque. «Chiedo scusa! Colpa mia! Sono terribile! Non succederà più! Prometto!»
«Avanti, ancora!»
«Vola, Hinata-san!» gridò Chiyo con entusiasmo, vedendo il compagno prendere la rincorsa. Vederlo compiere quegli incredbili salti era sempre fonte di grande emozione per lei, tutte le volte le scintillavano gli occhi. E Hinata volò, proprio come gli era stato detto, e schiacciò. La palla cadde tra Chiyo e Nishinoya, ma nessuno dei due mosse un solo muscolo.
«Ma che combinate voi due?» gridò esasperato Ukai.
«Pensavo andava lui!» piagnucolò Chiyo.
«Gioca sul serio!» gridò ancora Ukai.
«È colpa tua!» brontolò Chiyo, rivolta a Nishinoya.
«Chiyo-chan!» la riprese ancora Ukai.
Fuori dalla palestra, Chiyo e Nishinoya sarebbero sembrati davvero quasi fratelli per come si comportavano. Scherzavano e giocavano tra loro, pieni dello stesso entusiasmo, insieme a Hinata. Ma, nonostante le apparenze, la rivalità tra i due era tale da infiammare i loro animi.
Chiyo saltò di nuovo, al rimprovero, e tornò a inchinarsi chiedendo scusa.
«Chiyo-chan!» la chiamò Hinata, dall'altro lato del campo. Lei incrociò i suoi occhi, colmi del fuoco che solo la pallavolo gli poteva recare. Quel fuoco che gli gridava "vola e sii il migliore".
«Powa» mormorò e quella parve avere un effetto magico sulla ragazza.
Qualcosa si accese in lei e si accorse che fino a quel momento non aveva fatto sul serio.
«Shimizu-senpai» chiese Yachi, avvicinandosi a lei. «Quella ragazza... perché gioca qui? Non dovrebbe essere nella squadra femminile?»
Shimizu diede un'occhiata al campo, guardando Chiyo.
«Il coach inoltre la brontola sempre» continuò Yachi, non capendo.
"Forse non è tanto brava."
Ma non si accorse che qualcosa stava cambiando in Chiyo. Il suo sguardo era tornato quello vivo che aveva dimostrato il primo giorno che aveva giocato con loro e che sempre dimostrava quando voleva fare sul serio. Un'aura speciale la circondava, facendola sembrare diversa.
Shimizu si limitò quindi ad indicare, senza rispondere alla domanda di Yachi.
«Guarda» le disse, sorridendo.
«Avanti!» ordinò Ukai e Kageyama alzò a Tanaka. Hinata tentò di murarlo e ci riuscì in parte, rallentando semplicemente la caduta della palla.
E finalmente, accadde di nuovo...
il farfallio del colibrì.
Chiyo raggiunse rapidamente il muro e gli si mise dietro, accogliendo la palla e rimandandola dall'altro lato del campo con un palleggio.
Sugawara prese immediatamente il posto del compagno, non fermando il gioco, e alzò a Tsukishima.
Nishinoya scattò verso il centro del campo e impedì alla palla di cadere a terra, tenendola in gioco. Chiyo volò ancora nella sua direzione e con un palleggio la rimandò dall'altro lato.
Ancora alzate e schiacciate che venivano spesso fermate grazie alla combinazione Nishinoya e Chiyo, che adesso pareva devastante.
Kageyama alzò una veloce e Hinata schiacciò, senza dare tempo a Tsukishima di fare muro. Noya si tuffò, riuscendo a prenderla, ma la palla schizzò verso destra. Chiyo, ancora una volta, volò rasoterra e si lanciò sulla palla, recuperandola, anche se quella volta non riuscì a mandarla dall'altro lato.
«È velocissima!» rimase sbalordita Yachi, guardandola pallida in volto.
«È così che l'abbiamo scoperta. Mi ha salvata da una palla vagante, scattando da bordo campo.»
«Strepitoso!»
E l'allenamento proseguì, con Chiyo che volava e scattava da una parte all'altra, alternando le ricezioni con Nishinoya. Su una ventina di schiacciate, solo sei erano riuscite a fare punto dal loro lato e almeno due erano state le veloci di Hinata, mentre le altre appartenevano all'Asso.
La Karasuno, ora, aveva una difesa "nascosta nella manica" che avrebbe usato sicuramente a loro vantaggio.
L'allenamento proseguì come sempre fino a tardi, quando ancora comparve il professor Takeda.
«So che è un po' improvviso...» cominciò lui, lievemente imbarazzato. «Ma le superiori Oginishi ci hanno chiesto un'amichevole per domani e io ho accettato. Hanno insistito dopo avervi visto ai preliminari.»
«Un'amichevole?!» sorrise Chiyo, illuminandosi. Nella squadra femminile non capitava quasi mai, non erano così brave e nessuno chiedeva mai loro di giocare un'amichevole. Le uniche occasioni che aveva avuto per scontrarsi con qualcuno erano state le partite ufficiali, sempre troppo poche.
«Una vera partita amichevole?» continuò, esaltata, voltandosi d'istinto verso Tanaka, che annuì sorridendole quasi intenerito per quell'esplosione di gioia.
«Non dimenticate la frustazione e l'amarezza provate dopo la sconfitta della Seijo» intervenne Ukai. «Però, vedete anche di non affogare in quel senso di sconfitta. Superatelo alla svelta.»
«Sì!» risposero tutti, piedi di entusiasmo.

Erano le quattro e mezza quando la Oginishi arrivò alla Karasuno. I ragazzi erano tutti impegnati a sistemare il campo, in attesa della partita. Shimizu disponeva le sedie, insieme a Yachi, anche se quest'ultima si era fermata qualche minuto per parlare con Hinata. Tanaka e Nishinoya portavano a lato la lavagna col segnapunti e intanto sorridevano felici di poter vedere Shimizu più allegra del solito, merito della nuova arrivata.
Quelli della Onigishi salutarono educatamente e Daichi richiamò l'attenzione della sua squadra, per farli allineare.
«Saluto!» disse il capitano, una volta che si trovarono faccia a faccia con la squadra avversaria.
«Grazie a tutti!» dissero in coro.
Le due squadre cominciarono con il riscaldamento e fu già lì che iniziarono le prime domande e i primi stupori, quando gli avversari videro Chiyo prenderne parte.
I mormorii si fecero sempre più intensi, tanto che non riuscirono a restare discreti e arrivarono alla stessa Chiyo, che non parve prenderla bene.
Si accostò a un gruppo dei ragazzi della Oginishi, con gli occhi che parevano infuocati e questo li turbò.
«Ho le tette. La cosa vi disturba tanto?» ringhiò come cane rabbioso.
«Chiyo-chan che dici?!» la riprese Daichi, arrossendo violentemente.
Tanaka le si accostò, assumendo il suo sguardo intimidatorio. «Ehy! Non importunate il nostro colibrì!»
«Colibrì?» si domandò l'allenatore della Oginishi, che altrettanto incuriosito da quella presenza non aveva potuto far a meno di ascoltare.
«Voi due, smettetela e andate a cambiarvi che si comincia tra poco!» insistè Daichi.
«Vi faccio a fettine» continuò Chiyo.
«Vi polveriziamo» le fece eco Tanaka e per riuscire a riportarli indietro Daichi fu costretto a prenderli con la forza per il colletto e trascinarli via.
La Karasuno raggiunse le sedie dove erano piegate le magliette ufficiali con il numero e Chiyo tornò a illuminarsi quando Sugawara, sorridente, le porse la sua, bianca e nera per differenziare il suo ruolo, col numero 13.
«Ho un numero!» disse colma d'emozione.
«Certo che ne hai uno!» le sorrise Asahi e alzando lo sguardo Chiyo vide che anche gli altri suoi compagni la guardavano con lo stesso sorriso.
«Ora fai parte della squadra» ribadì Tanaka.
Chiyo si allungò ad afferrare la sua maglietta e la fissò a lungo con gli occhi lucidi.
«Perché non la metti?» la invitò Sugawara.
Chiyo sorrise ancora, prima di sfilarsi la maglietta che aveva addosso, restando con una cannottiera che si era messa in previsione del fatto che avrebbe dovuto cambiarsi lì, senza uno spogliatoio personale.
E si infilò quella col numero.
Era così emozionata che sarebbe potuta scoppiare a piangere da un momento all'altro.
«Ti sta bene!» annuì Daichi e lei brillò, chiedendogli: «Lo credi sul serio?»
«Devo ammetterlo» sospirò Nishinoya con falsa superiorità. «I panni del Libero ti donano.»
E Chiyo cominciò a volteggiare su se stessa, cercando di guardarsi da ogni angolazione, come una donna in un camerino intenta a provarsi un bellissimo vestito nuovo.
«Ma perchè la mia è bianca e la sua arancione?» chiese poi, guardando Nishinoya.
«Il secondo Libero della squadra deve indossare un colore diverso dal resto dei compagni, per differenziarsi, ma non solo: può far ricorso a un colore diverso anche dal primo Libero» cominciò a spiegare Daichi. «E visto che nella squadra femminile della Karasuno il Libero veste bianco, abbiamo pensato di prendere quella invece che fartene fare una su misura con il colore arancione.»
«Il bianco mi piace!» sorrise Chiyo, tornando a guardare il numero stampato sul fronte della sua maglietta. «È lo stesso colore che avevo prima.»
Ukai li interruppe, richiamandoli in cerchio intorno a sè e cominciò a parlare: «Chiyo-chan questa sarà la tua prima partita con noi, conosci le regole?»
E Chiyo annuì, prima di recitare scrupolosamente: «Il primo Libero e il secondo Libero sono come un'unica entità, perciò non possono stare insieme in campo, ma possono scambiarsi tra loro in qualsiasi momento e alternarsi negli scambi con gli altri giocatori, senza interrompere il gioco. Per il resto, le regole sono le stesse di sempre.»
«Esattamente!» annuì, prima di rivolgersi al resto della sua squadra. «È la prima partita con un'altra scuola dopo gli interscolastici. Non avete dimenticato quella frustrazione, vero?»
«No!» risposero in coro i ragazzi e Ukai sorrise, infervorato.
«Bene! Andate in campo e scatenate l'inferno!»
«Sì!» risposero ancora, prima di riunirsi in cerchio. «Karasuno, fight!» incitò Daichi, prima di correre ognuno ai propri posti.
La prima battuta toccò alla Karasuno e la fece Kageyama, che con potenza si prese il primo punto senza difficoltà. La sua battuta in salto restava una delle migliori, per il momento, che la squadra avesse nel repertorio.
Proseguirono nel giro di battute, ricezioni e schiacciate, carichi come se stessero affrontando una partita ufficiale.
L'Oginishi attaccò e Tanaka, insieme a Hinata, provarono a murarli. Lo schiacciatore avversario optò per un pallonetto, facendo passare la palla sopra le loro mani, ma dietro di loro comparve Chiyo che tuffandosi riuscì a salvarla e tenere il gioco ancora aperto.
Kageyama corse sopra di lei, accolse la palla e l'alzò a Asahi che sfondò il muro e fece punto.
«Che bomba Asahi-san!» stridulò Chiyo, guardandolo con ammirazione. Lui ridacchiò imbarazzato dal complimento, grattandosi la nuca, mentre Tanaka gli dava una pesante pacca sulla schiena. «Ben fatto, Asso!»
La partita continuò senza difficoltà, con la Karasuno altamente in vantaggio.
Ancora una schiacciata da parte della Oginishi che Daichi ricevette, salvandola ma deviandola e non riuscendo a indirizzarla all'alzatore. Chiyo corse rapidamente fin fuori dal campo, si tuffò e con un bagher riuscì a rispedirla dentro, urlando: «Ultimo tocco!»
La palla restò in gioco ancora un po', prima che Kageyama e Hinata riuscissero a combinare il loro attacco veloce e fare un altro punto.
"La Karasuno, i corvi che non volano" pensò l'allenatore della Oginishi, assistendo alla partita che li stava vedendo perdenti. "Non si può certo dire che sia ancora così. L'attacco del dieci e del nove è devastante e inarrestabile, mentre la difesa dei due Liberi sembra insfondabile. Non permettono di esultare fintanto che la palla non tocca veramente a terra, potrebbero salvarle in qualsiasi momento. La tredici, poi, è una vera rivelazione. Il piccolo corvo che vola alto... e il colibrì. A vederli, ingannerebbero chiunque. E l'effetto sorpresa permette di distogliere lo sguardo dal resto della squadra, che approfitta per colpire energicamente. Si stanno trasformando."
La partita finì già al secondo set, con la vittoria della Karasuno. Le due squadre si ringraziarono e infine si salutarono, lasciando i ragazzi di Ukai intenti a pulire e sistemare.
«Asahi-san!» gridò Chiyo, cominciando a saltargli intorno. «Che potenza! Che forza! Non sono riusciti a murarti neanche una volta! Facevi sempre bang bang! E i muri di Tsukishima erano sempre così precisi! Saltava al momento giusto tutte le volte! Hai visto le loro facce? Le hai viste? E Hinata ha volato altissimo grazie alle alzate spericolate di Kageyama-san! Incredibile! Incredibile!»
«Ehy, e di me non dici niente?» le si avvicinò Tanaka, indicandosi pieno di orgoglio. Chiyo gli saltò al collo, continuando ad agitarsi ed esultare: «Il migliore! Il migliore!»
«Quanta adrenalina» disse Sugawara, accostandosi a Daichi, che annuì.
«È stata la sua prima vera partita con noi, è emozionata» rispose il capitano.
«Quanto baccano che fa» lamentò Tsukishima, intento a sistemare.
«Chiyo-chan sei stata incredibile!» la raggiunse anche Nishinoya e lei si portò entrambe le mani al viso, urlando ancora più entusiasta: «Sul serio?»
«Certamente! Quasi quanto me! Anche se alla fine ne ho salvate più io, sei stata lo stesso in gamba» ridacchiò lui, inorgogliendosi.
Chiyo parve perdere lo spirito allegro in un istante, diventando improvvisamente seria e Nishinoya smise di ridere. Che il "quasi quanto me" l'avesse offesa? Cominciò a preoccuparsi, intimorito all'idea di una delle sue sfuriate incontrollabili, ma Chiyo lo sorprese quando gli cinse il collo e abbracciandolo piagnucolò: «Grazie Senpai, non sai quanto significhi per me!»
Nishinoya sobbalzò e cominciò ad agitarsi, rosso in volto, cercando di tirarsi indietro dalla sua presa ferrea, senza troppo successo.
«L'hai fatta piangere!» l'ammonì Tanaka, sconcertandosi per la reazione della ragazza.
«No... io...» cercò di balbettare Nishinoya, continuando a guardarsi attorno confuso, in cerca di una qualsiasi scappatoia. «Dai, adesso basta, Chiyo-chan. Va bene così» ridacchiò nervoso, cercando di spingerla via.
«No, fatti ringraziare ancora un altro po'» disse lei, artigliando la sua maglietta in modo che non potesse allontanarla.
«Basta! Basta! Tanaka aiutami!» continuò Nishinoya sempre più imbarazzato, ma l'amico non parve volergli essere d'appoggio e si limitò a guardarli ridendo sotto i baffi.
«Ehy, voi due! Piccioncini!» li punzecchiò Sugawara, mentre sghignazzava insieme a Asahi e questo portò Nishinoya al limite. Cominciò a dimenarsi, per svincolare alla sua presa e dopo molta fatica riuscì finalmente a scivolare via, rinunciando alla sua maglietta, ancora ben stretta tra le dita di Chiyo.
Poi, ormai a petto nudo, scappò via mentre la ragazza lo rincorreva urlando: «Fermo! Non ho ancora finito! Senpai! Non rifiutare il mio affetto e la mia gratitudine! Fermo!»



NDA.

Annuncio per i telespettatori: nel prossimo capitolo vedremo finalmente entrare in gioco anche i nostri cari giocatori di Tokyo. Quali saranno le reazioni di fronte a un topolino tanto rumoroso? Quali guai combinerà Chiyo? Quante volte Daichi dovrà sgridarla prima di poterla tenere al guinzaglio?
E ancora... cosa c'entrano in tutto questo i biscotti di Kageyama?
Troveremo mai risposta al senso della vita?
(Quasi) tutte le risposte cominceranno ad arrivare nel prossimo capitolo che si intitolerà, allegramente: "Allerta meteo a Tokyo: uragano in arrivo!"
Correte ai ripari! :P

PS. Io e la mia incapacità nel disegno colpiamo ancora xD questa storia mi ispira fanart a non finire!
L'ho dovuta rimpicciolire per regolamento EFP, ma se volete vederla più grande cliccate QUI.
Enjoy!

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