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Autore: sad_eyes    07/07/2016    8 recensioni
Arizona Robbins segna la storia degli Stati Uniti d' America diventando il primo Presidente donna del paese. Con il peso del mondo libero sulle spalle, dovrà adattarsi alla sua nuova vita alla Casa Bianca, dove conoscerà il suo staff. E in particolare il nuovo Capo dei Servizi Segreti, Callie Torres che, sin dall' inizio, non la lascerà indifferente...
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Un po' tutti
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Ciao a tutti.

Come noterete (impossibile non vederle) ci sono 3 immagini. Le ho inserite perchè vi possa essere più semplice immaginare le scene descritte nel capitolo che segue.
  • La TORRE citata nel racconto originale è l'obelisco in marmo dedicato a George Washington, vale a dire il Washington Monument.
Nelle altre due foto potrete ammirare la vista del luogo di giorno e di notte, sperando che il cellulare, l'ipad, il tablet o qualsiasi altro mezzo usiate per leggere (pc a parte) reggano queste risoluzioni.


    
    
   



Buona lettura
 




 
 
Capitolo 24



 
 
 
 
- Allora? Domandò Callie.
 
- Tutto ok, abbiamo fatto evacuare la zona, la informò la voce di Mark al telefono. C’è voluta un’ora prima di avere tutti i permessi… da te come va?
 
- Siamo in corso di negoziazione, rispose Callie con un sorriso. Ti chiamo quando ho fatto ...
 
Riattaccò il telefono e guardò l'uomo che aveva di fronte, che scuoteva freneticamente la testa da un lato all'altro.
 
- Non c’è nessuna negoziazione possibile, affermò. E’ fuori questione che io faccia ciò che mi chiedi!
 
Il sorriso di Callie crebbe, mentre avanzava verso quella piccola e misera scrivania dietro la quale era seduto il suo interlocutore.
 
Era un giovane sulla ventina, carnagione abbronzata e capelli scuri che gli cadevano leggermente davanti agli occhi. I grandi occhiali poggiati sul naso gli donavano un’aria seria che però veniva tradita dall’espressione maliziosa che aveva in volto.
 
- Keith, Keith, Keith, sospirò, sedendosi di fronte a lui.
 
- Ti voglio bene Torres, credimi, precisò Keith, prima che lei continuasse, ma mi stai chiedendo troppo!
 
- Oh, ti prego! Replicò, spazientendosi. Non ti chiedo mica la fine del mondo.
 
- Noooooo, rispose Keith con enfasi, vuoi solo che io manometta l’impianto elettrico di uno dei monumenti più importanti della città.
 
- Ma è solo per una ventina minuti!
 
- Una ventina minuti che potrebbero farmi perdere il posto di lavoro! Replicò. Sai quanto ho faticato a trovarlo!
 
Lo sentì mormorare qualche parola incomprensibile, intendendo che era ancora reticente ad aiutarla.
 
Callie lo fissò qualche secondo, riflettendo, quindi decise di cambiare tattica.
 
- Ti voglio bene anch’io Keith, disse lentamente, ed è per questo che non voglio ricordarti che io ero la persona che ha chiuso un occhio sul tuo piccolo traffico con i fratelli Johnson ...
 
Odiava sfruttare il suo status, detestava usare il suo ruolo di agente della Sicurezza Nazionale per ottenere ciò che voleva. E anche se non era per "il fine giustifica i mezzi", per lei ogni mezzo era giustificato da questo fine.
 
- Sono pulito ora! S’indignò Keith.
 
- Lo so, confermò Callie, resta il fatto che io sono quella che ti ha permesso di non andare in galera! E tu ti rifiuti di farmi un così piccolo favore?
 
- Va bene, va bene! Esclamò il giovane, alzando le braccia in aria in segno di resa, me ne occupo io! Ma questo è l’ultimo favore che ti faccio!
 
Le labbra di Callie si allargarono in un ampio sorriso trionfante; la donna balzò in piedi.
 
- Grazie Keith, lo ringraziò, sapevo di poter contare su di te ...
 
- Già, mormorò Keith, iniziando a digitare sulla tastiera del computer posto di fronte a lui, mentre Callie si dirigeva verso l’uscita. Comunque, mi sono sbagliato su di te...
 
Callie fermò il suo passo e si voltò per guardarlo con aria interrogativa.
 
- Non pensavo tu fossi il tipo che fa una cosa così sciocca per una ragazza, precisò alzando lo sguardo verso la donna. Pensavo fossi una tosta...
 
- Lo pensavo anch'io, ammise dolcemente Callie, ma questa non è una ragazza qualunque ...
 
Non aggiunse altro e lasciò la stanza prima di prendere il telefono dalla tasca e comporre il numero di Mark.
 
- A posto, disse quando l’uomo rispose.
 
- Va bene, replicò Mark, avanzando con passo frettoloso lungo i corridoi dell’Ala Ovest. Sono alla Casa Bianca.
 
- Molto bene, proseguì Callie. Ci vediamo fra 35 minuti…
 
Mark le diede conferma, poi riattaccò quando arrivò davanti all’ufficio di April Kepner. Trovò Cristina e Meredith, sedute di fronte alla rossa, in piena conversazione. Fece alle tre un cenno con la testa.
 
- E’ tutto ok, voleva dire. Callie sta sistemando gli ultimi dettagli, ma dovrebbe filare tutto liscio!
 
- Perfetto! Affermò Meredith .
 
- Bisogna solo convincere la Presidente ad andare alla conferenza, disse Cristina.
 
- Esatto, dichiarò April alzandosi dalla sedia, ma credo sia più facile a dirsi che a farsi ...
 
- Tocca a noi, disse Mark.
 
Aspettò che la rossa si avviasse prima di seguirla verso lo Studio Ovale.
 
April bussò per poi inoltrarsi nella stanza, sempre in compagnia del Capo della Sicurezza provvisorio.
 
- Signora Presidente, Mark salutò Arizona, seduta dietro al suo computer portatile. La sua auto è pronta ...
 
- Inutile, rispose Arizona senza alzare gli occhi dallo schermo. Burke ci andrà al posto mio…
 
Mark si scambiò un'occhiata con April e fece una smorfia.
 
Bisognava assolutamente farla uscire dalla Casa Bianca perché l'idea di Callie funzionasse, e nonostante il piano assurdo della sua migliore amica, sapeva che la parte più difficile veniva proprio in quel momento.
 
Lanciò un’occhiata alla Kepner facendole intendere che era il momento che lei facesse qualcosa. Quest'ultima rispose con uno sguardo d’intesa e si avvicinò, esitante, verso Arizona.
 
- Arizona, iniziò con tono avvenente, so che non sei davvero dell’umore giusto per questi incontri, ma hai un ruolo da svolgere...
 
Si interruppe quando Arizona levò la testa per osservarla, ma poi continuò.
 
- Ci sono milioni di persone che hanno votato per te; bisogna onorare le loro scelte ...
 
- Pensi che io non lo sappia? Ribatté bruscamente Arizona. Me lo ripeto da giorni ... Ma io - io ho bisogno di tempo ...
 
April schiuse la bocca, poi la richiuse, non sapendo cosa dire. Mark decise di venire in suo soccorso; fece qualche passo per posizionarsi davanti alla scrivania della Presidente la quale li osservò con aria confusa.
 
- Non perda di vista le ragioni che l’hanno spinta a sacrificare tutto, Signora Presidente, cominciò con molta calma. Callie è andata via, è un dato di fatto, ma -
 
Fece una pausa, ragionando su come dire quelle parole - che non pensava realmente - senza sembrare troppo duro.
                                            
- Ma non le permetta di essere il motivo del suo crollo ... Si chieda come si sentirà fra qualche tempo quando vedrà che il suo tirarsi indietro oggi non sarà servito che a farsi rubare la scena da Burke…
 
Dopo quella frase ci fu un silenzio durante il quale Arizona guardò Mark, riflettendo su ciò che l’uomo aveva appena detto.
 
Non osava pensare ad un futuro senza Callie al suo fianco, ma Mark aveva ragione. La donna che amava se n’era andata. Era andata via ed ora Arizona doveva farsene una ragione.
 
Se n’era andata e Arizona doveva fare di tutto perché quella partenza non fosse stata inutile. I suoi sacrifici non erano mai stati vani in passato e anche se questa situazione non dipendeva da lei, anche se non ne aveva alcun potere, non doveva, per nessun motivo, farsi condizionare.
 
Finalmente, dopo alcuni minuti durante i quali nessuno si mosse, Mark vide la Presidente tirare un sospirò ed abbassare le spalle, in segno di resa.
 
- Avete ragione, disse. E’ tempo per me di ricordare il motivo per cui sono qui ...
 
Si alzò dalla sedia e girò intorno alla scrivania prima di incamminarsi verso la porta, superando Mark e April che la fissavano increduli.
 
- Vado velocemente a cambiarmi e arrivo, disse di spalle, prima di lasciare la stanza.
 
Il biondo e la rossa si scambiarono uno sguardo trionfante e si affrettarono a seguirla.
 
 
 
*

 
*


*
 
 
 
L’auto presidenziale, nella quale, sul sedile posteriore, sedevano la Presidente accompagnata dal Capo della Sicurezza provvisorio, viaggiò per circa venti minuti, passando per le strade di Washington verso la sede del Congresso in cui si stava per svolgere la riunione tanto attesa. Arizona era rimasta in silenzio per tutto il tragitto, limitandosi a fissare dal finestrino i vari scenari della città, completamente persa nei suoi pensieri. O più precisamente persa in un solo pensiero: Callie.
 
Distolse lo sguardo dal vetro e lo portò su Mark, seduto accanto a lei.
 
Normalmente, i suoi occhi avrebbero trovato quelli scuri di Callie invece di quelli blu del biondo. Il suo cuore avrebbe preso la solita scossa che lo colpiva quando si immergeva in quelli della mora e non avrebbe potuto fare a meno di sorridere quando Callie avrebbe, con discrezione, infilato la mano nella sua per intrecciare le loro dita.
 
Normalmente,  non era una sensazione di vuoto quella che l’avrebbe pervasa andando a quella conferenza. No, si sarebbe sentita felice e al posto giusto e sarebbe riuscita a comunicare la sua gioia a tutti coloro che credevano nel suo cammino politico.
 
Normalmente, con Callie al suo fianco, si sarebbe sentita pronta ad affrontare qualsiasi sfida che il suo governo poteva metterle di fronte.
 
Ma come poteva constatare, continuando a fissare Mark Sloan, quei tempi erano finiti.
 
La macchina si fermò e Mark si girò verso di lei; notò che la donna lo stava guardando.
 
- Siamo arrivati, la informò. Tutto bene?
 
Arizona distolse lo sguardo prima di annuire leggermente. Mark la osservò per un attimo poi scese dall’auto e rapidamente fece il giro per andare ad aprirle. Nell’attesa, Arizona diede un occhio fuori e aggrottò la fronte notando dove si trovasse.
 
- Da quello che ho capito, la conferenza si svolge in Senato, disse.
 
- Proprio così, rispose Mark, in attesa che la donna scendesse, per chiudere lo sportello dell’auto.
 
- Cosa ci facciamo qui, allora? Chiese Arizona, facendo un passo indietro per guardarsi intorno.
 
Erano davanti al foro di irrigazione di fronte al Monumento a Washington .
 
Il posto era stupendo. Uno dei più belli della città e il preferito Arizona. Di giorno, il sole faceva brillare l’acqua, mentre l'enorme obelisco si rifletteva in una maniera quasi sovrannaturale. E la sera ...
 
La sera era il momento che amava di più. Nonostante alcuni passanti, il posto risultava essere tranquillo e rilassante. C'erano decine di lampioni che illuminavano il luogo, accentuando l’aspetto quasi magico del Monumento simbolico. L'acqua della grande piscina si faceva scura, dando l'impressione di essere un gigantesco specchio che riflette la sagoma del grande obelisco, e, all’ora in cui vi era proprio sotto, quella della Luna… che quel giorno Arizona notò essere piena.
 
Si accorse anche che, curiosamente, nel punto in cui c’era sempre gente, in quel momento non c’era nessuno. Il luogo era completamente deserto. Era come se avessero fatto volontariamente evacuare.
 
- Sloan? Lanciò lei, intimandolo a darle una risposta.
 
- Presto capirà, si limitò a ribattere Mark. Si fidi di me, non se ne pentirà, aggiunse, quando lei gli mandò un'occhiata dubbiosa.
 
- Le ricordo che ho una riunione che mi attende ...
 
- Possiamo lasciare a Burke la scena per una notte, rispose con un sorrisetto.
 
Arizona stava per rispondere quando le luci intorno a loro improvvisamente si spensero, immergendo la zona nel buio totale. Si girò su se stessa e vide che tutto ciò che si trovava a parecchi metri da loro aveva subìto la stessa sorte, così come l'illuminazione dell'obelisco. Voltandosi di nuovo verso Mark, si accorse che era sparito.
 
- Mark?! Lo chiamò preoccupata.
 
Non ebbe alcuna risposta.
 
Il senso di panico cominciò ad invaderla quando un fascio di luce la accecò, facendola voltare bruscamente. Si bloccò di colpo, la bocca leggermente aperta, quando il suo sguardo si posò sul Washington Monument verso il quale era diretta la luce.
 
- Ma che ... sussurrò, facendo un passo indietro.
 
Sull'intera lunghezza dell'obelisco erano state proiettate tre enormi lettere, grandi diversi metri, che formavano la frase:
 

 
I
 

L
 

Y



 
Il suo cuore accelerò ad una velocità folle quando si rese conto di quello che stava accadendo. Quella scena le aveva dato una sensazione di déjà-vu e, quando capì, un sorriso stupito si fece spazio sulle sue labbra.
 
- Avrei voluto fare come Spiderman, disse una voce alle sue spalle, ma avrei dovuto prolungare il tuo viaggio fino al ponte di Brooklyn a New York, e sono sicura che mi avrebbero fermata prima che io potessi dirti ciò che desidero tu sappia ...
 
Arizona venne strappata dalla contemplazione della magnifica facciata illuminata, per voltarsi verso dove proveniva la voce, non credendo ai suoi occhi quando scorse una figura più che familiare emergere nella penombra.
 
- Callie ... sussurrò con una voce appena udibile.
 
- Inoltre, Callie proseguì continuando ad avvicinarsi a lei, non avevo vere ragnatele a mia disposizione ... Così ho pensato che il luogo più simbolico di questa città poteva sicuramente sostituire il ponte, e che la tecnologia sarebbe stata un palliativo al mio mancato potere soprannaturale ... E poi, so che ami questo luogo.
 
Si fermò a pochi passi da Arizona che continuava a fissarla stordita, e sentì il suo battito cardiaco accelerare. Dopo quel guardarsi negli occhi in silenzio che sembrò durare un'eternità, Arizona ancora una volta rivolse l’attenzione verso il monumento e quelle lettere giganti.
 
- Cosa -
 
- Il mio modo di dirti ciò che sento, l’anticipò Callie contemplando il profilo della donna di fronte a lei. Sono stata stupida, Arizona ... Sono stata stupida, perché non avrei dovuto permetterti di lasciare il mio appartamento senza dirti che-
 
Arizona distolse lo sguardo dal Washington Monument non appena la sentì fermarsi e lo posò su quello di Callie per cercare di decifrare qualsiasi indicazione le avrebbe mostrato che non stava sognando, che la mora stava davvero davanti a lei pronta per dirle ciò che aveva sempre sognato di ascoltare, nel modo più bello possibile.
 
Callie fece un passo in avanti e la guardò intensamente, sperando di farle capire la sincerità, la forza dietro le parole che stava per  pronunciare.
 
- Ti amo Arizona, disse con convinzione indicando con una mano la parete dell'obelisco. Ti amo così tanto che ho l’impressione che questo amore sia l’unica cosa che riesco a sentire, l'unica cosa che conosco ... E - Ed è proprio perché ti amo così tanto che ho fatto tutto questo.
 
- Calliope -
 
- Pensavo di fare la cosa giusta, la interruppe Callie, prima che avesse il tempo di aggiungere altro. Ho pensato di farla perché sei la persona più importante per me e - e questo mi spaventava. Avevo paura perché mi ero innamorata della sola persona che mi è proibito amare, l'unica persona con cui non potevo progettare. Ma avevo sbagliato tutto ...
 
Le parole sembravano molto più sensate e potenti nella testa di Callie, ma doveva accontentarsi. Fermandosi per organizzare i suoi pensieri, fissò Arizona e lasciò le parole uscire come arrivavano.
 
- Non voglio gridare a gran voce che sto con te o ­- o mostrarmi con te mano nella mano ...
 
Quando vide una triste smorfia emergere sul volto della Presidente, si rese conto di essersi espressa male.
 
- No! Si affrettò a correggersi. Non è ciò che voglio dire ... Certo che voglio tutte queste cose con te, Arizona! Dio solo sa quanto potrei essere orgogliosa nell’essere vista con te ... Ma alla fine avevi ragione, non è importante... tu - ­l’hai detto tu stessa, chi se ne frega dei gala o delle serate danzanti, l’importante è che io e te stiamo insieme.
 
Fece un passo in avanti, non lasciando che pochi centimetri a separarle, poi accennò un sorriso splendente verso la donna bionda alla quale brillavano gli occhi.
 
- Ti amo Arizona, ripeté con voce piena di convinzione. Più di ogni altra cosa ... Non posso vivere senza te ... io non voglio vivere senza te ... Quella famosa sera in cui mi hai parlato della dichiarazione d'amore alla Spiderman, mi hai detto che questi tipi di film ci spingono a credere e sperare che l'impossibile è a portata di mano. Ma a me, sei tu che mi fai credere nell'impossibile ... Prima di conoscerti, pensavo che sarebbe stato impossibile provare per qualcuno quello che provo per te ...
 
Le era sempre più difficile credere di non star sognando, che quella donna stupenda di fronte a lei non era un miraggio. Un delizioso sogno che non poteva esistere nella vita reale ...
 
- E finché io ho il tuo cuore e tu il mio, disse Callie, è questo che conta. E al diavolo il resto, al diavolo la normalità, possiamo costruirci il nostro futuro ...
 
La sua dichiarazione fu seguita da un lungo silenzio durante il quale Arizona si limitò ad contemplare, stordita, la mora.
 
Non riusciva a capire cosa stesse succedendo. Callie era lì davanti a lei. Lei era lì e le aveva detto che l’amava ­ santo cielo, l’aveva anche scritto su un monumento! ­ E le aveva promesso un futuro.
 
- Che ne pensi? Chiese Callie nervosamente quando il silenzio cominciò a prolungarsi troppo per i suoi gusti.
 
Arizona finalmente uscì da quello stato di trance e si rese definitivamente conto che non stava immaginando quello che stava accadendo.
 
- Che ne penso? Ripetè, ancora confusa.
 
Alzò lo sguardo verso Callie e notò il suo sorriso tirato, ciò la fece sorridere perché ­ beh- la domanda era abbastanza stupida - Come se ci potessero essere molte risposte ...
 
- Quello che penso Calliope, rispose, è che sei un’idiota.
 
Il suo sorriso si allargò quando vide quello dell’altra donna sparire. Senza pensarci, colmò i pochi centimetri che le separavano e fece scivolare lentamente le mani sul volto di Callie.
 
- E’ che non so se quello che più desidero è ucciderti o baciarti ...
 
Non diede il tempo a Callie di dire nulla. Si alzò in punta di piedi, quando la bruna aprì la bocca per parlare e annullò la distanza tra le labbra, catturandole in un movimento tortuoso.
 
Il contatto la spinse a lasciar andare un respiro profondo, mandando via l’enorme grumo che si era stanziato nel suo petto in quegli ultimi giorni, per lasciare spazio ad una sensazione di felicità. Avvicinò i loro corpi e le mise le mani intorno alla nuca; fu vinta da una sensazione di euforia ancora più forte quando sentì le dita di Callie posarsi sui suoi fianchi e avvicinarla un po’ più a sé.
 
Aveva fantasticato di toccare Callie per giorni, chiedendosi come avrebbe fatto a sopravvivere senza la sensazione della sua pelle sotto le sue mani. E ora lei ce l’aveva. Sentì il calore del corpo attaccato al suo, il suo profumo ed il suo viso e si accorse che era meglio di quanto ricordasse.
 
- Mi dispiace, sussurrò Callie contro le sue labbra quando si separarono.
 
- Pensavi di fare ciò che era meglio per me, rispose Arizona, poggiando la fronte contro quella del suo Agente, e questa è una delle tante cose che amo di te: il modo che hai di mettermi sempre davanti a tutto ... ma è il momento che tu la smetta!
 
Si lasciò sfuggire una risata facendo scorrere le mani nei capelli di Callie e si allontanò un po’ per poterla guardare meglio.
 
- Ci ho pensato, rispose Callie con un sorriso. E posso capire se preferisci prendere le distanze e -
 
Arizona la interruppe posandole un dito sulle labbra.
 
- Calliope, sospirò sorridendo, ti assicuro che se sei in procinto di suggerirmi di prendere le distanze per riflettere, ti uccido, la minacciò. Non ho bisogno di riflettere su qualcosa, soprattutto non su di te, non ho bisogno di altro tempo lontana da te ...
 
Si chinò di nuovo in avanti e si fermò per una frazione di secondo quando sentì il respiro di Callie mescolarsi con il suo e poi lentamente imprigionarle le labbra.
 
- E’ vero che tutto è incerto e confuso, disse fra i baci, ma io e te siamo una certezza ...
 
- Lo so e ho finito con i dubbi, le assicurò Callie allontanandosi di poco.
 
Si immerse nei suoi occhi azzurri e portò le sue mani lungo il suo addome per accarezzarglielo.
 
- Farò di tutto perché vada bene, continuò, perchè il nostro rapporto professionale non minacci ciò che siamo riuscite a costruire. Riusciremo a scrivere la nostra storia, anche se non potremo mai stare davvero insieme ...
 
- Smettila di dire che non stiamo insieme! Esclamò Arizona. Noi stiamo insieme, Calliope, affermò accennando il suo solito sorriso. Perché io ti amo e tu mi ami. E ­- e nient’altro importa...
 
Callie le rivolse un sorriso radioso prima di chinarsi e baciarla teneramente. Arizona immediatamente chiuse gli occhi e lasciò di nuovo che quella sensazione di pura euforia la invadesse.
 
Quando il fiato cominciò a mancarle ed era necessario respirare, interruppe il bacio e immerse il suo viso contro il collo di Callie facendole scivolare le braccia intorno alla vita prima di aprire gli occhi e osservare di nuovo le lettere che formavano il " ILY " sul monumento  più famoso della città.
 
Un sorriso felice e stanco apparve sulle sue labbra mentre osservava l'immagine scintillante riflettere nell’acqua scura della piscina enorme del Monumento a Washington.
 
- E’ meraviglioso, sussurrò dolcemente. Non posso credere che ti sia ricordata della dichiarazione d’amore di Spiderman e che, soprattutto, tu l’abbia riprodotta per me.
 
Sentì un sorriso formarsi sulle labbra di Callie che, subito dopo, le baciò la tempia.
 
- Non dimenticarlo mai, soffiò nel suo orecchio, farei qualsiasi cosa per te ...
 
Qualsiasi cosa ...

 
 
 
 





 



 
Acqua sarò
che spegnerà un momento
Accanto a te
viaggiando controvento
   
 
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